L’indomani, lui la portò fuori a cena, poi a teatro, al ritorno non prese la solita strada, ma fece una deviazione e poi si fermò in un’angolo bui, si voltò e la baciò, poi scese dalla macchina ed andò ad aprirle la porta, la fece scendere, l’aria era frizzante, ma non faceva freddo, lui le aprì il cappotto, le sue mani armeggiarono con il vestito scodellandone i seni,, si chinò a baciarli, ne succhiò avidamente i capezzoli, già turgidi per l’eccitazione della sera. Prese a strusciare il suo pube contro quello di lei e Giovanna percepì il suo duro sesso premere sul suo ventre.Piero la spinse in basso, costringendola ad accosciarsi davanti a lui. Le sue mani frenetiche slacciarono i pantaloni, liberarono il cazzo e glielo infilarono in bocca. “Sta sera voglio che tu sia la mia puttana personale” le disse lui mentre la lingua di Giovanna lavorava abilmente sul glande eccitato “Ti tratterò come tale” aggiunse “Succhia, puttana, succhiami le palle” le intimò e lei scese a succhiargli le palle.Giovanna era eccitata da quella situazione strana, si guardava in giro ogni qualvolta in lontananza i fari delle auto fendevano la notte, ma continuava a succhiare ed a lavorare con foga sul cazzo di Piero. Quando imboccò nuovamente il cazzo, lui la afferrò con la nuca, e la attirò con decisione a se, facendole affondare il glande in gola. Non si era mai spinto a tanto, Giovanna aspettò che si fermasse, ma lui non si arrestò ed il cazzo le scomparve tutto in bocca. Le sue labbra giunsero a lambire il pube ed i coglioni, mentre lui eccitatissimo cercava di penetrarla ancor più profondamente. Incominciava a sentirsi soffocare ma lui la rilasciò e lei riprese il normale lavoro “Adesso fallo tu, ingoiamelo tutto” le intimò e fu lei stessa ad affondarsi completamente il cazzo in gola, mentre le mani stropicciavano dolcemente i duri coglioni. Ad un tratto, lui la sollevò, e la voltò, facendola appoggiare al cofano della macchina. I capezzoli a contatto della fredda lamiera le diedero una dolce fitta e lei rabbrividì. Lui le stava sollevando la gonna, rimboccandola sopra i fianchi. Le sue mani le palparono rudemente il culo, poi le sfilò le mutande.Le sue mani vogliose presero a palparle rudemente le natiche, divaricandole oscenamente., lei voltò la testa a guardarlo, lo vide infilare una mano in tasca ed estrarne un tubetto. Ostentatamente si versò il contenuto sulle dita, poi giovanna sentì le dita affondare tra le sue natiche e lubrificarle lo sfintere. Gemette “Stai calma, mia dolce puttana, tra poco ti accontento e te lo metto tutto in culo” le disse lui con voce roca per l’eccitazione.Le sue dita continuarono a lubrificarla, poi lei lo sentì penetrala, con un dito, poi con due, lavorarla in profondità aggiungendo sempre nuova crema. Poi lui si spostò, lei percepii il calore del suo glande eccitato premere contro lo stretto sfintere “Non ti contrarre, spingi invece” lo sentì dire. Giovanna non capiva più nulla, per la paura ma anche per l’eccitazione. Lui spingeva e lei si contraeva, opponendosi, lui con calma le parlava, e lei si rilassava. Dopo qualche tentativo, lei riuscì a non contrarsi e lui scivolò in lei, violando con il glande lo sfintere. Giovanna lanciò un urlo di dolore.Piero si arrestò, si chinò su di lei e prese a parlarle dolcemente, la sua mano prese a titillarle il clitoride. Lentamente, con pazienza lui affondò in lei, poi prese a stantufare. Lentamente il dolore scemò, e lei incominciò a trovare sopportabile la penetrazione. Quando lo sentì eccitarsi, non potè fare a meno di fare altrettanto, anche se lui aumentava la potenza dei colpi ed il dolore tornava ad aumentare.Con una mano le accarezzava il clitoride, con l’altra, le stropicciava i capezzoli, Giovanna ben presto ansimava sotto i suoi colpi. Lui la incitava oscenamente, “Lo vuoi il mio sperma puttana ?” le domandò lui e lei gemette, “Si, si” “Dove lo vuoi , grandissima troia?” l’incalzò accelerando il ritmo “Nel culo Piero, riempimi il culo con il tuo spermaaa….” lo incitò lei, e lui la accontentò e venne urlando tutto il suo piacere. Le calde bordate le zampillarono nell’intestino, sentì il caldo liquido riempirla ed a sua volta esplose fremendo sotto di lui.Poche settimane dopo, Luigi una sera tornò a casa entusiasta, aveva ottenuto il suo primo aumento di merito, ed ormai confidava di poter essere il prescelto, Giovanna si complimentò e gioì con lui, ma allo stesso tempo sentì il familiare calore che le riscaldava il ventre…….
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