Avevamo acquistato un lotto di terreno incolto in un altipiano poco fuori dalla città, vicino Favara in provincia di Agrigento. Mio padre disse che aveva intenzione di costruirvi una casetta dove trascorrere le vacanze estive. Di tanto in tanto si andava al mare, ma una casetta in cima ad un altipiano era ideale, anche perché tirava un’arietta rinfrescante che ci faceva stare bene. Durante i fine settimana andavamo, io e mio padre, a preparare gli scavi per le fondamenta. Facevamo tutto da soli, almeno il lavoro preparatorio. Io andavo alle superiori, facevo il geometra e qualcosa me ne intendevo, poi mio padre era muratore e quindi ce la cavavamo. Naturalmente la casa era abusiva, come del resto anche le altre che si vedevano in lontananza. Finalmente terminammo il grosso, rimaneva da fare le rifiniture interne. Qui mio padre chiese l’aiuto di un suo collega che era piastrellista. Avevamo piazzato la bedoniera a una decina di metri dalla casa, quindi mio padre impastava la calce, io la trasportavo con la carriola fino alla casa ed il piastrellista lavorava. Naturalmente io rimanevo col piastrellista a dargli una mano. Durante il periodo estivo mia madre volle venire con noi, anche se la casa non era del tutto terminata, almeno internamente. Mancavano le porte e il bagno e la cucina erano infatti da piastrellare. Mentre il mastro piastrellista lavorava, mia madre faceva da mangiare in una cucina a gas sistemata su un tavolo. C’era un sole cocente e quel giorno non tirava un filo di vento. Mio padre ed io, che eravamo all’aperto, eravamo sudatissimi e anche dentro la casa faceva caldo. Mia madre stava con una sottana addosso tanto era il caldo. Vedevo, tuttavia, che il mastro piastrellista la guardava quando lei gli passava accanto. La sera, quando rimanemmo da soli, io e i miei genitori, mentre cenavamo mia madre fece notare il gran caldo di quel giorno e mio padre confermò. Poi mia madre disse che se il giorno appresso avesse fatto un caldo come quello, si sarebbe tolta anche la sottana per non sentire caldo. Io credetti che stesse scherzando o avesse fatto solo una battuta ed invece il giorno appresso quando io portai la calce con la carriola al mastro piastrellista, intravidi mia madre tutta nuda con le sole ciabatte. Il mastro piastrellista la guardava ma non diceva nulla. Io rimasi meravigliato, era la prima volta che vedevo mia madre nuda e per giunta davanti ad un altro uomo. Volli essere sicuro che lei fosse cosciente della nostra presenza e andai a chiedere dell’acqua. Con naturalezza lei mi diede da bere ed io incollai gli occhi sulle sue tette e sulla peluria del pube in bella vista. Quando la calce terminò, andai a prenderla e dissi a mio padre che la mamma era tutta nuda. Lui rispose che era a causa del gran caldo. Gli dissi che il mastro piastrellista la guardava. Mio padre non disse nulla. Quella situazione mi sembrava anomala. Tornai in fretta in casa e mia madre stava conversando col piastrellista dicendogli qualcosa su come mettere le piastrelle. Mia madre nuda davanti ad un estranei e anche davanti a me e non diceva nulla, anzi sembrava pavoneggiarsi davanti a quell’uomo. Il giorno appresso stessa storia. Mia madre si mise nuda subito dopo essersi alzata dal letto, anzi aveva dormito nuda. Mio padre non le diceva nulla. Io la guardavo e mi faceva un certo effetto, in quanto era pur sempre una donna. Giunse il piastrellista un pò prima del solito e mia madre gli offrì un caffè. Io guardavo la scena: mia madre nuda davanti ad un estraneo, a me e con mio padre presente. Poi mio padre mi disse di andare ad impastare e io lo seguii lasciando mia madre nuda davanti a quell’uomo. Feci in fretta a portare la calce su. Avevo un sospetto. Posai la carriola adagio ed entrai in casa. Come volevasi dimostrare mia madre era sdraiata a letto a cosce spalancate e il piastrellista se la stava scopando. Rimasi a guardarli fino a quando non sentii entrambi gridare dal piacere. Poi il piastrellista andò a lavarsi e mia madre mi vide. Rimase a cosce spalancate con la figa bene in mostra e mi sorrideva. Non dissi nulla. Per tutto il giorno non avevo in mente che le sue cosce aperte e la figa pelosa. Alla sera quando andammo a letto, non riuscivo a prendere sonno. Mi giravo e rigiravo nel letto sia per il caldo sia per quella visione che mi tornava in mente. Ad un certo punto mi misi nudo. Il mio pene svettava dritto ed ero sul punto di masturbarmi quando vidi mia madre che passò accanto al mio letto. Mi guardò e mi chiese come mai non dormissi. Non mi chiese come mai fossi nudo ed eccitato. Dissi che non riuscivo a prendere sonno. Lei si sedette accanto a me, mi prese in mano il pene ed iniziò a masturbarmi lentamente. Istintivamente le palpai il seno e subito raggiunsi l’orgasmo. Il mio pene era ancora turgido e lei si abbassò leccando la sborra rimasta sul glande. Poi vidi che mi prese in bocca il pene e iniziò a spompinarmi. Raggiunsi nuovamente l’orgasmo stavolta dentro la sua bocca. Poco dopo andò via ed io mi addormentai. Il giorno appresso chiesi a mio padre come mai non dicesse nulla per il fatto che la mamma si facesse vedere nuda dal piastrellista e lui rispose che alla mamma piaceva molto farsi vedere dagli altri e lui l’assecondava. Non gli dissi che l’avevo vista far l’amore con quello, né che quella notte mia aveva fatto godere due volte. A metà mattina, mentre riportato ancora su la calce con la carriola, mia madre era nuovamente a letto a farsi scopare. Al terzo viaggio con la carriola, mentre il piastrellista lavorava, lei mi viene accanto e mi tira fuori il pene. Mi spompina nuovamente. Quei giorni trascorrono tra scopate di mia madre con il piastrellista e pompini a me. Alla fine, quando la casetta era a posto, il piastrellista non volle nessun compenso, visto che era un amico di mio padre. Mio padre insistette, ma il piastrellista disse che quel periodo per lui era come una vacanza. In effetti lui non era sposato e quindi aveva poche esigenze. Ma io sapevo come era stato pagato, con la figa di mia madre. Mia madre rimaneva sempre nuda e quando eravamo soli io ne approfittavo per andarle a palpare il culo, le tette e accarezzarle la peluria della figa. A lei piaceva molto e mi faceva leccare la sua figa fino a farla godere di piacere. Lo faceva mentre eravamo fuori con il rischio che qualcuno da lontano potesse vederci, ma sembrava che a lei piacesse di più. L’unica cosa che mi dava fastidio era il fatto che quando finiva di godere mi teneva la testa stretta tra le sue cosce, dopodiché si metteva ad urinarmi in faccia ed in bocca. Mi lanciava certi getti di urina che sembravano lo schizzo della doccia. Non so se mio padre fosse a conoscenza di quella storia in quanto non ci ha mai sorpresi o forse se ci ha visto avrà fatto finta di non vederci conoscendo le voglie di mia madre.

