Giacomo era un ragazzo normale, passava inosservato, ma era ben fatto, belle gambe muscolose formatesi dopo anni e anni a giocare a pallavolo e a pedalare, moro e sempre abbronzato perché adorava fare naturismo. Simone era un ragazzo carino, minuto che dimostrava molti meno anni della sua età, un viso angelico, due occhi da cerbiatto indifeso, non gli si poteva mai dire di no, capelli castani sempre arruffati. Si conobbero così per caso, nella maniera più imprevista. Entrambi si iscrissero ad un corso serale di computer e combinazione volle che si sedettero l’uno a fianco dell’altro, ma per diversi giorni nessuno scambiò una parola con l’altro. Poi una sera Giacomo chiese alla classe se qualcuno volesse andare al cinema con lui quella sera. L’unico che accettò fu proprio Simone.Si diressero verso il cinema multisala del centro della loro città, e dopo alcuni attimi di indecisione scelsero di vedere il film “Le fate ignoranti”, entrarono, nessuno dei due ancora sospettava della omosessualità dell’altro. La visione del film passò in fretta, e all’uscita, come si fa sempre, commentarono il film. Nessuno dei due parlò male della tematica gay, Giacomo si sentì più sicuro e si confessò. Simone rise, ma era una risata di gioia. “Non mi prendere per il culo Simone, credevo fossi una persona più matura!!! Stronzo!”, l’altro appena si riprese, si asciugò gli occhi, tanto aveva riso, e spiegò che la sua era una risata di gioia dato che era anche lui gay. Si guardarono negli occhi, un minuto lungo un’eternità, tutti i rumori attorno a loro sembravano spariti … esistevano solo loro due, per un bel po’ non si dissero nulla. Poi incurante di tutto e di tutti Giacomo diede un bacio a Simone, mentre le loro mani si unirono in una forte stretta. Uscirono di corsa dal cinema, Simone ruppe questo silenzio “Speravo dentro il mio cuore che anche tu fossi gay … lo speravo più di ogni altra cosa … mi piaci tanto!” – “anche tu mi piaci Simone! Corro troppo se ti chiedo se vuoi fare un salto su da me?”. Giacomo viveva in una piccola, ma molto accogliente, mansarda del centro. Vi entrarono, e Simone non si tolse nemmeno il giaccone e buttò le braccia al collo del nuovo amico. Si guardarono per un po’ negli occhi, senza dirsi una parola, poi le loro bocche si unirono e proseguirono quel bacio iniziato fuori dal cinema. Per loro, che non avevano mai avuto storie serie, era una nuova sensazione. Ad ogni bacio entrambi sentivano una forte scossa, dei brividi, che partiva dal fondo schiena e risaliva fino alla testa. Le loro lingue divennero un tutt’uno, le mani cominciavano ad esplorare il corpo dell’altro, a compiere movimenti circolari lungo la schiena, e con molta pudicizia non toccarono mai null’altro se non la schiena. Ma non durò a lungo. Simone iniziò a infilare la mano sotto la giacca del compagno fino a quando non riuscì a toccare la pelle nuda della schiena. Giacomo a quel tocco era tutto un fremito, appena Simone lo sfiorava i suoi sospiri diventavano sempre più profondi. Sempre completamente vestiti, Simone si fece sempre più audace, iniziò a toccargli i capezzoli, a sfiorarli e questi divennero duri come delle pietre. Giacomo che fino a quel punto rimase fermo, cominciò a reagire. Prese in braccio Simone, che era, di statura, molto più piccola di lui e lo portò fino in camera adagiandolo sul letto. Continuarono a baciarsi, le loro bocche sembravano incollate l’una all’altra. Una per volta, ma con molta foga, vennero tolte, diciamo scalciate, le scarpe. Si tolsero subito le giacche e in un colpo solo tutto quello che avevano rimanendo solo in jeans. Si guardarono. Simone era completamento glabro di natura, non un pelo, ed un torace scolpito: gli addominali sembravano tanti cuscinetti e i suoi pettorali erano ben torniti, su cui svettano due piccoli capezzoli di un rosso vivo. Giacomo invece era abbronzantissimo e aveva anche lui un bel torace, ma aveva una peluria mora, fitta, ma non eccessiva, che gli partiva da sotto l’ombelico, da dove Simone non aveva ancora potuto guardare, e gli arriva ai capezzoli, senza nascondere il piercing che aveva sul capezzolo destro. Le loro mani cominciarono a sfiorare inizialmente il torace dell’altro, poi Simone iniziò a baciarlo sul collo, scendendo man mano. Arrivò al capezzolo, al piercing, iniziò a giocherellarci con la lingua, provocando in Giacomo delle forti emozioni. Giacomo, infatti, era sdraiato, ma il piacere che l’amico gli provocava faceva sì che la sua schiena si inarcasse, come se questa volesse aiutare e favorire i baci dell’altro. La passione aumentava sempre più. I baci di Simone lungo il corpo di Giacomo si facevano sempre più intensi e proseguirono per il loro tragitto. Arrivarono all’ombelico, si soffermarono sulla vita, provocando nell’altro, un misto di solletico e piacere … poi Simone cominciò a baciare quel bellissimo rigonfiamento che si era formato sotto i jeans. Lo accarezzò e cominciò a sbottonargli i pantaloni. Giacomo generalmente non portava alcun tipo di biancheria intima e così appena quella prigione fu aperta svettò fuori il cazzo circonciso. Simone guardò con ammirazione quel palo di carne così dritto, così scuro per tutto il sole preso. Iniziò a giocherellare con il frenulo e poi con movimenti rotatori della lingua sulla cappella e poco dopo il tutto fu dentro la bocca di Simone e cominciò a lecGiacomo, ad ingogliarlo tutto fino alla radice. Giacomo era in estasi, e continuava sempre più ad ansimare, era sempre più vicino all’orgasmo, e fece quindi staccare la faccia del compagno. Giacomo prese allora Simone lo cinse con le braccia e lo baciò, poi cominciò a togliergli i pantaloni, gli slip bianchi. Simone era in ginocchio sul letto e Giacomo cominciò a masturbarlo, si insalivò per bene la mano e cominciò ritmicamente a muovere la mano lunga l’asta dell’amico. Poi gli si sedette davanti e mise le sue mani sulle natiche dell’altro e le spinse in avanti facendo in modo che il cazzo gli entrò in bocca. Simone preso da questo movimento cominciò a scoparlo in bocca, i suoi testicoli, ad ogni colpo, sbattevano sul mento dell’altro. Poi Giacomo si buttò con la schiena sul letto mentre l’altro come se facesse delle flessioni continuava ad mandare su e giù il proprio pene dentro la bocca dell’altro. Smisero un secondo. Simone ruotò di 180 gradi in maniera che entrambi avessero davanti alle proprie bocche il cazzo dell’altro, ne nacque così un appassionato 69. I loro corpi giovani, senza un filo di grasso, erano tutti in tensione. Le loro bocche piene di quella carne prelibata, e i loro testicoli così colmi che erano pronti ad esplodere. Per evitare che venissero, da quella stessa posizione le loro lingue cominciarono a titillare quel fiore, quel buchetto così delizioso del sedere. Giacomo, dopo aver lavorato bene il culo dell’altro con la lingua e averlo così reso molto morbido con la saliva, iniziò un poco per volta a infilargli un dito. Simone era un gemito unico, ad ogni centimetro si buttava sul cazzo dell’altro per un pompino senza parole. Giacomo sciolse questo fantastico 69, si mise dietro a Simone, e mentre si metteva il preservativo continuava a lavorare con la lingua l’ano dell’altro. Poi si mise in ginocchio con il cazzo che premeva, e fremeva, dietro il sedere di Simone. Inizialmente un millimetro alla volta il palo di carne entrò nel corpo dell’alto, poi sempre più, fino a quanto i peli pubici di Giacomo furono a contatto con il sedere di Simone. A quel punto le spinte pelviche di Giacomo aumentarono sempre più, mentre dalla bocca di Simone uscivano dei gemiti che eccitavano sempre di più il compagno. Erano vicini, per l’ennesima volta, a venire, ma si fermarono. Giacomo si mise seduto con la schiena appoggiata alla testata del letto, e il suo cazzo duro come il marmo dritto verso l’alto, Simone allo si mise sopra e un po’ per volta si sedette su quel coso e cominciò a cavalcarlo. Ogni tanto si fermavano e rimanendo sempre legati in questa unione carnale si baciavano appassionatamente, fino a quando non vennero simultaneamente. Simone sparse tutto il suo seme sul torace dell’amico. Una volta finito tutto rimasero per ore abbracciati nudi a letto: era nato un nuovo amore.
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