Mi chiamo Cristiana e ho 26 anni, sono una bella ragazza di Treviso a cui non sono mai mancati gli uomini e che difficilmente dice di no. Una sera mi trovavo sola in casa, i miei erano appena partiti per il mare, il mio ragazzo, quello stronzo, mi aveva mollato per andare in vacanza con gli amici e avevo l’umore sotto i piedi. Ero sola come un cane, o meglio ero sola con Rufus, il mio cane, un pastore belga nero come la pece che i miei genitori si erano rifiutati di portarselo al mare con loro dandomi pure la scocciatura di doverlo accudire. Comunque, a me non dispiaceva più di tanto, soprattutto in quel momento. Era, infatti, l’unico essere vivente disposto ad ascoltarmi. E dava perfino l’impressione di capire quello che gli stavo dicendo! Oltre a lui, l’unico amico fidato che avevo in casa era il pc. E allora, non avendo di meglio da fare, mi collegai ad internet per cercare qualche amico umano in qualche chat. Girando per le varie stanze disponibili, ne trovai una dal nome quanto meno curioso, per me. Si chiamava “Animalsex”. Entrai, con un nuovo nick, e mi misi a leggere quello che si diceva lì dentro. Ad un certo punto si aprì una finestra di un tipo che voleva chattare con me in privato ed io accettai la conversazione. Lui era di Venezia, e dopo i soliti convenevoli andò direttamente al sodo. “Perchè sei qui? hai mai fatto sesso con animali? Hai animali vicino a te? ecc. Lipperlì mi faceva quasi ridere il pensare di scoparmi il mio Rufus, ma il mio interlocutore insisteva e così gli detti un po’ di spago. “Sì, ho il mio cane vicino” “Togliti le mutandine e fagliele annusare” mi ordinò. Quasi ipnotizzata e senza rendermi bene conto di ciò che stavo facendo lo assecondai. “Fatto” “Bene, adesso porta il suo muso sulla tua fica e fagliela annusare, vedrai che inizierà subito a leccarla e ti piacerà” La cosa si stava facendo eccitante e imbarazzante. Stavo prendendo ordini da uno sconosciuto che mi portava ad avere un rapporto sessuale con il mio cane. Un eccitazione profonda mi assalì e decisi di seguire i suoi ordini, consapevole che avrei potuto fermarmi in qualunque momento. D’altra parte sembrava uno che ci sapeva fare e il gioco iniziava a piacermi. Devo ammettere che iniziò a piacere anche a Rufus perchè appena appoggiato il suo naso umido sulla mia fica già gocciolante, tirò fuori la sua linguona rasposa e iniziò a leccarmi furiosamente. Non trascurava neppure un millimetro della mia pelle sensibile e, avendo portato il mio bacino ancora più in avanti, (ero seduta) la sentivo raggiungere anche il mio buchino posteriore, provocandomi dei fremiti che presto mi portarono al mio primo orgasmo animale. Ma la bestia, non ne voleva sapere di smettere, mentre vedevo che il suo cazzo iniziava a scappellarsi e i movimenti delle sue zampe dimostravano tutta la sua eccitazione. Ad un tratto, guardando il monitor del quale mi ero quasi dimenticata l’esistenza, vidi che il mio “maestro” mi aveva impartito un altro ordine”. “Adesso inizia a toccare delicatamente il suo uccello” Sapevo di essere entrata in un tunnel senza via d’uscita, per cui obbedii e, per la prima volta in vita mia, toccai il sesso di un animale. All’inizio pensavo che la cosa mi avrebbe fatto ribrezzo, ma mi abitua presto a quel contatto. In fondo non c’era tanta differenza con quello di un uomo. Iniziai una leggera masturbazione, molto delicata per paura di fargli male, quando sul monitor apparve: “adesso bagnati le mani della tua saliva se non vuoi fargli male” Accidenti, ci sapeva fare il tipo! Feci come mi disse e il suo consiglio successivo fu quello di tirare delicatamente tutta la pelle giù, fino alle palle, per tirare fuori tutto il membro. Per fare questo, riuscii a metterlo disteso per terra a pancia in su. I miei pensieri correvano a quello stronzo che mi aveva lasciata sola e mi davano maggiore spinta verso quello che stavo facendo. Il mio maestro mi scrisse: “Ti va di leccarlo?” Mi stupii quasi di quella attenzione. Fino ad allora aveva dato solo ordini precisi senza lasciarmi altre possibilità e invece adesso si preoccupava se volevo o non volevo leccarlo. Mi piacque quell’atteggiamento così attento, ma soprattutto mi piaceva l’idea di sentire nella mia bocca il sapore di quel cazzo che si stava ingrossando sempre di più e che oramai aveva superato di gran lunga quello dello “stronzo”. Con la mano sinistra (la destra era impegnata) risposi un “sì” e immediatamente arrivò la sua replica: “Brava! allora avvicina la bocca al cazzo e tira fuori la lingua. Inizia a titillarlo sulla punta e poi segui il profilo in tutta la sua lunghezza” Così feci. Mi avvicinai a quel bastone che pulsava nella mia mano, mentre lui mi guardava con la lingua di fuori. Toccai con la punta della lingua il suo glande (si chiama così?) e poi lo passai su e giù per tuta l’asta. “il mio maestro mi scrisse “ti consiglio di masturbarti mentre fai questo per mantenere la tua fica sempre pronta e calda. Sei pronta per prenderlo tutto in bocca?” Consiglio superfluo, avevo due dita nella fica che scavavano furiosamente e anche la seconda domanda aveva già la risposta, perchè senza stare ad aspettarlo, le mie labbra avevano già catturato il cazzone del mio Rufus, mente la lingua andava a cercare la sua cappella che già lasciava fuoriuscire una sostanza vischiosa che doveva essere il suo sperma. Ormai non avevo più tempo di scrivere quello che stavo facendo, ma il mio maestro se lo doveva immaginare perchè non mi dava più consigli ma si limitava a incoraggiarmi a a continuare quello che facevo. Avevo già raggiunto tre orgasmi quando vidi che Rufus iniziava a far tremare le sue zampe posteriori nella ricerca istintiva di affondare i suoi colpi. Avevo il suo cazzo in bocca stretto fra le labbra e non volevo farmelo scappare. Affondavo sempre di più il viso, fino ad avere il naso appoggiato sulla sua pancia e il suo cazzo che mi arrivava a metà gola, quando sentii un fiotto caldo riempirmi la bocca, e poi un altro e un altro ancora. Una quantità di sperma incredibile che in parte mi fuoriuscì dalle labbra mentre ancora erano serrate sull’asta. Rimasi in quella posizione fino a quando non me lo sentii ammorbidirsi fra le mie labbra e le sue contrazioni non smisero. Avevo ancora tutto lo sperma che avevo potuto trattenere nella bocca, indecisa se sputarlo o buttarlo giù. Il suo sapore era un po’ acre, ma in fondo non troppo diverso da quello di alcuni uomini. Un piccolo sorso mi scese in gola seguito poi da tutto il resto. Potei così continuare a dedicarmi a ripulire per bene tutto quel bel cazzo che nonostante l’orgasmo appena vissuto era ancora sufficientemente turgido, assaporando con calma e minore apprensione ogni protuberanza, ogni particolare di quell’organo del mio cane che fino a quel momento non avevo mai visto. Una volta finito tutto , mi rimisi davanti al pc e comunicai al maestro “ci sono” “bentornata” mi rispose “non ti ho disturbato perchè sapevo che non avresti potuto rispondermi, ti è piaciuto? come ti senti adesso?” “non ho parole per ringraziarti, mi hai aperto ad un nuovo mondo e te ne sono grata, mi sento benissimo!” “Aspetta ad esaltarti, sei solo agli inizi. La prossima volta andremo avanti con la lezione, e poi passeremo ad altri animali, ti va?” Inutile dire quale fu la mia risposta…. forse la leggerete in un prossimo racconto:
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