Quando, giovane laureato medicina, mi offrirono un vantaggioso contratto per lavorare all’estero non immaginavo di certo che quest’esperienza mi avrebbe segnato per tutta la vita.Sarei dovuto andare, per un periodo di due anni, in un centro minerario in sud America di proprietà di una multinazionale. Lo stipendio era ottimo e l’esperienza entusiasmante, anche se sarei vissuto per mesi a centinaia di chilometri dalla più vicina città.Naturalmente accettai e poche settimane dopo ero in volo destinazione Caracas; da lì avrei raggiunto, con un volo privato, la sede della miniera nel centro della foresta amazzonica.La miniera era una vera e propria cittadina con circa 800 abitanti, tutti uomini molti dei quali erano locali, assunti per il lavoro d’estrazione del ferro, dell’argento e in minima parte, dell’oro.Come una cittadina il centro era provvisto di un locale bar e ufficio postale, anche se i contatti con la civiltà avvenivano quasi esclusivamente tramite radio, e di un piccolo aeroporto.Gli occidentali costituivano la classe dirigente e non erano più di un centinaio.Quando il piccolo biplano atterrò fui ricevuto da un funzionario inglese che mi comunicò che la sera stessa sarei stato invitato a cena dal direttore, nonché proprietario della miniera, un ingegnere tedesco.Mi accompagnarono nei miei alloggi, un piccolo chalet provvisto di tutti i confort, che si trovava nella zona riservata ai dirigenti. Mi rinfrescai e preparai per la cena.Alla sera l’inglese che mi aveva ricevuto al mio arrivo venne a prendermi con la jeep. Non era solo a la persona che l’accompagnava era uno strano uomo: basso di statura, quasi un nano, rotondetto e completamente vestito di bianco. Venimmo presentati: lui veniva chiamato mister Frank ed era, così mi venne spiegato, il gestore del bar del centro minerario.Da quello che potei capire non si trattava solamente di un bar ma era il vero fulcro di tutta la miniera: vi si trovava il vero centro di scambio della città, sale di gioco d’azzardo e prostitute per soddisfare le voglie di 800 uomini. Prostitute; io pensavo che si trattasse di prostitute che arrivavano saltuariamente per poi ripartire. Non era per niente così ma lo capii dopo e non immaginavo certo quello che mi aspettava per cena..Quando arrivammo a casa del direttore rimasi sorpreso: la casa era una vera e propria villa, enorme e con tanto di giardino. Il viale d’ingresso era illuminato da torce e percorrendole sembrava d’immergersi in un’altra epoca.Arrivando all’ingresso vidi da lontano due figure che ci attendevano sui pochi scalini che conducevano alla porta: sembravano personale in servizio in divisa ma quando ci avvicinammo vidi, sgomento, che si trattava di due ragazze, di razza bianca, completamente nude e totalmente prive di capelli e altri peli. Indossavano delle pantofole con la suola di legno ed il tacco molto alto, un grembiulino bianco ed una crestina , anch’essa bianca, sul capo rasato. Un collare circondava i loro colli.I due uomini che m’accompagnavano spiavano le mie reazioni e quando con lo sguardo cercai spiegazioni Frank sorridendo disse:”Vedrà dottore, si abituerà e con il tempo spero che troverà il nostro modo di vivere piacevole e comodo…”Lasciò in sospeso la frase. Quando le due ragazze si girarono per precederci nella casa nota che le loro schiene e le natiche erano ricoperte da striature bluastre.Fummo fatti accomodare in un salone dove altre quattro donne nude e rasate come le altre erano in piedi immobili vicino alle pareti. Dopo pochi attimi entrò il direttore del centro accompagnato da un giovane che mi venne presentato come il figlio.Facemmo conoscenza e ci accomodammo a tavola, parlando del lavoro, mentre le ragazze ci servivano.Rimasi sconcertato dalla naturalezza con la quale gli uomini presenti allungavano le mani per palpeggiare le donne, la crudezza dei gesti e dei modi con cui le trattavano e la totale docilità delle ragazze.Ad un certo punto Frank, come se chiedesse un bicchiere d’acqua, ordinò ad una delle ragazze di inginocchiarsi sotto al tavolo tra le sue corte gambe, di liberargli il sesso dai pantaloni e di succhiarglielo. Tutto mentre continuavamo a parlare tranquillamente tra di noi e mentre le altre donne continuavano a servirci.Davanti al mio evidente imbarazzo il direttore m’invitò ad approfittarne liberamente se avessi voluto ma declinai l’invito restando ad osservare quello che capitava intorno a me.Finita la cena venimmo congedati e mentre ci allontanavamo dalla villa chiesi spiegazioni ai due uomini che mi accompagnavano.”Volete spiegarmi cosa succede qui? Chi sono quelle donne?”Rispose Frank: “Vede dottore, qui siamo una comunità di centinaia di uomini, spesso di bassa estrazione sociale. Se non trovassero altro modo si sfogarsi potrebbero sorgere dei problemi. Io, con il benestare del direttore, fornisco a questi uomini un modo per sfogare i loro istinti violenti. Venga, la invito nel locale che gestisco. Vedrà che troverà la visita interessante…”Ci dirigemmo verso il locale di Frank e quando entrammo restai di sasso.Il locale era fumoso ed affollato di uomini che bevevano seduti mentre delle ragazze, rasate e nude o poco vestite, li servivano. Lungo le pareti erano disposte dei pali e delle gabbie che contenevano delle ragazze nude; altre ragazze erano incatenate ai pali. Alcuni uomini stavano frustando due donne riverse si di un tavolino, ridendo ed insultandole.Altri erano intenti a violentare alcune ragazze in tutti i modi immaginabili.Urla di ragazze si mischiavano a gemiti, suppliche di donne a chiacchiericcio tipico dei locali affollati, rumori di frusta ad ordinazioni di birra.Potei contare una cinquantina di donne in tutto.Frank fece un gesto con le dita ed immediatamente due splendide ragazze si inginocchiarono davanti a noi e presero a leccarci le scarpe impolverate con le loro lingue.”Vede dottore, queste femmine provengono quasi tutte dai paesi dell’Est europeo. Esistono organizzazione che le reclutano promettendo loro possibilità di lavoro in occidente e che poi invece le vendono sul mercato della prostituzione. Noi ci siamo accordati con alcune di queste organizzazioni di modo che le più belle, e meno fortunate devo ammettere, siano vendute a noi che le usiamo come carne da macello… Per il nostro piacere e per quello dei nostri uomini.”Ero sconvolto ma anche eccitato: “Ma come fate a convincerle?””Convincerle dottore? Venga, mi segua…”Diede un calcio alla ragazza che era inginocchiata davanti ai suoi piedi facendola cadere di fianco e mi guidò verso il retro del locale. Entrammo in un lungo locale dove due lunghe file di gabbie poste una di fronte all’altra contenevano almeno una trentina di ragazze in catene. Le gabbie erano basse e le donne erano costrette e rimanere accovacciate o a quattro zampe. Due uomini, armati di frusta, camminavano avanti ed indietro lungo le file di gabbie colpendo le ragazze che più si agitavano o lamentavano.Mi fece cenno di sedermi su di una poltrona ed ordinando ai due uomini: “Tirate fuori le cagne!”I due cominciarono a fare uscire le ragazze dalle gabbie, strattonandole per i capelli e colpendole con la frusta e con calci.Intanto Frank mi spiegava: “Queste sono arrivate da circa due giorni e non sono ancora addestrate ad obbedire…”Fecero disporre le donne di fronte a noi in una lunga fila.Le ragazze venivano incatenate a delle catene che pendevano dal soffitto e che venivano fissate ai collari che tutte portavano. Mi resi conto che ci trovavamo in una stalla me che al posto di vitelli e cavalli c’erano invece splendide donne. La più giovane non avrà avuto più di 16 anni e le più vecchie non più di 26/27 anni. Molte piangevano e supplicavano, altre si guardavano intorno terrorizzate.”Ora dottore vedrà come comincia l’addestramento di queste cagne!”Frank si avvicinò ad una delle ragazze; le arrivava appena sotto al seno: “Spogliati puttana!”La ragazza esitò qualche attimo. Allora frank cominciò, con una violenza che mi lasciò senza fiato, a frustarla fino a stracciarle gli stracci che la poveretta indossava. Quando la donna svenne Frank si spostò a quella vicina: “Spogliati!”Memore di quello appena successo alla sua compagna di sventura la giovane obbedì immediatamente, rimanendo in pochi secondo completamente nuda ai nostri sguardiFrank sorrise, poi ordinò ai due uomini: “Rasatele e lavatele. Domani cominciamo l’addestramento vero!”Poi si rivolse a me: “Dottore, se qualcuna di queste cagne le piace può prendersela per uso personale. Quasi tutti i funzionari qui ne hanno qualcuna, come ha potuto vedere a casa del direttore. Se me ne indica qualcuna l’addestreremo secondo le sue specifiche esigenze. Le consiglio di sceglierle tra quelle appena arrivate e che non sono ancora passate tra le mani degli operai.”Ero al limite estremo dell’eccitazione sessuale; passai in rassegna le ragazze e due di loro mi colpirono per la loro bellezza. Una era sui 18 anni ed era una bionda spettacolosa. L’altra, con i capelli di un rosso intenso e un poco più anziana, mi colpì per la determinazione e per l’orgoglio dei bellissimi occhi verdi. Frank le fece avanzare di un passo e ordinò: “Nude cagne. Fate vedere la merce!”Le due donne obbedirono. “Bravo dottore, due belle bestie: ottima scelta! Quando se ne sarà stancato e se non le uccide o rovina prima, potrà rivenderle bene!” Disse Frank soppesando gli splendidi seni delle ragazze e esplorandone le intimità con le dita grassocce: “Tra una settimana saranno addestrate a ubbidire a ogni suo capriccio! Vuole che gli applichiamo degli anelli alla lingua, ai capezzoli o alla figa per qualche suo gioco particolare?””No! No…” Risposi con la gola secca.Ogni giorno passavo da Frank a vedere come procedeva l’addestramento delle mie due schiave.La tecnica era estremamente semplice ed efficace: le ragazze venivano trattate così duramente e violentemente che arrivavano a desiderare di essere consegnate al “Padrone” per sfuggire a Frank ed ai suoi scagnozzi. Il giorno che, arrivando, le trovai completamente rasate ebbi una erezione incredibile; chiesi il motivo di quel trattamento a Frank: “Dottore, per le femmine i capelli sono un orgoglio. I motivi per cui le rasiamo completamente è prima di tutto per umiliarle e poi perché si rendano conto di cosa sono diventate..” Approvai appieno.La sera prima che mi venissero consegnate venne fatto vedere alle mie schiave cosa aspettava a quelle che venivano usate per il divertimento degli operai. Dopo aver visto cosa avevano evitato grazie il mio interesse, ebbi la sicurezza di avere due animaletti pronti a soddisfare ogni mio capriccio. Io stesso rimasi sconvolto dallo spettacolo al quale assistetti.Alcune ragazze, già da tempo presenti al campo, avevano dimostrato esitazione ad eseguire ordini particolarmente osceni. Vennero liberate nude nella foresta che circondava il campo e cominciò una caccia alla preda per tutti gli uomini che vollero parteciparvi. Chi catturava una o più ragazze poteva farne ciò che voleva. Vidi io stesso una di queste povere creature, catturata da un gruppo di operai violenti ed ubriachi, fatta letteralmente a pezzi per il divertimento dei suoi aguzzini La mattina dopo Frank venne a consegnarmi le mie due schiave. Le portò, loro a piedi di corsa con il guinzaglio fissato alla sua jeep attraverso tutto il campo e quando giunse a casa mia vidi, con enorme soddisfazione, che aveva provveduto anche ad addobbarmele in modo eccitante.Tutte e due indossavano il collare di cuoio ed sandali con il tacco altissimo. Un corpetto composto da cinghie di cuoio nero ornava i loro meravigliosi corpi, strizzando i punti giusti e penetrando, certo in modo doloroso, nelle loro intimità. Sembravano una coppia di splendide puledre pronte ad essere imbrigliate a qualche carrozza.Sono medico e non ci misi molto a capire che le cinghie che penetravano nei loro sessi avevano creato una dolorosa irritazione della pelle così delicata. Lo feci notare a Frank che rise: “Non si preoccupi dottore. Pensi solo al suo piacere, queste cagne servono solo a quello! Lasci che soffrano per il suo divertimento! Anche se rimanessero rovinate o mutilate potrà sempre sostituirle con qualcuna più nuova…” Si allontanò ridendo e rimasi ad osservare le mie due creature. Segni recenti di frustate ornavano le loro schiene e le loro cosce. Le feci inginocchiare con le gambe allargate e le mani sopra la testa rasata. Inginocchiandosi le cinghie di cuoio si tesero penetrando ancora più profondamente nelle loro intimità e non poterono trattenere una smorfia di dolore, ma nessuna parola uscì da quelle bellissime labbra. Le provai entrambe costringendole e succhiarmi contemporaneamente il sesso e solo dopo essermi scaricato un paio di volte nelle loro bocche, gli permisi di rialzarsi.Ordinai loro di togliersi i corpetti di costrizione e di restare con indosso solamente i sandali dal tacco alto. Quando ebbero obbedito ordinai loro di sdraiarsi sul pavimento con le cosce aperte e dopo averle contemplate per qualche minuto, gli ordinai di leccarsi reciprocamente le fighe per alleviare un pò il dolore procurato dalle cinghie.Gustandomi lo spettacolo e valutando il grado d’obbedienza che quelle due creature avevano raggiunto non potei non pensare che Frank aveva fatto veramente un ottimo lavoro!
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