Dopo il compleanno di Laura, la dottoressa Elisa non l’aveva più né vista né sentita, ma si era creato fra le due un innegabile legame. Di che natura fosse, a dire la verità, lei se lo chiedeva spesso. Non si interrogava certo sulle proprie emozioni, ma sue quelle della giovane, così facilmente impressionabili. Visto che il loro primo incontro era avvenuto in occasione di una scappatella innocente con il figlio dell’idraulico, perciò un ragazzo, come poteva pensare di aver suscitato in lei dei sentimenti? Eppure ogni suo gesto, espressione e azione, dimostrava un certo interesse, anche di natura fisica. Dopotutto aveva chiesto di poterla vedere nuda! Mah! La voce di Katia, la riporta bruscamente alla realtà e le chiede attenzione.”Elisa ora abbiamo la signora Pancotti, la faccio entrare?””Certo, certo!” quello non era il momento per lasciarsi andare ad assurde fantasticherie adolescenziali, doveva lavorare.”Prego si accomodo Ines. E’ qui per la seconda seduta di idrocolonterapia se non sbaglio?””Si dottoressa però questa volta ho un problema””E cioè?””Non sono riuscita a somministrarmi i due clisteri di pulizia per motivi di tempo, sa, tutt’oggi al lavoro, breve pausa pranzo e così…””Però è a digiuno da più di quattro ore vero?””Si certo!””Beh allora non ci sono problemi. Katia prepara due clisteri di pulizia, il primo con un preparato standard e il secondo di sola acqua e sale ma grande il doppio””Subito””Nel frattempo lei vada pure nel camerino e si metta comoda sul lettino, tanto sa già tutto” le dice la dottoressa tornando a sedersi dietro alla scrivania, nonché a ripensare a Laura. Sembrava quasi che la dovesse chiamare da un momento all’altro. Si era questa la sensazione che Elisa provava in quel momento. Ancora una volta il lavoro…”Ho fatto dottoressa””Bene ora prepara la signora, falla distendere sul lato destro e lubrificala bene” non aveva voglia di lavorare e perciò decide di lasciar fare all’assistenteKatia, notando l’apatia poco professionale della dottoressa, non dice nulla, ma anzi, si fa più scrupolosa e inizia l’operazione al posto della sua mentore ancora seduta alla scrivania.”Bene, sa già come si deve posizionare…porti un po’ di più il ginocchio al petto…perfetto. Ora la lubrificherò un po’ per rendere più fluida l’entrata della cannula” Così dicendo, visto che aveva già indossato i guanti sterili, prende una dose di vaselina con il dito indice e la posa sullo sfintere bruno. Le piaceva quando la dottoressa le lasciava un po’ di campo libero, sia per imparare meglio la professione, sia per divertirsi con le pazienti. Subito dopo aver cosparso l’esterno, si appresta infatti, a introdurre il dito dentro e lo fa con molto piacere. Ovviamente la paziente ha una piccola reazione, ma niente di che, così Katia continua a spingere fino a quando tutte le falangi sono dentro. Allora inizia un lento su e giù, introducendo ogni volta un po’ di vaselina. Sente che il pertugio si fa morbido e che la paziente si rilassa e gode del massaggio. Scontenta, deve però procedere alla somministrazione del primo clistere. Tra l’altro, Katia si rende conto che la signora Pancotti ne ha proprio bisogno, in quanto, durante l’introduzione del dito ha sentito la presenza di feci. Anche il dito, uscendo dallo sfintere è macchiato di bianco e marrone. Prima di partire con il clistere, si cambia i guanti e inizia con l’appoggiare la cannula nel pertugio. Spinge delicatamente per tutta la lunghezza, posiziona bene l’apparecchiatura in modo che non venga espulsa e poi libera il tubicino facendo scendere i primi cl di soluzione. La paziente è molto calma e rilassata, dopotutto era già la sua seconda seduta e anche se la prima volta si era somministrata da sola i clisteri di pulizia del retto, sapeva benissimo di cosa si trattasse. “Tutto a posto signora””Si grazie. Lei è stata davvero delicatissima. Dottoressa ha davvero una brava assistente”Un po’ in ritardo rispetto al complimento, Elisa risponde cortesemente “Lo so, lo so, sono molto fortunata!” e tutte e tre ridono Quasi tutto il liquido era penetrato nell’intestino, quando la paziente ha i primi crampi.”Uhm iniziano già…che male!””E’ normale, infatti ho sentito che aveva l’intestino un po’ pieno””Forse non so…però mi fa proprio male ora””Katia falle un massaggio addominale, così vedrà che riuscirà a resistere cinque minuti prima di andare in bagno”L’assistente esegue subito l’ordine e inizia a massaggiare diligentemente la paziente che subito si sente meglio. Ora il primo clistere è terminato e Katia si appesta al liberare l’orifizio. Scosta le natiche con una mano e con l’altra toglie delicatamente la cannula. Quando è quasi in cima ricorda alla signora di stringere i muscoli rettali per evitare di far fuoriuscire la soluzione. Poi ripone tutta la strumentazione da una parte e si appresta a preparare il secondo clistere più abbondante ma anche più facile da trattenere in quanto di sola acqua e sale. Mentre passano i cinque minuti, Katia, visto che Elisa rimane in silenzio trincerata dietro alla scrivania, si sente in dovere di chiacchierare un po’ per togliere la paziente dall’imbarazzo della posizione e del trattamento in genere. Questa però è tutta concentrata nel placare i crampi e resistere prima di correre a scaricarsi.”Uhm mi fa davvero male la pancia….potrebbe massaggiarmi ancora un po’? Ma quanto manca?””Certo, arrivo subito. Non si arrenda, mancano ancora due minuti”Katia riprende il massaggio e fa in modo che il liquido passi fra le anse dell’intestino e si espanda meglio per evitare i crampi. E’ brava e i due minuti passano in un attimo.”Ecco ora può andare. Attenzione a scendere…aspetti che l’aiuto”L’assistente sorregge la paziente e l’accompagna fino al bagno, chiudendo però la porta subito dopo. Solo allora chiede timidamente alla dottoressa”Tutto bene Elisa? Ti vedo molto pensierosa””Si non ti preoccupare sto bene. Ho solo un lieve ma di testa…” mente spudoratamente lei per evitare di sembrare ridicola”Sbaglierò ma mi sembra che tu abbia troppi pensieri…anzi troppi pensieri per un’unica persona!””Non credo di dovermi giustificare con te!” risponde sgarbatamente la dottoressa punta sul vivo”No…certo…scusami tanto” ecco che Katia ritorna ad essere la timida assistente, sempre timorosa di urtare la sensibilità della mentoreElisa si rende conto però di aver esagerato nel tono, ma non le va di chiedere scusa, dopo tutto quello era il suo studio e poteva fare ciò che le pareva! Katia ritorna vicino al lettino e lo prepara per la seconda irrigazione, poi aspetta pazientemente e in silenzio che la paziente ritorni. Questa ci impiega i soliti dieci minuti e poi eccola già stesa nella stessa posizione di prima pronta a ricevere il secondo clistere.”Le lubrificherò nuovamente lo sfintere…” dice Katia ripetendo con gioia l’operazione di prima”E’ davvero molto brava nello stimolare certe parti…” dice timidamente la paziente, godendo evidentemente del trattamento”Grazie, faccio del mio meglio, ma il merito è soprattutto delle centinaia di ricettori che si trovano in questa zona così sensibile e delicata. Così dicendo fa ruotare il dito all’interno del retto, massaggiando con più malizia il sottile velo di carne che lo divide dalla vagina. Riesce anche a strappare un sospiro di godimento alla paziente, che però poco dopo si vede tarpare il proprio piacere per l’introduzione della cannula.”Visto che questa volta il clistere è un po’ più abbondante, useremo una cannula un po’ diversa. Come vede, c’è una piccola oliva che l’aiuterà a trattenere meglio la soluzione. Ovviamente sarà un po’ più dolorosa l’introduzione…””Spero che non faccia troppo male, non sono abituata ad essere sodomizzata””Cerchi di seguire le mie indicazioni””Ok””Bene. Ora le appoggio la cannula…la sente?””Si…””Inizierò ad introdurla lentamente e lei mi dovrà aiutare spingendo leggermente verso l’esterno come se dovesse andare in bagno. Ok?””Ok ma faccia piano…”Katia inizia a spingere e quando sente che le pareti si dilatano dà una maggior forza e fa penetrare tutta in una volta l’oliva.”Aio che male!””E’ già passato non si preoccupi” dice l’assistente posizionando il resto della cannula nello sfintere. Poi lascia defluire il liquido nell’intestino. Katia vede l’acqua scendere velocemente, sintomo che questo è abbastanza vuoto. Nonostante clisteri e clisteri di pulizia, ogni volta che assisteva ad una idrocolon terapia, si stupiva di quanti residui fecali continuavano ad uscire. Anche dopo che trenta litri di soluzione erano passati per ogni ansa dell’intestino!”Uhm uhm iniziano i crampi….ah””Sono qui…” e Katia si appresta ad iniziare il massaggio addominale.Ad un certo punto vede che l’acqua ha rallentato molto la sua corsa e la paziente inizia a lamentare forti dolori.”No non ce la faccio più…è troppa l’acqua, ho un male terribile alla pancia””E’ normale…la prego stia ferma o rischia di far uscire la cannula e quant’altro!”La paziente non smette di dimenare il sedere e Katia è costretta a tenere ferma la cannula nello sfintere. Non sa che fare per calmare la signora, ma quando inizia a vedersela brutta ecco che arriva Elisa, pronta a risolvere il problema.”Ines non si agiti ora sistemiamo tutto”Così dicendo, impugna la cannula e premendola contro il pertugio, fa ruotare lentamente la signora, in modo da cambiarle leggermente posizione. Poi le fa abbassare la gamba e inizia a fare su e giù con la cannula, in modo da sbloccare il flusso dell’acqua.”Katia continua a massaggiare e premi a fondo nell’addome” Nonostante le proteste della paziente, alla fine tutto il liquido scompare nell’intestino.”Bene, ora deve solo trattenerlo per altri cinque minuti””Non ce la farò mai…la prego mi lasci libera di andare in bagno””Assolutamente no. Se mi ascolta vedrà che andrà tutto bene. Ora staccherò la cannula dall’irrigatore…è fatta apposta e non avrà nessuna perdita, poi lentamente, aiutata da Katia ruoterà nel fianco opposto in modo che l’acqua si espanda e non le provochi altri crampi. E’ pronta?””Uhm va bene….ma facciamo presto perché non resisto più”In un attimo Elisa e Katia fanno spostare la paziente che sente subito i benefici della nuova posizione e si calma.”Ora sto meglio….grazie. Spero che la terapia successiva non mi faccia sudare freddo””L’ha già fatta e quindi sa che è indolore ma anche che qualche fastidio può nascere””Lo so e speriamo bene! Ah un altro crampo””Si rilassi, respiri e comunque un po’ di spostamenti intestinali sono normali. Cerchi di sopportare””Ok cercherò!” piagnucola la signora Pancotti tenendosi la pancia con le maniDopo i cinque minuti non si teneva già più e così Katia l’aiuta frettolosamente a scendere, consigliandole di non estrarre la cannula prima di essersi seduta sopra la tazza. La paziente, seppure con qualche reticenza accetta e corre verso il bagno, tenendosi ben saldo l’arnese fra le natiche.Durante la sua assenza Katia non dice nulla ma ripulisce lo studio e prepara il grosso attrezzo per la pulizia profonda del colon che sarebbe durata circa un’ora. Elisa invece torna alla scrivania e fa finta di evadere alcune cartelle, pensando invece alla giovane Laura.Quando la signora Pancotti è di ritorno sono passati quindici minuti buoni e il suo viso è visibilmente stanco.”Tutto bene signora?” le chiede Katia”Non troppo, i clisteri che mi sono fatta a casa l’altra volta non sono stati certo così molesti!””Ovviamente! Ma è normale e tra l’altro vedrà che questo l’intestino completamente sgombro, l’aiuterà a tenere sotto controllo gli spasmi muscolari e i crampi””Lo spero. Come mi metto? A pancia in su?””Supina con le ginocchia piegate in modo da poter inserire lo speculum rettale con i due tubi””Eccomi pronta. Sono un po’ dolorante””Ora le lubrifico ancora lo sfintere e vedrà che questo l’aiuterà a rilassarsi”Mentre Katia masturba la paziente, Elisa si scuote dal torpore e prepara l’ICT collegando i due cateteri, uno per l’introduzione e uno per l’espulsione e tutto il resto.”Ha fatto anche pipì vero?””Si mi ricordavo che si deve avere la vescica libera””Perfetto, allora, se Katia ha finito io partirei con l’introduzione degli ugelli fino all’ampolla rettale. Si rilassi, respiri profondamente e sopporti il leggero fastidio che sentirà. Superata questa prima fase, il resto sarà in discesa!”Una volta che tutto è pronto per l’accensione della macchina, Elisa ritorna a sedersi alla scrivania, lasciando a Katia il compito di massaggiare l’addome per indurre la peristalsi intestinale. L’assistente, sempre vigile, aiuta anche la paziente a rilassarsi, porgendole una rivista da leggere e coprendola con un telo caldo per evitare che si raffreddi. Tutto procede regolarmente e nei tre quarti d’ora che seguono la dottoressa esce spesso dallo studio, sorseggia caffè su caffè, chiacchiera con la segretaria, controlla la piccola clinica, cerca insomma di tenere la mente occupata. La visita è l’ultima della giornata e quando la signora Pancotti esce dallo studio sono le otto passate. Ringrazia, paga e se ne va. Anche Sara, la segretaria e Katia l’assistente sono pronte per tornare a casa. Elisa invece è ancora indietro, non si è tolta il camice e temporeggia ciondolando a destra e a sinistra. Mentre Sara chiude la porta, squilla il telefono. Elisa lo guarda ringhiando e Katia non sa che fare.”Rispondo?””Ma non mi lasciano un attimo in pace! No non rispondere, sono stanca e voglio andare a casa”Il trillo finisce, ma subito dopo si attacca quello del cellulare. Dal tipo di squillo, Elisa capisce che non è una paziente. Infatti, per evitare di essere disturbata a qualsiasi ora del giorno e della notte, aveva differenziato le suonerie fra amici e conoscenti e pazienti. Prima di rispondere saluta Katia con la mano.”Pronto?””Pronto…dottoressa sono io…Laura”
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