La segretaria di Elisa ha appena comunicato che la signorina Laura sarebbe venuta in clinica verso le ore 18. La dottoressa non sta più nella pelle, anche se cerca di contenersi per evitare che Katia fantastichi troppo.”Uhm e così ecco di nuovo la ragazzina!” dice sghignazzando l’assistente”Si proprio lei…””Si è presa proprio una bella cotta! E forse forse anche tu!””Su di lei non so, ma su di me ti sbagli di grosso””Ma non te ne posso dare certo torto, anch’io non la trovo male, ma soprattutto ciò che m’intriga è quell’aria così…da verginella!””Ora basta parlare, dobbiamo lavorare” taglia corto la dottoressa”Va bene va bene…poi mi dirai!”Elisa guarda nuovamente l’orologio al polso, mancano meno di 10 minuti all’appuntamento e perciò decide di agevolare l’uscita dell’assistente e della segretaria.”D’accordo andiamo! Un po’ a malincuore a dire la verità, quella Laura è davvero intrigante” dice Katia ridendo mentre si richiude la porta dello studio alle spalleCarina. Sì è davvero carina ma non era per quello che Elisa ne aveva fatto la sua prossima vittima. Fin dall’inizio le aveva ispirato un senso di possesso e quel carattere così infantile e remissivo coronava l’insieme. Sarebbe stata la sua chiavetta personale, si sarebbe divertita con lei, molto divertita, a partire proprio da quella sera stessa.Il campanello suona e lei quasi corre ad aprire. Le si presenta davanti Laura, ancora con lo zainetto di scuola in spalla e una faccia corrucciata. “Entra. Vedo che sei in perfetto orario””Sì…lo sono” la ragazza è visibilmente imbarazzata e non sa cosa dire “Accomodati nello studio e siediti pure”Elisa la segue e da dietro ha modo di vedere che l’abbigliamento è abbastanza curato, molto adolescenziale, ma dopotutto aveva solo diciotto anni! Con atteggiamento deciso lei si siede dalla parte opposta della scrivania e la osserva diritta negli occhi.”Dunque hai deciso di venire? Mi fa piacere, ciò denota carattere. Ora però vorrei sapere da te cos’hai deciso in questa settimana””Si…io…dunque…””Bada che non avrai una terza possibilità” le ricorda la dottoressa tanto per aumentare il proprio ascendente”Lo so, lo so. Dunque, io avrei pensato che la giusta punizione sarebbe….sottostare ad una sua punizione per un’ora. Solo lei può sapere ciò che è giusto per me”Non ci può credere. La ragazzina l’ha fregata! Non era quella sciocca bambolina che credeva lei, aveva pensato per una settimana intera ed era giunta all’unica soluzione possibile. Aveva capito che solo dando a lei carta bianca, avrebbe superato la prova. “Complimenti per l’arguta conclusione. Mi congratulo ancora con te. Mi hai davvero stupito, anzi, piacevolmente stupito””Grazie” dice Laura sommessamente, godendo per quel complimento che si era tanto sudato “Ho carta bianca perciò?””Sì…ma per un’ora!”Aveva anche pensato ad un limite temporale. Stupefacente! “Bene. Sappi che aver trovato la punizione giusta non ti faciliterà le cose, non intendo essere magnanima. Direi che possiamo cominciare, sono le 17 e 10. Voglio che ti spogli completamente ora e qui davanti a me. Puoi appoggiare i vestiti sulla sedia””Ma poi come faccio ad andare a prendere l’accappatoio?””Non ti servirà, rimarrai nuda. Per evitare ulteriori ed inutili rimostranze, ti avviso che ad ogni lamentela o piagnisteo ti verranno impartite tre sculacciate. Il rialzo è minimo perché so già che te ne guadagnerai molte. Ora comincia a spogliarti”Laura per un attimo rimane senza parole e non si muove, ma poi un movimento brusco della mano della dottoressa le fa capire che non c’è tempo da perdere se si vuole evitare dolore inutile. Così si alza ed inizia a togliersi il maglione, poi si sfila dall’alto la prima T-shirt e dopo anche la seconda rimanendo solo con il reggiseno. I movimenti sono lenti e titubanti, così che Elisa si può godere quello spogliarello con più gusto. Osserva ogni minima mossa, la mano che slaccia il bottone dei jeans e poi abbassa la cerniera mettendo in evidenza le mutandine azzurre come il reggiseno a balconcino. Anche il pezzo sotto è sulla sedia, Laura ha addosso solo la biancheria intima. Con un certo imbarazzo si appresta a slacciare il reggiseno e quando lo appoggia, cerca di coprirsi alla meno peggio i seni. L’operazione non è facile perché deve anche sfilarsi gli slip e così alla fine, con gesti impacciati finisce per perdere l’equilibrio. La sedia di fronte evita la caduta. La dottoressa, per quanto quella scena le faccia troppo ridere, non dice nulla, né sorride. Aspetta che anche l’ultimo baluardo cada. Quando ciò accade punta il suo sguardo sulla figura d’insieme e per un attimo le sembra di vedere la Venere del Botticelli. L’incarnato è latteo, i fianchi ed il ventre leggermente pingui, i capelli lunghi che ricadono sulle spalle…da rimanere turbati. Ora Laura è completamente nuda.”Perfetto. Credo che tu voglia sapere in cosa consterà la tua punizione? Beh, in un clistere punitivo”Gli occhi della ragazza escono dalle orbite, la bocca si apre per controbattere, ma prima che possa dire qualsiasi cosa la dottoressa la ferma.”Calma, prima di fare le tue rimostranze vorrei continuare. Dato che si tratta di un clistere punitivo, prima dovrò svuotare il tuo intestino con due supposte di glicerina in modo che possa agire al meglio. Queste ultime le dovrai trattenere per cinque minuti mentre il clistere per sette. Ecco ho terminato, ora se vuoi puoi parlare”Laura ci pensa un po’ è attonita e dopo aver ascoltato, la sua faccia è ancora più sconcertata.”Credo…non…non crede che la punizione sia…eccessiva?”Che furba, ha posto la lamentela in forma di domanda così da evitare le prime tre sculacciate.”Direi proprio di no. Ho preferito evitarti fruste, canne, flagelli, morsetti, aghi…credo che un clistere sia ciò che ti serve. Ora che ho risposto, posizionati a 90° appoggiando il busto al lettino”La ragazza non sa che fare, è terrorizzata e ciò traspare chiaramente dalle espressioni che fa. Osserva la carnefice, poi il pavimento, poi ancora le gambe della dottoressa ed infine, sconsolata fa ciò che le è stato ordinato. Nel frattempo Elisa armeggia nello scaffale per prendere le due supposte e la vaselina, li appoggia su un carrellino e si posiziona proprio dietro al culetto in bella mostra. Quei due globi candidi le stuzzicano la fantasia ma cerca di trattenersi.”Dato che le supposte dovrò spingerle il più possibile verso l’interno, credo che sia opportuno lubrificare un po’ il retto” tutte balle per poter violare una volta di più il pertugio tanto desideratoCosì la dottoressa prende una buona dose di vaselina e con la mano sinistra apre le natiche scoprendo la rosetta. Vi appoggia sopra l’unguento e inizia un letto massaggio circolare. Dopo poco però vi spinge dentro il dito indice, giù fino in fondo. Laura ha un sobbalzo, ma il lettino le impedisce di spostarsi troppo in avanti. Così il massaggio continua internamente, dentro e fuori, ricordandosi di solleticare la parete che confina con la vagina. Non vuole stimolarla troppo, in fondo deve essere una punizione! Perciò toglie il dito e si appresta ad appoggiare la prima supposta. Le dimensioni sono maggiori rispetto a quelle che si trovano in commercio, in quanto sono artigianali. La spinge delicatamente, e senza tentennare fa scomparire dentro lo sfintere anche tutto il suo dito. La seconda è già pronta e segue la sua gemella. Richiude le natiche accarezzandole.”Bene, ora le tratterrai per cinque minuti. Se vuoi puoi alzarti, sederti, fare ciò che vuoi. Per evitare che ti raffreddi lì c’è un plaid”La dottoressa va verso la scrivania ma rimane sul davanti, appoggiandovisi e godendo dello spettacolo. Laura infatti, goffamente cerca di raggiungere la coperta senza voltarsi, poi se la getta sul corpo a mo’ di mantello, richiudendola alla meno peggio. Dato che le dimensioni sono esigue, una buona porzione di gambe rimane scoperta. Inizialmente non sa che fare, se sedersi o rimanere in piedi, poi opta per lo sgabello basso delle visite. Anche se le due donne sono praticamente una davanti all’altra, la giovane mantiene lo sguardo fisso al pavimento e l’altra non la molla per un istante. Elisa gode di quella vista, soprattutto perché si immagina tutto lo scombussolamento emotivo e fisico che sta vivendo la povera vittima. Decide di calcare la mano.”Se ti va possiamo anche chiacchierare nel frattempo””No…non credo…che…di””Come vuoi, a me non dispiacerebbe”Così ripiomba il silenzio. Ad un certo punto Laura scatta in piedi e dal pallore del viso, la dottoressa immagina che le supposte stiano facendo effetto. Infatti la piccola incrocia nervosa le gambe e si porta una mano alla pancia. Ora inizia a dondolarsi e a stringere ancora di più, poi con voce roca chiede”Quan…to..man..ca?””Vediamo un po’…un minuto e mezzo. Problemi?”Laura scuote soltanto la testa e si concentra di più nel trattenere, poi muove qualche passo in direzione del bagno e quando la dottoressa la avvisa dello scadere dei cinque minuti, senza preoccuparsi della nudità, lascia cadere la coperta e corre dentro.”Non te la prendere comoda, hai solo dieci minuti”Sfortunatamente per lei invece, allo scadere del tempo è ancora rinchiusa e allora Elisa le intima di uscire immediatamente. Una vocina dall’interno cerca pietà”Non ho ancora finito…la prego mi lasci…sto male…””Ti sei appena guadagnata le prime tre sculacciate e se non esci entro trenta secondi avrai anche le seconde tre e via di seguito”Dall’interno si sentono rumori sommessi, ma quando apre la porta sono passati bene quarantacinque secondi!”Per ora siamo a quota sei. Comunque torniamo a noi. Ora voglio che tu ti stenda sul lettino, sul fianco destro”Laura non può far altro che obbedire, coprendosi ovviamente le pudende con le mani. La dottoressa le si posiziona dietro la schiena e le spinge il ginocchio sinistro verso il petto in modo da avere i due pertugi, ma soprattutto quello posteriore, ben in evidenza.”Ora ti somministrerò il clistere da mezzo litro. Visto che è la tua prima volta e che dovrai trattenerlo per sette minuti, userò una cannula speciale. Guarda, girando questa ghiera si chiude ermeticamente, si stacca dalla base e può tranquillamente essere mantenuta in sede. Insomma, farà un po’ da tappo”La ragazza sta guardando terrorizzata lo strumento arancione e nero e ha la forza di dire”Ma è…cioè…non crede che sia…troppo grande? E’ troppo grande davvero!””Non direi proprio, indubbiamente ti lubrificherò ancora e se mi ascolterai non sentirai molto male. Procediamo”Laura trema e aspetta con il fiato sospeso. Stessa procedura, massaggio con la vaselina fuori e dentro. La dottoressa percepisce subito che i muscoli rettali sono molto più rilassati e dilatati, probabilmente a causa dell’evacuazione di poco prima. Così si diverte un po’ e, dato che la cannula non è certo delle dimensioni di un dito, decide di violare la rosetta con due. Sa che la reazione sarà violenta e così, poco prima cinge con il braccio sinistro la vita di Laura e quanto tenta di affiancare il medio all’indice, la tira verso di sé. La ragazza caccia un urlo e tenta di muoversi, di girarsi, di sfuggire, ma la dottoressa alza la voce e la tiene saldamente.”Stai ferma! Non è successo niente, fra qualche minuto ti abituerai” le due dita sono piantate saldamente dentro il retto quando la ragazza scalcia ancora.”Ah cazzo che male! Ma cosa mi ha fatto! Mi lasci al prego…mi sta facendo un male cane!”Elisa lascia correre quelle accese lamentele, dopo tutto era ancora vergine da quelle parti e inizia invece a fare un lento su e giù, provocando ancora più fastidio. Percepisce che all’interno ci sono ancora resti di feci, ma non se ne cura. “Se non ti metti buona e ferma, inizio a far valere le tre sculacciate! Non muoverti!” La presa alla vita è sempre salda, ma lavorare in quel modo non è facile nemmeno per lei. Non aveva pensato di legarla, ma forse ora le sarebbe proprio servito. Decide quindi di interrompere la dolorosa penetrazione, ed estrae le dita imbrattate.Laura si volta con le lacrime agli occhi, il viso paonazzo e la guarda supplichevole. Elisa va al lavandino e si lava le mani, poi torna dalla vittima con in mano la peretta calda.”Ora passiamo al clistere vero e proprio. Se mi ascolti vedrai che l’introduzione della cannula sarà meno dolorosa delle mie due dita. Quanto te l’appoggio allo sfintere, voglio che tu spinga leggermente verso l’esterno e che continui a farlo fino a quando non avrò finito. Capito?”La ragazza non risponde ma singhiozza solamente.”Fa come credi, io ti ho dato un consiglio” così dicendo la fa rimettere in posizione, apre le natiche e vi appoggia la cannula nera. Con sorpresa sente che Laura prende un respiro e cerca di assecondarla, allora spinge con più vigore e fa scivolare l’intruso fino in fondo. Nonostante la manovra, le mani di Laura stringono spasmodicamente il bordo del lettino, sintomo certo di un forte fastidio. La dottoressa non se ne cura e parte con lo spremere la pera arancione. Lo fa lentamente, per gustarsi appieno il clistere. Se fosse finito subito non si sarebbe certo divertita! L’arrivo dell’acqua calda nell’intestino fa sobbalzare Laura e sorridere Elisa. Poco prima della fine la ragazza inizia a tremare e a portare le mani al ventre.”Ah…mi fa un male terribile la pancia…dentro””Non ti preoccupare è normale. Sono i primi crampi. Ora se mi prometti di stare ferma, ti faccio un massaggio. Non ti devi muovere però, altrimenti perdo la presa e ti faccio male. Siamo intesi?”Laura si limita ad annuire, stringendo i denti. Elisa usa solo la mano destra per il clistere e con la sinistra scende sulla pancia lievemente gonfia e la massaggia, premendo ogni tanto in alcuni punti per far defluire l’acqua nelle varie anse dell’intestino. Inizialmente questo è un toccasana e la ragazza si rimette quasi tranquilla.”E’ finito. Ora estraggo la base. Rimani ferma!” Con attenzione gira la ghiera e stacca la pera arancione, lasciando in sede la cannula chiusa. Poi per rendere più agevole la sua funzione, fa scendere delicatamente quest’ultima ancora un po’ dentro il retto e vi appoggia sopra il palmo della mano per non permetterle di uscire. Continua poi il massaggio, godendo di quel supplizio. Laura infatti piagnucola sempre più forte e si contorce alla ricerca di una posizione adatta. Elisa non la copre nemmeno, la pelle è bollente e un po’ sudata per la tensione e l’emozione. Visto che deve massaggiare la pancia e l’addome, lo fa con malizia, arrivando a volte fino ai ricci peli pubici o lungo i lombi. “Credo che…che non ce la farò mai…non ce la farò…sto scoppiando…davvero…ah””Questo non è niente, mezzo litro in un intestino quasi sgombro si possono trattenere anche per una buona mezz’ora!””Ah…Ah…ecco un altro crampo…fort..issimo…ah””Mi hai quasi stancato. Alla prossima lamentela parte la punizione!”E’ molto meglio vederla contorcersi per il dolore in silenzio, con i denti stretti, la mandibola serrata e le mani avvinghiate al lettino. Che bella che è! Sfortunatamente mancano solo trenta secondi alla fine dei sette minuti, il suo momento è quasi passato. La dottoressa sbuffa e avvisa la vittima che fra poco tutto sarebbe finito.”Il tempo è quasi scaduto. Visto che sarebbe incauto liberarti dalla cannula e farti andare in bagno così, credo che sarebbe meglio, se io la tenessi dentro e ti accompagnassi. Ovviamente sarà un po’ fastidioso””Quals..siasi cosa…”Così la dottoressa preme con maggior forza sulla cannula che tenta ogni secondo di uscire spinta dalle contrazioni e aiuta la ragazza a scendere dal lettino. L’operazione non è delle più semplici e per l’ingombro nel retto, Laura cammina a gambe larghe e schiena curva. Una volta in bagno Elisa la fa chinare leggermente, sorreggendola e le toglie in un colpo solo la cannula, facendo zampillare fuori tutto il liquido. Non ha neppure il tempo di lamentarsi per l’estrazione violenta che già si contorce sul water e libera tutto l’intestino. Elisa, con la cannula sporca di feci, per nulla schifata, esce dalla stanza e torna nello studio. Dopo aver rimesso tutto in ordine ed essersi lavata, attende che la ragazza abbia finito. Dal bagno provengono rumori molesti che eccitano molto la dottoressa. Tutta l’operazione, dall’inizio alla fine ha scaldato molto la donna che ora si trova visibilmente bagnata. Non ci pensa due volte e con destrezza, sale sul lettino, si stende supina con le ginocchia piegate. Può percepire ancora il calore del corpo di Laura. Senza problemi una mano scompare sotto il camice e incontra subito la piccola coulotte di pizzo. Come ha previsto, è fradicia. La scosta leggermente e inizia a solleticare prima il monte di venere e poi direttamente il clitoride. E’ gonfio per l’eccitazione, come pure le grandi labbra. Ora usa entrambe le mani, con la destra si sgrilletta furiosamente mentre tre dita dell’altra entrano ed escono forsennatamente dalla calda caverna. Solitamente non ha orgasmi veloci e furtivi, ma questa volta, la tensione erotica accumulata, i lamenti di Laura e il calore del suo corpo sul lettino, la fanno venire in pochi minuti. Cerca di controllare il respiro e di mugolare troppo per non destare sospetti. Ad un certo punto un rumore di acqua che scorre, la fa sobbalzare. In un attimo scende e cerca di ricomporsi. Gli umori le colano copiosi e decide quindi di andare nel suo spogliatoio privato, cambiarsi e rinfrescarsi un po’. Dopo più di un quarto d’ora Laura non è ancora uscita dal bagno. Elisa si preoccupa, non per la sua salute ma per l’ora tarda.”Laura tutto bene?””Più o meno…cioè sì””Sei sicura? Vuoi che entri?””No no non entri sto benissimo…ho quasi fatto è che…ogni volta…insomma devo tornare sul water””Lo so ma non ti preoccupare è normale. Non vorrei farti fretta ma credo che tu faccia tardi a casa””Va bene…fra poco esco”La ragazza si è comportata proprio bene…anzi troppo bene perché le sculacciate sono arrivate solo a quota sei! Che peccato, si sarebbe divertita molto di più se lei avesse fatto le bizze e se ne fosse meritata minimo dodici. La porta del bagno si apre ed esce titubante Laura”Potrebbe passarmi i miei vestiti?””No vorrei che ti vestissi qui davanti a me”Lei ci pensa un po’”Ma l’ora è finita!”Elisa guarda l’orologio, ma non demorde, la butta sullo scherzo e facendo il broncio le chiede di accontentarla.”Ma mi vergogno…lo sa che sono…timida””Si ma ti assicuro che nessuno ti ha mai vista bene quanto me! Avanti, non vuoi accontentarmi?” la dottoressa si avvicina alla porta e sfoggia il migliore dei suoi sorrisiLaura ci pensa ancora un po’”Va bene ma…ok…”Così dicendo esce completamente dal bagno e corre verso la sedia con i vestiti. Senza indugio si mette gli slip, poi il reggiseno e solo allora rallenta l’operazione. Elisa non può fare a meno di ridere di gusto per la scenetta comica.”Non mi prenda in giro…la prego!””Non ti sto prendendo in giro!” e ancora risateL’atmosfera si è decisamente distesa e le due donne ora si scambiano battute, mentre la clinica lentamente piomba nel buio.”Ora ti accompagno a casa, o meglio, alla prima fermata dell’autobus vicino casa tua””Uhm mi brontola un casino lo stomaco. Quasi quasi mi faccio prima un hamburger””Hai fame?””Si molta! Se le va può unirsi a me”Quell’eventualità, fa rabbrividire Elisa che di certo non si sarebbe vista dentro un fast food fra adolescenti chiassosi, panini unti e famigliole di bassa estrazione sociale. “Ti ringrazio ma non credo sia il caso””Peccato, mi avrebbe fatto piacere…se vuole possiamo andare anche in una pizzeria e dove vuole lei””Ma non credi che poi ti si farà tardi? Se non avessi problemi d’orario ti inviterei a casa mia”A Laura le si illuminano gli occhi e con un guizzo si gira verso la dottoressa che sta guidando e programma l’intera serata in dieci secondi.”Ma non ci sono problemi. Mando un sms a Barbara chiedendole di reggermi il gioco, poi chiamo mia madre e le dico che vado da lei per cena, compiti e un film e che tornerò sul tardi con un taxi””Ingegnoso. E i genitori dell’amica che ne dicono?””Non ci sono problemi, sono divorziati e lei vive solo con la madre che spesso è fuori e non la considera molto””Allora proprio non si sono problemi!” dice ridendo Elisa dirigendosi verso casa
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