Il mio nome è Giulia e questa è la mia storia.Dire la mia storia forse è sbagliato. Sarebbe più corretto dire che è la storia mia e di coloro che con me hanno diviso gli avvenimenti, le emozioni e tutto ciò che racconterò da qui in poi.La mia avventura (se così si può definire) inizia in una città di provincia, con un evento, che all’età di quattordici anni sconvolse tutta la mia esistenza. In un giorno di ottobre, con una pioggia da far paura, la macchina di mio padre, con a bordo lui e la mia sorella maggiore, sbandò e finì contro un camion. Dire quel che successe poi è inutile ed è troppo doloroso per me ricordarlo. Rimasi orfana (mia madre era morta dopo il parto in cui ero nata), ma a differenza di altre persone nella mia condizione, non rimasi sola: mio fratello maggiore Giorgio di 25 anni fu il mio sostegno. Si assunse tutte le responsabilità di quell’assurda situazione e riuscì a farmi superare senza traumi ciò che era successo. Nei due anni successivi Giorgio si battè come un leone contro creditori famelici che assaltarono la nostra azienda e la nostra vita dopo la scomparsa dell’unica garanzia che ritenevano credibile ovvero mio padre. Mio fratello riuscì per tre anni ad assicurarmi tutto ciò di cui avevo bisogno sia da un punto di vista economico che da quello familiare e ciò lo rese ai miei occhi una sorta di mito, di eroe da ammirare e venerare.Purtroppo la situazione lasciata da mio padre era veramente difficile e così la tempesta si fece sempre più minacciosa e probabile. Avevo diciassette anni quando vidi comparire per la prima volta in casa mia un ufficiale giudiziario…. piansi per ore. Al cinema, nei film, quando l’eroe è in difficoltà arriva puntuale la cavalleria: Nel nostro caso, la cavalleria aveva un nome preciso: Grazia.Grazia era una splendida ragazza, coetanea di mio fratello e figlia di una famiglia ricchissima.Mediterranea, capelli neri e carnagione olivastra, alta, con un fisico mozzafiato e una classe infinita era a buona ragione invidiata da tutte e corteggiata da tutti,Per nostra fortuna Grazia e Giorgio si innamorarono. A questo punto chiunque potrebbe pensare male (e comunque molti nostri conoscenti lo fecero), ma posso, con assoluta onestà, dire che nulla di ciò che fece Giorgio fu fatto per interesse e Grazia non fu mai costretta da mio fratello a fare qualcosa per noi.Quel che l’allora fidanzata di mio fratello fece è abbastanza semplice da spiegare: rilevò l’azienda e comprò la casa in cui abitavamo. Con i soldi di Grazia, Giorgio chiuse tutti i debiti contratti da mio padre e alla fine, pur rimanendo senza alcuna proprietà, evitò a se stesso e alla memoria del mio genitore, il disonore del fallimento.Dopo un anno Giorgio e Grazia si sposarono.I due sposi andarono (o forse è il caso di dire vennero) ad abitare nella casa che era stata nostra e anche io divenni parte della loro famiglia. Fui molto riconoscente a Grazia per avermi accettata e fin da subito cercai di instaurare un buon rapporto con lei.Purtroppo i miei buoni propositi non si concretizzarono. Io e mia cognata non eravamo certo come cane e gatto, ma non si può neppure dire che fossimo come sorelle….C’era tra noi una differenza enorme di carattere e ciò fece si che tra di noi non si andasse oltre un rapporto formale. Grazia era decisa, volitiva, con una classe innata…. io ero l’esatto contrario. Sapevo però di essere solo un’ospite in quella casa che era stata mia e come tale mi comportai, cercando di non creare mai fastidi alla moglie di mio fratello. Così non mi opposi alla rivoluzione che fece nella casa e neppure mi lamentai quando la mia cameretta fu spostata al piano inferiore. Inoltre essendo i due sempre al lavoro, mi assoggettavo volentieri a faccende domestiche e non disdegnavo di cucinare per loro, a qualunque ora rientrassero.Per fortuna, questa mia dedizione era apprezzata da Grazia che spesso mi lodava pubblicamente. Malgrado gli apprezzamenti, continuavo ad avere nei suoi confronti una sorta di soggezione. Ammiravo molto mia cognata e mi veniva quasi naturale assumere con lei un atteggiamento umile e remissivo, ma ciò non spiegava quella strana sensazione che mi coglieva quando lei mi rivolgeva la parola: mi sentivo sempre come una cameriera a colloquio con la padrona di casa.Non so se furono queste sensazioni o altro, ma iniziai a osservare attentamente mia cognata per notare se in lei ci fossero atteggiamenti dispotici che giustificassero tutto ciò. Nessuno immagina quante cose si possono scoprire osservando una persona di continuo. Quel che scoprii io mi colse totalmente di sorpresa. Mi resi conto infatti, che Grazia non assumeva atteggiamenti particolari con me, ma che lo faceva con suo marito. Osservandoli notai come Giorgio avesse con lei un atteggiamento riverente e sottomesso. Aveva per lei riguardi fin troppo eccessivi: La sera rientravano e Giorgio (se io non ero in zona) si chinava a togliere le scarpe della moglie e a sostituirle con le ciabatte che delicatamente le infilava. Se rimanevano soli sul divano, lei stendeva le sue gambe su Giorgio che subito le massaggiava i piedi e più di una volta lo vidi baciare le estremità di sua moglie. Certo Grazia aveva due piedi molto belli, ma…c’era qualcosa di strano….Notai anche come spesso mia cognata usasse impartire veri e propri ordini a mio fratello che prontamente eseguiva quanto gli veniva detto e alcune volte vidi Grazia mandare sguardi infuocati e minacciosi verso Giorgio che chinava il capo come un bimbo colpevole di chissà quale malefatta. Tutto ciò mi spinse verso una maggiore attenzione verso quei due. Non facevo ipotesi, ma volevo scoprire di più. Una risposta consistente ai miei quesiti la ebbi una sera d’estate.Mi svegliai in piena notte a causa di una fastidiosa zanzara e decisi di mettere sulla pelle uno di quei spray appositi. Purtroppo il flaconcino era al bagno del piano di sopra, ma mi incamminai lo stesso, cercando di non fare rumore. Mi resi però subito conto che la loro porta era aperta (probabilmente per il caldo) e udii provenire dalla loro camera voci strane. Avevo iniziato a prendere dei sonniferi blandi per via di una fastidiosa insonnia e di questo fatto erano a conoscenza sia Giorgio che la moglie. Tutto ciò giustificava la porta aperta, ma sinceramente le voci non sembravano quelle di due innamorati. Spinta dalla curiosità arrivai fino alla soglia della loro camera e quel che vidi mi lasciò senza fiato:Mio fratello era nudo e in ginocchio ai piedi di mia cognata che, vestita solo con un completo intimo di pizzo nero, lo colpiva con una cinghia sulla schiena. Con voce soffocata poi intimava allo schiavo (lo chiamava proprio così) di leccarle i piedi e Giorgio eseguiva come un cagnolino ubbidiente. Me ne tornai giù sconvolta da quanto avevo visto. Oramai non c’erano dubbi: Grazia aveva schiavizzato mio fratello e in virtù di chissà quale patto lo costringeva a fare quel genere di cose. Sentii dentro di me sgorgare una specie di odio verso quella donna. Eppure, accanto a quel sentimento più che giustificato, se ne affiancavano altri inspiegabili: Provavo ammirazione per Grazia e una sorta di invidia per mio fratello…. Scacciai questi pensieri e decisi che avrei trovato le prove di quanto avveniva per poi usarle contro mia cognata.Per riuscire nel mio intento, comunicai ad entrambi che i sonniferi erano ottimi. Inoltre dissi loro che avrei studiato su in mansarda, dove potevo godere di maggiore quiete. La mia strategia era abbastanza semplice: Volevo dare a Grazia l’impressione di avere campo libero per far si che fosse più esplicita nei suoi atteggiamenti e inoltre volevo sfruttare il fatto che in una stanzetta della mansarda c’era l’impianto di registrazione a circuito chiuso che veniva usato contro i ladri durante le assenze. L’impianto, dotato di monitor, mi avrebbe consentito di spiare i due e di documentare su video-cassette eventuali prove. Mi sentivo come una sorta di agente segreto. Iniziai così la mia ‘missione’.Dopo un paio di settimane avevo accumulato prove a non finire, ma invece di essere soddisfatta ero preda di dubbi atroci. A farmi venire quei dubbi erano state proprio le immagini che visionavo giorno per giorno: Era indubbio che Grazia avesse un atteggiamento dispotico nei confronti di Giorgio, ma sembrava che Giorgio non risentisse di tutto ciò, anzi….La mia mente non riusciva a cogliere quanto avveniva in quella casa. Giorgio era indubbiamente lo schiavo di Grazia, ma sembrava gioire di tutto ciò. Un pomeriggio, mentre riflettevo su ciò, visionando l’ennesima cassetta, venni scoperta da Grazia. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi resi conto che lei era entrata nella stanza. Mi accorsi della sua presenza solo quando la sua mano si stampò sul mio viso. Rimasi immobile a fissarla. C’era nel suo sguardo un carico di odio, di collera e di rabbia che mi fece paura. Chinai lo sguardo a terra, tenendomi la mano sulla guancia. Mi aspettavo chissà cosa e invece non venne nulla. Grazia si limitò a prendere tutte le cassette ed uscì senza dire una parola. Non sapevo cosa fare….Una parte di me voleva correre di sotto a rinfacciare a quella strega un mucchio di cose, ma un’altra parte di me voleva solo capire. Scesi le scale col cuore in fiamme e bussai alla sua porta. Entrai ed esordii con un timido “Dobbiamo parlare”. Ci fu un lungo silenzio, poi Grazia disse: “Quel che hai fatto è imperdonabile…. hai spiato noi due, quel che facevamo,lo hai messo su nastro….. ti eri fatta un’intera videoteca sulle nostre vite… con quale diritto?…. io mi fidavo di te e tu ci hai tradito….. perché poi? …..si può sapere perché? “”IO HO VISTO TUTTO ……SO TUTTO” – risposi gridando.”Cosa sai tu?… Non sai nulla…..””SO COME TRATTI MIO FRATELLO…. LO HAI RIDOTTO IN SCHIAVITU'”Sorrise piano dopo aver sentito le mie parole e mi guardò in modo compassionevole -“Davvero pensi questo? Davvero pensi che io abbia ridotto tuo fratello in schiavitù? Sei proprio ridicola” “Ma io vi ho visto!””Si certo ci hai visti… hai visto me trattarlo come uno schiavo e hai concluso che sono una specie di strega che si approfitta di tuo fratello e della posizione in cui si è trovato. E’ così vero?”Ero perplessa e non replicai. Non capivo il suo comportamento.”Siediti” – mi disse – “Vedi è fin troppo facile giudicare senza sapere….. comunque voglio dimostrarmi superiore alle tue accuse infamanti e ti spiegherò come stanno le cose…. anche se dubito che crederai a quanto ti dirò….. Tuo fratello è un masochista…. Penso che tu sappia che significa questa parola, vero? …..Io non ho mai costretto Giorgio a sottomettersi a me, semmai è stato lui a consegnarsi a me come schiavo e a far di me la sua padrona assoluta. Lo so che sembra assurdo, ma tuo fratello è fatto così. Per lui la felicità consiste nell’essere umiliato ogni giorno da me, dall’essere calpestato come un verme da sua moglie….. All’inizio anche io non capivo…. non riuscivo a vedere che piacere ci potesse essere in tutto ciò, ma col tempo ho capito che per lui umiliarsi è il modo di dirmi che mi ama ed umiliarlo è il modo che io ho per fargli capire che lo amo……… Come vedi in tutto ciò non c’è nulla di quel che pensavi tu… e ora se ci credi bene, altrimenti prendi le cassette e stasera vai con Giorgio al commissariato a denunciarmi….”Disse l’ultima frase con ironia.Ero esterrefatta.Uscii dalla camera senza cassette e senza dir nulla.Giorgio rientrò alla solita ora. Cenammo in silenzio. Io non dissi nulla e lo stesso fece Grazia.Poi andammo a letto. Notai nello sguardo di Grazia una sorta di invito, che sembrava quasi una sfida. Come avevo fatto settimane prima salii le scale e mi acquattai in modo da osservare la loro stanza senza essere vista. Grazia aveva lasciato la porta aperta…. sapeva che ero lì.”Schiavo sono stanca stasera…””Ti prego mia padrona e signora…. permetti a questo umile schiavo di prestarti tutte le cure necessarie al tuo corpo divino””Va bene schiavo fai quello che vuoi ma per almeno dieci minuti non aspettarti ordini”Mio fratello era nudo, inginocchiato sul letto. Grazia era stesa. Aveva una vestaglia nera, di pizzo semitrasparente, che lasciava intuire la bellezza del suo corpo. Mio fratello si chinò sul piede destro di Grazia e iniziò a leccarlo con devozione. Rimase lì per qualche minuto e poi spostò la sua attenzione sull’altro piede. Svolgeva il suo compito con piacere, mentre Grazia se ne stava immobile osservandolo di tanto in tanto. Ad un certo punto sollevò il piede, lo mise sulla sua faccia e lo allontanò bruscamente. “Basta schiavo… sono stanca…..””La prego Padrona …””insomma non vuoi proprio capire…. ora ti insegno io, miserabile schiavo””Divina Padrona” – disse Giorgio mettendosi in ginocchio sul pavimento.Grazia prese la cinghia gli girò intorno e poi sferrò un colpo potente sulla sua schiena -“Conta i colpi Schiavo”Lo Spettacolo era incredibile…. la cinghia si abbatteva sulla schiena di Giorgio lasciandogli segni inconfondibili…. ogni tanto Grazia gli sferrava dei calci nei fianchi e, se il malcapitato, finiva con la schiena a terra, non esitava a calpestarlo con vigore. Dopo una decina di minuti erano entrambi al massimo dell’eccitazione. Grazia prese una sorta di collare, lo mise al marito e poi fissò ad esso un guinzaglio. Trascinò il poverino per la stanza e alla fine lo fece salire sul letto, dove tra urla (“Schiavo”) e invocazioni (“Mia Padrona”), i due fecero l’amore.Rimasero abbracciati per ore e poi, nel silenzio della stanza, udii mio fratello dire “SONO FELICE”Ridiscesi giù.Avevo sbagliato tutto. Avevo accusato ingiustamente Grazia….. Grazia che era riuscita a rendere felice mio fratello….. Grazia…. la sua Padrona…. bella, splendida, altera…… come avevo fatto a non capire ciò che provava Giorgio…. come aveva potuto scambiare per costrizione ciò che era solo ricerca del piacere più puro…..E di nuovo mi sentii pervadere da un sentimento di invidia verso mio fratello.Invidiavo la sua opportunità di poter sottostare ad una splendida dea come Grazia….. e lentamente la mia mano partì tra le cosce, esplorando il mio piacere. Ripensai a quanto visto, rividi l’immagine di Grazia ergersi con la cinghia in mano e un brivido di piacere si scatenò dentro i me…..L’indomani mattina aspettai che Giorgio uscisse e poi mi recai al piano superiore. La porta era socchiusa. Bussai, chiesi permesso ed entrai. Grazia era in vestaglia, seduta su una poltroncina di fronte alla porta. Si stava pettinando i lunghi capelli neri. “Buongiorno” – dissi timidamente.”Buongiorno” – replicò lei – “Cosa c’è?””Devo parlarti…. io ieri notte…. ho visto.. ecco …vi ho spiati… mentre facevate……””Lascia stare” – mi interruppe mia cognata – “l’importante è che tu abbia capito come stanno le cose””Si Ho capito””Bene allora non c’è nulla da chiarire…””No non è vero” – dissi, in modo concitato – “io ti ho offesa, ho sputato veleno su di te e questo fa di me una persona indegna della tua fiducia….. ho deciso di lasciare casa vostra…. andrò via””Non c’è bisogno che tu faccia questo…. so che vuoi farmi capire che sei pentita, che vuoi chiedermi scusa, ma non mi sembra questo il modo giusto””Ma…..””Senti… se vuoi chiedermi scusa fallo pure, ma sappi che non c’è bisogno…. ti ho già perdonata””Ti prego…. consentimi almeno di scusarmi come si deve…. ne ho bisogno…..”Mi guardò con aria interrogativa, ma non disse nulla. Allora mi avvicinai a lei e, giunta ad un passo, mi misi in ginocchio. “No …dai alzati…. non c’è bisogno di fare questo””Ti prego Grazia…. ne ho bisogno…. ho bisogno di umiliarmi di fronte a te, per ripagarti almeno in parte dell’umiliazione che ti ho fatto subire”Grazia rimase in silenzio. Rimasi in silenzio, a capo chino per lunghi istanti. Davanti ai miei occhi solo l’immagine degli splendidi piedi di Grazia, con lo smalto marrone. Poi, in un silenzio irreale, fuoriuscì la mia voce – ” Ti prego Grazia, perdonami….. io sono indegna di stare al tuo cospetto”” Ti ho già perdonata” – replicò mia cognata.In quel momento qualcosa in me si spezzò e mi chinai direttamente sul suo piede destro.Iniziai a baciarlo con foga. Bagnai i suoi splendidi piedi con le mie lacrime e li asciugai con i miei baci e i miei capelli.Grazia mi lasciò fare…… e io ne fui felice.
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