Che cosa può fare un uomo quando gli capita di incontrare sulla sua strada una giovane porca che riesce ad eccitarlo come se fosse un giovane liceale? Bè, ora vi racconto. Aprile, tempo di denuncia dei redditi. Chiedo al mio amico commercialista la lista di documenti da portare per il 740……. la lista è veramente bibblica, troppa roba, lui che mi è sempre stato amico dice – senti, ti mando in ufficio una mia collaboratrice, non la conosci ma fidati, è bravissima….. !! Il giorno dopo Paola si presentò nel mio ufficio con una minigonna che le arrivava appena sotto il filo delle chiappe e un camicetta bianca decisamente scollata che metteva in mostra le sue prorompenti tette, e poi la massa di capelli nero carbone lunghi e vaporosi con un visino delicato, occhi truccati appena e labbra di un colore rosso scuro….. deglutii a fatica quando si presentò, dicendo che era la collaboratrice del mio commercialista e che sarebbe rimasta nel mio ufficio per sistemare la contabilità per la chiusura del 740. Più che una collaboratrice mi sembrava una troia. Potete immaginare come vissi quella giornata, con quella bomba sensuale seduta di fronte a me. Ogni volta che mi avvicinavo a lei, il mio sguardo si infilava inevitabilmente nella sua abbondante scollatura. Aveva due tette impressionanti… quando era lei che si alzava sculettando per fare alcune fotocopie le sue chiappe morbide accarezzavano l’aria e mi facevano rizzare la verga. – questo articolo non è detraibile – diceva segnandolo sul foglio con un dito…… notai le mani sottili, affusolate con unghie veramente lunghe laccate di trasparente, ma come faceva a battere i tasti della tastiera del pc?? In breve, prima di sera ero già pazzo per la voglia che avevo di scoparla. Avevo la sensazione che quella giovane troia provasse un piacere perverso a eccitarmi. Guarda caso quel giorno non finimmo…. e non vedevo l’ora che arrivasse presto il giorno dopo. L’indomani Paola si presentò con una maglietta rosa attillata al massimo. Si vedeva chiaramente che non aveva indossato il reggiseno, e i suoi grossi capezzoli puntavano decisamente contro il leggero tessuto rosa. Pensai che dovevo cominciare a darmi da fare con quella porca. Iniziai a chiederle notizie del suo amichetto del cuore, ma lei con una voce suadente mi disse che viveva da sola, e che non aveva nessun compagno. Allora spostai il discorso sugli uomini più in generale. Mi sorrise quando mi disse che secondo lei gli uomini sapevano pensare soltanto al sesso. Avreste dovuto vedere come mi aveva guardato mentre me lo diceva. Un vero sguardo da troia, poi continuando il discorso – poi io faccio scappare gli uomini perché non sto scopata, ne ho sempre voglia e loro si prendono paura……. e fuggono da me – Dopo una tale affermazione non potevo certo stare fermo, così mi avvicinai da dietro e mi appoggiai a lei che stava facendo fotocopie, posai le mani sui suoi fianchi stretti…. – io se vuoi ti faccio stare scopata, e non ho certo paura se sei una bella ninfomane e hai sempre voglia di cazzo!!!…… tu devi essere una bella troietta vogliosa come piace a me… – Ormai ero deciso a scopare quella troia ma anche lei prese la palla al balzo, non aspettava altro, si girò velocemente dandomi un bacio da succhiarmi la lingua mentre una sua mano scendeva a toccarmi il membro da sopra i jeans che era già rigido dalla mattina. Solo il tempo di chiudere a chiave la porta dell’ufficio e mi buttai sopra di lei. Le sollevai la maglietta e le presi le tette tra le mani, due pere da far girare la testa, sode e gonfie, le stringevo, le sollevavo, prendevo tra le dita i grossi capezzoli girandoli e rigirandoli, li leccavo come un affamato. Erano così duri che sembravano due piccoli membri in erezione! Un piacere che diventò ancora più travolgente quando lei mi disse – leccamela, voglio sentire la tua lingua……. Sfilai velocemente la minigonna di Paola, e febbrilmente le mie dita cercarono la strada sotto le sue leggere mutandine di pizzo nero che sfilai velocemente. Trovai la sua fica semirasata, solo un piccolo triangolino davanti, già umidiccia e aperta, pronta ad accogliermi. Sentirla già bagnata ed eccitata mi fece perdere la testa. La feci sedere sulla scrivania con le cosce aperte. Lei si aggrappò alla mia nuca mentre io le leccavo avidamente la fica. Passavo la lingua in quel taglio rosa aperto e grondante, poi più sotto davo qualche colpetto anche al culetto, tornavo su e delicatamente aprivo le sue grandi labbra con due dita per scoprire il suo clito già gonfio di piacere, due colpetti di lingua anche lì e poi di nuovo infilavo la lingua più che potevo dentro a quella vulva che si stava dilatando esageratamente, segno che di cazzi ne aveva presi a camionate. Sentivo i suoi umori colarmi ai lati della bocca. La lingua andava sempre più a fondo e dopo un po’ cominciai a infilarle dentro dapprima un dito, poi due, poi tre. La stavo scopando con le dita e con la lingua continuavo a dare colpetti circolari al clitoride gonfio ed eretto, Lei si contorceva fino ad urlare di continuare, diceva ancora….. ancora…. Provai allora ad infilare un quarto dito, che entrò nella figa ormai ridotta ad un lago senza fatica. Restava fuori solo il pollice. Con le dita continuavo a stantuffarla così lei cominciò a sgrillettarsi il clitoride in una feroce masturbazione. Doveva piacerle non poco essere trattata così da vacca, vedevo il suo viso contorto dalla libidine di quel trattamento, la sua lingua passare sulle sue labbra carnose in segno di goduria sfrenata. Provai a infilare anche il pollice e, senza sforzo, tutta la mano entrò nella figa allagata. Che troia doveva essere quella Paola, l’essere scopata con una mano non è da tutte, invece lei se la inghiottiva tutta come se niente fosse. E infatti da troia continuava a godere e a sbrodolare succhi tra le cosce. Anche tra le chiappe ormai era un lago, al punto che, con la mano libera mi afferrai l’uccello duro come il ferro e cominciai a strofinarlo sul suo buco del culo. Come se ne accorse, con una mano si apri le chiappe, in un muto, ma esplicito invito a farsi inculare. Capii che anche questa era una pratica che le piaceva parecchio. D’altronde Paola si stava rivelando veramente una lurida vacca da monta, alla faccia del suo visino dolce!!! Sputai sulla mano libera e mi bagnai la cappella poi lentamente ma con decisione cominciai a spingere il cazzo nello sfintere. Il passaggio non era molto agevole a causa della mano che penetrava completamente la figa, ma tra le mie spinte e il suo aiuto la cappella lentamente si fece strada fino ad assestarsi dentro la corona. Anche questo orifizio era abbastanza elastico, anche qui saranno entrati un esercito di cazzi, pensai, ma che troia mi era capitata tra le mani!!! Con la mano nella figa sentivo la mia cappella nello sfintere di Paola e l’eccitazione mi salì alle stelle. Senza più remore diedi una spinta più forte delle altre e precipitai nella profondità del suo culo morbido per tutta la lunghezza del mio cazzo. Paola urlava le grida di piacere, mentre io, infoiato perso, pompavo a tutta forza col membro nello sfintere e con la mano nella figa. Sentivo l’orgasmo che cominciava a montare e per cercare di durare un po’ di più, sfilai lentamente la mano dalla figa provocando in Paola l’ennesimo orgasmo. Ora il cazzo scivolava più agilmente e ripresi a pompare, ma ormai il godimento era vicino. Anche Paola se ne accorse e mi fece fermare, mi fece sfilare l’uccello dallo sfintere dilatato, scese dalla scrivania mettendosi in ginocchio davanti a me, guardandomi in viso in segno di sfida mi prese l’uccello in mano e se lo fece scivolare di nuovo tutto in gola. Poche pompate e un’ondata di sperma irrumpe nella sua bocca, a ripetizione, quasi a soffocarla, mentre lei ingoiava tutto, fino all’ultima goccia. Si alzò di nuovo e si mise seduta sul bordo della scrivania, alzò una gamba e appoggiò il piede sul bordo, in quella posizione potevo vedere la sua vulva completamente aperta e bagnata colare liquidi lungo le sue cosce, così lei per contraccambiare, si infilò tre dita nella figa grondante e poi me le portò alla mia bocca per offrirmi il suo sapore. Con quell’ azione il mio uccello ritornò durissimo nonostante la venuta di poco prima…. – scopami adesso, infilami l’uccello….. fammi godere ancora…- disse lei quasi supplicandomi. Intanto spostò le chiappe in avanti, sempre più sul bordo della scrivania, con le ginocchia piegate all’indietro in posizione da cagna, pronta a farsi penetrare come una vacca dal mio uccello ancora non sazio di quella troia infoiata. La penetrai subito, portandole le gambe appoggiate sulle mie spalle. In quel modo potevo vedere la mia verga dura entrare e uscire dalla sua fica veramente bagnata oltre ogni limite e gonfia di piacere……..amava davvero sentirsi infilare nel corpo una verga dura. Mentre la scopavo, si torturava il clitoride con le dita, e mi incoraggiava a proseguire con una voce eccitata e ansimante. Sapevo bene che con la seconda scopata sarei durato molto più della prima. La scopai con forza per molto tempo ancora, dicendole che era veramente una lurida vacca, una troia, una cagna in calore……. fino a quando un suo ennesimo orgasmo travolgente provocò il mio. Ci ricomponemmo alla bene e meglio ma consapevoli che per quel giorno la contabilità proprio non si poteva fare, anzi per quel 740 ci volle un’ altra settimana piena…… e io la riempii veramente tanto……
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