Le telefono’ per invitarla al cinema, promettendo che si sarebbero fatti anche una pizza.Lei accetto’ di buon grado.All’ora convenuta, la ando’ a prendere, indossava una T-shirt di cotone bianco, con delle scritte colorate, una gonna plissettata molto morbida, chiusa in vita da una fascia di stoffa con tre bottoni.I capelli neri, lisci, a caschetto le incorniciavano la testa ed il volto.Andarono in pizzeria, presero due pizze e della birra, ma nell’attesa, parlando del piu’ e del meno, la bevettero quasi tutta, cosi’ ne ordinarono dell’altra.Consumarono le pizze parlando, ridendo, raccontandosi reciprocamente i programmi per le vacanze.Alla fine, uscirono e si avviarono verso il cinema, facendo difficolta’ a trovare un posto per parcheggiare."Ma vuoi proprio andare al cinema?" chiese lei, dopo alcuni tentativi di trovare un posto per parcheggiare."Possiamo anche andare in collina e continuare a parlare", propose, continuando."Come vuoi …" e rinuncio’ all’idea del cinema, anche malvolentieri, dirigendosi verso la periferia sulla strada che portava alla collina.La strada prese a salire facendo delle curve che seguivano l’andamento del terreno, talora anche dei tornanti.Quasi in prossimita’ della sommita’ della collina, ad un tornante, vide uno slargo che si immetteva in una strada che penetrava nel bosco e vi entro’, fermandosi quasi subito.Da li si vedeva la pianura, le luci della citta’, le strade illuminate, il cielo scuro della notte, ma limpido e pulito dalle nuvole, leggermente rischiarato dalla luna nel suo quarto crescente.Continuarono a parlare, appoggiandosi alla portiera, tutto sommato distanti quanto gli spazi dell’auto consentissero.Lui abbasso’ leggermente il finestrino, dicendo che aveva caldo.Accese una sigaretta.La guardava e l’ascoltava.La debole luce della luna penetrava nell’abitacolo, lasciando il volto di lei all’oscuro, ma evidenziando la rotondita’ di quel seno, sotto la T-shirt.Le gambe di lei erano rivolte leggermente verso di lui, si mosse appena, per raccogliere la borsa, appoggiata sul sedile posteriore, con una torsione del busto che fece risaltare ancora di piu’ la bellezza di quei seni.Anche lei accese una sigaretta e il suo volto fu’ illuminato dalla fiamma dell’accendino.Lui noto’ come le gambe ora non fossero piu’ allineate, come prima, ma quella destra si trovasse abbastanza in centro rispetto al sedile, mentre quella di sinistra era completamente spostata verso la leva del cambio: l’apertura delle due gambe lasciava la gonna cadere in un’onda tra di esse, un’onda di pieghettine morbide, che metteva in maggiore evidenza il ventre cinto dalla fascia in vita della gonna.Allungo’ il suo braccio verso di lei, l’accarezzo’ lievemente sulle guance, la bocca di lei si atteggio’ ad un sorriso, quasi timido, continuo’ a parlare ed a fumare.Ma sposto’ il busto sul sedile, avvicinando la sua testa alla mano di lui, poggiandovela sopra, cosi’ che lui poteva arruffarle i capelli e toccare la nuca.La mano giunse sul collo, le dita si mossero alla sua base, raggiunsero l’orecchio destro.Lei spense la sigaretta e si sposto’ ancora di piu’ verso il centro, cosi’ che anche lui si sposto’ verso di lei: fu quasi un movimento spontaneo quello, che si completo’ con un bacio sulla bocca.Il braccio, passato dietro a lei, aveva spazio e si poso’ sul braccio, lo circondo’ e, quasi senza accorgersene, la mano di trovo’ dietro, all’altezza dei fianchi, proprio all’attaccatura del seno, dove percepi’ immediatamente la presenza del reggiseno.Lei rispose al bacio, abbracciandolo.Ben presto il bacio si sciolse, le labbra dei due di schiusero, le loro lingue si cercarono, prima teneramente, poi con sempre maggiore ardore.Anche lui completo’ l’abbraccio e lascio’ che quella mano che, prima solo casualmente, aveva percepito il reggiseno, esplorasse il seno fin dove poteva.Allentato leggermente l’abbraccio, con una mano mosse verso i seni, sul davanti, lei rispose infilando una ano nella camicia, dopo avergli slacciato uno dei bottoni.Le loro bocche continuavano ad essere unite, incollate in un bacio che sembrava senza fine e senza respiro.Al tocco di quelle mani sui seni, lei ansava leggermente e sembrava spingere in avanti i seni, per favorire quella palpazione.Lui lascio’ i seni con la mano sinistra, tenendo ferma quella destra sul seno ormai saldamente impugnato, lasciando che il braccio scendesse verso le cosce, le tocco’ sulla gonna, e subito sposto’ la mano verso il ginocchio, per risalire lungo le cosce, senza l’ostacolo della stoffa.Non portava le calze, come le tocco’ la pelle fredda ebbe la sensazione che reagisse, come se, con un movimento impercettibile, avesse spostato il bacino.Ebbe anche l’impressione che avesse allargato le gambe, ma il movimento della mano dentro alla coscia sembrava smentirlo perche’ sentiva entrambe le gambe a contatto con la sua mano, una sul palmo, l’altra sul dorso.In ogni caso, quel contatto non gli impediva di muovere la mano nel percorrere l’interno di quelle cosce, anzi quando la pressione diveniva appena ulteriormente sensibile, sentiva che le gambe si aprivano appena appena per fargli spazio, ma quasi attente a conservare quei contatti con la mano in movimento.Si muoveva con una lentezza esasperante, lasciando che le dita creassero sensazioni tattili lungo quelle cosce, sensazioni cui lei reagiva con tutto il corpo, con fremiti delicati e appena percepibili, inarcando il busto in avanti, ritirandolo indietro per non sottrarsi alla presa sul seno dell’altra mano.Quando la mano fu abbastanza alta lungo le cosce, lei si divincolo’ dal bacio, allontano’ al testa all’indietro, prese a slacciargli la camicia con entrambe le mani: solo quando ebbe slacciati tutti i bottoni visibili, divarico’ leggermente le gambe, appoggio’ il busto allo schienale.La mano di lui fu lesta a venire a contatto con la stoffa sottile degli slip, senti’ un leggerissimo umidore, lei fece in modo da sollevare la gonna per quanto poteva, poi si chino’ lentamente per slacciare la cintura, cosa che fece velocemente, completo’ l’apertura della camicia e, subito, abbasso’ la zip dei pantaloni. Si drizzo’, fece in modo di alzare il bacino per liberare del tutto la gonna, si slaccio’ i tre bottoni che la chiudevano sul fianco e torno’ a piegarsi verso di lui, cominciando a toccargli il cazzo sotto la stoffa.Lui infilo’ prima un dito, poi due, poi la mano sotto gli slip di lei, scostandoli un po’, i peli del pube erano delicati e leggeri, senti’ che la fica era bagnata, seppure ancora leggermente.Lei mosse il bacino per favorirlo e per assumere una posizione che gli consentisse un piu’ ampio spazio di manovra: estrasse il cazzo con la mano, e, reggendolo, lo diresse verso la sua bocca, le sue labbra si richiusero attorno al glande.L’altra mano aveva perso il contatto con il seno ed ora si trovava all’altezza delle chiappe della ragazza e inizio’ a massaggiarle, subito cercando il contatto con la pelle, spostando gli slip anche da quel versante e giunse a contatto con il solco del culo: sentiva che era leggermente umido, forse di sudore, forse di voglia.La bocca serrava il cazzo tra le labbra, che si muovevano lungo l’asta, la lingua girava attorno al cazzo, assaggiava il prepuzio, lo abbassava, titillava il frenulo.Era un pompino fantastico.Le dita della sua ano toccavano il clitoride, si attorcigliavano attorno ad esso, scendevano di taglio dentro le grandi labbra, lavoravano sulla fessura della fica, un dito cercava di entrarvi, per primo e da solo.Lei smise il pompino all’improvviso, si rialzo’, lo guardo’ intensamente: senza parlare, si tolse del tutto la gonna, la depose sul sedile posteriore, prese ad abbassare lo schienale del sedile, avanzo’ il sedile quanto piu’ poteva, abbasso’ ulteriormente lo schienale al massimo.Risedette e si sfilo’ la T-shirt e slaccio’ il reggiseno, abbassando le spalline e liberandosene, per poi distendersi."Che aspetti … togliti i vestiti …" mormoro’ a bassissima voce e, con la mano, fece in modo da bloccare la chiusura della portiera.Lui obbedi’, e poi abbasso’ a sua volta lo schienale del sedile.Si distese accanto a lei e prese a baciarle i seni, con la lingua roteava attorno alle aureole, attorno ai capezzoli, poi si muoveva attorno al seno nella sua interezza per tornare sul capezzolo.Intanto, con la mano aveva ripreso possesso della fica di lei e, sgrillettandola, sentiva le mani della ragazza sul suo cazzo, a non gli stava facendo una sega, solo stimolandolo, con le unghie percorreva l’asta, giungeva ai coglioni, li accarezzava, tornava sull’asta, lentamente fino alla cappella.Improvvisamente la mano della ragazza gli avvolse il cazzo, lo strinse forte, quasi un abbraccio, una stretta di partecipazione e di apprezzamento per la sua consistenza.In breve fu sopra di lei, che gli guidava il cazzo verso la fica, pronta a riceverlo.Ve l’appoggio’, senti’ le labbra aprirsi, trovo’ una prima resistenza, spinse, entro’ iniziando a muoversi dentro di lei, sentendo la sua fica stringerlo, fasciarlo, abbracciarlo, riscaldarlo.Continuava con la lingua e le mani a dedicarsi ai seni, con la lingua comincio’ a baciarla, sulle guance, sul collo, giunse agli orecchi, li bagno’ con la saliva, infilo’ la lingua nell’orecchio, rigirandola ripetutamente.Lei fremeva, mugugnava, muoveva il bacino sotto gli affondi del suo cazzo nella fica, sporgeva in alto il petto, porgendo i seni, partecipava intensamente a quella scopata.Si sottrasse a quel cazzo, dicendo "aspetta, … altrimenti vieni subito, … troppo presto … voglio dire ….", si passo’ una mano tra i capelli lisci, si pose su un fianco, appena un po’, rivolgendogli il culo.Lui si trovo’, in breve, con il cazzo appoggiato sulle chiappe: "… prendimi da dietro, di fianco … come alla pecorina, davanti … nella fica …, attento a … non sbagliare … buco" suggeri’Mentre la prendeva da dietro, senti’ una sua mano prendergli dolcemente il cazzo guidandolo nella giusta direzione.Lui aggiunse la sua mano e, una volta messolo dentro di nuovo, la sditalinava sul clitoride.Con l’altra si dedicava ad un seno.Lei muoveva il bacino, inarcandolo, aderendo ai suoi movimenti, facendo in modo da rendergli la penetrazione e il movimento il piu’ agevole possibile.Si piego’ verso di lei baciandola sulla schiena, laddove arrivava, continuando a stantuffarla nella fica.Lei ansimava, fremeva, la sentiva godere e partecipare voluttuosamente, cosi’ che penso’ al culo: con un movimento fatto in modo che sembrasse casuale, fece che il cazzo uscisse dalla fica, appoggiandolo sull’ano, quasi per errore: "no … li … no … mi fara’ male …." ipotizzo’ lei, riprendendo possesso con la mano del cazzo e dirigendolo nuovamente verso la fica.Lui finse l’errore, lascio’ fare e la bacio’, lasciando scorrere sulla schiena di lei quanta piu’ saliva potesse.Smisero, stettero per un po’ l’uno dietro all’altra, in quel poco spazio che l’abitacolo dell’automobile consentiva.Lei non sembrava volersi smuovere da quella sua posizione di fianco, con cui gli rivolgeva il culo, mettendolo in tentazione.Lui riprese a baciarla sulla schiena, sul collo, girando attorno al collo, prima da un lato poi dall’altro, continuava a toccarle i seni, a toccarle la fica, ormai decisamente bagnata.Lui tento’ di cambiare posizione, portando la testa verso quel bacino e il suo bacino verso la testa di lei, a la cosa non fu facile dato il poco spazio; comunque vi riusci’ e prese a baciarla sulle chiappe.Sentiva il suo cazzo all’altezza delle guance di lei, continuava a baciarla, ad insalivarle le chiappe, con le mani le divarico’ quel tanto che gli consentiva di entrare con la lingua nel solco.Raggiunse l’ano, vi gioco’ con la lingua, cerco’ di inserirvela, sentendola reagire stringendo e offrendo la resistenza dei muscoli a quel tentativo di penetrazione, cosi’ la lingua si rivolse al perineo, lei lo facilito’ alzando la gamba.La sentiva fremere ancora di piu’, percepi’ quanto le piacesse e insistette con maggiore vigore e velocita’: "Era … bello … quando mi leccavi il … culo …. se vuoi …. mi piace …. uhm ….leccami …. si …. dai …. leccami …. il culo ….".Non se lo fece ripetere e la lingua torno’ all’ano, ma ora non percepiva piu’ quella resistenza di prima, ora anche lei voleva.Percepi’ anche che lo ricambiava toccandogli in cazzo con una mano, spalmandosi le dita degli umori che ne uscivano, umori caldi, vischiosi, appiccicosi."Dai … facciamo un sessantanove …" propose lei, scostandosi e rigirandosi, cosi’ che lui si ritrovo’ davanti alla bocca quella fica che aveva gia’ penetrato davanti e anche provenendo da dietro.Lei prese il cazzo con la bocca, lui infilo’ la lingua nella fica, la muoveva lungo la fessura fino al clitoride, poi giu’, allargando le grandi labbra con le mani, infilando la lingua sulle piccole labbra, infilandola ancora dentro, come se fosse un piccolo cazzo.Lei gli stava facendo un pompino ancora piu’ intenso di quello di prima, lentamente, con maestria, dandogli sensazioni infinite."Fammi prendere … fiato" ansimo’ la ragazza all’improvviso, lasciando il cazzo con la bocca, ma prendendolo immediatamente con una mano.Lui cesso’ con lentezza, stettero per un po’ in quella posizione, assolutamente fermi, salvo che lei, di tanto in tanto, non lo stringeva con la mano che avvolgeva il cazzo, quasi ad impedire che perdesse la sua durezza."Di’ la verita’ – interloqui’ – prima non hai fatto per … errore … quando me lo stavi mettendo … nel culo?""… ehm … si e’ vero … ci avevo pensato … non lo volevo … ma ci avevo pensato …" ammise lui."Chissa’ cosa si prova …. dicono che faccia male, … un dolore … cane … a qualcuno piace … dicono che faccia male solo alla prima volta, poi … il piacere cresce …" medito’ ad alta voce, quasi parlando solo a se’ stessa."Lo … hai fatto con … altre?", lui non rispose alla domanda, ma la bacio’, in silenzio, sui peli del pube.All’improvviso, gli strinse con la ano il cazzo, diede un bacio sulla punta del glande e gli chiese: "Hai una … coperta?" e, alla risposta affermativa: "allora … usciamo … dalla macchina …".Non se l’aspettava, ma aderi’ alla proposta. Lei si alzo’ per prime e scese, nuda senza preoccupazioni, lui fece scattare il meccanismo di apertura del bagagliaio e scese, pur sentendosi a disagio, cosi’ nudo all’aria aperta, con il cazzo lungo tra le gambe seppure non piu’ eretto, indurito, rigido, a lungo, lungo ….Prese la coperta, lei gli si avvicino’ lo prese per una mano, a subito, ripensandoci, lo prese per il cazzo pendulo e lo trascino’ un po’ avanti lungo la strada fino a che’, pur con l’oscurita’, pote’ individuare uno spiazzo piano.Distesero assieme la coperta sull’erba.Lei si inginocchio’ per prima, lui stava tentando di fare altrettanto, quando lei lo fermo’: "Ti va di prendermi alla pecorina, … qui abbiamo piu’ spazio …" e, senza attendere risposta, dalla posizione in ginocchio passo’ subito a mettersi carponi, alzando verso l’alto il suo bacino.La debole luce della luna e il cielo sgombro di nubi non facevano di quella notte una notte proprio buia, anzi all’aperto si vedeva decisamente meglio che nella macchina.Il corpo di lei era bello, giovanile, decisamente fatto per la scopata, faceva tirare solo a vederlo.Si sentivano muovere le foglie, si percepiva il rumore della pianura, della citta’, qualche grillo friniva nell’erba. Il resto era silenzio.Si pose alle sue spalle ed appoggio’ il cazzo sotto il solco del culo, di nuovo la mano di lei lo prese in consegna dirigendoselo verso la fica.Entro’ facilmente, ancora piu’ facilmente, si muoveva lentamente avanti ed indietro, dentro quella fica che appariva ancora piu’ calda di prima, poi inizio’ ad aumentare il ritmo di quei colpi, di quell’andirivieni con il cazzo indurito all’inverosimile.Con la mano le lavorava il clitoride, con l’altra i seni."… uhm… uhm …. vuoi … provare … adesso …." lei chiese.Lui non capi’ subito, ma solo quando senti’ che lei, con una mano, gli stava prendendo il controllo del cazzo, sfilandoglieselo dalla fica e alzandolo leggermente.Percepi’ il contatto del glande con l’ano.".. si … dai … prova …. mettimelo … in culo … a … fa piano … non farmi … male …." sussurro’ lei, quasi con un’implorazione, ma che sembrava di piu’ un’implorazione per averlo nel culo, che non per la preoccupazione del possibile dolore.Lui prese il cazzo in mano, lo mosse leggermente attorno all’ano, sull’ano, senti’ la resistenza, immediatamente anche il chiudersi dei muscoli per impedire quella penetrazione, ma spinse leggermente, dolcemente e, quasi subito, senti’ che le resistenze di quei muscoli stavano cedendo, si rilassavano.Spinse ancora un po’, entro’ quasi improvvisamente: "Ahi … che male … fai piano … mi fa male …" gemette lei, quasi con un urlo soffocato, ma di cui lui colse tutto il dolore che la ragazza stava provando in quel momento "… i stai squarciando … mi spacchi tutta …. ahi … che male ….".Preoccupato, estrasse il cazzo dal culo: "… no, … adesso che sei …. entrato … non toglierlo …. mettimelo di nuovo dentro, …. ma … fa piano … dai … mettimelo … dentro …. in culo … dai … piano … si … dai …".Lui ritento’ l’esperimento, senti’ che stava ancora provando dolore, cerco’ di fare con quanta piu’ delicatezza potesse, si mosse lentamente, spingendo il cazzo nel culo della ragazza: "… ahi … che male … mi … stai rompendo … mi stai rompendo … il culo … mi fai male … ahi … pero’ … che … sensazione … e’ bello … si … uhm … uhm … non smettere … adesso … comincio a ..sentire … piacere … si … dai … uh …."Lei mugolava, si agitava, fremeva, muoveva il suo corpo meraviglioso, soprattutto il suo bacino con quel culo fantastico che il cazzo stava penetrando, quasi a favorire la penetrazione, a facilitare ogni colpo a fondo, ad accogliere tutte le sensazioni: "… uhm .. si … ahi … che …male … che bello .. si … non smettere … si … ancora … dai .. uhm … piu’ a fondo …. piu’ dentro …. dai …. che bello …. che male …. ahi … si … uhm ….".Lui continuava ed accelerava progressivamente la sua inculata: "Voglio che mi sborri … in culo .. uhm … si … dai … riempii di sperma … nel culo … fammi provare … uhm … si … dai … vienimi .. dentro … in culo …".Lui sussulto’, si scosse, getto’ fiotti di sperma, con colpi ripetuti: "… uhm .. si … uhm … che bello .. sei venuto … i sei venuto … dentro … in culo … che bello … uhm…. si …".Si accasciarono sulla coperta, l’uno di fianco all’altra, ascoltando i rumori della notte nel bosco.Lei gli prese una mano, gliela strinse, quasi un segno di vicinanza, di complicita’, di presenza.Lui le fece cenno di andare, si alzarono, raccogliendo la coperta.Giunti alla macchina, ripresero gli indumenti e si rivestirono, quasi di malavoglia.Tornarono verso la citta’, senza parlare, lei gli teneva la mano teneramente, facendo in modo da non arrecargli disturbo nella guida."Ci facciamo una birra? Ho … sete …" propose lui, lei acconsenti’ dicendo di avere anch’essa sete, aggiungendo, complice: "… forse perche’ non ho bevuto … non … ti ho bevuto … ma, forse, se … ti avessi bevuto … avrei ancora piu’ bisogno di una birra …"Trovarono un pub ancora aperto a quell’ora, si fermarono: era pieno di giovani, bevevano, parlavano, fumavano.Non trovando posto, presero una birra al banco, bevendola d’un sorso.Si guardarono.Lei sorrideva con un sorriso strano, gli occhi sembravano annebbiati, con un velo lucido, opalescente: era bellissima.Uscendo noto’ che camminava incerta, forse le doleva da qualche parte.La riaccompagno’ a casa.La saluto’ con un bacio, sulla bocca, a labbra chiuse.Lei scese, fece per allontanarsi, si fermo’ con un attimo di indecisione, torno’ indietro: lui abbasso’ il finestrino."Domani sera … alla stessa ora … non occorre che mi telefoni prima: ti aspetto, senz’altro … ci conto … Ciao ", sorrise, si allontano’.Camminando incerta.All’ora concordata, ando’ a prenderla.Lei lo fece entrare, dicendogli: "E’ venuta a trovarmi Clara, un’amica, vieni, te la presento … i miei genitori dovranno uscire, .. dopo ", soggiunse, quasi come si trattasse di un’indicazione casuale.Indossava un maglione ampio, pur se leggero ed un paio di jeans.Lo fece accomodare in salotto, presentandogli Clara: era una ragazza dai capelli biondi e lisci, visivamente sua coetanea, portava un vestito stretto, fasciante, molto corto, chiuso sulla schiena da una lunga cerniera, con un’ampia scollatura sul davanti che consentiva di apprezzare due seni rigogliosi che, stretti nel vestito, segnavano un solco evidente, portava delle calze a rete, con la riga posteriore.Gli offri’ qualcosa, misero della musica sullo stereo, e lei non faceva cenno all’ipotesi di uscire.Lui era seduto su una poltrona, giusto di fronte a Clara, che aveva le gambe accavallate, in una posizione che permetteva di cogliere la parte superiore delle calze a rete, da cui poteva immaginare fossero delle autoreggenti, quanto meno non cogliendo segni di reggicalze, indumento per altro ormai abbastanza raro nell’uso comune.Ma poteva anche trattarsi di collant opportunamente decorati nella parte alta della coscia.Quando Clara ebbe l’occasione di muoversi, mutando posizione ed allineando le gambe, ebbe la certezza che si trattava di calze autoreggenti, in quanto aveva avuto modo di cogliere il bianco della pelle, immediatamente sopra le calze.Lei stava raccontando delle loro esperienze al liceo, quando i genitori entrarono nel salotto, per salutare prima di uscire.Senti’ che la porta dell’ingresso si chiudeva.Lei continuava a parlare dei tempi del liceo: "Non hai idea di quante ne abbiamo fatte …" preciso’ rivolgendosi a lui e continuo’: "… ma i ragazzi non erano un gran che’, mancavano di iniziativa, non erano creativi, mentre, al contrario, noi ragazze eravamo piu’ … mature …", si giro’ verso Clara, proseguendo: "… Ti ricordi quella volta, … nei bagni della palestra… quando ti ho leccato le tette e Cinzia mi toccava la fica …?".Lui non si aspettava quelle confidenze, pensava ancora che il programma della serata fosse di andare al cinema dopo avere congedato Clara, che gli appariva come un’intrusa, e, magari, di fermarsi da qualche parte, dopo il cinema.La sua uscita lo stupi’, non reagi’, era del tutto impreparato."Si ricordo …" intervenne Clara: "… ma anch’io toccavo i seni a Cinzia: erano grandi e aveva i capezzoli duri …" dicendo questo, apparentemente in modo del tutto casuale, divarico’ leggermente le gambe e lui, proprio di fronte, pote’ vedere il nero degli slip, dal momento che il vestito, corto, era abbondantemente alto sulle cosce, anche per il fatto di stare seduta sul divano.Quelle gambe, in quella posizione leggermente aperta non solo gli consentivano di vedere gli slip neri, ma confermarono il tipo di calze che portava."Non so se Cinzia avesse i seni come i miei o se fossero piu’ piccoli …" Lei si era alzata e posta a sedere sul divano, accanto a Clara."Me li ricordo benissimo …" disse "… li confrontiamo … cosi’ anche lui … potra’ giudicare" e con cio’ passo’ un braccio sulla schiena di Clara, che si piego’ leggermente con il torso, volgendole in parte la schiena.Lei, con entrambe le mani, armeggio’ con la cerniera, abbassandola.Anche questo gesto lo sorprese e, quando vide che lei aveva abbassata quasi tutta la cerniera dell’amica prese a realizzare che il programma di andare al cinema poteva essere realizzato un altro giorno.All’improvviso si rese conto della schiena nuda di Clara, si coglieva come non portasse il reggiseno, la schiena era bianca, priva di abbronzatura.Clara riprese la posizione precedente e, con un solo gesto, si sfilo’ sul davanti il vestito dalle maniche, lasciandolo cadere all’altezza della vita ed appoggiandosi allo schienale del divano.Era a torso nudo, i seni erano grandi, senza essere esagerati, ma sodi, carnosi, fantastici, i capezzoli erano circondati da due aureole di notevole diametro.Lui non sapeva piu’ cosa dire o fare.Lei prese i seni dell’amica con le mani e comincio’ a toccarli: "… i tuoi sono piu’ grandi di quelli di Cinzia …." e, facendo questo, scivolo’ dal divano ponendosi davanti all’amica, iniziando a leccarle i seni, leggermente accucciata.Il suo culo, fasciato dai jeans, era bello, promettente, li’ sospeso.Clara lasciava fare, la sua testa era reclinata all’indietro, teneva le palpebre abbassate, stringeva le labbra., fremeva appena a quella leccata sui seni che lei le stava praticando.Poi la scosto’: "… dai, non siamo sole … c’e’ anche lui … poverino, l’abbiamo … abbandonato …"."Si, hai ragione … in fondo, ti ho chiamata proprio … perche’ lo provassimo ….".Solo allora lui si rese conto che la presenza di Clara non era accidentale, che le, o tutte e due, avevano programmato quell’incontro, in modo che prendesse quella piega.Non gli dispiacque, accetto’ con gioia l’idea che quella scena gli aveva fatto balenare, si alzo’ avvicinandosi alle due amiche.Lei smise di leccare i seni a Clara, era ancora accucciata davanti al divano, si volto’: il suo volto era quasi all’altezza dei pantaloni di lui, alzo’ le braccia e lo abbraccio’ da quella posizione, stringendogli le chiappe tra le braccia e poggiando la sua testa sui pantaloni, cogliendo come il cazzo di lui stesse gia’ assumendo consistenza.Giro’ la testa, bacio’ i pantaloni."Faccio io …" disse Clara e, presolo per una mano, lo attiro’ a se’, iniziando a slacciare la cintura e, quindi, i pantaloni.Lei, alzatasi, di fronte a lui, si sfilo’ dalla testa il maglione che portava: anche lei non aveva il reggiseno, e, mentre Clara completava il suo lavoro sui pantaloni, slaccio’ i propri jeans, togliendoseli e rimanendo con un tanga di colore rosso.Durante queste operazioni, lui cooperava provvedendo ad aprirsi la camicia.In breve, lei rimase solo con il tanga, lui con gli slip su cui il cazzo premeva e gia’ aveva segnato una macchia di umidita’, entrambi in piedi, vicino al divano.Clara alzo’ il bacino, liberandosi del vestito, lanciandolo sul tappeto.Lei prese gli slip di lui ai fianchi, e li abbasso’ con un gesto dolce.Lui le afferro’ i seni, massaggiandoli.Clara si impossesso’ del cazzo con un mano, traendolo verso la propria bocca che vi si dischiuse attorno.Lei si mise dietro a lui e prese a toccargli i coglioni, passandogli una mano da dietro, rigandoli con le unghie, si chino’ e lo bacio’ su una chiappa.Senza accorgersene scivolo’ sul divano, Clara non aveva mollato la presa con la bocca, ma si era spostata di traverso, alzando il bacino.Lei prese a baciare i capezzoli di lui, massaggiandone il petto con le mani.Poi si dedico’ all’amica, toccandole ancora i seni, scendendo con le mani lungo i fianchi, fino ad arrivare alla rotondita’ delle chiappe, su cui le sue unghie fecero sentire la loro consistenza.Cambiarono posizione e solo allora lui pote’ vedere come gli slip neri di Clara, pur nella limitatezza delle loro dimensioni, avessero anche il pregio di essere trasparenti, lasciando intravedere i folti peli del pube, ma anche un accenno di fessura.La cosa lo eccito’ ancora di piu’.Si rivolse verso di lei e ricambio’ la cortesia che gli aveva fatto togliendole il tanga: la fica nera di lei, con i peli lisci ed appena ondulati era ora alla sua vista e la poteva apprezzare in tutta la sua bellezza: la sera precedente l’oscurita’ non aveva consentito piu’ di tanto tale visione.Clara era ancora quella che era maggiormente "vestita", ma aveva allargato le gambe e scostato da un lato il bordo degli slip, esibendo la fica.Lui le si avvicino’, prese a toglierle gli slip, lei alzo’ il bacino per consentirgli l’operazione e cosi’ rimase unicamente con le calze a rete autoreggenti, che lui si guardo’ bene dal togliere.In breve, furono tutti e tre sul divano, lui in mezzo, le due ragazze presero a massaggiargli il petto, poi la ano di lei scese verso il pube, giocherello’ con i peli, giunse ai coglioni e risali’ afferrandogli il cazzo e avviando una lenta, lentissima sega.Clara si alzo’, ponendosi davanti a lui, mostrandogli la fica avanti agli occhi, con le mani l’allargo’ in modo che lui la potesse vedere bene, quindi si calo’ su di lui, sul suo cazzo.Lei diresse il cazzo che teneva in mano dentro la fica di Clara.Senti’ sul cazzo l’umidita’ della fica di Clara, senti’ una leggera resistenza, poi entro’ dentro di lei.Anzi, era stata Clara a farselo entrare in fica.Inizio’ a muoversi, su e giu’ stando a cavalcioni.Lei dapprima si dedico’ al petto di lui con le mani, poi a quello di Clara baciandolo, leccandolo, mordicchiandole i capezzoli."Adesso tocca a me, … ne voglio anch’io … lo voglio ….".Clara si tolse dalla posizione, non senza prima di essersi assaporata alcuni altri momenti di quella penetrazione.Lui si volse con il cazzo bagnato degli umori della fica di Clara, lei si distese preparandosi a prenderlo nella fica.Le fu sopra, prese il cazzo con la mano, lo strofino’ sul clitoride, poi tra le labbra e, infine, spinse avanti le reni per entrare in lei, che spingeva in avanti il bacino per riceverlo il piu’ a fondo possibile.Immediatamente, ebbe la sensazione di una leggera resistenza, che cedette subito e la fica ingoio’ quel cazzo fradicio che stava entrando in lei.Presero a muoversi, subito in sintonia, pieni di voglia reciproca.Lui senti’ una mano toccargli i coglioni, un’unghia segnarli e, subito dopo, due mani che gli allargavano le chiappe: Clara aveva preso a leccargli il culo, la lingua si muoveva lungo il solco, fino a che’ non giunse all’ano: la lingua roteava attorno all’ano, cerco’ quasi di penetrarlo, trovando un’istintiva resistenza.Per un momento lui non percepi’ altro, come se Clara avesse smesso.Fu per pochissimo, dal momento che Clara, trovando resistenza alla lingua, aveva pensato di sostituirla con un dito, e con questo cercava di penetrarlo nel culo, nel mentre che stava scopando l’altra.Il suo culo reagi’, oppose ancora resistenza, ma Clara non desistette forzandogli il culo col il dito.Una volta che il dito riusci’ a penetrare nel culo, prese a muoverlo, girandolo, cercando sulle pareti del retto, anche se con maggiore attenzione per quelle sulla parte anteriore.Non aveva mai provato le sensazioni voluttuose che stava vivendo, il cazzo nella fica stretta, calda, elastica, stringente di lei e un dito nel culo da parte di Clara.Colse che lei avesse intenzione di cambiare, di trovare altre posizioni, di fare altri giochi e, con calma, fece in modo di lasciare che il cazzo uscisse dalla sua fica."Wow … e’ bellissimo …" poi, rivolgendosi a lui, "Ti piace Clara? Magari, pensavi che ci avrebbe … guastato la serata … o, no? …" Non lo lascio’ replicare, proseguendo: "… Ho pensato che ti sarebbe piaciuta la sorpresa … Sai, a me piace … farlo … in tre, magari anche di piu’ … e’ bello essere amici … affiatati …adesso, leccami … la fica, fammi sentire la lingua … fammi impazzire …."Lui comincio’ a leccarla, intensamente, la sentiva fremere, agitarsi tutta sotto quella leccata.Clara lo guido’, spostandogli in bacino cosi’ che assumesse la postura di impegnarsi in un sessantanove e, quando furono in quella posizione, disse, rivolgendosi a lei: "Mi raccomando, ti prego … non succhiarmelo tutto, non farlo finire … prima … sai che lo voglio … nel culo ….voglio vedere se e’ vero che e’ cosi’ … bello …."Lei annui’ appena, mugugnando con il cazzo in bocca.Quando smisero, lei scivolo’ dal divano accomodandosi sul tappeto del pavimento, con un braccio gli avvolse le gambe: "Sai … ho raccontato a Clara che … me l’hai messo nel … culo … Spero, non ti dispiaccia … lei non l’ha mai fatto … ancora e … vorrebbe … provare … cosi’ .. per vedere che cosa si prova … Ti va … di farlo? … Saresti il primo che la incula …"Lui rispose con una battuta: "Sei … indiscreta …"Clara era stata in silenzio, ma non aveva smesso di muovere le proprie mani sul corpo di lui."Vuoi che … proviamo … adesso", chiese Clara."Pero’ … fai piano … e’ la prima … volta … veramente … ma lei mi ha detto che … sei bravo …"Si rigiro’, lasciando scendere le gambe dal divano, alzando il bacino ed esibendolo, lui si pose alle sue spalle, indirizzando il cazzo verso il culo di Clara, allargandole le chiappe con le mani, delicatamente.Quando appoggio’ il cazzo sull’ano che le offriva, senti’ una forte resistenza, senti’ che i muscoli di lei cercavano di opporsi a quella pressione, si insalivo’ abbondantemente un dito e lo porto’ sull’ano di Clara, umettandolo.Il fresco della saliva ebbe l’effetto di allentare la tensione e spinse in avanti il bacino e il cazzo, che entro’ abbastanza presto.La senti’ mugolare, lanciare un breve urlo intenso, di dolore, si mosse dolcemente per limitare al massimo ogni possibilita’ di arrecarle dolore.Clara si agitava, ben presto prese a muovere il bacino per facilitare la penetrazione, trovarono un’assonanza nei movimenti.Mentre stava inculando Clara, sentendo la sua partecipazione e percependo come il dolore che quel suo cazzo nel culo di lei le poteva provocare venisse sempre piu’ sommerso dalle sensazioni di piacere e di lussuria, senti’ che lei gli stava aprendo le chiappe.Pensava che lo volesse leccare, come aveva fatto Clara e cerco’ di facilitare la cosa: se non che’ senti’ un oggetto freddo, metallico premere sul suo ano, subito dopo un rumore come di un motorino elettrico e l’oggetto metallico vibrare sul suo ano.Quelle vibrazioni gli diedero una sensazione strana, nuova e, quasi senza rendersene conto, il suo ano fu allargato dall’oggetto metallico che vibrava, si senti’ riempito dall’oggetto rigido, inelastico, senti’ un profondo dolore acuto, una specie di lacerazione ai muscoli rettali, a cui reagi’ spingendo piu’ a fondo il cazzo nel culo di Clara.Lei lo stava inculando con un vibratore, mentre lui inculava Clara.Fu pervaso da sensazioni crescenti, di dolore, ma il dolore si mescolava alle sensazioni di piacere, che prendevano a tratti il sopravvento.Non resistette e sborro’ nella fica, a fiotti, convulsamente, piu’ volte, sempre con il vibratore infilato nel culo, che lei roteava lentamente e spingeva avanti ed indietro.Accorgendosi che stava sborrando, lei spinse ancora piu’ a fondo, con forza, senza piu’ curarsi se lui provasse dolore o piacere, forse cercando proprio di procurargli dolore.Lui si sentiva schiantare, era pervaso da scariche che gli arrivavano al cervello e scendevano fino agli alluci, nei piedi.Si accasciarono l’uno sopra l’altra e lei sopra i due.Si guardarono reciprocamente, sorrisero, rimasero ancora per un po’ in silenzio, ascoltando la musica di sottofondo dello stereo."E’ stato … bello … subito ha fatto male …, ma poi …. Penso che lo rifaro’ ancora …. se tu vuoi …"Stettero ancora cosi’, abbracciati tutti e tre."Ed a te e’ piaciuto … prenderlo … E’ vero, era solo un vibratore … un cazzo sarebbe stato … meglio … a qui c’e’ solo … il tuo, di cazzi …." disse lei, prendendoglielo in mano ed accarezzandolo delicatamente, pur se adesso era del tutto privo di ogni consistenza."Oh, com’e’ piccolino … adesso … nessuno lo riconoscerebbe piu’ … nessuno direbbe che prima era quel cazzo … meraviglioso …"Lei propose una doccia.Entrarono tutti e tre assieme nella doccia, si insaponarono a vicenda, si lavarono con cura, reciprocamente, facendo particolare attenzione ai loro sessi, alle fiche, al cazzo, ai seni, si unirono un una serie di baci in bocca in cui le lingue si incrociavano e la saliva si mescolava all’acqua della doccia e al bagno schiuma.Fu un gioco bellissimo che duro’ un’infinita’.Si asciugarono con lo stesso asciugamano, usciti dalla doccia ritornarono nel salotto, si rivestirono, notando che lei non reindossava il tanga, infilando i ruvidi jeans sul corpo nudo e ponendosi il tanga minuscolo in una delle tasche; anche Clara aveva indossato il vestito senza rimettere gli slip, che aveva riposti nella borsetta.Lei offri’ qualcosa da bere, cambio’ il CD sullo stereo e ripresero a parlare, come se non avessero fatto altro per tutta la serata.Ad un certo punto, lei disse: "Sai Clara rimane a dormire qui questa notte … con me …" Lo disse con un’aria complice, lasciando sotto intendere altre aspettative "Purtroppo, i miei torneranno, anche se tardi … per cui non e’ possibile fare quello che … vorrei …"Riprese a parlare di altro, mentre Clara l’osservava con uno sguardo spento, come se un velo di nebbia le coprisse gli occhi, ma con un’aria grata, beata, appagata."Perche’ non organizziamo qualcosa … con degli … amici, magari un fine settimana … conosco un’amica che ha una casa in montagna …. Si chiama … Cinzia … Ah, si … te ne abbiamo gia’ parlato … Se vuoi, potresti portare qualche tuo amico …"Sentirono la chiave girare nella serratura e delle voci in ingresso.Dopo un po’ si congedo’, uscendo le disse: "Buona notte … ti telefono … anche … per la gita in … montagna …""Va bene, ma non metterci tanto … i programmi, quando vengono rinviati troppo, poi non si fanno piu’. … Buona notte"E gli diede un bacio sulle guance.Tornando a casa, ripensava a lei, a Clara sua ospite …. immagino’ …Poi i suoi pensieri si occuparono di cercare amici … amanti della montagna ….
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