Cinzia si offerse di uscire per alcune piccole spese, Carlo si offerse di accompagnarla e, rivestitisi, uscironoGli altri rimasero distesi sul grande letto, nudi, senza fare cenno di sorta di rivestirsi, ma neppure pensando di farlo.Rimasero cosi’ a riposare, cogliendo tutta la bellezza di quella situazione, quel senso di profonda appagatezza, di pienezza di un rapporto interpersonale senza limiti, rilassato, partecipe, vivo.Carlo e Cinzia tornarono abbastanza presto, depositando le borse della spesa sul tavolo nella cucina, Carlo si affaccio’ alla porta e, vedendoli, distesi e rilassati sul grande letto, li incito’ scherzosamente a darsi da fare.Era ancora presto per apprestarsi a preparare il pranzo.Lei si alzo’, venne verso Carlo, superandolo sulla porta e dandogli una strizzata nel mezzo dei jeans, cui lui rispose con una carezza sulle chiappe, prese del succo di frutta e lo verso’ in un bicchiere, che bevve in un fiato.Aiuto’ Cinzia a riporre quanto aveva comperato.Non appena ebbero finito, lei abbraccio’ Cinzia da dietro, stringendola e passandole le mani sui seni, toccando avidamente la stoffa del maglione, baciandola sul collo ed in prossimita’ delle orecchie: Cinzia ricambio’ volgendo all’indietro la testa e baciandola sulla bocca, intrecciando la propria lingua a quella di lei.La mano di lei scese infilandosi nei pantaloni, poi, sentendo quanto fossero stretti, fece in modo di slacciarli e abbassarne la cerniera.La mano si infilo’ sotto gli slip, raggiungendo immediatamente i peli del pube, solleticandoli, strusciando un dito sul clitoride.Cinzia si dimenava nel sentire quella mano e quelle dita toccarle la fica, ma non voleva cessare quel bacio profondo, perche’ quell’incrociarsi delle lingue, quello scambio delle salive le procurava fremiti e sensazioni intense, corticali, elettrizzanti.Carlo le guardava ammirato, sentiva il cazzo reagire, crescere dentro gli slip, spingere sulla stoffa, inumidirsi.La scena era fantastica e lo divenne ancora di piu’ quando lei, inserendo una mano sotto al maglione, lo alzo’ alla ascelle, scoprendo i seni di Cinzia, che non aveva indossato reggiseno di sorta.Con la mano le solleticava un seno, le dita giravano attorno al capezzolo, stimolandolo con le unghie.Carlo, distogliendo lo sguardo dalle due nella cucina, si rivolse verso la camera, dove stava lui, Luigi e Clara, nel mezzo.Erano distesi sul letto, in posizione di rilassamento, Clara accarezzava il ventre e le cosce ad entrambi.Quando si accorse della presenza di Carlo, muto’ attenzione e le sue mani si dedicarono ai cazzi dei due, mosci, teneri, di dimensioni pressoche’ microscopiche, anche come risultato delle prestazioni effettuate subito dopo la colazione.Era abbastanza difficile per quelle mani afferrare i due peni, dato che la loro inconsistenza li faceva sfuggire alla presa.Carlo si avvicino’ aprendosi i pantaloni nel breve tratto e lasciandoli scendere lungo le cosce: arrivo’ al letto con i pantaloni alle ginocchia.Si tolse la camicia, si sfilo’ le scarpe e tolse del tutto i pantaloni.Fece altrettanto con gli slip, si inginocchio’ portando la sua bocca sulla fica di Clara, prendendo a leccarla, sentendo subito che fremeva sotto il tocco della lingua.Con le mani la teneva sui fianchi, Clara fece in modo che una delle mani di Carlo si spostasse verso il cazzo di lui, cosi’ che ben presto Carlo si trovo’ a tentare una sega al cazzo di lui, che appena cominciava a prendere una certa consistenza, seppure ancora debolmente.Ad un certo punto Carlo senti’ che Clara gli stava prendendo la testa tra le mani, lo scostava dalla propria fica, indirizzandolo verso il cazzo di Luigi, cosi’ che si trovo’ ad averlo in prossimita’ della bocca: Clara voleva che lui succhiasse quel cazzo, cosa che fece senza particolare resistenza, tanto il clima dell’ambiente era surriscaldato, da fare venire meno molte distingo, che, in altre situazioni, sarebbero state di vero ostacolo.Del resto, il trenino tra i maschi della serata era gia’ stato un primo passo verso questa piena liberta’ reciproca e non si era certo trattato di un passo di poco conto per nessuno dei tre partecipanti.Era potuto accadere, forse, solo per la fattiva partecipazione delle tre ragazze, per la loro capacita’ di metterli a loro agio e, parimenti, di eccitarli al punto di fargli accettare qualsiasi novita’, anche quelle meno tradizionali.Il cazzo di Luigi reagiva positivamente alla bocca di Carlo, contemporaneamente impegnato, con una delle mani, a praticare una sega a lui, reagiva alla lingua che gli cercava la punta del cazzo ed, in breve, Carlo si trovo’ la bocca piena del cazzo di Luigi oramai del tutto inturgidito e ben eretto.Clara era sostanzialmente sotto al corpo di Carlo e si stava toccando i seni, lui, anzi il suo cazzo, stava crescendo progressivamente sotto la sega che gli stava delicatamente praticando Carlo, ma fece in modo di raggiungere con la bocca i seni di Clara, prima quello piu’ prossimo, dedicandosi ad eccitarlo passandovi la lingua, circondando il capezzolo, mordicchiandolo teneramente, facendo in modo che la saliva lo bagnasse quanto piu’ possibile, poi leccandosi la saliva, trattamento cui Clara rispondeva con fremiti e porgendo il seno per facilitare le leccate di cui era oggetto."… Non vi si puo’ lasciare soli … un momento …" disse lei scherzosamente, affacciandosi sulla porta.Era ancora nuda, come del resto gli altri.Alle sue spalle, Cinzia con il maglione arrotolato alle ascelle, i pantaloni alle ginocchia, e gli slip a meta’ coscia.Nella nudita’ quasi generale degli ospiti di quella casa, lei, avendo addosso, si fa per dire, alcuni indumenti ed in quella postura, era la piu’ indecente, la piu’ eccitante, quella che diede a lui la maggiore carica.Allargo’ leggermente le gambe, gli slip si trovarono tesi tra le due cosce leggermente divaricate, e prese a toccarsi la fica con una mano.Lei l’aiuto’ a togliersi definitivamente il maglione, poi si inginocchio’ di fronte a lei per sfilarle del tutto i pantaloni, poi gli slip, non senza aiutarla, con la mano, nel toccarsi la fica.Senza alzarsi, l’abbraccio’ attorno alle natiche, stringendola e spingendo il proprio viso verso la fica di Cinzia.Improvvisamente, si rialzo’ ed ando’ in cucina, tornando immediatamente con una carota, sedette su uno dei comodini, ponendosi di fronte agli altri, si allargo’ con la mano destra la fica, vi passo’ due dita sopra per un veloce ditalino preparatorio e, decisa, si introdusse la carota nella fica, protendendo in avanti il bacino, oscenamente, per consentire agli altri la migliore visione possibile: "… qualcuno gradisce … sgranocchiare una … carota?", chiese in quella posizione, con la fica del tutto aperta e pulsante.Nell’attendere una risposta, si muoveva la carota avanti ed indietro, dentro la fica, ogni tanto ruotandola.Lui, abbandonando i sensi di Clara, le si avvicino’, prese la carota con la bocca, la strinse tra i denti e comincio’ a ripetere i movimenti di penetrazione e, in parte, di rotazione che lei prima faceva da sola con la mano.Di fatto, la stava scopando per tramite della carota, con la carota lui in bocca, lei nella fica.Fu Cinzia a passare le proprie attenzioni ai seni di lei, che si appoggiava sul comodino con le braccia tenendo il busto inclinato all’indietro, per esibire al massimo la sua fica, con la carota che la penetrava, succedaneo vegetale del cazzo, seppure di dimensioni decisamente inferiori.Dopo un po’, lui prese a sgranocchiare la carota, riducendone la lunghezza, fino al punto che la sua bocca arrivo’ alla fica di lei, lasciando un pezzo di carota totalmente dentro alla fica.La lingua di lui sul clitoride, sulle grandi labbra, nel solco della fica la eccitava moltissimo, ma anche la sensazione dura del pezzo di carota rimasta dentro la fica contribuiva ad innalzare il livello di eccitazione di lei.Alla fine, ne scosto’ la testa e, con una mano, si infilo’ nella fica, afferrando il pezzo di carota rimasto dentro, l’estrasse lentamente, mugugnando per il piacere, se lo porto’ alla bocca e mangio’ quanto rimaneva della carota.Carlo aveva assistito alla scena, di traverso, continuando a spompare il cazzo di Luigi, ma anche lui aveva potuto godersi quella vista, eccitandosi sempre di piu’.Clara chiese anche lei una razione di ortaggi, Cinzia l’accontento’ andando a prendere un cetriolo, di buona consistenza, anche se di dimensioni inferiori a quelle di un cazzo."… Dove lo vuoi? …"Clara non rispose, ma si pose a carponi, prima girandosi su di un fianco, poi liberandosi del corpo di Carlo, che in parte la sovrastava.Era evidente, dalla posizione assunta, che lo gradisse nel culo.Cinzia, avvicinatasi a Clara, le divarico’ piano piano le natiche, prese a solleticarle l’ano con un dito, poi vi appoggio’ il cetriolo, vendendo il buchetto stringersi quasi in una reazione di resistenza.Lo ruoto’ piano attorno all’orifizio, spinse lentamente e gradualmente, ma il culo di Clara continuava a fare resistenza, cosi’ si umetto’ di saliva un dito e lo passo’ sull’ano, poi riappoggio’ il cetriolo, ripetendo le operazioni di prima.Infine, spinse con decisione, ma senza violenza, e l’ortaggio entro’, seppure di poco.Clara si lascio’ andare ad un breve grido, subito tradotto in mugugno di piacere, Cinzia spinse ancora di piu’ e, nel frattempo, Luigi si era infilato sotto a Clara, avvicinando la bocca alla fica e dedicandosi ai seni con le mani, ma in modo da non sottrarsi al pompino che ancora gli stava praticando Carlo.Cinzia spingeva il cetriolo nel culo di Clara, lo ruotava, lo spingeva in avanti in modo da farlo entrare piu’ a fondo, la lingua di Luigi le leccava velocemente ed intensamente la fica, le sue mani le torturavano benignamente i seni, lei sali’ sul letto mettendo la fica davanti al viso di Clara, per farsela leccare.Lui si avvicino’ a Cinzia, per osservare da vicino il modo in cui stava inculando Clara con il cetriolo e, sovrapponendo una mano alla sua, l’aiuto’ in quell’operazione.Clara agitava il bacino, scuoteva il culo, leccava la fica di lei ed era leccata nella fica da Luigi, che continuava ad avere il cazzo infilato nella bocca di Carlo, il quale aveva preso ad accelerare i tempi del pompino.Cinzia riusci’ ad infilare bene a fondo il cetriolo nel culo di Clara, che, smettendo per un momento di leccare la fica di lei: "… uhm … si … dai … a fondo … mi sfondi …. uhm … si …" e la incitava.Cinzia accelero’ i movimenti, la spinta divenne un avanti ed indietro, per un momento estrasse del tutto il cetriolo, poi lo spinse, con maggiore decisione, nuovamente nel culo di Clara, quasi a voler farle male, ma, in realta’ voleva solo accrescere le sue sensazioni.Quando l’ebbe infilato del tutto e le sembro’ non potesse essere spinto oltre, inizio’ a far ruotare il cetriolo dentro il culo di Clara: "… uhm … si .. cosi’ …. dai … ancora …" implorava Clara, cessando, di tanto in tanto, di leccare la fica di lei.Venne sussultando, scuotendosi tutta, rilasciando umori liquidi dalla fica, che scesero sulla bocca di Luigi, lungo il suo mento.Scuotendosi il culo si stringeva, a colpi, attorno al cetriolo, ma Cinzia insisteva nel muoverlo, quasi a contrastare quelle strette di culo, che pero’ la bloccavano, cosi’ che approfittava di ogni momento di rilassatezza per farlo.Quando Clara si accascio’ su di un fianco con l’aria apparentemente stremata da quell’inculata vegetale, dalla leccata di fica subita e dalla leccata portata alla fica di lei, aveva ancora il cetriolo infilato nel culo.Lui fece per estrarlo: "… no, aspetta … lascialo li’ … ancora un po’ …" chiese sommessamente Clara, cosi’ che desistette, ma subito prese a muoverlo, molto lentamente, come formando un cono la cui punta era data dal cetriolo nella posizione in cui si trovava, per una buona parte infilato nell’orifizio.Contemporaneamente, con l’altra mano lui le stava frizionando le natiche, scendendo, di tanto in tanto, lungo la coscia."… uhm … uhm … si … siiii … uhm " rispondeva Clara a quei movimenti, lenti, precisi, costanti.Tutto duro’ fino a che’ il cetriolo non fuoriusci’ quasi spontaneamente dal culo di Clara.Luigi non era ancora venuto e Carlo, oramai, stava sentendo irrigidirsi le mandibole, da troppo tempo aperte su quel cazzo, cosi’ che decise di smettere, passando ad una sega decisa, veloce, quasi violenta; Luigi reagi’ bene e, dopo non lunghissimo tempo, se ne venne sborrando violentemente con sussulti inenarrabili, quasi urlando per il godimento che stava provando e inondando di sperma i capelli di Carlo, in parte anche la sua faccia.Lei si avvicino’ immediatamente a Carlo e prese a pulirgli il viso dalla sborra di Luigi con grandi leccate, intense, decise, vogliose, non trascurando l’occasione di baciarlo, mescolando le lingue, le salive, lo sperma.Decisero che era ormai il momento di preparare il pranzo e cominciarono a darsi da fare allegramente in compagnia.Lui era abbastanza buffo avendo indossato un grembiule da cucina sul corpo nudo, con il cazzo che si percepiva pressoche’ in erezione in mezzo alla parte inferiore del grembiule.Pranzarono con gusto, allegramente, chiacchierando, raccontandosi barzellette, talora anche un po’ sconce, bevettero del vino, ma non molto.Qualcuno propose una partita a carte, ma altri saggiamente suggerirono che era meglio un pisolino … per digerire, cosi’, dopo il caffe’, erano tutti di nuovo promiscuamente distesi sul maxi letto, alla rifusa, tutti e sei sempre interamente nudi.Stavano li’ distesi, rilassandosi beatamente, in tranquillita’ ed in pace, fin che’ lei si alzo’, andando in bagno a pisciare e tornando quasi subito, ridistendendosi sul mucchio."Non mi sono asciugata …" commento’, come parlando a se’ stessa.Cinzia le si avvicino’ e inizio’ a leccarle i peli del pube, anche Clara si avvicino’ alle due amiche ed, in breve, aveva costituito un triangolo in cui la testa di una era immersa nella fica dell’altra: come un sessantanove, ma a tre.I maschi si sollevarono quanto bastava e stettero ad assistere allo spettacolo, toccandosi i cazzi, abbastanza stremati, ma che avrebbero ben voluto erigersi, se non altro per effetto di quel triangolo.Cinzia, smettendo solo per un attimo la sua leccata di fica: "Perche’ non ci inculate … finche’ noi continuiamo a leccarci le fiche?" propose.La proposta fu di gradimento generale, tanto che le tre si misero su un fianco, alzando la gamba superiore per consentire all’altra di leccare e i maschi si disposero alle loro spalle, portando i loro cazzi all’altezza degli ani delle tre.Non vi fu alcun criterio di scelta della donna da inculare, tutto avvenne con la massima casualita’.In breve i cazzi puntavano ciascuno ad un culo, nessuno dei quali presento’ particolari reazioni di resistenza, forse anche per il trattamento di lingua che le rispettive fiche stavano subendo ed entrarono, facendosi strada tra i muscoli rettali.Di fianco, tutti e tre cominciarono a pompare, con un movimento in avanti ed indietro, salva l’attenzione a non lasciare fuoriuscire il cazzo dal culo, agitando il bacino.Le tre donne fremevano al trattamento congiunto delle lingue sulle fiche e dei cazzi nel culo, i loro culi e tutti i loro corpi erano coinvolti in quella azione, tutti e sei erano stretti nell’abbraccio di carni, di corpi, di sessi.Continuarono per un tempo infinito, dato che ormai i maschi avevano ben poca sborra da scaricare nei culi dove avevano infilato i propri cazzi, ma l’eccitazione del gruppo, della scena era tale da fargli tenere rigido e duro il cazzo, anche se stanco e provato.In fondo, era sostanzialmente dal pomeriggio precedente che erano impegnati, tutti e sei, in quell’incontro, che, con linguaggio sportivo, poteva essere definito di … fondo.E, in quel momento, il termine era ancora piu’ adatto se si considera che il … fondo … e’ talora sinonimo proprio di quella parte del corpo in cui i maschi avevano, tutti, infilato il proprio cazzo.Smisero solo quanto sentirono che proprio non ce la facevano piu’, rilassandosi stanchi, a fianco l’uno dell’altra, in mucchio.Si appisolarono dolcemente nel pomeriggio, esito sia dei fenomeni post prandiali, sia dell’inculata a triangolo, delle leccate a triangolo, dello stare assieme tutti e sei, felicemente e liberamente.La prima a svegliarsi fu Clara, nel pomeriggio, e chiamo’ gli altri, proponendo di uscire a fare quattro passi.Lei disse che avrebbe preferito rimanere, magari fare un pompino a qualcuno, ma anche Cinzia aderi’ all’idea di fare una breve camminata, cosi’ si rivestirono, pigramente, ed uscirono.Arrivarono al paese, entrarono in un bar, le ragazze presero del gelato, i maschi una birra e si sedettero sui tavolini, all’aperto, sotto un pergolato, gustando il pomeriggio della montagna.Quando ritennero di riprendere la passeggiata, si alzarono e si incamminarono.Giunsero all’altezza di una casa con una stalla e la porta della stalla era aperta.Lei chiamo’ gli altri ad osservare: vi erano alcune mucche che ruminavano.La mucca posta proprio all’altezza della porta alzo’ la coda e piscio’: era un getto gonfio, pieno, abbondante."Avete visto che fica grande ha la vacca?" chiese, Clara replico’ sarcasticamente "… non arriveremmo mai ad averne una cosi’ …." ma lui intervenne: "… se l’aveste cosi’ sarebbe troppo larga … per i nostri cazzi ….".Risero tutti.Videro anche un vitellino, intento a succhiare il latte dalle mammelle di una mucca."I capezzoli delle vacche sembrano cazzi …" osservo’ lei, poi, rivolgendosi a lui, chiese: "Te lo faresti succhiare?""Forse …", rispose enigmaticamente lui."Ma pensate alla dimensione del cazzo … per quelle fiche …" insinuo’ Clara, che evidentemente pensava con propensione a quello del toro.Si allontanarono, allegri, tornando verso la casa.Appena entrati, Cinzia chiuse la porta dietro di se’ con una mandata di chiave.Sembro’ un segnale: lei abbraccio’ Carlo, baciandolo nella bocca, strusciandoglisi contro, cercando di sollevargli il maglione, cercando un contatto con la sua pelle, Clara fece quasi altrettanto con Luigi, ma toccandolo vogliosamente sul davanti dei pantaloni e, in breve, aprendoglieli, mentre Cinzia si dedicava a lui, prendendolo da dietro e con una mano liberandolo della cintura, prima, e poi aprendo i pantaloni, insinuando una mano all’interno degli slip e l’altra nella camicia.In pochissimo tempo, i tre si trovarono con i pantaloni alle ginocchia e gli indumenti superiori o alle ascelle o del tutto aperti, ricambiando le attenzioni delle ragazze, ma senza spogliarle immediatamente.A parte Clara, le altre indossavano delle gonne, lei una molto ampia, a portafoglio, Cinzia una minigonna, con un leggero spacco su una coscia: si trattava di una componente di abbigliamento che facilitava le operazioni cui miravano i ragazzi.Si abbracciavano, si toccavano, si cercavano tra gli indumenti residui, in parte appoggiati al tavolo, in parte alla credenza.Clara si inginocchio’ ai piedi del tavolo, facendovi sedere Luigi, poi, rialzatasi, si piego’ su di lui prendendogli il cazzo nella bocca e iniziando un pompino, non senza trascurare di toccargli l’interno delle cosce e cercando, non ostante la posizione, di insinuare le dita nel solco del culo, solleticandogli i coglioni..Poi, senza staccare la bocca dal cazzo di Luigi fece in modo di aprirsi i pantaloni, calandoseli a meta’ delle gambe, rimanendo con un perizoma nero, ricamato.Lei si stacco’ per un momento da Carlo, trascinandolo con se’, si pose alle spalle di Clara, abbassandole il perizoma e cominciando a baciare l’amica sulle natiche.Carlo collaboro’ infilando una mano dentro le natiche di Clara, per raggiungere da li’ la fica di Clara, strusciandola con le dita, cosi’ che Clara prese a reagire ed ad accelerare il suo pompino sul cazzo di Luigi.In breve, Carlo avvicino’ il cazzo al solco del culo di Clara, cercando, e riuscendoci, a prenderla in quella posizione, alla pecorina, in piedi, fin tanto che’ continuava a spompare il cazzo dell’altro.Lei si interesso’, con una mano infilata da dietro, ai coglioni di Carlo, ne toccava il cazzo, per quanto poteva, solleticava il perineo, toccava l’ano, lo sentiva reagire, stringersi, pulsare.Lui, appoggiato alla credenza, con le spalle alla stanza, non vedeva quanto stessero facendo gli altri quattro, ma lo percepiva mentre Cinzia continuava ad abbracciarlo ed a toccarlo da dietro.Si giro’, prendendola davanti e baciandola nella bocca, incrociando, dentro di essa, le lingue, stringendole i seni, scendendo con la bocca lungo il collo.Una mano toccava le chiappe di Cinzia, passando sotto alla minigonna, infilandola tra la pelle e la stoffa dello slip, cercandole il solco del culo.Con l’altra mano le toccava i seni, sulla stoffa, sentendo la presenza del reggiseno, fino a che’ non decise di toglierle il leggero maglione che indossava: le apri’ il reggiseno, allacciato sul davanti, portandole allo scoperto i seni, calando la propria bocca si di essi, bagnando con la saliva i capezzoli, racchiudendoli tra i denti.Cinzia lo facilitava spostando all’indietro il busto e la testa, quasi a spingere in avanti i seni, in un gesto d’offerta, che contemporaneamente offriva il bacino, spingendolo in avanti, aderendo cosi’ al gonfiore che stava emergendo nei pantaloni di lui.Cinzia non poteva piu’ attendere, lo prese per mano conducendolo nella camera: si spogliarono rapidamente, con ansia e in breve tornarono a riappropriarsi dei rispettivi corpi, con avidita’, con desiderio, con voglia piena ed esasperata, senza limitazioni ne’ freni.Cinzia provo’ una nuova posizione, lo fece distendere parzialmente su un fianco, gli si pose dietro, ponendo il viso all’altezza del culo di lui, con la fica sul collo, quasi in un sessantanove fatto sulla schiena e con la donna dietro all’uomo.Da qui cerco’ di arrivare con la bocca in mezzo alle gambe di lui, che le divarico’, prese nella bocca i coglioni, cominciando a succhiarli, poi, aiutandosi con la mano, porto’ all’esterno il cazzo, avvicinando la bocca, stretta tra le cosce di lui, al cazzo sempre piu’ teso, scorrendo con la lingua lungo l’asta da quella parte, facendo in modo di arrivare al glande, baciandolo teneramente.Lui sentiva i seni di lei premergli sulle chiappe, sentiva i peli del pube prima sul collo, poi sulla schiena, provava sensazioni del tutto nuove e che non aveva immaginato di poter provare.Il suo cazzo cominciava a rilasciare il liquido vischioso dell’eccitazione intensa.Furono raggiunti dagli altri, che, nel frattempo si erano tolti ogni residuo indumento: anche per loro quella posizione era nuova e lei e Clara vollero provarla.Non basto’, cosi’ che, su proposta di lei, Luigi e Carlo si disposero a triangolo con lui, ciascuno leccando il cazzo di un altro e le donne si trovarono tutte alle loro spalle in una posizione analoga a quella inventata da Cinzia con lui.I cazzi degli uomini erano presi tra la lingua di un maschio, sul davanti e quella di una donna sull’altro versante dell’asta.Le bocche dei due si contendevano quei cazzi, anche se gli uomini lasciarono cortesemente ogni precedenza alle donne, poste sulle rispettive schiene.Lei smise presto quella gara, spostando la sua attenzione al culo che le stava all’altezza della bocca, insalivandone il solco, insalivandone l’ano, spingendo la lingua contro l’ano per penetrarlo, trovando resistenza nella muscolatura rettale, ma violandola ricorrendo ad un dito.Quando Clara non ne potette piu’ di quella posizione, si mise a carponi, chiedendo che qualcuno la scopasse:"Chi mi scopa? … Chi vuole essere il mio … toro? … Qualcuno …me lo … metta … cosi’ … da dietro … pensate alle vacche di prima …".L’invito fu presto raccolto da Carlo, ma Cinzia rallento’ l’iniziativa: "No, facciamolo tutti assieme …"Assunse la posizione a carponi, subito seguita da lei.Le tre donne erano abbastanza vicine l’una all’altra e i tre uomini si trovarono quei culi protesi, in attesa di essere scopate alla pecorina.Provvidero subito, sistemandosi in modo adeguato ed iniziarono, quasi coordinati, a scoparle in quel modo.A lui, dopo poco, successe che il cazzo gli uscisse dalla fica in cui si era infilato, fece per rimetterlo dentro, ma la donna si mosse quel tanto che il glande fu a contatto con l’ano, accidentalmente postogli davanti."… Uhm … si … nel culo … si … infilamelo nel … culo … si … uhm …" l’imploro’ la predestinata, cosi’ la pecorina si trasformo’ in un’inculata.Non passo’ molto tempo che anche le altre coppie passarono al culo, con un insieme di mugolii, di respiri affannosi, di parole masticate tra il piacere e la lussuria.Sentiva quel culo stringerlo, forzargli attorno al cazzo, si mosse con il bacino in avanti ed indietro, poi accelero’ sempre con colpi piu’ veloci, lasciandosi, alla fine, andare in una sborrata colossale, convulsa, piena, quasi dolorosa, riempiendole il culo di sperma.Quando fece per estrarre il cazzo, ormai in parte ammosciato, una buona quantita’ di sperma ne segui’ l’uscita, scendendo lungo le cosce della donna, in rivoli bianchi, trasparenti, lenti ed appiccicosi.Un filo di sperma teso nell’aria lo legava ancora al culo della donna.Quando se ne distacco’, prese a leccarle il culo, a ripulirlo della sua sborra, ad insalivare, per quanto ormai servisse, quell’ano, a leccarle il perineo."…. Uhm … come brucia … il culo … mi hai .. sfondata …."E Clara, ancora assorta col pensiero sulle vacche nella stalla: "… chissa’ se anche i tori … inculano le vacche ….?"Si tratto’ di una considerazione, che nessuno si aspettava.Anche Carlo e Luigi si lasciarono andare e sborrarono il loro sperma, Carlo sul culo e sulla schiena della sua compagna, Luigi dentro il culo della propria.Alla fine, si ritrovarono tutti distesi sul grande letto, formato la sera precedente accostando i letti singoli presenti nella stanza, ormai totalmente disfatto, i letti in parte distanziatisi, in un disordine totale che lasciava ben percepire quanto fossero stati usati.Rimasero cosi’, toccandosi ancora teneramente, laddove le loro mani arrivavano, senza badare di chi fosse il corpo che raggiungevano, senza distinguere se fossero dello stesso sesso o dell’altro.Quando decisero che avevano fame, prepararono la cena senza farsi una doccia: sarebbe stato si’ abbastanza poco igienico, ma altamente eccitante pensare ai loro corpi ancora impiastricciati dello sperma e degli umori dei loro corpi.Non ostante la stranezza della proposta e, anche, la considerazione che una buona doccia li avrebbe ritemprati, decisero di fare in questo modo, preparando la cena ancora con la sborra e quant’altro ancora addosso.Nell’aiutarsi, sentivano reciprocamente i loro odori, non sempre, ma a tratti e cio’ effettivamente dava una carica erotica inattesa a quei preparativi.Mangiarono, sempre nudi e sudici, non trascurando di toccarsi, come del resto avevano fatto anche nel corso della preparazione della cena, cercando di mantenere alta l’eccitazione reciproca.Dopo cena, si disposero sul divano, mentre le donne, lei e Cinzia, lavavano i piatti.Clara si sedette su una sedia, ponendosi davanti agli uomini con le gambe aperte.Fumava una sigaretta, spentala inizio’ a farsi un ditalino, li’ di fronte ai tre, aprendo ancora di piu’ le gambe, in modo che la vedessero bene, che gustassero la bellezza della sua fica sotto il trattamento delle dita.Carlo non resistette molto, che ando’ ad inginocchiarsi davanti a lei per leccargliela.Lui si alzo’ e, fingendo di aiutare le altre due, prese a toccare le natiche di lei, che reagiva sporgendo il culo all’indietro.Lascio’ che la mano si intrufolasse nel solco, che cercasse la fica in mezzo alle cosce: un dito entro’ quasi subito nella fica, dopo poco seguito da un altro e poi da un altro ancora.Lei smise di lavare ed asciugare i piatti, inarcandosi ancora di piu’ e piegandosi in avanti, spingendo ancora di piu’ il bacino all’indietro, in breve fu quasi posta ad angolo.Luigi si avvicino’ e lo scosto’, infilando quasi subito il proprio cazzo in mezzo alle cosce di lei.Cinzia, finito velocemente il proprio compito, girandosi, si lamento’: "… ehi … e a me niente?"Cosi’ lui si dedico’ a Cinzia, in modo che non avesse da lagnarsi.Carlo riusci’ a far avere un orgasmo a Clara, leccandole la fica, lei sussultava su quella sedia, e dalla sua fica in movimento cominciarono a uscire umori vischiosi.Cinzia divenne, apparentemente, autoritaria: "… adesso basta … siete dei maiali …""No, siamo delle … vacche …" interloqui’ Clara, ancora evidentemente presa da quel pensiero.Decisero di fare una doccia, anche se avevano appena mangiato.Di nuovo, fecero la doccia a turno, anche se tentarono di rimanere il piu’ possibile in tanti sotto il getto dell’acqua tiepida: chi non trovava spazio nella doccia, data l’angustia, comunque rimaneva li’ ad osservare gli altri e si dedicava a chi stava fuori, sia che avesse gia’ fatto la doccia, sia che fosse ancora in attesa.La doccia fu un’ulteriore occasione per dedicare la massima attenzione ai loro corpi, ai loro sessi, con le mani, con le bocche, con tutto.Quando ebbero finito e si furono asciugati, Clara rimise della legna sul fuoco e li raggiunse sul grande letto, in parte risistemato, gettandosi nella mischia piu’ fresca di prima.Cerco’ il primo cazzo che gli venne alla bocca, gettandoglisi sopra: "… Voglio fare il vitellino … chi mi da il "capezzolo" per mungere il … latte …" chiese scherzosamente.Lei sembrava triste e stanca, quasi annoiata e chissa’ quali pensieri le passavano per la mente.All’improvviso si alzo’ andando nell’altra stanza, ne torno’ quasi subito con un pezzo di legno, un ramo, preso dalla legnaia: aveva un diametro piu’ o meno paragonabile ad un cazzo, ma era grezzo.Lui si chiese cosa ne volesse fare.Lei rovisto’ nella borsetta, ne tiro’ fuori un profilattico, l’aperse e, facendosi aiutare da Cinzia, lo srotolo’ sul pezzo di ramo.Poi se lo porto’ verso la fica, evidentemente decisa a introdurselo dentro; Cinzia la seguiva amorevolmente in quel tentativo di autoscopata.Lui le si avvicino’, dicendo: "… faccio io … dai … lascia che .. ti aiuti …" e prese in mano il ramo, evitando di staccarlo dal contatto con la fica di lei.Prese a muoverlo, dapprima lentamente, sul clitoride, lungo le grandi labbra, con la punta in avanti ricoperta dal preservativo, poi lo appoggio’ all’apertura della fica e cerco’ di penetrarla.Non fu facile subito, ma dopo un po’ entro’ e abbastanza agevolmente: l’espressione di lei segnalo’ un dolore, evidentemente le asperita’ del legno non erano mitigate a sufficienza dal preservativo, ma lui vi pose subito rimedio rigirando quel cazzo artificiale lentamente attorno al suo asse, vedendola rilassarsi leggermente, quindi spinse ancora, lentamente a fondo: "… no … fai piano …. fa male …. fermo … e’ tutto … dentro … si … giralo … ma .. fai piano … uhm … si …." e si contorceva tutta, in spasmi di evidente piacere e godimento.Dopo qualche tempo di quel trattamento con quel cazzo artificiale ed improvvisato, quanto probabilmente inidoneo, si lascio’ andare, sfilandoselo dalla fica accompagnando la mano di lui con una delle sue:Si distese, gli sorrise teneramente, gli prese il pezzo di ramo, ancora con il profilattico infilato e del tutto carico degli umori della sua fica, gli sorrise di nuovo: "… perche’ non provi anche tu? …" chiese, sorniona."… Scherzi? Non ti basta … che l’abbia gia’ preso in culo … non l’avevo mai fatto … prima … e adesso … mi vorresti … inculare tu … e con un pezzo di legno … scheggiato …..""No, non io … chiedevo solo se lo volevi nel … culo … vedrai … magari .. ti piace … l’ho fatto anch’io, … hai visto … ed e’ stato … bello …""no, dai … non esagerare …""Si, lasciati … fare … ti faccio … inculare da Clara …"Clara sentendo il suo nome, lascio’ andare il cazzo che aveva in bocca: "… si, dai … te lo metto … in culo … mi piace … l’idea di … incularti … si, fammelo fare …."E si avvicino’ prendendo il pezzo di ramo dalle mani di lei e rivolgendolo verso di lui.Lei si lascio’ togliere il legno dalle mani, prese ad accarezzarlo, si rivolse con maggiore attenzione verso il culo di lui, facendogli sentire le dita sulle chiappe, gli allargo’ lentamente le natiche, gli tocco’ i coglioni, fin che’ non vide che il cazzo reagiva energicamente, divenendo duro, rigido, quasi di acciaio.Gli tenne le chiappe aperte, gli inumidi’ con la saliva su un dito l’ano, il culo reagi’ serrandosi, lo inumidi’ ancora e Clara, con il pezzo di legno saldamente nella mano, lo appoggio’ su quell’ano, non proprio propenso ad accogliere l’ospite indesiderato.Clara fu delicata e lentamente lo appoggio’, lo roteo’, lo spinse fino a che’ non riusci’ a farne entrare un primo tratto: lui sentiva un dolore lacerante nel culo, sentiva la rigidita’ di quel legno, del tutto diverso dal cazzo, che almeno un po’ di elasticita’ e di rotondita’ presentava.Sentiva tutta l’asprezza di quel cazzo artificiale, gli faceva un male indicibile, ma non poteva ormai piu’ sottrarsi all’attenzione di quell’oggetto.Clara spinse ancora piu’ a fondo, lo giro’, lo spinse ancora un po’, lo trasse leggermente all’indietro, e lo spinse ancora avanti, senza esagerare, senza voler raggiungere alcun primato di … profondita’, ma in ogni caso decisamente, seppure con tutta la dolcezza che quell’operazione richiedeva.Lei, ad un certo punto, gli chiese di essere scopata, ma, precisando, a patto che lui continuasse a tenere il pezzo di legno infilato nel culo.La situazione era tale che la prospettiva lo alletto’ al punto che, prendendo posizione, non si accorse che Clara aveva abbandonato la stretta delle mani sul pezzo di legno che gli aveva infilato.In altri termini, il culo si stava trattenendo da solo quel cazzo finto, irregolare e spigoloso.Clara si limitava ad osservare che non scivolasse fuori.Quando inizio’ a scoparla, la mano di lei gli prese il cazzo dirigendoselo nella fica e Clara, alle spalle di lui, stava sempre attenta che il pezzo di ramo non uscisse dal culo, di tanto in tanto facendo in modo da spingerlo un po’ piu’ a fondo, magari ruotandolo.Era una situazione che aumentava il livello di sensazioni che stava provando, il culo si stringeva attorno al legno, duro e tale che, per sua natura, non cedeva ne’ concedeva nulla all’elasticita’.Alla fine, Clara l’aiuto’ a toglierlo dal culo, delicatamente e suggerendo che continuasse a scoparla, perche’ cosi’ sarebbe stato piu’ facile.Quando l’ebbe tolto, ando’ nell’altra stanza e lo getto’ sul fuoco, senza togliere il preservativo e per un po’ l’aria odoro’ di gomma bruciata, ma fu veramente per poco.A lui bruciava il culo, dopo quella penetrazione artificiale, anche per il fatto che il pezzo di legno, per sua natura e consistenza, non presentava quegli elementi di elasticita’ che un cazzo, seppure teso e duro, comunque consentiva, nonche’ per le asperita’.Lei prese a baciarlo nella bocca, quasi a consolarlo, e con una mano gli toccava dolcemente il cazzo, seppure ormai inconsistente.Non passo’ molto tempo che tutti e sei ripresero i loro giochi d’amore, in piena promiscuita’ e senza distinzioni o gelosie, mutando di tanto in tanto partner, liberamente e in allegria.Questo’ ridusse in lui la percezione di quell’intenso bruciore al culo, in quanto la carica erotica del gruppo lo aveva distolto da quei pensieri.Cinzia si sollevo’ dal letto: "Vado in bagno …", ma, giunta sulla porta, voltandosi, aggiunse: "… chi viene con me? …" Carlo si distolse da quanto stava facendo, raggiungendola.Lei si accuccio’ sulla tazza del water e prese a pisciare, Carlo era di fronte a lei, cosi’ che non trascuro’ di prendergli in cazzo nella bocca.Quando Cinzia ebbe finito, Carlo fece cenno di voler pisciare anche lui: Cinzia gli lascio’ la tazza libera e, postasi al suo fianco, prendendogli in mano il cazzo, ne diresse il getto.Quando fini’ la pisciata, scrollo’ il cazzo, per lasciare cadere le ultime gocce, poi comincio’ a masturbarlo con una sega lenta e misurata, cosi’ che in breve il cazzo riprese tutta la sua consistenza.Lei li raggiunse, facendo in modo da mettersi davanti a lui, con il viso all’altezza di quel cazzo, lasciando che Cinzia continuasse la sua sega: "… lo voglio sulla faccia, sborrami sul viso …" sembro’ implortare, e questa richiesta stimolo’ Cinzia, che accelero’ la velocita’ dei propri movimenti attorno al cazzo di Carlo, talora anche stringendolo con forza, fino a che’ non riusci’ nel suo intento, portandolo ad eiaculare una quantita’ enorme di sperma, i cui getti si sparsero sul viso di lei, sulle palpebre, entrando nel naso, formando rivoli lungo le guance e ai bordi della bocca.Lei avvicino’ il viso al cazzo di lui, in fase ormai calante, per succhiarne le ultime residue gocce, per attenuarne le ultime contrazioni.Solo dopo che ritenne di avere finito di succhiare le ultime gocce di sperma dal cazzo di Carlo, oramai abbastanza fuori uso, con la lingua si lecco’ il viso, fin dove poteva, poi con le mani si massaggio’ il volto, spalmandosi lo sperma come una crema di bellezza.Cinzia le si avvicino’ e prese a leccarle il viso, pulendola con la saliva di tutto quello sperma ed abbandonando ogni attenzione nei confronti di Carlo.Tornarono nella camera, dove Clara era alle prese con lui e Luigi, il quale la stava prendendo da dietro su di un fianco, mentre a lui praticava un sessantanove.La lingua di lui, di tanto in tanto, si scontrava con il cazzo di Luigi, che si muoveva dentro alla fica di Clara e tali incontri accentuavano l’eccitazione di Luigi (ma anche quella di lui, che accelerava i movimenti della sua lingua sulla fica aperta e fradicia di Clara).Gli altri li raggiunsero, unendosi al gruppo, pur se Carlo non era nelle condizioni migliori per partecipare ulteriormente agli interessi degli altri, cosi’ si distese, assumendo un ruolo passivo, limitandosi a quardare quei corpi tra loro intrecciati e tesi nelle loro relazioni erotiche.Quando anche Luigi venne in una sborrata piena di foga, agitandosi e scuotendosi tutto, riempiendo la fica di Clara del suo sperma, e, contemporaneamente, lordando il viso di lui, si accascio’ da un lato, pago e soddisfatto di quell’ennesima performance, assumendo anche lui il ruolo di osservatore.Non passo’ molto tempo che anche lui completo’ la sua partecipazione al sessantanove lasciandosi andare a riversare lo sperma nella bocca avida di Clara, che lo risucchio’ tutto, fino all’ultima goccia, succhiandolo, quasi aspirandone gli ultimi residui.Si addormentarono, stretti gli uni alle altre.Al mattino, si svegliarono tutto sommato abbastanza presto, anche per la luce che filtrava dalle imposte. Lei si era alzata per prima e aveva preparato il caffe’. Luigi, alzatosi subito dopo, aveva messo in tavola della frutta, latte, biscotti, alcuni barattoli di marmellata e uno di miele.Quando la colazione fu pronta per tutti, lei ando’ nella camera invitando tutti a colazione. Si alzarono e cosi’ come si trovavano, nudi, tutti sedettero attorno alla tavola, mangiando di buon appetito. Cinzia prese della marmellata di mirtilli, nera, e con un cucchiaino se ne mise un po’ sui capezzoli: Luigi colse l’occasione, lanciandosi verso i suoi seni per leccargliela, dando segni di evidente gradimento, cui lei rispondeva fremendo e mugugnando. Lei riprese l’idea con il miele, ma questa volta sul pube, spalmandone i peli e, poi, con una mano stendendolo sulle grandi labbra della fica. Lui le si avvicino’ e con le dita di una mano completo’ l’opera di spalmo del miele sulle grandi labbra, sul clitoride e ne prese dell’altro, ponendolo in aggiunta al primo. Prendendola con l’altra mano la guido’ a sedere sul tavolo, le si inginocchio’ davanti, le apri’ le gambe. Sulle cosce scendevano fili di miele. Prese a leccarli, a ciucciarli fino a che non ebbe ripulite entrambe le cosce. Poi la sua lingua si dedico’ alla fica di lei, leccandole il miele, quello sulle grandi labbra, quello dentro le grandi labbra, quello sul clitoride. Lei reagiva scuotendosi e fremendo. Si distese sul tavolo, anche se sentiva le briciole dei biscotti sulla pelle. Clara si protese verso di lei, accarezzandola e leccandole i capezzoli eretti. Il miele resisteva molto di piu’ della marmellata e lui continuava a leccare, a leccare, a leccare. Alla fine, la porto’ ad un orgasmo che la scosse tutta presa in mezzo dalla lingua di lui sul clitoride e da quella di Clara sui capezzoli e da quella di Cinzia, ormai liberata dalla marmellata di mirtilli, che le affondava nella bocca e si intrecciava con la sua. Luigi non era rimasto in disparte, perche’ si era seduto sul pavimento, prendendo nelle sue mani il cazzo di lui e praticandogli una sega, inizialmente, poi distendendosi di piu’ glielo prese nella bocca praticandogli un pompino. Alla fine, decisero per una doccia, in cui cercarono di mantenere il massimo di promiscuita’. Riordinarono un po’, poi si vestirono e completarono l’opera di riordino. Pulirono bene, rimisero in ordine tutto, anche i letti che ripresero le originarie posizioni separate. I due maschi risistemarono la legnaia, per la prossima volta. Caricarono le loro borse sulle macchine, ritornando verso la citta’. Nel viaggio, non parlarono molto, presi come erano dal ricorso di quel fine settimana, dalla voglia di rifarlo, dalla tristezza di essere sulla via del ritorno. Quando arrivarono, si lasciarono abbastanza allegramente e con uno sguardo complice, ma senza commenti. Lei lo guardo’ e, prendendo la propria borsa dal bagagliaio, gli sussurro’: "… ci rivedremo, forse … se vorrai … ho anche molti altri amici ….". Lui annui’, senza parlare. Tornando verso la propria casa, si chiedeva quando sarebbe stato possibile passare un altro fine settimana come quello, anche se si sentiva stanco, ma, in fondo, era in pace con il mondo e con se’ stesso. Forse, prima, le avrebbe chiesto di andare al cinema.
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