Ogni riferimento a nomi, fatti, e personaggi contenuti in questo racconto è puramente casualeQuesta storia mi è stata raccontata quando feci il mio ingresso in famiglia.Tutto ha inizio in Sicilia dove nel 1950 Concetta Puglisi mise al mondo Rosalia figlia di uno stupro da lei subito, non seppe mai chi fù l’autore del gesto destinato a cambiare radicalmente la sua esistenza.Viveva in una famiglia patriarcale che quando fù messa al corrente dell’accaduto, ritenne la ragazza colpevole di aver istigato il suo violentatore, e la costrinse a cambiare paese inviandola a lavorare come cameriera presso una anziana signora.La famiglia non volle più saper nulla di lei ne del frutto che portava in grembo.Concetta prese servizio in casa della Signora Rita, un austera megera che viveva sola in una grande villa, iniziò a prendersi cura della vecchia e della sua residenza con grande entusiasmo.I mesi passarono ed il momento del parto si avvicinava, la Signora Rita soddisfatta del rapporto che andava creandosi tra lei e la sua serva, decise di prendersi cura di Concetta.La fece ricoverare presso una clinica privata e quando Concetta mise al mondo una bella bambina, le prese entrambe sotto la sua ala protettrice.L’accolse in casa non più come una serva ma quasi come una figlia, assunse una cuoca ed una cameriera che sostituissero Concetta nei sui lavori, concedendogli di dedicarsi completamente a sua figlia.Concetta Rita al ruolo di Signora volle ricambiare la Signora Rita scegliendo per sua figlia il nome della madre di lei Rosalia.Gli anni passarono Rosalia cresceva forte e sana e la vita in quella casa sempre radiosa, la Signora Rita stava invecchiando e, le amorevoli cure che Concetta e Rosalia dispensavano la rendevano serena.Venne il giorno in cui la Signora Rita si spense, lasciando l’intero patrimonio alla sua vecchia serva e la sua figlia.Concetta aveva 35 anni e sua figlia Rosalia 18, ed un patrimonio da amministrare che gli avrebbe permesso di trascorrere una vita serena.Rosalia aveva frequentato le scuole in un collegio femminile, ma adesso si sarebbe trasferita a casa con sua madre, non era una ragazza bellissima, capelli e carnagione scura, alta 1,65, piuttosto cicciottella con seno e sedere abbondanti, le labbra piene e gli occhi scuri, la fotocopia esatta della madre.Concetta che dopo lo stupro subito non aveva mai permesso che gli uomini si avvicinassero a lei, si trovò costretta ad istruire la figlia mettendola in guardia dall’altro sesso.Presero l’abitudine di dormire nello stesso letto.Tra le due donne si instaurò un rapporto intenso, passavano le giornate assieme, assieme si recavano a fare la spesa ed a comprare abiti in paese.Quando una sera Rosalia si presentò dalla madre piangendo, alle continue richieste di Concetta , la ragazza le confidò che in paese correvano voci strane sul loro conto, le disse che aveva ascoltato le parole della serva che parlava con la cuoca, “due zoccole scostumate sono quelle due”.Concetta chiamò immediatamente la cameriera, e alla presenza di Rosalia le diede una strigliata tremenda, poi per dimostrare che in quella casa comandava lei decise che quella svergognata fosse meritevole di una punizione esemplare, la fece distendere sul tavolo le aprì il grembiule e toltasi una scarpa la percosse sul sedere, le diede una ventina di colpi rapidi e forti, e la ragazza piangendo le promise che non avrebbe mai più fatto circolare certe voci.Rosalia alla vista di quello spettacolo sentì un fremito in mezzo alle coscie, ed uno strano sentimento la colse, finita la punizione la cameriera venne congedata, Concetta disse a sua figlia che le svergognate si meritano quelle punizioni.La ragazza vide per la prima volta sua madre con un occhio diverso, non più come una donna fragile ma come una severa padrona.Quella cosa la sconvolse al punto tale che dovette recarsi in bagno dove eccitatissima si masturbò ferocemente per placare il fuoco che le bruciava dentro.La notte dormendo al fianco della madre non riuscì a prendere sonno, le immagini della punizione inflitta alla cameriera continuavano a girargli per la mente, si sentiva eccitata ed immaginava di essere al posto della ragazza e di ricevere quei colpi.Scese dal letto per tornare in bagno e cercare di rilassarsi, al buio incespicò nelle scarpe della madre, quelle con i tacchi alti che aveva usato sulla cameriera, colta da un raptus le prese e corse fuori dalla camera, giunse in bagno e la sua mano corse sulla vagina già umida di umori, mentre stringeva una scarpa della madre se la portò al naso e, aspirò l’acre odore che conteneva, poi tirò fuori la lingua e cominciò a leccare la pelle, la suola ed il tacco, mentre si accarezzava .Ad un tratto la porta si aprì, Concetta in camicia da notte bianca, fece irruzione nel locale dove la figlia si stava masturbando, “Che cosa stai facendo?” chiese.Rosalia era senza parole cercò di ricomporsi abbassandosi la camicia da notte.”Mamma” riuscii a balbettare”.”Ma sono le mie scarpe quelle, come mai le hai prese?”.”Non lo so mamma, non riuscivo a dormire ero agitata, sai tutti quelli strani discorsi in paese ,e poi oggi quando hai punito la cameriera mi sono sentita strana, così mi sono alzata per andare in bagno e mi sono inciampata nelle tue scarpe”.”Così la mia bambina è diventata donna, ma anche una svergognata, credo che dovrò insegnarti come deve comportarsi una brava signorina “.Concetta afferrò la figlia per un braccio e la portò a forza in camera sua, si sedette sulla poltrona e fece stendere Rosalia sulle sue ginocchia, le sollevò la camicia da notte sulla schiena scoprendo il suo sedere bianco.”Ora avrai quello che meriti, e cerca di non gridare”.Prese la scarpa impugnandola dal tacco ed iniziò a colpire le chiappe della figlia.” Hai” urlò Rosalia.”Taci che la tua punizione è appena cominciata” le ordinò sua madre continuando a colpire il sedere della figlia.Ma il dolore era molto e Rosalia non potè trattenersi dall’urlare.Concetta interruppe la punizione, si sfilò una pantofola dal piede e la mise in bocca alla figlia.”Vedi di non farla cadere altrimenti aumenterò la razione che ti spetta”.Assestò ancora una decina di colpi con grande foga, le chiappe della ragazza erano diventate rosse e scottavano.Rosalia a quel punto sentiva una strana eccitazione addosso, ancora stesa sulle ginocchia della madre si accorse che la sua vagina era completamente fradicia e che i segni del suo piacere le scivolavano lentamente sulle coscie, fino a bagnare anche quelle di Concetta.”Allora sei proprio una figlia snaturata, ti punisco e tu invece di soffrire, provi piacere?”, disse Concetta, poi allungò la mano fino a posarsi sulla vagina grondante della figlia, le dita sfiorarono la folta peluria che ricopriva le piccole labbra, il clitoride eretto e teso allo spasimo.Bastò quel leggero contatto a Rosalia per sentire il violento orgasmo sopraggiungere, “Si mamma toccami ancora, fammi venire ti prego”.Concetta che fino ad allora non aveva mai toccato una figa che non fosse la sua, fù presa da una strana smania con le dita solleticò il clitoride, mentre con l’altra mano accarezzava il culo martoriato delle figlia, si sentì anche lei eccitata, le tempie le pulsavano e lo stomaco le si contraeva.”Godo mamma, godo” esclamò Rosalia “dai toccami ancora, le tue dita mi fanno impazzire”.Rosalia godette per la seconda volta, e scivolò in terra, con gli occhi socchiusi per il piacere si accorse d’essere accanto ad i piedi di sua madre, li guardò per la prima volta da vicino, erano grassottelli, vide che le unghie smaltate di un rosso acceso, ed improvvisamente sentì l’impulso di baciarli.Mentre sua madre ancora incredula per quello che era accaduto era abbandonata sulla sedia, Rosalia appoggiò le labbra alle estremità materne, sentì l’odore dei piedi sudati della genitrice e perse ogni freno inibitore, infilò la lingua tra le sue dita e prese a leccarle.Concetta tentò di sottrarsi a quelle attenzioni ma Rosalia le afferrò le caviglie tra le mani e la costrinse a stare seduta.Sottoposta a quelle leccate, Concetta sentì l’eccitazione salire era da tempo che non provava quella sensazione, nemmeno durante le sue solitarie masturbazioni l’aveva provata.Rosalia prese ad accarezzarle le gambe, le sentiva salire lentamente dai polpacci alle coscie, mentre con la lingua continuava a frugarle tra le dita dei piedi.La mano della figlia arrivò fino al suo inguine sentì la soffice peluria, e si accorse che sua madre era senza mutandine, alzò il suo sguardo ad incrociare quello di sua madre.Concetta teneva gli occhi socchiusi per il piacere, la bocca semiaperta e con la lingua si umettava le labbra.”Ti piace?” le chiese Rosalia.”Da morire”.”Vuoi che smetta ?”.”Noo ti prego”.”Sei proprio una svergognata mamma, non porti nemmeno le mutande”.”Mi piace toccarmi piccola, e così faccio prima”.”Ti avevo sentita sai, di notte mentre credevi che dormissi, che te la toccavi””E mi lasciavi fare ?”.”Si e mi eccitavo tantissimo a sentirti”Intanto le sue dita si erano fatte largo attraverso i peli della vagina di Concetta, le afferrò il clitoride duro e sporgente, lo strinse e lo pizzicò fino a costringere sua madre ad urlare.”Ahhh, Siii, Dio che bello”.”Che zoccola che sei, ti piace farti toccare dalla tua bambina vero?””Si piccola puttanella mi stai facendo godere”Concetta si sollevò la camicia da notte sui fianchi e, scoprì la sua figa nera , afferrò la figlia per la testa e la tirò a sé.”Adesso assaggia il buco che ti ha partorito, dai leccamela”.Rosalia avvicinò il viso alla vagina di sua mamma, ne percepì l’odore caldo ed invitante, schiuse le labbra ed appoggiò la lingua al sesso materno, già umido ed accogliente.Perse a leccarla con foga mentre Concetta le spingeva la testa contro di se.” Sii bambina mia come sei brava a leccarmi la figa, continua non smettere”.Concetta sentì l’orgasmo salire e prese a dimenare i fianchi per il godimento, Rosalia le morse il clitoride gonfiò dandogli una sferzata di piacere.”Dio mi fai morire, fammi godere amore della mamma”.Sentendola al culmine del piacere Rosalia le introdusse due dita nella vagina, mentre continuava a passare la lingua sul clitoride ormai sensibilissimo, le spinse dentro fino in fondo e poi iniziò a scopare sua madre.”Ti piace eh brutta zozza il lavoretto che ti stò facendo alla figa?, lo sento che godi sai”.”Vengoo tesoro vengooo!”, urlò Concetta ormai divorata dal piacere.Alla fine entrambe soddisfatte, si guardarono negli occhi e si giurarono amore eterno.Da quella sera infatti, Concetta e Rosalia passarono nottate intense esplorando i paradisi del sesso, Concetta con fare altero e dominante, non perse occasione per punire la figlia, una gonna troppo corta od una camicetta audace erano cose buone per una sonora sculacciata, inutile dire che Rosalia certi atteggiamenti li adottasse proprio per istigare la madre.Passarono gli anni ed il paese continuava a chiacchierare sulle due donne, la situazione per loro due divenne insostenibile, ed una notte dopo aver goduto della figlia, Concetta disse a Rosalia che avrebbe dovuto sposarsi per dare un taglio a tutte le voci, Rosalia scoppiò in pianto a dirotto in quanto non voleva rinunciare a sua madre.Concetta la consolò e le giurò che non ce ne sarebbe stato bisogno, aveva già in mente cosa fare.
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