Arrivai a casa che il cazzo mi scoppiava. Salutai mia madre e corsi direttamente nel bagno. In tutta fretta mi denudai completamente e di fronte allo specchio iniziai a masturbarmi. Avevo lasciato di proposito la porta leggermente aperta: mi piaceva essere spiato e sapevo che mia madre lo faceva spesso, ma mai ero stato così sfacciato. Si è vero, spesso giravo nudo per casa proprio per provocarla e più di una volta dopo l’ho spiata mentre si masturbava, ma mai niente di più. Ma quella sera ero troppo su di giri ed avevo bisogno di qualcosa di particolare. Mentre mi masturbavo dallo specchio, come avevo previsto, vidi mia madre che mi spiava. In quella posizione però mi vedeva di spalle. Mi voltai completamente ma con lentezza e senza guardare direttamente verso la porta. Appoggiai le chiappe al lavandino e allargai leggermente le gambe. In quella posizione il mio cazzo era proprio di fronte a lei. La guardavo di sott’occhi per non incrociare il suo sguardo e nel frattempo lentamente mi menavo. Ad un certo punto vidi che mia madre s’era alzata la gonna e infilatasi la mano negli slip aveva iniziato a masturbarsi. Eravamo l’uno di fronte all’altro entrambi arrapatissimi. Alzai la testa e la guardai negli occhi senza fermarmi e altrettanto fece lei. Dopo qualche istante lei aprì completamente la porta e al culmine dell’eccitazione si abbassò completamente la gonna e gli slip e si appoggiò allo stipite. Allargando le cosce riprese a masturbarsi infilandosi nella fica tre dita. A quella visione non mi trattenni più e me ne venni schizzando una quantità enorme di sborra. Quasi contemporaneamente mia madre si accasciò accovacciata in preda ad un orgasmo violentissimo. Non so quanto tempo trascorse, fatto stà che quando ci riprendemmo mamma si alzò di scatto come se solo allora si fosse resa conto di cosa era accaduto e senza guardarmi in faccia corse via. Ero spossato. Ma più che altro erano l’emozioni di quella giornata che mi frastornavano: ero tornato a casa credendo che mi fosse capitato qualcosa d’insuperabile e invece dopo mi ero ritrovato a masturbarmi insieme a mia madre. Accidenti: che giornata.Dopo aver ripulito a terra e lavatomi me ne andai a letto senza neanche cenare. Trascorsi una buona mezz’oretta a guardare il soffitto e a pensare a tutto ciò che era accaduto giudicandomi fortunato in quanto sarebbero arrivati giorni in cui mi sarei veramente divertito.La mattina successiva mi svegliai sentendomi fresco e riposato: avevo dormito veramente bene e stranamente ricordavo ciò che avevo sognato: era un misto di sesso frenato con la mia ragazza, mia madre, mia suocera ecc. Decisi di farmi una bella sega e toltomi il lenzuolo da dosso iniziai a carezzarmi il cazzo. All’improvviso sentii bussare alla porta della mia camera. Decisi di non rispondere per far credere che dormissi in modo da poter continuare a masturbarmi, ma dovetti fermarmi perché sentii la porta aprirsi. Continuai a fare finta di dormire. Con gli occhi socchiusi vidi che era mia madre che era entrata con un vassoio per la colazione. Se avessi saputo che era lei avrei continuato la sega, ma sarebbe potuto essere mio fratello o anche mia zia che viveva con noi. Volli allora rendermi conto della reazione di mia madre che mi vedeva nudo e con una bella erezione, ma convinta che stessi dormendo. Facevo fatica a tenere gli occhi socchiusi, allora cambiai posizione sempre facendo finta di dormire. Mi misi un braccio sulla fronte nascondendo a mia madre i miei occhi. In quel modo la potevo guardare senza che se ne accorgesse. Mamma appoggiò il vassoio e fece come per andarsene, ma quando fu proprio davanti al letto si fermò. Rimase qualche attimo ferma. Poi la vidi portarsi una mano al petto e stringersi una tetta. L’altra mano la infilò sotto la gonna alzandosela e mettendo in mostra le sue cosce. Notai che aveva uno slip minuscolo che le enrava nella fica. Iniziò a toccarsi, ma lo squillo del campanello d’ingresso la fece scappare subito via. Maledii chiunque fosse alla porta ma portai a termine la sega.Dopo qualche minuto entrò nella mia stanza Mario. Mario (aveva il mio stesso nome) era il mio migliore amico, anzi a dire il vero era il mio unico amico. Insieme ne avevamo combinato sempre di tutti i colori ed tra di noi regnava la massima confidenza.- Stronzetto, hai visto che hai sporcato le lenzuola di sborra?Mi alzai di scatto per vedere che guaio avessi combinato. Era tutto pulito.- Stronzo sarai tu. Per poco non mi facevi venire un accidente.- Non essere esagerato. Vuoi che tua madre non sappia che ti masturbi?- Imbecille, sai perfettamente che a rifare la mia camera ci pensa mia zia.- Embè? Cosa vuoi che sia? Ha più di 30 anni e sicuramente ne sa più di te.- Ma smettila. Piuttosto cosa fai qui a quest’ora?- A parte il fatto che sono le 9, se ti sei proprio rincoglionito ti ricordo quel lavoretto che tuo suocero ci ha chiesto di fareLo avevo proprio dimenticato: due giorni prima mio suocero aveva chiesto sia a me che a Mario di accompagnarlo in una villa fuori città a consegnare della merce e avevamo appuntamento alle 9 ,30 al negozio.- Porca miseria, hai ragione. Se arriviamo tardi chi lo sente.- Io certamente no perché la prima cosa che gli dico e che a quest’ora stavi ancora dormendo.- Sei il solito bastardo – dissi ridendo- Senti cazzo moscio, se non ti sbrighi veramente facciamo tardiA stento riuscii a lavarmi e a salutare. Per strada accennai a Mario che avevo qualcosa da dirgli:- Sai Mario, ieri sono accadute delle cose un pochino strane.- Cosa è successo?- E’ un po’ lungo da raccontarti ora, ma ti assicuro che quando sentirai rimarrai a bocca aperta.- Così mi fai morire dalla curiosità.- Hai ragione, ma ora dobbiamo far prestoArrivammo al negozio con cinque minuti di ritardo.* Mi è andata bene – fece mio suocero con il solito suo sarcasmo – solo cinque minuti di ritardo C’era anche mia suocera la quale salutò affettuosamente Mario ma a me non degnò neanche uno sguardo. – Forza – disse mio suocero – prendiamoci il caffè e andiamo. La giornata sarà lunga.- Ma non dobbiamo solo consegnare della merce?- Si ma dopo il proprietario della villa vuole che ne veda un’altra per calcolare il materiale che gli occorre.La cosa mi diede molto fastidio in quanto ci avrebbe impegnato tutta la giornata. Se non altro avremmo pranzato a ristorante e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ma subito mi fu mozzato l’entusiasmo:- Mia moglie ci ha preparato un panino a testa. Dobbiamo solo comprarci l’acqua.Che bella prospettiva: un panino accompagnato dall’acqua. Mio suocero era proprio tirchio che Dio lo sa. Per fortuna il furgone era già stato caricato (sempre da noi) due giorni prima. Ci mettemmo in viaggio. Dopo qualche minuto mio suocero iniziò come al solito a maledire il traffico sostenendo che ai suoi tempi era tutto diverso. Io e Mario ci guardammo negli occhi trattenendoci a stento dal ridere. Arrivammo verso le 11,30 a destinazione. Non riuscii a capire in che località stessimo, ma nemmeno m’interessava. Era una villa enorme. Il cancello si aprì senza neanche che avessimo bussato.- Vedete, questo sistema l’ho ideato io – disse mio suocero pieno di sé – basta imboccare il vialetto che porta al cancello che delle fotocellule mettono in funzione quelle telecamere che vedete sul muretto ed una suoneria avverte all’interno.- Grandioso – disse Mario – siete un vero genio.- Fammi la cortesia, chiamami Antonio e dammi del tu. Rimasi di sale. Quello stronzo pretendeva da me che gli dessi del lei e da Mario invece…decisi allora di dargli anche io del tu senza chiedergli l’autorizzazione:- Senti Antonio – gli dissi con spavalderia – ma dove ci troviamo?Mi lanciò uno sguardo fulminante, ma poi capì che aveva fatto una grezza:- Hai ragione, scusami, ho sbagliato.Porca miseria, era la prima volta che sentivo mio suocero chiedere scusa a qualcuno e per di più a me.- Siamo nei pressi di Mondragone. Scendemmo dal furgone. Un filippino dalle movenze ambigue c’invitò ad entrare dove il padrone di casa ci accolse:- Salve Antonio, come state?- Bene, grazie. Dopo i soliti convenevoli ed un ottima bevanda fredda io e Mario iniziammo a scaricare la merce:- Ma guarda un pochino cosa mi tocca fare. – dissi sbuffando- Almeno tu sei suo genero e ti fotti la figlia, ma mi dici io che cazzo gli sono e chi mi fotto?- Ma sei proprio un coglione. Se ti ha autorizzato a chiamarlo per nome vuol dire che è lui stesso che ti devi fottere.Scoppiammo a ridere. Dopo circa un’oretta avevamo finito. Dissi al filippino, che invece di darci una mano era stato tutto il tempo a controllare se per caso rubassimo qualcosa, di avvisare mio suocero che avevamo finito. Dopo circa cinque minuti lo vedemmo arrivare. Aveva il volto rabbuiato. Quando gli chiesi cosa fosse successo mi rispose che l’altra villa da visionare si trovava in alta Irpinia e che ci sarebbero volute due ore prima di arrivarci.- Vi riaccompagnerò prima a Napoli. Tanto lì devo solo rendermi conto della situazione.Guardai Mario negli occhi e dissi:- Non ti preoccupare, veniamo anche noi. Tanto già era in programma.- Ma si tratterà veramente di fare tardi.- Non fa nulla. Mario tu sei d’accordo?- Certamente- Vi ringrazio. Allora se siete d’accordo credo che sia meglio fare un’ora più tardi ma buttare i panini che ha preparato mia moglie e andarcene a ristorante. Cosa ne dite?- Io ho già una fame che mangerei un bue – disse MarioLogicamente anche io ero d’accordo. Era un’occasione da non perdere quella di vedere mio suocero sborsare dei quattrini.Arrivammo il quella località sperduta nel pieno pomeriggio. La casa si trovava in piena campagna. Parcheggiammo il furgone vicino ad un cancello e ci avvicinammo alla porta d’ingresso bussando. Dopo qualche istante un uomo alto e grosso ci venne ad aprire. In quello stesso istante vidi il volto di mio suocero sbiancare ed anche quell’uomo sembrò rimanere sorpreso.- Sono… sono la persona… della quale vi ha parlato l’ingegnere stamani per telefono – disse mio suocero balbettando – piacere- Il piacere è il mio – rispose quell’omaccione cambiando la sua espressione dalla sorpresa all’ironico – entrate pure.Io e Mario ci guardammo senza capire- Allora lei è il Signor Antonio e uno di questi due bei ragazzi deve essere suo genero, o almeno così mi ha detto l’ingegnere.- Si, mio genero è questo – fece indicandomi – e l’altro è un suo amico che ci ha dato una mano. – Mi dica – disse quasi con un ghigno il tizio – ma non ci siamo già conosciuti io e lei?- Non… non credo.La voce di mio suocero aveva assunto un tono di paura. Era chiaro che si conoscevano, ma probabilmente quell’uomo doveva sapere delle cose di Antonio che questi non gradiva che noi conoscessimo.Giorgio, così si chiamava il nostro ospite, dopo i dovuti convenevoli disse:- Signor Antonio, se vuole io e lei possiamo passare ai fatti. I due baldi giovanotti possono anche farsi un giro qui intorno: sicuramente troveranno il posto di loro gradimento- Si, forse è meglio così – disse mio suocero con la voce quasi strozzata – è meglio che vadano un po’ fuori.Era tutto così strano e sarei volentieri rimasto, ma non potei fare a meno di uscirmene insieme a Mario.- Tu che ne dici? Non ti sembra che quei due già si conoscessero?- Non è che mi sembra, ne sono sicuro.- Come fai a dirlo?- Hai presente il camino che c’è dentro? Ebbene quando mi sono alzato sono andato a vedere le foto che ci sono sopra ed in una c’è tuo suocero insieme ad un’altra persona- Accidenti, quindi dovevano conoscersi anche molto bene- Direi proprio di sì.- Facciamo una cosa. C’è quella finestra socchiusa che deve dare proprio nel salone. Se ci avviciniamo in silenzio possiamo ascoltare ciò che si dicono.- Perfetto, sono con te.Ci avvicinammo alla finestra facendo attenzione a non farci sentire. si sentivano le loro voci ma non riuscivamo a capire cosa dicessero. Di sicuro la discussione era agitata anche se i toni erano bassi per non farsi sentire da noi. Decisi allora di sbirciare. Quel Giorgio si era seduto a fianco a mio suocero e quasi gli stava addosso. Gli parlava talmente vicino al volto che quasi sembrava lo volesse baciare. Gli teneva anche una mano sulla coscia. Mario con un ghigno sulle labbra fece il classico gesto di quando si vuole dire che qualcuno è frocio ed io di rimando sempre a gesti lo mandai a quel paese. Ma all’improvviso vedemmo che la mano di Giorgio era risalita fino a posarsi proprio sul cazzo di mio suocero. Antonio ebbe un sussulto: la cosa certamente gli faceva piacere. Io e Mario ci guardammo e per poco non scoppiammo in una sonora risata. Giorgio nel frattempo si era fiondato sulla bocca di mio suocero baciandoselo come fosse la più bella donna del mondo. A quel punto ci allontanammo.- Ecco perché tuo suocero era in imbarazzo: è frocio- Non dire cazzate, lo sai che ha due figlie- Potrebbero non essere sue.- Ma che dici, Maria è identica a lui.- Allora è bisex.- Già. Forse questo spiega alcune cose.- Cosa?- Niente, ti spiego più tardi.- No tu ora mi dici tutto, compreso quello di cui mi accennavi stamani.Gli raccontai allora ciò che era accaduto il giorno prima a casa di Maria, senza tralasciare alcun particolare. – Porco cazzo. Ne devi approfittare subito. Quando si presenta più una situazione come questa? Alla luce di ciò che sta accadendo dentro vuol dire che chi si diverte ad usare quegli aggeggi è proprio tuo suocero.- A questo punto credo proprio di si. Ma perché lasciare quella roba alla portata di tutti?- Vuol dire allora che tutta la famiglia ci si diverte.- Non essere stupido. Potrei capire mia suocera e Maria, mia suocera e mio suocero…- E con ciò? Non è possibile che si divertano tutti insieme?Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. D’incesto ne avevo sentito parlare, eccome. Anzi, c’ero stato vicinissimo. Mario si rese conto del mio stato d’animo:- Cosa c’è? Ho detto qualcosa che non va?- No, è che…- Che…?- Porca miseria! La cosa mi arrapa – dissi di botto – e vorrei… Il rumore della porta che si apriva ci fece sobbalzare. Ne uscì mio suocero che con tono imbarazzato c’invitò ad entrare. * Ora ci divertiamo – mi sussurrò ridendo Mario Mio suocero ci fece accomodare sul divano e con evidente disagio iniziò a parlare:- Spero che quello che sto per dirvi rimanga un segreto tra di noi.- Se ce lo chiedi non c’è alcun problema. – dissi fingendo un’aria stupita – ma di cosa si tratta di così importante?- Avrete certamente notato che quando ho visto il Signor Giorgio sono rimasto un attimo interdetto. Ebbene io e Giorgio già ci conoscevamo, solo che erano parecchi anni che ci eravamo persi di vista. Una volta eravamo proprio come voi due: inseparabili perché uniti da una profonda amicizia. Poi la vita ci ha divisi per vari motivi.- Giorgio è andato a vivere da qualche parte lontano?- No, sono sempre rimasto nei paraggi di Napoli. I motivi sono altri.- E quali sono?- Quando mi sono sposato – rispose Antonio – alla nostra amicizia si è aggiunta anche mia moglie Anna. Le cose filavano veramente bene fino alla nascita di Maria.- E poi cosa è successo?- Quando Maria era ormai una bambina di circa 3 anni ci fu un problema. Alcuni nostri vicini dell’epoca ci denunciarono perché convinti che ci davamo alle orgie facendo oggetto delle nostre perversioni nostra figlia.- Ma… mica era vero.- No, non era vero… o… almeno in parte.- Cosa significa in parte?- Significa che era tutto vero tranne il fatto di Maria. Si, è vero, ci davamo alle orgie, ma Maria e Roberta ne sono sempre state fuori. Lo facevamo o non a casa quando c’era qualcuno che le accudisse o quando dormivano nella loro stanza. Chiaramente non c’era nessuna prova che le facessimo partecipare, ma il giudice ritenne che, pur non essendo punibile il nostro comportamento, era il caso che non frequentassimo più Giorgio nel nostro ambiente famigliare.- E perché proprio Giorgio?- Giorgio era il più scatenato di tutti. Era quello che organizzava le serate e s’inventava le cose più strane. La sua fama era ampia. Aveva sempre una proposta nuova. Insomma era considerato pericoloso per delle bambine. E così nostro malgrado fummo costretti ad allentare la nostra amicizia per evitare di perdere le nostre figlie. Poi con il tempo ci siamo persi completamente di vista. – Ma ora vi siete ritrovati. – Già, e devo dire la verità ne sono felice. Onestamente quando l’ho visto ho avuto come un tonfo.- Avevi paura che noi scoprissimo gli altarini?- Si. Ma poi Giorgio mi ha fatto riflettere sul fatto che quello che facevamo all’epoca non arrecava danno a nessuno e ci rendeva felici. E mi ha quindi convinto a dirvi tutto. – Ma perché proprio a noi? Potevate benissimo tacere.- Il fatto è che tu ormai appartieni alla nostra famiglia e benché non te lo abbia mai dimostrato, ne sono felice.- Ti ringrazio. In effetti non lo hai dimostrato molto. Ma ciò cosa vuol dire? Potevo benissimo fare parte della tua famiglia senza essere per forza a conoscenza del vostro passato.- Si è vero. Ma il fatto è che…- Cosa?- Cerca di capirmi… a noi farebbe piacere riprendere la vecchia amicizia.- Ma questo è più che naturale, ma continuo a non capire che ostacolo poteva essere la mia presenza.- Riflettici bene: tu sei sempre presente. Sei a casa mia in ogni occasione. Sia ben chiaro, la cosa non mi da fastidio, anzi. Ma sarebbe stato inevitabile che ti saresti reso conto dei nostri movimenti.- E già, perchè oltre all’amicizia volete riprendere anche l’attività? – Certo.- E hai intenzione di dirlo anche a Maria?Mio suocero tacque per un attimo come chi non sa come confessare qualcosa.- Non dirmi che Maria è al corrente di tutto?- Già, è proprio così.- Ma era troppo piccola, non può ricordare… allora… lei… tu…- No, non è come credi. Non ha mai partecipato con noi, ma non le abbiamo mai tenuto nascosta la nostra natura. Abbiamo solo cercato di non farlo alla sua presenza, ma le abbiamo sempre parlato apertamente cercando di non crearle dei traumi.- E con Roberta? Come conti di fare? – Roberta è un altro carattere. Lei a autonoma sotto tutti i punti di vista. Sessualmente parlando poi è piuttosto attiva. Non una volta io e Anna ci siamo resi conto che ci spia mentre facciamo sesso e ne trae piacere. – Ma non vorrete farla partecipare?- Questo no. Anzi, siamo sempre stati il più riservati è possibile pur mantenendo un’apertura mentale notevole. – E tua moglie? Sei sicuro che a lei faccia piacere riprendere come una volta?- Ne sono più che certo – disse sorridendo – ad Anna farà un piacere immenso.- Benissimo, allora io non ci trovo nulla di male. Vuol dire che quando organizzerete i vostri incontri io e Maria non saremo presenti.- Non è detto. – disse Giorgio guardano Antonio negli occhi – non è affatto detto.- Cosa vuole dire? – dissi rivolgendomi a mio suocero non capendo le parole dell’amico- Vuole dire… che… se vorrete…- Sii chiaro, finisci la frase.- Vuole dire che se vorrete potrete partecipare anche tu e Maria.Rimasi per un attimo interdetto. La cosa era alquanto imbarazzante. Tutto sommato mio suocero in quel momento mi stava invitando a partecipare alle sue orgie insieme a sua figlia stessa.- Ma scusa, partecipare per te cosa significa? Stare lì a guardare?- Anche questo, ma principalmente se lo si vuole, significa partecipare attivamente. – Ma scusa, non ti farebbe rabbia che io mi chiavassi tua moglie?- A me no. Bisogna vedere se a te non dispiace vedere la tua ragazza fare l’amore con un altro.- E chi potrebbe essere questo altro? Giorgio?- Potrebbe essere Giorgio, Mario o un altro. Oppure io.- Tu? Suo padre? Ti chiaveresti tua figlia?- Si, lo confesso. Il pensiero di questa cosa mi ha sempre eccitato. È già da molto che ci penso.- E da quando?- Da quando lei compì 18 anni. La madre le regalò un costume da mare che lei subito volle provare. Eravamo abituati a vederci nudi per casa e la cosa non provocò alcuna reazione in me, ma quando la vidi con quel costume così sexy che praticamente la faceva rimanere nuda, quando vidi che la parte di sotto le s’infilava tra i glutei, quando vidi che dei suoi seni rimanevano coperti a stento i capezzoli… insomma quando la vidi così provocante ebbi un’improvvisa erezione e dovetti scappare nel bagno a masturbarmi. Dopo un attimo Anna mi seguì chiedendomi cosa mi fosse accaduto. Quando le dissi quello che Maria mi aveva procurato ne fu anche lei eccitata.- Non posso crederci, entrambi i genitori incestuosi.- No. Fino ad ora non lo abbiamo mai fatto con Maria.- Ma vorreste.- Si è vero, lo vorremmo.- E cosa ti fa pensare che io non ti spacchi la faccia?- Il fatto che fino ad ora non lo hai fatto. E poi a giudicare dal tuo pacco ti sei anche eccitato.Mario che fino a quel punto era stato zitto, intervenne:- Ed io? Io che parte dovrò svolgere?- Tu se vuoi puoi entrare a far parte di noi. Se vuoi anche con la tua ragazza.- Figuriamoci. Sborro solo al pensiero che qualcuno le sbirci le gambe, figuriamoci in un’orgia. Accetto. E anche tu faresti bene ad accettare. Cosa te ne frega se è la figlia? Anzi la cosa a quanto pare ha su di te un notevole effetto perché ora sei proprio arrapato.* Si è vero. Sono talmente arrapato che vorrei qualcuno che me lo menasse Giorgio si alzò di scatto dicendo:- Perché non lo facciamo tutti? A quanto pare tutti abbiamo l’uccello in tiro.- Ma così, senza donne – dissi con finta innocenza- Ci possiamo divertire tra di noi – disse mio suocero alzandosiLentamente Antonio iniziò a sbottonarsi la camicia tirando fuori un torace notevole. Poi toccò alle scarpe volar via. Infine si sfilò i pantaloni insieme ai boxer rimanendo completamente nudo. Il suo cazzo era di dimensioni normali, ma era notevolmente in tiro. Si avvicinò e iniziò a spogliarmi. Iu un attimo restai anche io completamente nudo. Giorgio e Mario fecero altrettanto. Antonio mi prese l’uccello tra le mani iniziando un leggero andirivieni. Quando capì che ero cotto a puntino mi baciò ficcandomi la lingua in gola. Risposi al suo bacio con passione. Ci abbracciammo buttandoci a terra sul tappeto. Cercavo il suo cazzo come lui cercava il mio. Nel frattempo Giorgio già stava sbocchinando Mario il quale ululava dal piacere. All’improvviso mi sentii la mano di Antonio scendermi sotto le palle per arrivare al mio buchetto. In altre condizioni avrei rifiutato quell’approccio, ma in quel momento mi venne solo di allargare le cosce per facilitare Antonio. Iniziò a infilarmi un dito nel culo. Era bellissimo e lo lasciai entrare. Dopo un po’ che mi aveva rovistato il culo mi si mise addosso a 69 e con prepotenza iniziò a succhiarmi. Dal canto mio mi vidi in faccia quel suo cazzo durissimo e mi fu naturalissimo prenderlo in bocca. Aveva un buon sapore. Lo succhiavo con avidità cercando d’infilarmelo il più possibile alla gola. Con le mani gli aprii le chiappe scoprendo il suo buco del culo. Era enorme. Si vedeva che aveva accolto spesso qualcosa di enorme. Non ci pensai sopra e inumidite le dita con la saliva iniziai a trapanarlo. Gli ficcai prima una, poi due, poi tre e infine ben quattro dita fino alle nocche nel culo. Antonio gridava dal piacere. – Che bello… siiii…. sfondami il culo… rompimelo… ahhhhh.- Si è bello… ti chiavo il culo… ahhhhh… ora sborro…. Ahhh…. SboroooooooSborrai con notevoli spasmi nella bocca di Antonio. Dopo qualche attimi mi accorsi che anche lui stava per godere. Senza esitazioni presi di nuovo il suo cazzo in bocca e ripresi a succhiarlo. Dopo qualche attimo con uno spasmo da quel cazzo uscì un fiotto di sperma che mi arrivò direttamente in gola. Ma l’altra sborra la volevo in bocca. In bocca per gustarla e solo dopo ingoiarla. Mi si riempi la bocca. Era un mare di sperma. nel girarmi vidi che Giorgio stava inculando Mario, che rivolto a me:* Accidenti… che bello…… ahhh… è bellissimo prenderlo nel culo…. Siiii…. prova anche tu… fatti inculare… Guardai mio suocero negli occhi il quale mi disse:- Se vuoi che t’inculi dovrai fare in modo che mi ridiventi duro- E allora vieni qui, fattelo succhiare ancora.Non ci volle molto che il suo cazzo ridivenne dritto. Mi fece mettere alla pecorina e dopo avermi leccato il buco del culo disse:- Ora sei pronto. Proverai un po’ di dolore, ma poi tutto passerà e vedrai che sarà sublime.Antonio appoggiò la cappella al mio buco e lentamente iniziò a spingere. Non provai alcun dolore mentre il piacere fu dall’inizio. Quando mi fu completamente nel culo iniziai ad urlare per il godimento:- Ahhhh… siiii… è magnifico…. Sfondami…. Squarciami il culo… dai ti prego… sborrami dentro.All’improvviso avvertii qualcosa di caldo nel mio intestino: Antonio aveva sborrato nel mio culo. Mi misi una mano dietro per raccogliere ciò che usciva dal mio sfintere per poi portarmelo alla bocca. Il solo odore della sborra di Antonio che era uscita dal mio culo mi fece godere senza neanche toccarmi il cazzo. Un quintale di sborra si spiaccicò sul tappeto. Anche Giorgio e Mario avevano goduto e si stavano baciando. Io e mio suocero ci unimmo a quel bacio. Le nostre quattro lingue si cercavano tra di loro scambiandosi la saliva dell’uno con l’altro. Poi cademmo tutti accasciati. Fu un’esperienza eccezionale.
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