Ho vissuto dieci anni durante i quali ho dimenticata l’esistenza ed i compiti dei medici, sono due mesi che passo più tempo, forse, dal medico di famiglia che in qualsiasi altro luogo od attività.Tutto questo per colpa di un “ictus cerebri” (fortunatamente non grave) che ha colpita mia madre.Il dottor D., medico di famiglia, ha organizzato le quattro ore di ambulatorio giornaliere avvalendosi dell’aiuto della figlia che, laureanda in medicina, gli dà una mano nella stesura delle ricette, nel misurare la pressione ai molti “fan” della stessa, nel paziente ascolto dei mille malanni che affliggono, rare volte in realtà, tante fantasiose frotte di anziani che affollano costantemente la sala d’aspetto alla destra della quale c’è lo studio del dott. D., mentre a sinistra c’è la stanza “dei dolori e delle lamentele” che sono meritoriamente e pazientemente ascoltate dalla figlia laureanda.Il dott. D. avrà 60 anni, è un tipetto energico, smilzo, tutto nervi, taciturno, piccoletto, professionalmente ben preparato, forse uno dei pochi medici ancora in grado di fare una diagnosi seria senza l’ausilio della tecnologia moderna.La figliola, bambolona sovrabbondante, tutta curve appariscenti, chiacchierina e simpaticona, avrà un trent’anni, ha un marito ed un figlio resi frettolosamente e necessariamente tali dalla dimenticanza dell’assunzione della pillola e forse perciò nemmeno tanto graditi.Musi lunghi e sguardi torvi dei “pazienti impazienti” in attesa mi accolgono quando esco dalla stanza della figlia.Avremo amabilmente chiacchierato per più di mezz’ora.Ho la mente spersa fra mille nuvole temporalesche, sto cercando di dipanare la matassa delle tante cose che mi ha dette e di quelle che ha cercato “di farmi capire”, ma che ancora non riesco a sceverare : mi ci vorranno tempo e calma e forse non ce la farò nemmeno, a meno che non si decida, in seguito, ad essere chiara, a dire “pane al pane e vino al vino”, invece di parlare (o non parlare?) per enigmi.Passo e ripasso mentalmente il nostro colloquio, provo a valutare “alla moviola” ogni sua parola.Dice – Sa, anch’io ho i miei malanni, come tutti d’altronde, infatti avrò dovuto mostrare e far palpare le tette al mio cardiologo ormai mille volte — Deve essere un gran bel vedere ! – le avevo ribattuto prontamente per farle un complimento forse meritato e guardando intenzionalmente in direzione delle due sunnominate che, data la loro mole, occupavano tutto lo spazio disponibile sotto la “ondulata” camicetta.Aveva riso divertita, messo “petto in fuori e pancia in dentro” e: – Lei deve essere vero intenditore ed “apprezzatore” di belle tette perché la sua signora sì che le ha veramente belle !, lo dice sempre anche il mio papà, con il piacere stampato sul volto, lui che è medico sì, ma sempre e comunque uomo può ammirarle e palparle spesso (e mi guardò decisa) ogni volta che la sua signora viene a farsi vi-si-ta-re – aveva concluso isolando dal testo e sillabando l’ultimo verbo maliziosamente e intenzionalmente.- Anch’io sono uomo e vorrei essere il suo cardiologo per ben palpare le sue – riuscii a dire a malapena approfittando dell’ultimo grammo di saliva che mi era rimasto nella gola riarsa.E aveva riso ancora, compiaciuta, facendo ballare il rock alle poderose tettone.Ventiquattro ore di confusione mentale mi obnubilarono il cervello, poi riuscii a coordinare fatti, comportamenti, date, avvenimenti ai quali non avevo fatto mai neanche caso.Io non andavo dal medico da dieci anni, mia moglie altrettanto ma da un bel po’ invece ci va tutte le sante settimane.Da quanto tempo ?, da troppo, perché ? : la cervicale, la pressione, il mal di testa, i reumatismi, l’influenza, la vena sul polpaccio, le ricette per la madre il gonfiore alla spalla… tutti motivi validi !, ma per un anno ?… e le tette, le sue belle tette, ammirate e palpate “professionalmente” tute le volte che và a farsi vi-si-ta-re. che c’entrano ?, e la figlia del medico perché me lo dice in quel modo galeotto ?… se così fosse (ma non ci credo) perché non ha continuato a tacere come suo dovere ?, e poi come si permette di esprimere certi dubbi, di fare insinuazioni ?, mia moglie !, com’è possibile ?… si fà vi-si-ta-re anche la figa e magari il culo ?, e lei, mia moglie, gli vi-si-ta forse l’uccello ?… ad un sessantenne ?Trascorro una settimana “in altalena”: paradisiaca quando mi dico che tutto ciò non è, infernale quando pavento… ma no, mia moglie ha 45 anni, ma è ancora una gran bella figa e pure bollente !, il sessantenne dott. D… già, ora sì che ricordo !, per quel che raccontano in giro bocche di femmine “che l’han sentito dire” deve avere un gran cazzo ! e deve essere un porco !Ottimista e pessimista decido di tornare dalla figlia del dottore facendo finta di niente, di tenermi al di sopra e al di fuori della inaspettata mischia per cercar di saperne di più.Sono due o tre giorni che fa’ un caldo torrido, fuori stagione.Mi accoglie e mi saluta raggiante, la ricambio con calore, si gira verso il muro si rigira verso di me con un paio di bottoncini della camicetta slacciati in più di prima di girarsi… le opulente tettone diventano le protagoniste assolute, non capisco più niente, i miei occhi, le mie voglie, il mio cervello sono schiavi totali delle esuberanti, super-provocanti curvone.- E adesso ?, se lei fosse cardiologo come farebbe ad auscultarmi il cuore ? — Oddio che belle tette… cercherei il suo cuore in mezzo a loro, sotto di loro, sopra di loro, poi la vi-si-te-rei possibilmente tutta ! — Ma lei non è mica il mio cardiologo e con le mie tette ci si potrebbe fare ben altro ! -Ecco, adesso il cervello mi scoppia, ascolto in trance sue parole che non so che senso abbiano, se siano rumori molesti o musica celestiale, il piacere “è solo le sue tette”, tutto il resto non conta, non è !- Mio marito dovrebbe essere geloso od orgoglioso delle mie tette, di me ? — Orgoglioso !, ma non solo orgoglioso – esclamo convinto.- E lei è geloso o solo orgoglioso delle belle tette della sua signora, del suo corpo cos’ sensuale, di lei ? – mi incastra senza scampo.- Orgoglioso – non posso che risponderle, anche se a mezza bocca, decisamente “costretto”, perché mi serve sulle mani tese, quasi in preghiera, a coppa, in attesa del gran dono, una tettona enorme, incredibilmente soda, con su piantati un’aureola ed un capezzolo immani, scuri, sempre più vicini alle mie voglie.Mi permette una slinguatina all’aureola, una ciucciata al capezzolo, un bacione alla sorprendente tettona, respira con affanno, le sue mani che m’hanno guidato sulla montagna di porcellana pressandomi lievi le gote diventano una morsa e mi staccano da lei.Rimette la tettona ribelle, che sembra non volerne sapere, nella coppa del reggiseno, quest’ultimo dentro la camicetta, riallaccia anche i due bottoni “famosi” e tutto torna “normale”.Silenzio.Si siede, scrive una ricetta, la piega in due, me la porge : – A rivederla ! – e mi congeda.L’automa che sono io lascia la stanza, attraversa la sala d’aspetto, si ritrova in strada.Sono sconfitto, inscemito, dimentico del vero e vitale motivo che mi aveva portato da lei.”Ma che razza di ricetta mi avrà mai scritta se non…” penso e mi apro il foglio davanti agli occhi imbambolati intorpidito sia nel pensare che nell’agire :- Ti aspetto a casa mia, nel mio letto, domani alle 16,30, telefonami mezz’ora prima al n. 23….” -Inghiotto un rospo, che diventa una pesca, poi un profiterol ! cosa succede ?Lei ha men di trent’anni, è giovane, fresca, io ne ho cinquanta, non sono più ne giovane ne fresco, ma il mio uccello è già durissimo e non mi permette altri interrogativi.Mia moglie, il suo papà, le loro “vi-si-te” chi, che, cosa sono ?E’ “domani” ore 16,30, a casa sua, nel suo letto, nudo, nuda, sorprendentemente arrapante, sovrabbondante ma soda, tutta curve, valli, monti e canion, peli e pelini là dove devono essere.Una figa lunga, larga, grande, carnosa, animalesca, due piccole labbra sottili come rasoi, vaste come vele, due grandi labbra argini boscosi anneriti da peli ebanici, un culo poderoso, stratosferico, che domina e contiene una birichina asola increspata circuita da vezzosi peletti, e quelle sue enormi, sodissime tette : il nudo della figlia del dottore è il mio sogno erotico di sempre ma visto attraverso una lente di ingrandimento che ha reso tutto enorme : la sua figa, culo, e tette forse sono così sovrabbondanti per ripagarmi di un sogno e di voglie coltivate per una vita e che solo adesso ho tutte, qui e per me.”Grazie ! o mio troppo generoso destino !”.Destino sempre più avvincente, conturbante, totale, man-mano che scopro e gusto la enorme “cultura sessuale” delle sue mani, della sua bocca e lingua, delle sue tette, figa, e culo e la oscena sfrontatezza dell’uso “in mischia” che ne fa !Il piacere davvero estremo che mi fa provare e chiaramente prova, più l’arcano suo potere han creato in me una “vis scopandi” super, “da fine del mondo” e me la fanno “ben-trattare” in ogni modo e luogo possibili con le solite mani, con la solita lingua, con un insolito cazzo (ma è proprio lui ?, il mio ?) che non ne vuole mai sapere di piegarsi pur dopo averla tanto stantuffata, davanti come didietro, a sud come a nord… un miracolo conclamato, ma solo con lei, solo ora, a cinquant’anni !Al calar delle tenebre scendo dal Paradiso del Piacere sul quale m’ha assiso la figlia del dottore, ma non per l’abbassamento del mio “nuovo uccello”, ma solo per raggiunti limiti di orario e torno ad annaspare su questa sciagurata terra.E mi vengono in mente i tabù, le paure, i peccati, gli anatemi, i tradimenti, le gelosie.- Tuo marito ? — Mio marito è rientrato verso le sei ed è uscito un’oretta dopo — Cosaaa… ?!?! — Sì, tu non te ne sei accorto perché eri tutto intento ad incularmi, a godere ed a farmi godere… ci ha guardati per un pò, forse incuriosito da te… “novità”, ma non angustiarti, lui non è mica geloso ! — Nooo ?! — No ! perché, forse tu lo sei ? – ed eccomi ben servito l’ennesimo “incastro” che mi costringe a ribatterle deciso : “No !”- Allora è tutto come deve essere, “normale”… per lui Eros ed il sesso sono un qualcosa di insignificante, forse di inutile, quando mi scopa spesso lo fà ogni due mesi, ma senza godere, è un frigido, come mia madre, una baciapile fredda ed inospitale come i poli sommati… che avrà scopato col mio caro paparino tre volte in trent’anni (e io sono la seconda scopata) povero papà !, lui, un superdotato, un superfocoso, un “super-ormonato” che scoperebbe anche quando e mentre dorme, come me, che assomiglio tutta a lui… stesso e triste destino sessuale il nostro… lui, un mandrillo, un toro, uno stallone, io una troia famelica e porca, legati come per un malefico incantesimo, lui ad una mummia-ghiacciolo, io ad un “coso” insulso, inutile… ma oggi è il mio giorno della Fortuna e ho goduto con un porcellone infinito, come piace a me, grazie e complimenti, hai un “inox” che è un vero cazzo d’acciaio, buono, bravo, forte, eterno… questa che ho incontrata oggi deve certo essere la stessa Fortuna che ringrazia e adora anche il mio papà da quando “vi-si-ta” uno splendido troione con bellissime tette, figa benedetta da eterna voglia, culo gustoso e generoso, bocca golosa e profonda, adatta ad un uccellone come il suo, una puttana come piace a lui insomma… tua moglie !… -Non ha detto niente, non ho sentito niente, non ho capito niente, perché tra un brano di racconto e l’altro mi coccola con le mani, con la bocca, la lingua e le tettone sue il mio “inox” grondante gusto, mentre io le adoro, carezzo, odoro, slinguetto la figona ed il grandioso culo, intrisi dei sapori e degli odori dei “prodotti” dei nostri orgasmi, enormi come i miei sogni erotici nati con le mie prime pulsioni erotiche, quarant’anni fa, “toccati con mano” e quindi gustati reali, veri, solo oggi, grazie alla figlia del dottore, che è “così”.Il resto, tutto il resto, non conta, “non è”.Anche quando la sua bocca, sbocconcellando il mio “inox” sussurra : – Il mio paparino aveva la voglia più grande del mondo… scopare e godere la tua porca signora a letto sì, ma nel tuo di letto… in questo stesso momento infatti si stanno scopando e godendo… non gli telefono per dirgli di rivestirsi in fretta e di scappare perché tu stai per tornare, perché tu non sei geloso, perché… perché ti fà piacere, spero -Non sono in grado di rispondere e “chi tace acconsente”.Giungo a casa mia sfruttando la potenza del vuoto assoluto, senza aver guidata la macchina, senza aver percorsi marciapiedi, senza aver presi ascensori, senza aver aperte e chiuse porte.Il sessantenne padre-mandrillo della dottoressa sta ancora montando… inculando… montando o inculando ?, l’uno e l’altro ?, che confusione !, e con che stanga !, quel gran bel troione di mia moglie… godono come forsennati, ululano come cojote affamati per una buona ora ancora, una vera “esagerazione sessuale” della quale non mi importa nulla… o sì ?… o, anzi, mi fa’ addirittura piacere ?
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