Era una notte d’agosto, caldo porco, moglie e figli in vacanza. Ero in preda a quell’ansia che mi prende sempre quando rimango “scapolo” l’ansia di perdere qualche buona occasione, di darmi un po’da fare con qualche bella fichetta. Ma purtroppo non c’era niente in vista e rassegnato smanettavo con il telecomando cercando almeno un buon programma.In quel momento suonarono alla porta. Andai ad aprire chiedendomi chi potesse essere, e rimasi stupito trovandomi davanti Sabrina, diciannove anni, figlia dei miei vicini di pianerottolo. I suoi genitori erano in vacanza ed anche lei doveva esserci, visto che per la prima volta aveva ottenuto il permesso di andare in vacanza da sola; mi raccontò una storia complicata: aveva litigato con il suo ragazzo che l’aveva mollata da sola, in treno le avevano rubato la borsa con dentro soldi e chiavi, insomma non sapeva cosa fare, così vista la luce accesa in casa mia aveva pensato di rivolgersi a me. La feci entrare. Indossava solo un camicione bianco che le arrivava appena a metà coscia ed era piuttosto trasparente: si vedevano piuttosto nitidamente le areole dei capezzoli e la forma dei seni dato che non indossava il reggiseno; più giù si intravvedeva un piccolo slippino bianco che sottolineava la pienezza delle sue forme. Mi sorpresi a guardarle le gambe e poi anche il resto. Fino al giorno prima l’avevo considerata poco più di una bambina, ma adesso era cresciuta. Era affamata e mentre le preparavo qualcosa da mangiare si sedette di fronte a me in cucina; accavallò le gambe scoprendo generosamente le cosce abbronzate, mentre il camicione risaliva sui fianchi. Le porsi un panino imbottito e prese a mangiarlo con avidità spostando la caviglia sul ginocchio: immediatamente si videro le sue mutandine bianche che coprivano a malapena il pube pronunciato e ricciuto: Con il fiato alla gola continuai a guardarla mentre lei mi offriva con naturalezza un magnifico primo piano della sua intimità.Mi chiese il permesso di farsi una doccia e la guidai verso il bagno senza poter distogliere lo sguardo dalle sue forme procaci. Chiuse dietro di sè la porta e dal vetro traslucido la vidi togliersi il camicione e lo slippino e la sentii far scorrere l’acqua; con il fiato in gola e con precauzione poggiai l’occhio al buco della serratura ed ebbi la visione dei suoi glutei armoniosi. Si girò mentre si insaponava ed ebbi la vista dei seni torniti e dell’addome armonioso che terminava con la nitida macchia castana del pube: non c’era traccia dei segni del costume da nessuna parte. Ammirai ancora per un po’ il suo magnifico corpo nudo mentre si risciacquava, poi mi allontanai e tornai in soggiorno, dato che non volevo che mi scoprisse a spiarla.Dopo cinque minuti arrivò anche lei gocciolante, coperta solo da un asciugamano un po’corto che non potendo coprire tutte le sue bellezze, sistemato a metà, la lasciava mezza nuda sia sotto che sopra: riammirai la linea superba dei suoi seni che tendevano ad uscire dal bordo dell’asciugamanoed il mio sguardo corse alle gambe lunghe ed affusolate, mostrate in tutto il loro splendore. Si accomodò in una poltrona ed ebbi un’ istantanea visione dei suoi peli; andai a prenderle una bibita e mentre gliela porgevo le punte dei seni uscirono dall’asciugamano con i capezzoli bene in mostra. Tirò su l’asciugamano con una risatina ed in quel momento ebbi un altro tuffo al cuore: in basso era riapparsa l’ombra scura del pelo pubico che occhieggiava dalle cosce un po’ dischiuse; non ci fece caso, anzi per stare più comoda mise addirittura una gamba sul bracciolo: il mio sguardo era ora calamitato dallo splendido primo piano della sua fica nuda di cui scorgevo con chiarezza tutti i dettagli del solco e delle piccole labbra umide. Come se niente fosse lei cominciò a parlare, raccontandomi della sua vacanza, di come avesse preso l’abbronzatura integrale in un villaggio abituandosi a stare senza vestiti dalla mattina alla sera e della sua lite con il fidanzato che aveva scoperto a fare all’amore con una vicina; ascoltavo, ma non sentivo: il mio pensiero era calamitato sulla sua pelosetta, pensavo a come sarebbe stato bello toccarla.Cercavo di muovere lo sguardo in modo che non si accorgesse che mi stava mostrando la fica e che io gliela guardavo con troppa insistenza. Lei continuava a parlare come se niente fosse, accalorandosi nel suo racconto, mentre di nuovo le areole dei seni cominciavano ad uscire dalla parte superiore dell’asciugamano. Le offrii una sigaretta e mentre mi chinavo su di lei per fargliela accendere le sbirciai i seni ed i capezzoli lievemente induriti. Tornai al mio posto e mi sedetti di fronte a lei: mentre fumava non aveva cambiato posizione per cui continuava a mostrarmi la fica: compresi che era conscia che la stavo guardando ed aveva piacere a mostrarmi tutte le sue cose,il sesso in particolare. Mentre spegneva la sigaretta l’asciugamano si sciolse del tutto e lei rimase completamente nuda ed esposta sulla poltrona, come se fosse la cosa più naturale del mondo: solo smise di parlare e mi fissava, passandosi la lingua sulle labbra.Come in trance mi alzai in piedi di fronte a lei e la squadrai a lungo: la sua abbronzatura era totale, la carne aveva un aspetto sodo, scattante, due tettine a pera con capezzolini minuti che puntavano verso l’alto, gambe stupende, i capelli lunghi ancora bagnati le stavano appiccicati alle spalle ed incorniciavano così il suo bel faccino, forse era nervosa stava mordicchiandosi un labbro.Mi inginocchiai davanti a lei e presi a baciarla sulla bocca, poi i seni ed i capezzoli che si indurirono di più al contatto con la mia lingua; scesi più giù e con una mano le toccai la fica che si aprì come un ostrica, era rosea ed umida di voglia, presi a titillarle con la punta della lingua ilclitoride, un bottoncino duro duro. Me la leccai tutta per benino: era una fighetta stretta e profumata ed era già tutta bagnata. Con un dito la penetrai da dietro nel sederino stretto stretto, mentre con l’altra mano entravo davanti e sentii lo stretto intervallo tra le mie dita. Intanto lei si stava dando da fare con il mio uccello che aveva portato al massimo dell’erezione con mano sapiente e che stava leccando e succhiando alacremente. La penetrai con il pene al massimo dell’erezione e con colpi lunghi e profondi glielo mettevo tutto dentro fino ai testicoli e sentivo la sua fica stringersi attorno al mio uccello come una mano, una vera delizia. La feci girare e la feci mettere alla pecorina. che spettacolo il suo culetto spinto in fuori con al centro il nido d’amore! La penetraida dietro appoggiandomi con voluttà alle sue natiche tornite, mentre l’afferravo per i seni e dopo lunghi colpi venni al colmo dell’eccitazione. Dormimmo insieme e all’ alba mi svegliai di nuovoarrapato e presi a carezzare il suo corpo nudo steso al mio fianco fino a risvegliare i suoi sensi: scopammo come due ricci ed in quell’occasione penetrai anche nel suo sederino stretto.Rimase ancora un giorno a casa mia girando sempre completamente nuda, volle perfino che le depilassi la fica e l’ano: che spettacolo il suo corpo sodo e impudico offerto continuamente al mio piacere: ogni occasione era buona per aprire le gambe e mostrarmi la passerina tenera e l’ano indifeso subito raggiunti dalle mie mani vogliose: la presi in tutte le maniere possibili edimmaginabili. Al terzo giorno le diedi qualche soldo e le comprai qualche abito ed un po’ di biancheria per poter raggiungere i suoi. Le chiesi solo di non far sapere che era rimasta due giorni a casa mia e lei midisse che quei due giorni erano stati tra i più belli della sua vita per cui non solo non avrebbe detto niente a nessuno, ma era pronta a stare ancora con me quando se ne fosse presentata l’occasione: mi ero fatto un amante diciottenne!!!
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