Salve a tutti. Mi chiamo Andrea e voglio raccontarvi quello che mi sta capitando in questo periodo.L’altro giorno, mentre io, mia sorella Ines, mio padre Franco e mia madre Maria eravamo a pranzo, sentiamo bussare alla porta. Era mia nonna Paola con l’aria arrabbiata di chi ha appena discusso con suo marito. E infatti le sue parole ce lo confermano.Mio nonno Giuseppe gli ha appena comunicato che non vuole più andare ad una gita a Venezia col centro anziani del paese, a cui si erano segnati il mese prima lui e mia nonna.Viviamo in una cittadina vicino Pescara e mia nonna alla veneranda età di 56 anni, non è mai stata nella città lagunare famosa in tutto il mondo e più volte ha manifestato il desiderio di andarla a visitare. Già un anno fa il centro anziani aveva organizzato la stessa gita e quella volta il nonno non ne volle sapere dal principio. C’era stata una bella litigata tra loro ma poi, anche grazie all’intermediazione di mia madre e sua sorella, le cose si erano risistemate. Mio nonno ha 63 anni e, da quando è in pensione, gli interessa solamente giocare a carte al bar sotto casa con gli amici e seguire il campionato di calcio. Tra tornei di carte, e partite che va a vedere allo stadio o a casa di qualche amico, a casa non c’è quasi mai. Forse è meglio così visto che con l’avanzare degli anni, i dissapori tra lui e mia nonna sono sempre maggiori. Non che non si vogliano bene, anzi. Però a mia nonna gli è sempre piaciuto andare a visitare città d’arte, luoghi nuovi per scoprire usi ed abitudini diverse dalle nostre. Pochissime volte da giovane però mio nonno l’ha accontentata. La scusa era che non poteva per impegni di lavoro; quindi mia nonna, da brava moglie e madre, non si è mai sognata di imporgli queste gite anteponendole al dovere. Però da circa tre anni mio nonno è in pensione e la scusa del lavoro non la può più usare. Allora è venuto allo scoperto ammettendo che queste cose a lui non interessano e che mia nonna deve trovare qualcun altro con cui andare in giro.Dopo lo sfogo mia nonna si calma e mia madre la riaccompagna a casa. Il pomeriggio trascorre tranquillo poi la sera dopo cena i miei tornano al discorso di mia nonna. Dicono che non può continuare a vivere in quel modo; che anche lei ogni tanto ha bisogno di togliersi qualche soddisfazione; che in fondo non chiede mai niente e che mio nonno è stato crudele a trattarla così dopo che per un mese ce l’aveva fatta credere. Il giorno dopo, a pranzo, mi chiedono se non voglio accompagnare io mia nonna alla gita. In fondo sono solo tre giorni ma a lei farebbe veramente bene. Mi dicono che a 19 anni, oltre che a prendere bisogna iniziare anche a dare e che andrebbero volentieri loro ma non possono per motivi di lavoro. Insomma, cercano di convincermi in tutti i modi, quasi come se la rinuncia alla gita da parte di mia nonna fosse poi colpa mia e non del nonno. Siamo a fine giugno ed io avevo già organizzato il fine settimana al mare con gli amici. Questa loro richiesta mi coglie impreparato. Sono un po’ arrabbiato perché non si preoccupano di sapere se la cosa potrebbe mandare a monte miei progetti e quindi, prima di rispondere gli dico che voglio pensarci.Nel pomeriggio decido di andare a trovare la nonna per vedere come sta. Quando mi apre capisco dalla sua espressione che ancora non ha digerito lo scherzo che gli ha fatto il nonno. Entro e mi offre un the freddo che accetto volentieri. Ovviamente è sola in casa e solo allora mi rendo conto che è ancora una donna piacente. Non deve essere facile per lei trascorrere le giornate in modo così monotono.L’ora che trascorro con lei passa velocemente e piacevolmente. Mi accorgo che parliamo come due vecchi amici e non, come sempre fatto, come nonna e nipote. Quando la saluto lei mi ringrazia per il tempo che gli ho dedicato e mi abbraccia stretto dandomi un bacio sulla guancia. Anche questa è una cosa nuova. Da quando sono diventato…. .uomo non mi ha mai più abbracciato così.La sera a cena dico ai miei genitori che accetto di accompagnare la nonna in gita. Mia madre con le lacrime agli occhi mi abbraccia stretto fiera del suo ometto. Mio padre mi stringe la mano dandomi una pacca sulla spalla e dicendomi che avevo fatto la scelta giusta.Il giorno dopo, mentre passeggio con gli amici, squilla il cellulare. E’ mia nonna che mi ringrazia ma dice che non può accettare che un ragazzo di vent’anni accompagni in gita una vecchia e per di più con una comitiva di vecchi. Il problema l’ha creato il nonno e quindi io non devo sentirmi in colpa. Pensa che mi abbiano obbligato i miei genitori e ha paura che questo guasti i suoi rapporti con me. Resta sulla sua posizione nonostante le mie rassicurazioni e riattacca salutandomi. Decido di andare da lei e parlarle a quattr’occhi come avevamo fatto il giorno prima. Mi dice che quel giorno è sola perché mio nonno è andato a Pescara a fare un torneo di carte. Tanto per cambiare. Mi autoinvito a pranzo e lei accetta entusiasta. Vado in sala e telefono a mia madre per dirglielo; anche lei è entusiasta e mi manda un bacio. Mentre mia nonna prepara il pranzo la guardo con attenzione. Indossa un prendisole con larghe bretelle che gli arriva al ginocchio e zoccoli in legno con tacco. Mentre si muove ogni tanto una delle bretelle gli scende lungo il braccio lasciando scoperta la spallina del reggiseno. Contrariamente a quanto pensavo, non è il reggiseno classico ma è invece di pizzo ricamato a riprova del fatto che nonostante faccia la vita della casalinga, mia nonna si sente ancora una donna e si dedica da sola quelle attenzioni che non gli dedica più il nonno.Mi rendo conto che, per la prima volta, guardo la nonna come un uomo guarda una donna e non come la dovrebbe guardare un nipote. Mi rendo anche conto di avere una considerevole erezione nei calzoncini. Mentre chiacchieriamo sto poggiato alla credenza e, ogni volta che lei si china sul tavolo davanti a me per apparecchiare, dalla scollatura del prendisole intravedo il solco tra le ampie mammelle compresse nel reggiseno. La pelle delle sue braccia è liscia come quella del decolté. I suoi polpacci sono tonici su caviglie fine rese ancora più slanciate dai tacchi. Solo guardando con più attenzione il viso, in particolare intorno agli occhi, si nota qualche ruga che tradisce la sua età. Altrimenti sembrerebbe una donna sotto i 50 anni. Mi accorgo che ha la pelle un po’ abbronzata ma so che non è tipo da lampada solare e gli chiedo spiegazioni. Diventa rossa in viso mentre mi confessa che è qualche giorno che sale sul terrazzo e prende un po’ di sole. Lo dice come se avesse fatto un peccato mortale e questo mi fa capire quanto poco ci vorrebbe per renderla felice: una gita di pochi giorni a Venezia, qualche giorno al mare, qualche complimento ogni tanto di cui sente chiaramente la mancanza. Mi rendo conto che fisicamente è come sarà mia madre fra vent’anni. Ha le stesse misure, la stessa altezza. Solo qualche chilo in più sul corpo di mia nonna le differenzia.Durante il pranzo prendiamo ancora più confidenza e finalmente la convinco ad accettarmi come compagno di gita. Ride facendomi notare il lato comico della situazione: invece di essere lei a pregare me sta succedendo il contrario.Torno a casa contento, anche perché sto iniziando a guardare mia nonna sotto una luce nuova.Appena arrivo aiuto mia madre a fare la mia valigia e dopo un’oretta mi dice che devo portarla da mia nonna perché in serata passeranno a prenderla con un pulmino per caricarle tutte insieme sull’autobus. Alle 15,30 sto di nuovo da mia nonna ma lei non è in casa. Dove può essere andata a quest’ora? Mi viene un sospetto: forse è andata in terrazzo a prendere il sole! Non ho mai visto mia nonna in costume. O forse l’ho vista quando ero molto piccolo ma non ricordo niente. L’idea di vederla mezza nuda mi fa subito eccitare. Salgo a piedi i tre piani che portano al terrazzo e senza far rumore apro di pochi centimetri la porta. Non la vedo. Esco sul terrazzo e giro intorno all’abbaino. La vedo a pochi metri da me in posizione riparata dalla vista dei palazzi più alti circostanti che comunque sono ad una certa distanza. Indossa un costume intero ma sta sdraiata sulla pancia. Ha tirato giù le spalline ed arrotolato il costume fino alla pancia. Sembra in topless. E’ poggiata sui gomiti per sfogliare una rivista e sotto il braccio vedo chiaramente la massa della mammella poggiata sull’asciugamano. Anche se non riesco a vedere bene a causa della distanza, mi sembrano più grosse di quelle della mamma che è ben fornita. Non posso però rischiare di essere visto quindi torno dentro e la chiamo facendo finta di essere appena arrivato. Lei risponde e dopo pochi minuti mi viene incontro mentre esco sul terrazzo. Si è ricomposta e indossa nuovamente il prendisole. Mi scuso per il disturbo e gli dico il motivo per cui sono tornato. Scendiamo insieme, lei avanti ed io dietro. Mi accorgo che ha la schiena arrossata dal sole e gli suggerisco di spalmarsi la crema protettiva prima di prendere il sole. Lei mi ringrazia per la premura ma mi fa notare che ci aveva già pensato. “Sono sola e su queste cose sai benissimo che non posso contare su tuo nonno. Fin dove arrivo la spalmo ma al centro della schiena come faccio?”. Ha ragione, ovviamente. Senza volerlo, forse ho trovato una scusa per guardarla nuovamente in costume. Bisogna vedere se lei accetta. “Se vuoi…. si insomma…. se vuoi…. quando risali ti accompagno e te la spalmo io la crema sulla schiena…. “. Lei mi guarda imbarazzata e non riesce a prendere una decisione. Non insisto per non creare attriti prima della partenza. Ci salutiamo con l’accordo che la mattina seguente l’autobus passerà a prendermi sotto casa alle 6,30 e così avviene. Durante il viaggio ho modo di notare che oltre a persone più anziane di mia nonna, ce ne sono anche della stessa età e anche di più giovani. Qualcuna anche piacente. Tutti comunque con una gran voglia di divertirsi, alla faccia dei loro anni.Noto anche alcune risatine maliziose tra donne mentre se la chiacchierano fitto fitto. Non ci vuole molto a capire che l’argomento di discussione sono io, unico ventenne su un autobus dove la persona più giovane ha intorno ai cinquant’anni. Anche mia nonna l’ha capito e gli leggo in volto un’espressione infastidita. Il viaggio è lungo e l’autobus comunque scomodo. A turno tutti o quasi ci sgranchiamo le gambe lungo il corridoio. Prendo confidenza con qualcuna di quelle signore attempate tutte in ghingheri per l’occasione. Nonostante sia giovane non mi ci vuole molto a capire che qualcuna di loro mi porterebbe tranquillamente a letto e alla loro età si possono permettere di farlo capire abbastanza esplicitamente. La cosa da una parte mi lusinga e dall’altra mi prende alla sprovvista perché non sono abituato a trattare con quella tranquillità argomenti del genere con le mie coetanee.Quando mi risiedo mia nonna è arrabbiata. “Sei venuto per far compagnia a me o per dar spago a tutte le signore piacenti che sono sull’autobus?” mi chiede tra lo scocciato e il lamentoso. “Ma sono loro che mi hanno fatto domande. E’ scortese non rispondere. Specie se si devono passare tre giorni insieme”. Il resto del viaggio lo passo seduto con lei che ogni tanto si gira a guardarmi con la coda dell’occhio, quasi a controllare la mia presenza. Ho un’illuminazione: forse mia nonna non è arrabbiata ma gelosa…. possibile!?Arriviamo in albergo prima di pranzo e abbiamo una brutta sorpresa. Non sono riusciti a sostituire la camera matrimoniale prenotata per nonno e nonna con due singole. Noto altre risatine tanto maliziose quanto invidiose tra le solite signore e come prima lo nota anche mia nonna che arrossisce per quello che stanno pensando: con la scusa si porta in camera un bel ragazzone di vent’anni. Mentre le altre coppie si sistemano nelle loro stanze, cerchiamo di trovare una soluzione con il proprietario dell’albergo ma inutilmente. Il periodo è il più affollato e le poche singole sono già prenotate da tempo. Il proprietario si offre di cercarmi una camera in qualche albergo vicino ma mia nonna rifiuta categoricamente: “Dopo che ti sei preso il disturbo di accompagnarmi ora non ti posso scaricare tutto solo in un altro albergo”. Propongo allora di chiedere a qualcuna delle signore che erano con noi sull’autobus di andare a dormire in camera con nonna ed io quindi in camera con il marito ma anche questa proposta viene bocciata. “Preferisco dividere la camera con te che sei mio nipote piuttosto che dividerla con una quasi sconosciuta . In fondo quando eri bambino hai dormito spesso nel mio letto”. Lo disse più per fare coraggio a se stessa che per convincere me. Comunque dieci minuti dopo anche noi entravamo nella nostra camera. Fortunatamente era ampia con un divano in fondo al letto. “Vedi nonna? In fondo non è andata così male. Io dormirò sul divano e tu nel lettone”. A turno facemmo una doccia ristoratrice e poi scendemmo per il pranzo. L’accompagnatrice ci spiega che visto il gran caldo, la visita della città sarebbe iniziata verso le 17,00. Dopo il pranzo si poteva decidere se fare un riposino oppure prendere un po’ di sole nella piscina dell’albergo. Chiedo a mia nonna se ha portato un costume ma lei risponde: “Non penserai che mi spogli di fronte a degli sconosciuti, Andrea!”. “Ma nonna! Fino a qualche anno fa accompagnavi noi al mare e ti mettevi tranquillamente in costume!”. “Si” risponde lei, “ma ero molto più giovane. Ad una certa età queste cose si possono fare se si è soli o con le persone giuste”. “Ma quale certa età, nonna. Hai ancora un bel fisico”. Lei mi guarda con aria interrogativa: “E tu che ne sai?”. Caz..!! Per poco non mi faccio scoprire che l’ho spiata in terrazzo. “Beh…. .ecco…. .si vede chiaramente…. posso immaginare…. ” Lei mi prende a braccetto mentre andiamo verso l’ascensore e mi sussurra: “Comunque grazie per il complimento. Fa sempre bene riceverne…. specie da un bel giovanotto”. Prima di salire gli chiedo se vuole qualcosa al bar ma lei risponde di no. Allora gli dico che prendo un amaro e poi la raggiungo in camera.Dopo un quarto d’ora salgo e la trovo che dorme sdraiata di lato sul letto. Ha indossato un altro prendisole simile a quello del giorno prima. La gonna è leggermente alzata fino a metà coscia e la massa del seno gli poggia sul mento quasi a voler uscire dalla scollatura. La bretella è abbassata su un braccio e mi accorgo che non c’è la spallina del reggiseno. Mi guardo intorno e lo vedo sulla sedia insieme ai vestiti. Senza pensare a quello che faccio, lo prendo e mi chiudo in bagno. Come immaginavo è di gran classe, tutto pizzo e trasparenze. Guardo la targhetta: è una sesta misura! Avevo ragione: le ha più grosse di mamma che comunque ha una bella quinta. Tiro fuori il cazzo, lo avvolgo nel reggiseno e mi sparo una sega liberatoria. Quando vengo un paio di gocce finiscono sulla stoffa che pulisco meglio che posso, poi lo rimetto sulla sedia. Mi sdraio sul divano in calzoncini e mi addormento anch’io. Ad un certo punto sento mia nonna che mi chiama: sono le 16,30 e dobbiamo prepararci. Nella stanza c’è il sole visto che ha aperto la finestra. Mi siedo sul divano, ho la schiena rotta. Sicuramente non è il miglior posto per dormire. Mentre mi massaggio mia nonna mi guarda e sospira. Sta chinata risistemando il letto e mi dice: “Intanto che faccio qui tu preparati, poi vado io”. Giro gli occhi verso la sedia e vedo il reggiseno ancora li. Allora mi sposto per poterla guardare controluce e vedo l’ombra delle sue enormi mammelle libere che oscillano sotto la stoffa del prendisole. Ho un’altra erezione che cerco di nascondere come posso. Quando mi alzo per andare in bagno noto che lei si è accorta del gonfiore e, intuendo ciò che era successo, arrossisce imbarazzata. Al momento la cosa imbarazza anche me ma poi, in bagno, l’imbarazzo diventa eccitazione. Sono curioso di vedere come si comporterà mia nonna ora che sa che la guardo con occhio non certo da nipote a nonna ma da maschio a femmina. Il primo segnale lo ho quando esce dal bagno. Ha un aria interrogativa che non riesco a decifrare. Mentre nell’atrio aspettiamo il resto della comitiva, ho un’intuizione: si è accorta delle macchie lasciate dalla mia sborra sul suo reggiseno! La prima reazione è quasi di panico: che succederà? In fondo è sempre mia nonna e potrebbe raccontarlo ai miei genitori al ritorno a casa. Mentre siamo sull’autobus che ci porta al molo per prendere il traghetto la vedo nervosa, forse ho esagerato. Durante le tre ore in giro per le calle di Venezia non mi da troppa confidenza. Sta vicino a me ma parla quasi sempre con altri gitanti con cui ha un minimo di amicizia. Decido allora di ricambiarla con la stessa moneta e attacco bottone con le due signore che mi avevano stuzzicato durante il viaggio d’andata. Peraltro anche loro ben messe fisicamente. Questa mossa ha l’effetto desiderato. La sera a cena infatti la sua espressione non è più di nervosismo ma di gelosia. Lo capisco da come si comporta ogni volta che scambio qualche battuta con le due signore con cui ormai sono entrato in confidenza. Finita la cena mia nonna vuole salire in camera perché dice di essere stanca, io invece vorrei stare ancora un po’ nella hall o magari fare due passi. L’occasione di sondare ancora una volta mia nonna mi viene data proprio dalle due signore che mi offrono di prendere un drink con loro. Quando accetto, mia nonna stizzita mi dice comunque di non fare tardi. “Non scordarti che hai solo 19 anni e anche se maggiorenne sei sotto la mia responsabilità”. E se ne va.Dopo un oretta salgo anche io in camera ed entro cercando di fare meno rumore possibile. La nonna è a letto. Al buio non distinguo bene i particolari ma mi accorgo che non si è coperta visto il caldo. Accendo la luce del bagno e mi giro a guardarla. Ora vedo ciò che prima era nascosto ai miei occhi. Indossa una camicia da notte lunga fino ai polpacci ma di un tessuto molto leggero tanto che riesco a distinguere la forma dello slip. Sulla schiena non c’è traccia di reggiseno: infatti è nuovamente sulla sedia. Le sue forme sono giunoniche. E’ l’abbondanza in persona. Le sue chiappe sono piene tanto che lo slip tende a sparirci in mezzo quasi a trasformarsi in un tanga. Devo fare una doccia fredda per calmare i bollori. La mattina dopo è di nuovo lei che mi sveglia. Noto subito che è ancora arrabbiata con me per la sera prima. “Che ora ti hanno fatto fare quelle due zitellone?” mi chiede. “Siamo stati un’oretta a chiacchierare piacevolmente nonna. A mezzanotte ero a letto anche io”, rispondo massaggiandomi nuovamente la schiena. E proseguo: “…. a letto per modo di dire.” Lei, con l’espressione un po’ impietosita un po’ curiosa continua: “E siete stati tutto il tempo sotto al bar?”. “E dove altro pensi che potevamo andare a quell’ora?”, rispondo stuzzicandola.Mentre parliamo la guardo meglio. La camicia da notte che indossa è praticamente un velo trasparente che lascia ben poco all’immaginazione! Mia nonna è praticamente nuda davanti a me ed è una fica da paura. Il tessuto sul busto è cucito come a formare le due coppe di un reggiseno. Ma è talmente attillato sulle sue mammelle che è come se non ci fosse; infatti riesco a vedere benissimo i grossi capezzoli e le grosse areole scure. La scollatura poi è vertiginosa: arriva poco sopra l’ombellico e lascia volutamente a vista il solco tra quelle due immense poppe dondolanti. E’ ovvio che quell’abbigliamento è voluto. Ed è anche ovvio l’effetto che fa su di me. Sto in boxer e canottiera e non ho modo di nascondere la prepotente erezione che la nonna mi ha provocato. Il messaggio è chiaro: quelle due non hanno niente che non ho anche io. Questa volta guarda il mio pacco compiaciuta: il messaggio è arrivato forte e chiaro. “Magari volevano portarti in camera loro per divertirsi con un giovanotto” dice lei come se niente fosse. “Ci hanno provato infatti”, gli confido sorridendo. Lei mi guarda sorpresa. “Quelle due…. come si sono permesse?” esclama senza riuscire a nascondere il suo astio nei confronti delle due signore…. .o forse dovrei dire delle due rivali. “In fondo eravamo tutti e tre maggiorenni nonna…. .non ci sarebbe stato niente di male”, dico rincarando la dose per vedere fin dove ha il coraggio di spingersi con quel discorso. “Si…. si ma loro hanno cinquant’anni mentre tu ne hai venti. Loro ci avrebbero sicuramente guadagnato ma tu? Che cosa ci avresti guadagnato tu ad andare…. a letto con una cinquantenne? Con tutte le belle ragazze dell’età tua che ci sono in giro andresti a letto con una donna di trent’anni più vecchia di te?” dice tutto d’un fiato. “Per andare a letto con una donna non conta l’età nonna. Penso invece che conti il fisico. E’ meglio una cinquantenne ben messa fisicamente e con una certa esperienza nell’ars amatoria che una ragazza insignificante e per di più inesperta…. Ti posso confessare una cosa nonna?”. “Certo Andrea. Cosa c’è?” mi dice sedendosi al mio fianco. “Sono stato sul punto di andarci. Loro avrebbero potuto svezzarmi…. si perché…. .perchè io non sono mai stato…. non sono mai stato con una donna…. ecco…. .ho sempre paura di fare brutta figura…. capisci? Non è facile per un ragazzo rompere il ghiaccio da questo punto di vista…. .le ragazze potrebbero prenderti in giro se non sei all’altezza. Mentre penso che una donna di una certa età sia …. .più comprensiva. Non credi?”. “E perché allora non…. si insomma…. perché non ci sei andato? Ne avevi a disposizione addirittura due”, chiede curiosa. “Perché ho capito che tu non volevi, nonna. Non so perché ma ho voluto rispettare la tua volontà. Mi sono sbagliato?”. Lei quasi commossa mi stringe a se. Ho il viso poggiato sul suo collo e i suoi splendidi e morbidi meloni premuti sul mio petto. Il mio arnese diventa ancora più grosso. “Hai indovinato, bambino mio. Grazie per la considerazione che mi hai dato. In fondo sapevo che non mi avresti deluso…. Anche se…. anche se un po’ di paura l’avevo…. la carne è carne…. .e alla tua età non è facile controllare certi impulsi…. peraltro del tutto naturali”. “Si nonna…. .ma il risultato è stato che ho dovuto fare una doccia fredda altrimenti non riuscivo a prendere sonno”. Lei si alza e mentre decide cosa mettersi mi guarda tra le gambe. La sua espressione è fra l’incerto e l’eccitato. Poi fa: “A quanto vedo però quella doccia non ha fatto un grande effetto…. scusa Andrea non volevo…. .ma che razza di discorsi sto facendo con mio nipote”. Quest’ultima frase la dice sottovoce quasi a giustificare quello che ha detto prima. “Veramente…. veramente nonna…. ieri sera la doccia ha fatto effetto. Questo è invece dovuto a quello che sto guardando da mezz’ora a questa parte” gli dico guardando prima il mio bozzo e poi lei. Presa alla sprovvista, si guarda un attimo intorno come a cercare altrove la causa della mia evidente eccitazione. Poi arrossisce capendo a cosa mi riferivo. “Ma Andrea! Sono ancora più vecchia di quelle due!” dice con l’aria di chi cade dalle nuvole. Io però noto nei suoi occhi una scintilla civettuola. “E poi…. .e poi sono tua nonna”. “Dillo a lui”, ribatto con aria contrita. “Non so che farci. Davanti ad una bella donna sta sempre su così. Non è colpa mia”. Faccio finta di essere dispiaciuto ed imbarazzato per quella situazione. “Che ci posso fare se sei meglio tu di quelle due signore messe insieme? La tua camicia da notte sembra esplodere. Non riesce a contenere tutto quel ben di dio…. dovrò fare un’altra doccia fredda altrimenti non riuscirò ad infilarmi i calzoni…. .va a finire che torno a casa con una polmonite” termino la frase scherzando. Lei deglutisce e sospira mentre non toglie gli occhi di dosso dal mio cazzo duro. Si è chiaramente eccitata anche lei tanto che i suoi capezzoli sembra vogliano forare quel sottile velo che li copre. Ma è lei che deve fare la prima mossa. Io non posso: è sempre mia nonna. Mi alzo per andare in bagno e mi tolgo la canottiera restando a torso nudo, ma quando sto sulla porta mi giunge la sua voce che dice: “Sarebbe un vero spreco, Andrea”. “Se ogni volta che ti diventa così lo…. . affoghi con l’acqua fredda va a finire che non…. .che non si…. .insomma…. . che non ti si alza più”. Me lo dice con il tono della donna infoiata tendendomi la mano. In questo momento non c’è una nonna con il nipote dentro questa stanza ma un uomo ed una donna. Uno più eccitato dell’altra.Mi fa stendere sul letto e mi sale a cavallo. Inizia a baciarmi il petto poi scosta le coppe della camicia da notte e fa letteralmente cadere sul mio boxer le sue grosse zinne iniziando a strofinarcele sopra. Mi toglie i boxer e il mio cazzo gli sbatte in faccia in tutti i suoi 23 centimetri, finalmente libero da ogni costrizione. Lei emette un sospiro di lussuria. Chissà quando è stata l’ultima volta che ne ha avuto uno a disposizione. Con una facilità che non mi sarei mai immaginato in mia nonna, lo ingoia tutto in un secondo e me lo insaliva per bene risputandolo fuori altrettanto velocemente. Poi si tira più su e inizia a strofinarci sopra le zinne. Me lo tiene poggiato sulla pancia rivolto verso l’ombellico continuando strofinarci sopra quelle masse morbide e guardandomi allupata. “Brava nonna…. .così…. aaaaaahhhhhh come è bello”. “E come è duro…. d’ora in poi, ogni volta che sarà così, invece di farti una doccia fredda vieni dalla nonna, va bene?”. “Ci puoi giurare…. mmmmmm che gustoooooo…. .vengo nonnaaaaa …. vengooooo” e mi sborro sulla pancia. Le sorprese non sono finite infatti mia nonna inizia a leccarla tutta. “Giovane, calda e soprattutto tanta…. dio quanta ne hai fatta Andrea…. mmmmm…. è una delizia”. Finito di leccarmi si alza per andare in bagno a prepararsi ma rimane un attimo davanti al letto a guardarmi. Sono nuovamente duro ma comunque ho avuto il mio sfogo. Lei invece sembra una pentola a pressione sul punto di esplodere talmente è eccitata. Mi alzo anche io e la spingo verso il divano. “Ora tocca a te” gli dico mentre la faccio posizionare a pecora. “Ma no dai Andrea…. .a me non serve…. ho una certa età…. .”. “Adesso vediamo se non ti serve nonna” gli dico mentre mi inginocchio dietro di lei e gli tiro su la camicia da notte. Gli inizio a baciare le chiappe e la fica attraverso il tessuto dello slip che trovo completamente bagnato dei suoi stessi umori. E’ la prima volta che lecco una fica. Il sapore e l’odore hanno su di me l’effetto di una droga. Non capisco più niente ma ho nuovamente il cazzo durissimo. Gli tiro giù lo slip e inizio a leccargli prima solo la fica poi anche il buco del culo. Viene subito con un gemito roco da femmina vera. Quando penso si sia sfogata, mi rialzo e la guardo il quella posizione e la voglia di scoparla viene avallata da quello che lei dice: “Ancora, Andrea…. .per favore…. .ancora…. erano anni che non godevo così”. Gli poggio la cappella sulla bocca della fica e con un colpo secco la infilzo fino alle palle. “Oooooohhhhh…. . ssssssiiiiiiii…. che palo che c’hai…. .Tuo nonno se lo sognava un cazzo così…. .scopa la nonna Andrea dai, scopala tanto…. .mmmmmm…. .sono troppo larga per te?…..io ti sento tutto…. mmmmm…. .eccome ti sento…. dura più che puoi…. …. poi non te lo chiederò più…. se non vorrai…. .aaaaaaaahhhhhh…. …. questa gita me la ricorderò finchè campo”. Io a sentire mia nonna che godeva senza inibizioni, iniziai a rispondergli a tono: “Prendilo tutto nonna…. .che gustooooo…. .lo senti quanto è lungo?….. Ed è tutto tuo, altro che solo stavolta…. . mmmmmm …. …. da oggi in poi ti voglio scopare tutti i giorni…. anzi…. ora ti voglio anche inculare nonna” gli dico sfilandolo dalla fica e massaggiandogli il buchetto con la cappella. “Ma no…. .Andrea…. .lì mi fai male…. .sono…. …. sono vergine…. non l’ho mai fatto…. a tuo nonno non è mai interessato…. .non posso fare queste cose alla mia età…. rimettilo in ficaaaaaaaaa”. Mentre diceva quest’ultima parola gli avevo spinto la cappella nel culo. Il grido era di dolore ma non si allontanò per cui stetti fermo aspettando che si abituasse a quell’intrusione e mi gustai un po’ le sue pastose ed abbondanti zinne che gli pendevano sotto impastandogliele a dovere. Fu lei dopo qualche minuto che iniziò a spingere all’indietro e a quel punto spinsi deciso e glie lo feci sparire tutto nel culo. “Aaaaaahhhhhhiiiiiiiii, me lo stai rompendo con quel palo Andrea…. abbi pietà per la tua povera nonna…. più delicato…. muoviti lentamente dentro e fuori”. Io eseguii i suoi consigli e dopo qualche stantuffata il suo culo iniziò ad abituarsi. Quando lei iniziò a muoversi più velocemente io invece lo sfilai del tutto non curante delle sue proteste. Andai in bagno e tornai quasi subito con l’olio idratante per la pelle e gli spinsi nel culo il tappo forato schizzandogliene dentro una gran quantità poi mi lubrificai per bene il cazzo e glie lo riaffondai dentro. Ora si che scorreva bene e anche lei gradì quella variante. Iniziai a stantuffarla nuovamente e con foga. “Ti piace essere inculata nonna…. .dillo al nipotino tuo…. mmmmm…. c’hai un culo che è una seconda fica”. “Ora devi finire ciò che hai iniziato Andrea…. .mmmmm…. se sapevo che era così bello…. mi sarei fatta inculare dal tuo nonno a costo di minacciarloooooo…. sssssiiiiii sembra fatto apposta il tuo cazzo…. spingi…. spingi…. daiiiiii…. …. .o sssssiiiiii…. dddddaaiiiiiiii…. mi stai facendo venire ancoraaaaaaa…. quanto mi sento vacca Andreaaaaaa …. …. che mi sono perso in tutti questi anni…. aaaaaaaahhhhhhhh…. vengoooooo…. vengooooooo…. …. sto godendoooooo …. …. ssssssiiiiiiiii”. Anche io venni e gli riversai abbondanti getti di sborra dentro quel culo da favola fino ad allora inviolato. “Sarai la mia troia nonna. Ti farò recuperare il tempo perduto…. vedrai quanto ti piacerà”.Facemmo la doccia insieme insaponandoci a vicenda e ci preparammo per il giro turistico ben sapendo che saremmo stati impazienti di tornare in camera a scopare di nuovo. Avevamo ancora due giorni tutti per noi.
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