Ritorno in vacanza con … mammaRientrai a casa con la mia mamma, spiegammo a mio padre che quei pochi giorni di vacanza c’erano piaciuti molto, che io avendo ormai finita la scuola ero libero, quindi con mia madre Cristina saremmo potuti tornare in barca, in fondo era questo ciò che volevo, poter rimanere solo con mia madre Cristina.Il mercoledì lo trascorsi, gran parte di tutta la giornata a fare i preparativi per il giorno dopo, infatti, avevo deciso con mia madre che saremmo partiti il giovedì e che ci saremmo fermati a bordo della goletta per una decina di giorni, saremmo rientrati due Lunedì dopo.Mio padre si disse contentissimo che a mia madre iniziasse a piacere la barca, anzi fu proprio mio padre ad indurci ad andare in vacanza, infatti, fu proprio mio padre Antonio a spingere me e mia madre affinché andassimo in vacanza, anzi mi padre ci suggerì di prenderci una bella vacanza che da parte mia vista gli eccellenti risultati era più che meritata.Quanto a me dichiarò mio padre: il prossimo fine settimana dovrò andare ad una convention di professionisti, porterò con me Sara, la mia infermiera.Sara è, infatti, l’infermiera del momento di mio padre e non ha nulla da invidiare a qualche nota cover girl, Sara ha, infatti, le curve al posto giusto ed è una splendida ventiquattrenne con un paio di gambe chilometriche, spesso scherzando mio padre dice che Sara è così bella e piena di fascino che lo farebbe rizzare anche ad un morto!Mio padre poi, concluse il suo discorso dicendo Gianni: è bene che tu, ti possa distrarre fin che sei giovane, poi quando inizierai a lavorare saranno parecchi i giorni in cui dovrai pensare al lavoro e non avrai più il tempo di divertirti.Cerca quindi di prenderti una bella vacanza con la mamma e cerca di divertirti a fare caccia subacquea, so che ti piace molto questo sport e a me fa piacere che tu lo possa praticare. Fu così che con mia madre decidemmo che il giovedì che saremmo tornati in barca, per quanto riguarda Roberto ed Anna; loro ci avrebbero raggiunti all’isola d’Elba il Sabato prossimo, quindi avrei avuto mia madre a disposizione tutta per me fin di Sabato, in totale sarei rimasto solo con mia madre solo due giorni il Giovedì ed il Venerdì.Per quanto concerne il sesso, non avevo più toccato mia madre dall’ultima volta che lei aveva fatto all’amore con me, il fatto c’era stato e basta, subito dopo averlo fatto e nei giorni seguenti con mia madre Cristina quando eravamo da soli lei ed io, non avevamo neppure il coraggio di guardarci negli occhi.Ci muovevamo senza guardarci, i primi momenti dopo di quanto era successo non ci dicemmo nulla e quando eravamo soli ci muovevamo come due automi, evitando di guardarci negli occhi e senza parlarci il fatto; già il fatto c’era stato eccome! Ora avevamo paura perfino di accarezzarci anche con lo sguardo.Salimmo a bordo della barca, il Giovedì.Quel Giovedì a bordo c’era bastato salire a bordo della goletta che mia madre ed io iniziammo in una dolce schermaglia d’ammiccamenti, appena salimmo a bordo giusto il tempo di mettere in ordine ciò che avevamo portato e dopo avere dato istruzioni al marinaio che ci aspettasse in un bar del porto uscii con la barca, volevo rimanere solo con Cristina ed anche lei lo desiderava.Lo sguardo di mia madre nel salire a bordo era stato per me più che eloquente, Cristina, infatti, m’aveva lanciato un’occhiata che m’era sembrata una dolce e velata promessa a riprendere i nostri giochi amorosi, a voler riprendere ciò che avevamo interrotto e che non avevamo più avuto il coraggio di riprendere, sia in barca che a casa.Dopo avere mollato gli ormeggi condussi la barca a vela ma con il solo ausilio dei motori fuori del porto, io prima di mettermi al timone m’ero spogliato rimanendo solo con il costume da bagno, pilotavo la barca con perizia. Arrivammo a circa un miglio dal porto erano le prime ore del pomeriggio e c’era un caldo infernale, mia madre rimase con addosso solo il tanga, come fummo fuori del porto si tolse anche quel microscopico indumento che poco lasciava all’immaginazione, m’invitò a denudarmi anch’io per poter prendere integralmente il sole.Poi guardandomi sfrontatamente venne davanti a me con la scusa di voler condurre lei l’imbarcazione, come m’era già capitato di trovarmi con mia madre, quando avevamo all’amore la volta precedente, mi sorpresi che con le narici aspiravo intensamente i profumi che emanavano i suoi capelli, il suo collo, dapprima iniziai a darle dei piccoli baci sul collo e poi sulle guance.Avere poi mia madre così provocante, così nuda davanti a me fece sì che la presi per fianchi la tenni saldamente mentre iniziai a strusciarle il mio cazzo dapprima nel suo solco, poi contro il suo culetto.Fu lei stessa a questo punto a suggerirmi di spegnere il motore della barca: allora come la prima volta la presi in braccio e la portai sulla tuga, lei si accomodò bene di schiena, intanto mi aprì le sue gambe vogliose ed io mi gettai a capofitto nel suo boschetto, le mie labbra prima, la mia lingua dopo iniziò a leccare e a strofinarsi contro il suo sesso, ora la sentivo torcersi di piacere sotto di me, le sussurrai che ora era la mia ragazza.Le sussurrai ad un orecchio che quando lei era a bordo della barca, lei Cristina era la mia ragazza, che mia madre Cristina era invece al contrario a casa ad aspettare il ritorno di un marito non troppo presente in famiglia. Le ripetei che Cristina stava ad ascoltare le scuse di un marito che raccontava di convegni inesistenti anziché di riferire ciò che aveva fatto con l’infermiera del momento. Chiesi a Cristina di lasciarsi andare, di pensare solo che in quel momento fosse la mia ragazza che l’aveva già fatto e che c’era piaciuto tanto ad entrambi, dopo mi accomodai tra le gambe di Cristina e mentre la guardavo intensamente negli occhi iniziai a montarla, avevamo entrambi voglia, la scopai e fu delizioso fare all’amore con lei, le avevo, infatti, infilzato mio sesso fino all’elsa nella sua dolce figa ed ora me la stavo facendo.La voglia che avevo accumulato della mia mamma Cristina, nei giorni scorsi, era grande, così grande, che venni quasi subito in lei, come quasi in un film mi sembrava di rivivere quello che era accaduto pochi giorni primi, infatti, mia madre Cristina mi propose di andarci a lavare giù nel bagno, lei si era lavata prima di me, attese che finissi di lavarmi poi con voce suadente mi chiamò in camera sua, la raggiunsi e continuammo a fare ciò che avevamo interrotto.Mia mamma Cristina volle che la prendessi alla pecorina, mentre la fottevo dal dietro abilmente con una mano le stavo facendo un ditalino, iniziai a lisciarle il clitoride, accarezzandoglielo dolcemente, la feci venire più volte e poi fui io a venire dentro di lei con una colossale sborrata, che in parte colò fuori macchiando il lenzuolo.Dopo che venni dentro mia madre Cristina; mentre lei Cristina, era distesa sul letto. Io mi misi in piedi e passeggiando nervosamente e differentemente dalla prima volta in cui avevo scopato mia madre, mi misi a parlare, forse per scaricare la tensione nervosa che avevo accumulato ultimamente. Cristina mi stava ad ascoltare, ad un certo punto mi sembrò buffo che anch’io mi mettessi ad ascoltarmi, infatti, era come se le parole invece di uscire dalla mia bocca, era come se uscissero dalla bocca di una terza persona.Avevo iniziato dicendo che quello che avevo fatto con lei, con Cristina m’era piaciuto, l’esternai che lei non doveva sentirsi in colpa per ciò che era successo, anche a lei era piaciuto, con noncuranza le feci notare che se anche mi avesse detto di no! Che quello che avevamo fatto non le era piaciuto. Il suo corpo, la sua figa, le sue stille di piacere, avevano abbondantemente parlato per lei.Dopo un attimo di pausa, le ricordai che per quei giorni si sarebbe dovuta sentire la mia ragazza e non la mia mamma, che avrei voluto trascorrere quei giorni con lei in barca, che mi sarebbe piaciuto fare all’amore con lei tutto il giorno.A questo punto prese parte del dialogo anche mia madre Cristina. altrimenti sarebbe diventato un monologo da parte mia.Cristina mi esternò che per quei giorni c’era a bordo Anselmo il marinaio ed avremmo dovuto escogitare qualche cosa per allontanarlo e per poter rimanere solo noi due.Mi venne in mente un’idea che esposi immediatamente a Cristina, Anselmo avrebbe alloggiato in una pensione sul porto, sarebbe venuto a lavorare dalle sette del mattino fino alle due circa, giusto il tempo di rassettare la barca e di prepararci la colazione del mezzogiorno, poi l’avremmo lasciato libero tutto questo avrebbe fatto piacere ad Anselmo il quale si sarebbe potuto dedicare al suo passatempo preferito “la caccia” alle straniere.Per la vacanza, quindi d’accordo con Cristina l’avremmo gestita così: Anselmo l’avremmo lasciato nel porto dove sostava per tutto l’anno la goletta mentre mia madre ed io saremmo andati all’isola d’Elba con Roberto ed Anna.Lì avremmo trascorso una bella vacanza, Roberto ed Anna si sarebbero fermati per il weekend e per qualche giorno dopo, non sapevo quanti giorni avremmo trascorso con loro, Anna mi piaceva molto, Roberto era simpatico gioviale e molto espansivo unico neo che ogni tanto tornava alla mente era quella piccola macchiolina che avevo notato sul lenzuolo del letto di mia madre Cristina che fosse stata una macchia di sperma? Chissà forse in quei prossimi giorni avrei potuto capire qualche cosa, sul modo di comportarsi tra mia madre e Roberto, improvvisamente chissà perché quando mi veniva da pensare a Roberto non potevo fare a meno di andare col pensiero a quella sera in cui mia madre Cristina e Roberto s’erano assentati senza dire niente a nessuno, senza dare una giustificazione plausibile che non l’emicrania di Cristina.Tornammo quindi all’orario al porto, Anselmo m’attendeva sulla banchina, gli dissi molto esplicitamente che l’avremmo lasciato al porto, mentre all’isola d’Elba ci sarei andato con mia madre, come giustificazione dissi a lui che all’Elba c’erano dei miei amici, che erano pratici di mare quindi m’avrebbero dato loro una mano a bordo, mia madre sarebbe rimasta con l’incarico di vigilante e di cuoca per prepararci da mangiare.Il mattino dopo feci rotta per l’isola d’Elba, una volta raggiunta l’isola, mi dedicai a fare un po’ di caccia subacquea con Cristina prendemmo diversi saraghi e Cristina centrò un dentice di dimensioni ragguardevoli, il giorno dopo avremmo fatto un lauto pranzo.Il giorno dopo venne eccome, di mattina andammo ad attendere sul molo Roberto ed Anna che erano sbarcati da poco dal traghetto che veniva da Piombino, li facemmo accomodare a bordo poi quando fummo tutti sistemati feci rotta verso il largo, volevo far rotta verso l’isola della Capraia dove avrei sperato di poter arpionare qualche bell’esemplare di Cernia, conoscevo, infatti, una scogliera sommersa dove parecchie volte avevo avuto la fortuna d’arpionare delle belle Cernie.Stavo facendo la rotta per l’isola di Capraia Anna Roberto e Cristina prendevano mollemente il sole in coperta, notai come Cristina e Roberto facendo finta di niente ogni tanto si lanciavano delle languide occhiate, semi nascosti dall’albero della barca erano convinti che io non li vedessi, per quanto riguardava Anna la donna di Roberto, lei era sdraiata davanti a loro era bocconi ed aveva il viso rivolto verso la prua della barca, probabilmente s’era addormentata.Cristina e Roberto, invece erano tra me ed Anna. Erano distesi di traverso alla tuga erano distanti tra loro di qualche metro e Roberto poi era semi coperto dall’albero della barca, fra me e Cristina c’era un asciugamano che pendeva dalla tenda para sole quindi sia Cristina che Roberto erano convinti che com’erano sdraiati non avrei potuto vederli, Questo era vero, ma a me bastava spostarmi di un metro o alla mia destra o alla mia sinistra per vedere Cristina o Roberto, cosa che ogni tanto facevo, infatti, avevo sorpreso più d’una volta Roberto e Cristina lanciarsi delle eloquenti e tenere occhiate d’intesa; forse convinti che io non li potessi vedere.Arrivammo alla scogliera, Anna fece sapere il desiderio di venire a fare caccia subacquea con me, Cristina e Roberto dissero entrambi che non se la sentivano di scendere giù in acqua, quindi portando ognuno delle scuse differenti manifestarono la volontà nel non venire e procrastinarono la loro battuta di pesca il giorno seguente.Andai a pescare quindi con Anna la quale manifestò la propria contentezza, asserendo vedrai Gianni che noi due pescheremo dei bei pesci, su invito di Cristina avevo ancorato la barca, quindi Cristina e Roberto non avrebbero avuto la preoccupazione di dover pensare a governare la goletta.Con Anna iniziai la battuta, Anna centrò un sarago ed uno scorfano, non erano pesci di grandi dimensioni, ma erano pur tuttavia le prime prede di Anna.Quanto a me facevo delle lunghe apnee riuscendo forse a raggiungere i venticinque e forse i trenta metri di profondità, ad un certo punto in una tana scorsi una bella cernia, con prontezza di riflessi l’arpionai, ma nel tirarla fuori della tana mi ferii la mano sinistra in una crena affilata della scogliera, nel risalire mentre stavo tenendo l’arpione con la sagola, feci segno ad Anna che sarei risalito, presi una boccata d’aria poi ad Anna dissi che avrei portato la cernia sulla barca, e che mi sarei disinfettato, lei poteva tranquillamente continuare a pescare, quanto a me sarei tornato in breve tempo.La goletta era distante forse ottanta metri e forse ancora meno, con l’arpione cui era saldamente infilzata la cernia, nuotai verso la barca a vela.Stavo nuotando in direzione della goletta, pensai che per praticità sarebbe stato meglio se avessi lasciato sul barchino della goletta la cernia che si sarebbe in seguito dimostrata che pesava più di venti chilogrammi.Una volta che raggiunsi il tender vi avrei deposto sia la cernia che le pinne e la maschera subacquea, dopo di che con la scaletta di corda sarei comodamente salito a bordo per andarmi a disinfettare, la cernia l’avrei passata dopo a Roberto o a Cristina dal barchino.Salii quindi la scaletta di corda e com’emersi con la testa all’interno della goletta, istintivamente cercai con lo sguardo, Cristina e Roberto, con mia meraviglia, ma non più di tanto, li vidi mentre erano accoppiati, erano nella posizione classica, mia madre era sotto e Roberto la stava scopando standole sopra. Certamente avevo visto ciò che non avrei dovuto vedere. Avevo, infatti, visto mia madre Cristina mentre si faceva scopare da Roberto, quell’atteggiamento chiaro e palese non fece che confermare i dubbi che nutrivo sui due fin dalla sera in cui s’erano appartati.Fui preso da un raptus di stizza, non riuscii a proferire alcuna parola, anzi fortunatamente ebbi la prontezza di spirito, d’abbassarmi per poi scendere velocemente la scaletta, mi portai sul barchino, indossai le pinne e la maschera, poi velocemente a nuoto tornai da Anna, le comunicai brevemente ciò che stavano facendo i due amanti occasionali, le dissi di seguirmi e le dichiarai di non fare parola, volevo, infatti, che Anna si rendesse conto di persona di quello che stava accadendo a bordo della goletta tra Roberto e Cristina.Continuai nel dire ad Anna che dopo, saremmo arrivati a nuoto sulla scogliera che distava circa un centinaio di metri dalla goletta, lì con calma avremmo parlato ed avremmo deciso il da farsi, mi raccomandai con Anna di non essere precipitosa, prima di rendersi conto con i suoi occhi e poi avremmo fatto un piano.Intanto, stavo nuotando dietro ad Anna; la mia ferita, una piccola escoriazione, al contatto dell’acqua salata s’era ora già rimarginata. Giunti dalla goletta Anna si tolse le pinne e la maschera che depose sul barchino, il fucile d’Anna l’avevo io e lo stavo riponendo sul tender.Anna; lesta come un gatto salì sulla scaletta di corda, vide anche lei quello che le avevo comunicato, Anna prontamente e senza farsi scorgere dai due fedifraghi scese dalla scaletta, tornammo al tender indossammo nuovamente le pinne e la maschera e nuotammo verso terra.Dopo a terra Anna mi riferì di avere visto Roberto mentre stava scopando Cristina, mi riferì dei gemiti di piacere di Cristina.
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