Da quando Anna aveva annunciato al marito che era incinta, lui aveva cambiato totalmente il modo di vederla. Agli occhi di Carlo infatti lei non era più l’amante ideale per le sue fantasie sessuali. Anche se fino ad allora era stata fortissima l’attrazione sessuale che provava nei suoi confronti, ora quest’attrazione era improvvisamente sparita. Ormai Anna gli ispirava solo un’infinita dolcezza. Ogni volta che vedeva il suo bel pancione non poteva fare a meno di accarezzarlo teneramente, ed ogni istinto sessuale scompariva per lasciare il posto a un forte senso di protezione nei riguardi della moglie. La coccolava, le risparmiava qualsiasi fatica, e quando, a causa della gravidanza, aveva dei malori, non mancava mai di confortarla e di incoraggiarla. Tuttavia, Anna soffriva molto del fatto che non avessero più rapporti sessuali. Lei era sempre stata orgogliosa del grande desiderio sessuale che suscitava nel marito. Quando lui le diceva che per colpa sua aveva il cazzo sempre duro, anche se lei gli rispondeva che qualsiasi donna gli avrebbe fatto questo effetto, in fondo le piaceva e la faceva sentire molto sensuale. E questo era molto importante per Anna, poiché essendo un po’ bassa e grassottella riteneva di essere poco attraente. Sicché, adesso che Carlo non le rivolgeva più alcuna attenzione sessuale, la sua autostima era crollata. Ogni volta che sfogliava una rivista, guardando le foto di tutte quelle modelle alte e magre delle pubblicità, non poteva fare a meno di pensare a se stessa e un gran sconforto l’assaliva. Guardandosi allo specchio le pareva poi di essere diventata una vera e propria palla. Ma v’era dell’altro. Infatti, in Anna la gravidanza aveva fatto aumentare il desiderio sessuale. E’ oramai risaputo che mentre ad alcune donne la gravidanza inibisce il desiderio ad altre invece lo fa aumentare, è una di quelle cose che fanno riflettere su quanto sia varia, dopo tutto, la natura umana. Anna sentiva che non aveva mai desiderato come ora scopare col marito. Il solo pensiero di poter avere il cazzo dell’uomo che amava nella vagina e il figlio di lui nell’utero la faceva eccitare così tanto che non poteva fare a meno di masturbarsi. Mai però Anna aveva osato prendere l’iniziativa col marito. La paura che lui potesse pensare male di lei la bloccava. Inoltre, riteneva che, comunque, dato il suo stato, il marito non la trovasse più attraente e quindi non desiderasse più far l’amore con lei. Ma tale situazione cambiò quando un giorno Anna si recò dal ginecologo per una visita di controllo. Lei stava sul lettino ginecologico, con le gambe divaricate, ovviamente. E mentre il dottore la visitava, Anna pensò che forse, se si fosse concentrata un po’, si sarebbe potuta eccitare. Quando poi il dottore con l’indice arrivò fin quasi al collo dell’utero, con stupore misto a vergogna la nostra protagonista si accorse che si stava realmente eccitando. Il suo pudore cercò subito di opporsi al piacere che aumentava sempre più, ma ben presto fu sconfitto. Anna capì che era inutile contrastare quel piacere, e in silenzio godette di ogni più piccolo movimento delle mani del dottore. Naturalmente, sebbene la donna non emetteva neppure un flebile sospiro di piacere, l’abbondante lubrificazione della sua vagina la tradiva. Tuttavia quel che affascinava il dottore erano gli effetti provocati dall’afflusso del sangue nella regione pelvica: il rigonfiamento dei genitali esterni e il loro colorito più acceso. E sopra ogni altra cosa era dalla grande capacità di dilatazione della vagina che si sentiva sopraffatto Dal momento in cui aveva cominciato a godere, Anna aveva chiuso gli occhi. La vergogna che provava le impediva di guardare il dottore. Ma non riuscì a credere alle proprie sensazioni, le sembrava una cosa assurda e così alla fine decise di vedere. Il dottore aveva infilato l’intera mano nella sua vagina, e ,sebbene lo vedesse bene, stentò ancora a crederlo. Quando tutto finì, Anna non riuscì a proferire parola, ciò che era accaduto le procurava un enorme imbarazzo. Si rivesti più in fretta che poté e andò via senza chiedere alcunché e senza salutare. Anna non aveva mai tradito suo marito fino ad allora. Non trovava giustificazioni per quel che aveva fatto ed era assillata dai sensi di colpa. Ma spesso ci facciamo tormentare dai sensi di colpa solo per salvare la faccia davanti a noi stessi, sarebbe infatti troppo spregevole peccare, senza soffrirne un po’. Sicché, dopo aver pianto sui nostri errori, siamo pronti per commetterli di nuovo. Quando Anna tornò dal dottore era ancora combattuta tra l’imbarazzo e il desiderio, sebbene quest’ultimo comunque prevalesse. Al dottore fece molta tenerezza, per cui volle essere molto dolce con lei. Cercò di metterla a suo agio raccontandole qualche aneddoto divertente. Gli disse di quella volta che si presentò al suo studio una donna con una bottiglia infilata nella vagina. “Una cosa incredibile, da film comico di terz’ordine. Lei aggrappata al lettino con le gambe aperte e io che tiravo sta cazzo di bottiglia per sfilarla. Mica ci sono riuscito a toglierla, alla fine ho dovuto avvolgerla in un panno e poi darle un martellata.” “Allora ha proprio ragione Woody Allen: la realtà non imita l’arte ma la cattiva televisione.” “E già, ma senti quest’altra. Un giorno è venuta da me una mia paziente dicendomi che aveva strani malesseri. Allora io la faccio stendere sul lettino e comincio a visitarla. Be’ tu stenterai a crederlo, ma io nella vagina di questa ho trovato il tappo della bomboletta della lacca.” “E magari con tutto il prezzo” “Esatto, c’era ancora il prezzo attaccato”. Poiché ridere sembrava averla fatta rilassare molto, egli provò a baciarla. Lei non fece alcuna resistenza, ma quando le mani di lui scivolarono su quei fianchi tanto desiderati, non poté fare a meno di ritrarsi. “Non mi toccare!” “Perché?” “Perché sono grossa come una palla, se mi tocchi mi fai sentire ancora più orribile” “Ma tu sei bellissima” “Non è vero! Perché vuoi scoparmi? Che c’è, non hai nessun’altra di meglio da farti?” “Te lo ripeto: sei bellissima. Non ti accorgi che sei la quintessenza della femminilità, con le tue dolci curve, col tuo bel seno e il tuo bel pancione” “Tutte stronzate! Sono una palla e basta” “Ma che vuoi dar retta a quelle checche degli stilisti, che ci propinano donne androgine, alte non meno di 1 metro e 80 e tutte pelle e ossa?”. Anna cominciò a spogliarsi, ma continuava a non fidarsi delle sue parole, voleva capire dai suoi sguardi e dal suo comportamento se era stato sincero. Perché si mente con la bocca, ma dal ghigno che si fa in quel momento traspare pur sempre la verità. Si concentrò quindi molto bene sullo sguardo del dottore, che sembrò ricordarle qualcosa. Quando poi sentì il suo corpo oggetto di appassionate carezze, la sua diffidenza cominciò a disperdersi e capì che lo sguardo del dottore le ricordava lo sguardo adorante che aveva suo marito prima che restasse incinta. Data la sua competenza in materia, il dottore sapeva bene che la parte più interna della vagina è sensibile soprattutto alla tensione e alla pressione mentre la parte più esterna è più sensibile al contatto. Sicché affondava con forza il suo cazzo nella vagina di Anna e poi lo faceva uscire lentamente in modo che potesse toccare bene la parte della vagina vicina all’apertura. Appena vide che l’eccitazione di Anna stava giungendo al culmine, cominciò ad aumentare sempre più la forza e il ritmo delle penetrazioni. E continuò così anche quando lei cominciò ad essere preda di un fortissimo orgasmo. Con grande sorpresa, Anna si accorse che ad un orgasmo seguiva un altro orgasmo, senza soluzione di continuità. Non aveva mai provato una simile esperienza, quel cazzo che continuava a penetrarla con vigorosi colpi le stava procurando continue ondate di piacere sempre più intense. Per un attimo pensò che il suo corpo non avrebbe potuto sopportare tanti orgasmi di seguito e le sembrò di essere sul punto di perdere i sensi. Da quel giorno Anna prese a recarsi dal dottore almeno due volte a settimana, e ogni volta si meravigliava della grande capacità di godere che sembrava avere il suo corpo. Tuttavia, come molte persone che tradiscono, lei cedette alla tentazione di rivelare tutto al proprio consorte. Sarebbe bello attribuire questo desiderio di confessare a un qualche sentimento di onestà nei confronti del partner, ma purtroppo è solo una forma di egoismo. Il fedifrago a volte non riesce a reggere il peso del tradimento e quindi cerca di scaricarsi la coscienza con una bella confessione catartica, facendo così soffrire inutilmente la persona amata. “Puttana!!” fu la prima reazione di Carlo, quando sentì la confessione. E per fortuna che Anna era seduta, altrimenti il bel ceffone che ricevette per soprammercato l’avrebbe fatta crollare a terra. Per tutto il resto della serata Carlo non disse più niente, ma l’espressione dei suoi occhi era più che eloquente. Non riusciva a darsi pace. Ma non era tanto la gelosia che lo faceva soffrire, piuttosto l’aver scoperto che la moglie avesse delle pulsioni sessuali e che oltretutto avesse dato libero sfogo a tali pulsioni, nonostante i dolci sentimenti che la gravidanza avrebbe dovuto ispirare in lei. Sentiva di odiare la moglie, ogni sentimento di dolcezza e di tenero affetto, che finora avevano riempito il suo animo, in pochi attimi sembrarono svanire. In quel momento, per lui Anna era solo la più lurida delle puttane, anzi darle della puttana gli sembrava solo insultare delle donne la cui unica colpa è quella di vendere a buon mercato ciò che altre donne vendono a più caro prezzo. Ma fu proprio grazie al disprezzo che provava che Carlo poté di nuovo desiderare di scopare la moglie. Infatti, ora la moglie non era più la incarnazione della maternità, ma solo una spregevole donna con la quale poter soddisfare ogni desiderio. Sicché, quando la rabbia che lo invadeva cominciò a diminuire, emerse, finalmente, il desiderio sessuale, così a lungo represso, ed egli non si fece più nessuno scrupolo. Andò in camera da letto, dove la moglie si era rifugiata per non sostenere il suo sguardo accusatore. Si slacciò i pantaloni e ordinò alla moglie di succhiargli il cazzo. I modi di Carlo erano quanto mai rozzi e brutali, e sicuramente in altre circostanze avrebbero ferito molto Anna, ma ora lei si sentiva colpevole di una orrenda colpa e voleva godere del piacere di essere umiliata e punita. Quando ci si sente in colpa nei confronti di una persona che si ama, può accadere che ciò che si desideri di più sia il ricevere la giusta punizione. Soddisfatto dalla bocca della moglie, Carlo fece mettere Anna a quattro zampe e poi la penetrò con tutta la violenza che poté. Il bisogno di espiare la propria colpa, la potenza delle penetrazioni, il piacere di sentirsi giustamente umiliata, tutto di quella situazione sembrava concorrere a farla godere incredibilmente. E finalmente dal bacino cominciarono a partire quelle calde e sconvolgenti ondate di piacere che raggiungevano ogni centimetro del suo corpo. Per qualche tempo Anna non andò più dal dottore. Era completamente appagata dagli orgasmi multipli che grazie al marito provava oramai tutte le notti. Certo Carlo continuava ad essere un po’ freddo nei confronti della moglie, ma la notte la prendeva con una tale foga e un tale trasporto che tutto il resto sembrava passare in second’ordine. Ma pian piano Carlo tornò a provare per la moglie quel tenero affetto che aveva bloccato la sua libido. E quindi cominciò a sparire quella perfetta combinazione di furia sessuale e senso di rivalsa che gli permetteva di scopare la moglie con tanta sensuale violenza. Resasi conto di ciò, Anna decise di tornare dal dottore per riaccendere le pulsioni del marito. Ogni volta che scopava con il dottore non mancava mai di informarne il marito, che tornava immediatamente a provare quegli stessi sentimenti che gli permettevano di possedere la moglie con incredibile impeto e violenza. Il tradimento della moglie era diventato per Carlo un vero e proprio afrodisiaco sessuale al quale però stava assuefandosi inesorabilmente. Ben prestò dunque non fu più sufficiente sapere che la moglie si faceva scopare da un altro, per eccitarsi era necessario che la moglie gli raccontasse ogni particolare degli incontri col dottore. Ma neanche questo bastò per molto. Sentire da Anna come il dottore la inculasse dopo che aveva abbondantemente goduto nella sua fica, cominciò a lasciarlo quasi indifferente, aveva bisogno d’altro e fu accontentato. “Amore, guarda queste foto, l’ha fatte il mio medico. Come puoi vedere questa l’ha scattata mentre gli succhiavo l’uccello. Sapessi quanto mi piace il suo cazzo e quanto godo a vedere il suo sperma colare sulle mie grosse mammelle. Quest’altra poi è la mia preferita, si vede bene come il suo cazzo entra nel mio culo.” Vedendo quelle foto Carlo non riuscì a trattenersi dal mollare un bello schiaffo alla sua sfrontata consorte, ma Anna ne fu soddisfatta, perché ormai sapeva bene che il desiderio del marito si poteva scatenare solo grazie alla rabbia e al disgusto che provocava in lui quel tradimento. Quando poi anche le foto non fecero più effetto, non restò altro da fare che invitare il dottore. “Scusate il ritardo, ma ho trovato un po’ di traffico. Comunque, ho portato questo vino per la cena, spero che vi piaccia” “Ma non si doveva disturbare, dottore” In tutti e tre c’era molto imbarazzo e ciò li rendeva un po’ ridicoli. Nessuno si decideva ad affrontare il motivo di quell’invito a cena. Sicché Anna pensò che avrebbe dovuto fare lei il primo passo, e per farsi coraggio bevve un bel po’ del vino che aveva portato il dottore. Senza dir niente, prese per mano gli uomini e si diresse in camera da letto, si spogliò completamente e si distese sul letto. Il dottore, estasiato da quella visione, cominciò ad accarezzarle il bel seno. Le sue mani si muovevano lentamente e delicatamente, dal seno scesero sul pancione, e si soffermarono su di esso. Per lui non c’era niente di più sexy e affascinante di una donna incinta. La baciò mentre con le dita descriveva dei cerchi intorno all’aureola di un capezzolo. Finito il bacio, portò la bocca sul seno e cominciò a succhiarlo, come un avido bambino appena nato. Passava, ingordo, da una mammella a l’altra, assaporando ogni goccia di latte che usciva. Anna, non riusciva a spiegarsi come potesse godere ad allattare, ma era questo ciò che le stava accadendo e più sentiva quella bocca stringersi intorno ai suoi capezzoli più il suo piacere aumentava. Sentendo poi che l’orgasmo era vicino, incitò il dottore a succhiare con maggior forza, si strizzò il capezzolo libero, e infine venne. Grata per il bellissimo orgasmo ricevuto, masturbò il dottore col suo seno, e presto lo sperma andò a confondersi col po’ di latte che inumidiva i capezzoli. Vedere la moglie godere mentre allattava era apparso a Carlo qualcosa di terribilmente ripugnante eppure il fatto che lei fosse capace di godere di una cosa del genere aveva avuto l’effetto di eccitarlo all’inverosimile. Un’altra volta Anna si era trasformata sotto i suoi occhi nella più immonda delle donne e aveva così perso quell’aurea di purezza e infinita dolcezza che le conferiva la gravidanza. Carlo volle che Anna si mettesse sopra. “Dai puttana, muoviti fammi godere. Muoviti ti ho detto!”. Dopo aver goduto con un altro uomo davanti al marito, Anna sentiva che ormai ogni pudore o inibizione erano ridicoli, e provava quell’inebriante sensazione di essere libera di fare e dire qualsiasi cosa, senza alcuna remora. Appoggiò le mani sul petto di Carlo e iniziò a muoversi proprio come voleva Carlo. “Sì, così va bene. Dimmi che sei la mia puttana e che farai tutto quello che voglio per farmi godere.” “Sì sono la tua puttana, e godo tantissimo a farti tutto quello che vuoi.” Mentre sentiva il piacere aumentare, stringeva il petto del marito sempre più forte fin quasi a fargli male. Ma quella stretta procurava a Carlo soprattutto una grandissima eccitazione, poiché attraverso di essa poteva percepire benissimo il piacere che provava la moglie. Per quasi tutta la notte i due uomini si alternarono nel soddisfare la donna. Quattro settimane dopo nacque un bel bambino di 4kg e fu chiamato Alessandro.
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