Io e mia cugina Fabiana siamo cresciuti come fratelli, siamo stati per anni compagni di giochi, un po’ per la vicinanza delle abitazioni delle nostre famiglie, e un po’ perché fino ai 14/15 anni lei sembrava proprio un maschietto. Le sue forme crebbero in maniera vertiginosa, improvvisa, ed in un paio d’anni il maschietto era diventato una prosperosa, seppur acerba, bellezza mediterranea. I nostri giochi, come ormai non poteva che essere, continuarono verso la direzione più naturale ed innocente, la scoperta delle nostre diversità, agevolata dalla profonda confidenza e dalla assoluta mancanza di malizia; ed è stato quindi naturale scoprire il sesso insieme.Prima per curiosità abbiamo iniziato timidamente, quasi per scherzo ad osservare le nostre curve, io soprattutto le sue; lei era assolutamente incuriosita dalla mia “innaturale” protuberanza che a volte compariva ed a volte non era così palese. Cominciammo a mostrarci reciprocamente i sessi, e non appena il mio membro le apparve completamente scappellato, sbottò in un “Sembra un fungo!” che ci fece sorridere entrambi. Consci entrambi delle elementari sensazioni che l’autoerotismo ci aveva impresso, iniziammo a stuzzicarci l’un con l’altra fino ad arrivare poi alla ricerca del piacere reciproco iniziando ad accarezzarci. A lei piaceva molto accarezzare il mio sesso, soprattutto quando d’improvviso, nelle più impensate situazioni, iniziava a prendermelo in mano, per sentire il mio cazzo crescere nel suo palmo. “Mi piace sentire come si gonfia, e sentirlo pulsare. Mi piace quasi più di quando lo trovo gia duro!”.La sua tecnica cresceva, migliorandosi di volta in volta: prima lo accarezzava con dolcezza, come una bimba tenera accarezza la sua Barbie, e poi cominciava a menarlo su e giù con lentezza e decisione: diceva che quando mi masturbava era come se disponesse liberamente di me, mi sentiva totalmente in suo potere!Attirato dalle peripezie erotiche che vedevo sui giornalini pornografici a fumetti che sfogliavo di nascosto nell’edicola del mio paese, osai di più. Un giorno la distesi sul divano le abbassai le mutandine di pizzo ed invece delle solite carezze, cominciai a baciarle, dapprima timidamente, poi con sempre più crescente convenzione quel fiore profumato. “Ma che fai?” Sbottò, “Sssst!” Risposi e ripresi con più trasporto. L’intento era palese: farle provare qualcosa ancora più eccitante, al fine di ottenere lo stesso favore. Non ci volle molto, e i suoi umori sgorgarono copiosi, al che le proposi di succhiarmelo. Dapprima con titubanza, poi, grazie ai miei consigli, con più convenzione iniziò a leccare e succhiare, portandomi a livelli di piacere fino a quel momento inimmaginabili.I pomeriggi trascorsi insieme erano sempre più frequenti; abbiamo cominciato ad avere rapporti orali ogni volta che si poteva: era lei che non vedeva l’ora che cominciassi a leccarle la figa: mi succhiava il cazzo fino quasi a farmi venire e poi, dicendo che era il suo turno, si sdraiava sul divano, allargava le gambe e lasciava che la mia lingua facesse il suo dovere fino a quando, ormai giunta al limite, mi spingeva la testa e mi costringeva a succhiare i suoi umori. Dopo riprendeva con me, che, dopo quello spettacolo, non impiegavo molto a venire. Altre volte, mentre la slingluazzavo, mi faceva girare nella posizione del 69 e riprendeva a succhiarmelo, fino a quando sentendomi sborrare, non veniva anche lei. Le prime volte lo sperma sulle mani e in faccia le dava fastidio ma poi cominciò ad estrarre il mio cazzo dalla bocca, sempre più lentamente fino a quando non arrivò ad ingoiare ogni goccia. ” All’inizio mi faceva schifo, ma quando spruzzi adesso non riesco più a staccarmi. Mi piace sentirti venire, mi piace farti venire, è merito mio se godi così e ne sono fiera, veramente”.A quelle parole mi sentii arrossire, non sembrava più qualcosa di innocente, bensì la lucida ricerca di un piacere, il piacere. Correvamo insieme lungo la lama ben affilata di un rasoio: andavamo verso un’escalation che ci avrebbe portati inevitabilmente a rischiare sempre di più. E purtroppo, ben presto, ci spingemmo oltre. I nostri giochi sono continuati indisturbati sino ad un giorno di giugno, quando abbiamo esagerato. Eccitata più del solito, Fabiana mi propose di fare la doccia insieme. I nostri genitori erano fuori, come al solito: lavorano, infatti, insieme tutto il giorno in una ditta fuori città, per cui avevamo tutto il tempo che volevamo.Ci spogliammo, infiliandoci nella doccia e cominciammo a lavarci: mentre mi insaponava ne approfittava per portarmi al massimo dell’eccitazione sparandomi una sega memorabile e facendomi venire su di lei. Anch’io presi a masturbarla ma lei mi fermò dicendomi ” Ho altro in mente! “.Infatti, terminata la doccia, andammo nella camera dei suoi genitori: “Asciugami!” Cominciai con il seno, poi scendendo giù, in mezzo alle gambe lei mi tolse l’asciugamano: “Usa la tua lingua”. Cominciai allora a leccarla, accarezzandola in ogni parte.Ad un certo punto lei allungò la mano, aprendo il cassetto del comodino di sua madre e tirandone fuori un vibratore: senza darmi il tempo di dire o fare niente, se lo introdusse nella figa, incitandomi a continuare a leccarla. “Cazzo, ma non sei vergine?” le chiedo, e lei risponde: “Non più, da quando ho scoperto questo bell’arnese dei miei!”Ma il nostro discorso venne interrotto bruscamente dal rumore di una macchina che risaliva il vialetto di casa: sua madre!Presi dal panico, cercammo di mettere velocemente a posto il bagno e la camera da letto e ci rifugiammo nella stanza di Fabiana, rivestendoci.Ma la zia, che già sospettava qualcosa sul nostro modo di passare la giornata, non impiego molto a capire che cosa stavamo facendo. Impauriti la sentimmo controllare il bagno e la camera da letto, e con orrore, anche il comodino!! Entrata nella nostra stanza i nostri volti le tolsero ogni eventuale dubbio. Io vidi mia cugina completamente paonazza in volto, mordicchiarsi nervosamente le unghie. Sicuramente io non ero meno imbarazzato, ma lei fece finta di niente. “Sono tornata perché ho dimenticato di portare in ufficio dei documenti. Fate i bravi.”Uscì dalla stanza, salì in macchina e tornò al lavoro.”Fate i bravi?” Poteva succedere il finimondo, urla, magari anche qualche schiaffo, e invece nulla! La situazione era quantomeno paradossale: lei sapeva, noi sapevamo che lei sapeva, eppure nessun provvedimento. La faccenda aveva preso una piega bizzarra: sembrava quasi che la zia, sotto sotto, si compiacesse della situazione. Nella mia mente tornarono prepotenti i racconti paradossali che leggevo sui giornalini: racconti pruriginosi, e a volte davvero eccitanti sulle zie vogliose di sesso. Inoltre il pensiero di una donna veramente matura che non disdegnava sapere che mi affacciavo al mondo del sesso con la sua figliola mi arrapava terribilmente. “Chissà, magari vuole insegnarmi qualcosa?”Non mi rendevo conto di essere così lontano dalla realtà. Infatti qualche giorno dopo sono tornato a casa di Fabiana, che, stranamente non era in casa, ma ho trovato mia zia ad aspettarmi.Mi fece sedere sul divano vicino a lei e, con molta calma, mi disse:” Piero, tua cugina mi ha detto tutto. Sappi che non sono arrabbiata, ma gradirei che questi giochi, come li chiamate voi, finissero. Potreste esagerare e non avendo esperienza potrebbe succedere qualcosa di non voluto… Riguardo a quello che avete “trovato” nel cassetto in camera, ti sarei grata se non lo dicessi ai tuoi”.Io non ci pensavo proprio di dirlo a miei, ma mentre sussurrava quelle parole, quasi fosse una supplica, l’ho guardata in faccia e mi è balenata un idea che non sono riuscito a trattenere un”Dipende zia da cosa mi offri in cambio!” Gli rispondo e contemporaneamente abbasso lo sguardo sul suo seno, decisamente sodo ed abbondante.Mia zia, senza dire una parola, senza distogliere il suo sguardo dai miei occhi, si inginocchia davanti a me, tra le mie gambe, e appoggiando le sue mani sul mio pube comincia ad armeggiare con la mia cintura, e con un gesto deciso mi abbassa la cerniera dei pantaloni. “Forse un’idea ce l’avrei.” e comincia a succhiarmi il cazzo. Non ci potevo credere: fino ad un attimo prima temevo per la mia incolumità ed ora mia zia mi stava facendo un pompino!Non so se più per la sorpresa o per il piacere, in un attimo mi ritrovai al limite della mia resistenza: “Ahhh, siii Zia… Vengooo!” gridai “Siii Tesoro mio vienimi in faccia!” Ero venuto quasi subito, sporcando mia zia in faccia e sulle mani. Ma lei, senza scomporsi, con ancora il viso imbrattato di sperma, mi prende per mano: “Il divano non è così comodo, è meglio andare nella camera da letto.”Qui ci spogliamo: non avevo mai visto mia zia nuda. Dire che era bella era forse troppo, ma aveva quella bellezza matura e sensuale delle quarantenni che sanno tenersi in forma. Comincia a baciarmi sul collo poi sul petto mentre le sue gambe si accavallano alle mie: avverto la sua figa bagnata e questa sensazione mi fa perdere ogni freno. Comincio a restituirle i baci e con le dita mi infilo in mezzo alle sue gambe e comincio a masturbarla. Come elettrizzata, mi prende la testa e mi costringe a leccarle la figa, ma non riesce resistere a lungo: dopo un po’ mi fa girare e comincia a spompinarmi di nuovo, mentre io continuo a leccargliela.Con un rapido movimento del corpo la trovo sopra di me e in un attimo senza il mio cazzo dentro di lei. Comincia a muoversi, e per me, che sto vivendola mia prima volta, è un cercare disperatamente di non venire. Ma lei non sembra accorgersi di nulla, presa com’è dal piacere. Quando sembra proprio che non riesca a resistere, lei si placa e spostandosi, mi dice di ricominciare a leccargliela. Nel mentre allunga la mano e prende dal cassetto del comodino il famoso vibratore, che subito si infila nella figa. Ma è per poco: lo toglie e mi fa salire sopra di lei, fino a penetrarla di nuovo. A questo punto mi impone di prendere il vibratore in bocca e di succhiarlo: io cerco di negarmi, ma un movimento del suo bacino mi manda in estasi e preso dalla passione comincio a succhiare quel cazzo finto pieno dei suoi umori. Non resisto più: le sborro dentro: i miei urli di piacere ed i colpi più che vigorosi che accompagnano il mio orgasmo la portano subito al culmine del piacere.Sfinito mi addormento nel letto: quando mi sveglio, penso dopo qualche ora, impiego qualche secondo prima di rendermi conto di dove sono e soprattutto del fatto che mia zia mi sta di nuovo succhiando il cazzo!!!!Mezzo in coma per la dormita, la lascio fare: ma dopo pochi minuti lei mi schiaffa la figa in faccia con la chiara idea di farsela leccare, cosa per cui non mi faccio proprio pregare.Stavolta riesco a godermi meglio il pompino e tra me e me penso alla differenza, abissale, tra il pompino della madre e quello della figlia: beata l’esperienza!Mia zia mi passa il vibratore per infilarglielo nella figa e come lo muovo comincia a succhiare sempre più avidamente. Vista la posizione, ne approfitto per infilarle un dito nel culo e mia zia risponde con una succhiata ancora più profonda. La frenesia dell’amplesso comincia ad essere la caratteristica dominante. Gli eventi si susseguono ad un ritmo sempre più incalzante.Lei si sfila il vibratore, si mette alla pecorina e mi chiede di prenderla da dietro: “Montami, stallone!” È la posizione che ho sempre sognato! In più mia zia ha tutta l’esperienza per renderla ancora più indimenticabile. Preso come sono dalla posizione, non mi accorgo che mia zia fa un cenno col capo, ma mi prende un colpo quando mi accorgo che c’è qualcun altro nella stanza!Mi giro e vedo un ragazzo che subito riconosco, per essere un impiegato della ditta dove lavora mia zia. Mi libero dalla posizione dell’amplesso, ma subito mia zia mi rovescia sul letto e, come se non fosse successo niente, ricomincia a leccarmi e succhiarmi l’uccello: io vorrei scappare, ma quel pompino è più forte di una calamita. Non riesco a vedere bene ma lentamente Mirko, esce dalla penombra brandendo pericolosamente il suo tarello nella mano. lentamente mi avvicina il suo cazzo alla bocca. Ed io, timoroso dell’eventualità che si stava profilando, volto la faccia. Un urlo, quasi un guaito: “Ahhh” mi volto di scatto e vedo il ragazzo penetrare mia zia analmente, mentre mia zia continua con me. La sento succhiarmi come se fosse la cosa più bella del mondo, la sento accarezzarmi le palle e massaggiarlo con le mani. A un certo punto lei si interrompe: “Adesso è il tuo turno: fammi sentire come mi scopi in culo, e si mette a succhiarlo, mentre io mi dedico al suo buco voglioso. La figa sembra pulsare e a quella vista mi masturbo un po’.Ma mia zia mi ferma, incitandomi a penetrarla. “Dai frocetto, sfondami. Voglio sentirvi tutti e due!” Quindi si sposta, infilandosi il mio palo nel culo e sdraiandosi letteralmente sopra di me. Subito Mirko si avvicina col suo cazzo e glielo infila in figa. Sento lo sfregamento dei nostri sessi, mia zia urla come un ossessa.Sono bloccato e allo stesso tempo stremato: il cazzo di Mirko è davvero più grosso del mio. I suoi colpi sono decisamente più calibrati, e in un attimo scivolo fuori da mia zia. Lei mi urla di muovermi, di non stare lì impalato. Mi alzo e in ginocchio avvicino il mio cazzo alla sua bocca che immediatamente mi spompina. I suoi occhi sono spalancati, la vedo all’estasi, e in un momento di lucidità si sfila il membro dalle labbra con uno schiocco: “Dammi il mio vibratore”. In un attimo glielo passo, al pensiero di quanto lei sia vogliosa: “Se lo vorrà mettere nel culo” pensai. Ma mia zia approfitta della posizione e lentamente cerca di infilarmi il vibratore nel culo: io subito ne sono scosso, ma nell’estasi del momento, al limite della mia resistenza, cerco di agevolarla con piccoli movimenti del bacino: quando è dentro comincia a muoverlo lentamente, mentre sento di non riuscire a resistere ancora a lungo. Anche Mirko sta per godere ma prima di riuscire a realizzare che sta godendo, sento che tutte le mie resistenze crollano: vedo Mirko masturbarsi forsennatamente e spruzzare tutto il suo seme sopra mia zia, ricoprendone la pancia e i seni. Quasi contemporaneamente sborro anch’io, nella bocca di mia zia, che non si fa scappare nemmeno una goccia.Stremato mi sdraio sul letto, ma mia zia, che non è venuta, ricomincia quasi subito a succhiarmi la cappella. Ma mi fa male e allora , indispettita, rivolge le sue attenzioni al cazzo di Mirko, molto più reattivo del mio.Alla vista di quel pompino, comincio a massaggiarmi il pene che, anche se lentamente, comincia a dare qualche segno di vita. Subito mi zia mi invita a partecipare al pompino: “Non sono un frocio!” Esclamo indispettito. Mia zia, sentendomi così deciso, riprende a dedicarsi al cazzo di Mirko. Io mi masturbo godendomi la scena. Lo lecca, lo succhia fino a quando i gemiti del ragazzo si fanno troppo frequenti, poi si sdraia a fianco di me e di Mirko e mi ordina di scoparla: smetto di menarmelo e glielo infilo dentro con tutta la forza, nella figa bagnatissima. Mirko, quasi contemporaneamente, si mette dietro di me e cerca di infilarmelo nel culo, agevolato dal lavoro precedentemente fatto dal vibratore.In meno di un secondo reagisco come una molla, mi incazzo di brutto e mi siedo sul letto.”Come non detto Piero!” Al che, rinfrancato mi dirigo di nuovo verso la fonte del mio piacere. Mia zia prende a segarci con entrambe le mani, leccando entrambe le cappelle che ha avvicinato alla sua faccia. Ci muoviamo insieme ed è come se mia zia fosse scopata in bocca da me e Mirko insieme. Ormai non resisto più e con ultimo gemito vengo addosso mia zia, sentendo alcuni schizzi di sborra calda di Mirko che mi colpiscono. A questo punto mia zia si dedica alla pulizia della sborra, leccando i nostri membri e leccando anche la mia pancia.Ormai prostrato mi sdraio sul letto ed è in quel momento che sento le parole che non scorderò più per tutta la vita:”Piero, ora sono sicura che hai imparato la lezione! Non credo che andrai in giro a dire quel che sai a meno che tu non voglia che si sappia che ti ho infilato un vibratore nel culo e che ti è anche piaciuto!!!”Ero stato incastrato, ma in fin dei conti non avrei mai e poi mai raccontato dei gusti “particolari” di mia zia, soprattutto perché corrispondevano ad un mio momento decisamente “particolare”.
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