Continuo a raccontare quello che successe quella notte dopo che ero stato preso dal gruppo di extracomunitari. Ero molto preoccupato per quella situazione e non capivo bene cosa mi stava succedendo ma mentre mi spigevano dentro la macchina vidi con la coda dell’occhio che dietro il mezzo in cui stavo salendo, una fiat Tipo sgangherata, c’erano altre tre o quattro macchine con il motore acceso ferme ed in attesa di ripartire. Capii più tardi che quelle macchine erano piene di extracomunitari che avrebbero soddisfatto i loro istinti animaleschi sul mio povero corpo quella notte. Mi avevano fatto sedere in mezzo a due energumeni nel sedile posteriore e mi sentivo completamente indifeso ma la situazione iniziava ad eccitarmi: solo e vestito da ragazza nelle mani di sconosciuti che tra poco avrebbero abusato senza pietà di me. “Allora, bella fichetta, sono convinto che ci farai divertire stanotte eheheheh….” Mi disse il nero alla mia destra mentre appoggiava una mano all’interno delle mie coscie. “Sei proprio eccitante vestita così mmmmm per tutta la sera ho sperato di scoparti e ora non ho intenzione di perdere tempo…” Mi prese per i capelli tirandomi la testa all’indietro e si attaccò alle mie labbra schiaffandomi tutta la lingua in bocca. L’altro nero alla mia sinistra mi sollevò un po’ la minigonna lasciandomi con in perizoma in bella vista e insinuò una mano dietro il mio culetto tastandomi. “Nooo, lasciatemi… non voglio così…” cercai di dire tentando di liberarmi dalle attenzioni dei due, ma quello che mi slinguava mi prese entrambe le mani dietro la schiena e le tenne forte continuando poi a baciarmi e palparmi con la mano libera. Mi sentivo una bambolina alla loro merciè mentre mi eccitavo sentendo le loro mani e la lingua che mi ripassavano su tutto il corpo. Ad un certo punto il tizio che mi palpava il culetto mi inserì brutalmente un dito nel buchino e io trasalii lanciando un urletto soffocato dalla lingua dell’altro. Il grosso dito iniziò a muoversi avanti e indietro e la posizione scomposta in cui ero messa faceva in modo che quella penetrazione mi facesse non poco male ma non potevo che emettere qualche gridolino soffocato perché la bocca di quello alla mia destra continuava a riempirmi della sua umida bava. Non saprei dire con precisione quanto durò quella tortura, ma dopo un po sentii la macchina fermarsi e la morsa dei due che stavano abusando di me si allentò improvvisamente e si guardarono in giro un po scocciati per l’interruzione che avevano subito; quando le porte della macchina si aprirono fui preso per un braccio e portato fuori potei vedere che mi trovavo in un luogo sconosciuto in mezzo agli alberi, li vicino si trovava un casolare molto sinistro e fatiscente che sarebbe stato il luogo della mia “festa”. Notai per la prima volta che con noi c’erano un numero enorme di altri uomini, che ridevano e parlavano nella loro lingua indicandomi e facendomi palesemente capire che ora non sarei stato solo alle prese con due energumeni come era successo in macchina, ma, per mia sfortuna, con molti, molti di più. E per un’intera notte. Mi portarono dentro il vecchio casolare il cui interno era certamente degradato come la parte esterna e potei vedere tutto intorno sporcizia e rifiuti lasciati li da non so quanto tempo ma soprattutto notai un grande materasso disteso per terra in prossimità di un muro e sotto alle finestre che davano sul retro. Sempre tenuto ben stretto dai due neri, mi portarono dinnanzi al materasso e mi sbatterono sopra di esso e mi ritrovai in a sentire nelle narici l’odore di sporco e polvere che si era accumulato nel corso degli anni, e vidi anche da molto vicino delle macchie che mi fecero capire quante volte era stato utilizzato per rapporti sessuali forse anche da quegli stessi aguzzini che ora avrebbero abusato di me. “Spogliati puttana!” Disse Ahmed, il solito capetto del gruppo mentre tutti si posizionavano intorno al materasso ed iniziavano a spogliarsi. Io ebbi un attimo di esitazione ma lui mi prese rudemente per i capelli prima e mi sputò in faccia. “Hai capito quello che ti ho detto? Spogliati subito!” “…Si….va bene…mi spoglio….” Ero molto impaurito della situazione benché mi avessero assicurato che non mi avrebbero fatto del male, ma temevo che la cosa potesse degenerare. Mi sedetti e iniziai a sfilarmi il top rosa sopra la testa, cominciando a sentire dei commenti soddisfatti da tutti i presenti in una lingua a me sconosciuta, e la cosa continuò quando, leggermente spostato, mi slacciai la minigonna e me la sfilai, rimanendo così in reggiseno, tanga e calze con una quindicina di uomini distanti non più di un metro dal mio corpo che mi guardavano pieni di libidine ed eccitazione. “Togliti anche gli slip, troia! Il resto te lo lasciamo ehehehe…” Disse ancora Ahmed e io mi sporsi con il bacino per sfilare il tanga mostrando bene il mio fisico giovane e tenero. “E adesso iniziamo a divertirci con te puttanella bianca…” Si avvicinarono tutti a me ed iniziarono a toccarmi. Mi ritrovai in un battibaleno sotto ad un cumulo di uomini neri e possenti che si divertivano ad infilarmi le mani dappertutto, sentivo palpate rudi e intense su tutto il corpo e nonostante la grande paura che avevo per quello che sarebbe successo, il mio pene traspariva una forte eccitazione anche perché qualcuno si stava pure divertendo a toccarmelo anche se tutt’altro che dolcemente. Dopo alcuni istanti iniziai a sentire delle cose umidicce e dure che si trascinavano sulla mia pelle e soprattutto nel viso avvicinandosi alla mia bocca, qualcuno mi prese la testa con irruenza e spinse il suo grosso arnese dentro alla mia bocca; ne sentii altri che si avvicinavano e mi schiaffeggiavano il viso con le loro verghe mentre fui scosso da qualcuno che mi stava inserendo un dito nel sedere. Stavo letteralmente partendo per l’eccitazione e iniziai a mugolare come una cagna in calore per la gioia e la soddisfazione dei presenti i quali iniziarono a inveire contro di me con parole di qui non capivo il significato ma di cui intuivo il senso e altri parlavano in italiano apostrofandomi con “troia”, “puttana”, “cagna”, “succhiacazzi”…. Ad un certo punto qualcuno evidentemente prese in mano la situazione e mi afferrò saldamente per i fianchi facendomi girare e mettendomi a pecorina mentre i cazzi di altri si alternavano velocemente nella mia bocca. Senza molti preamboli sentii premere nell’ano e subito dopo un enorme corpo estraneo entrava per lo sfintere e nel mio corpo come una grande bastone duro e nodoso e si faceva strada lasciandomi letteralmente a bocca aperta (che naturalmente era occupata da cazzi in ogni istante) e facendomi provare un dolore tremendo. Non era la prima volta che prendevo un cazzo nel culo e a casa da solo mi ero infilato vibratori e oggetti di notevoli dimensioni, ma l’irruenza di quella penetrazione, la forza e la velocità con cui ero stato preso e sfondato da quel pene enorme mi lasciò senza respiro per qualche attimo. Poi il pene del mio stupratore cominciò un avanti e indietro che non potrò mai dimenticare mentre mi teneva saldo per i fianchi e mentre gli altri suoi complici non mi consentivano il minimo movimento perché letteralmente incollati al mio corpo che continuavano a palpare e a leccare. Questa poderosa penetrazione durò qualche minuto dopo di che l’uomo esplose dentro il mio culetto ma con mio stupore e felicità non rilevai che alcun liquido aveva invaso il condotto anale: per fortuna aveva usato il preservativo e questo naturalmente attenuò anche le mie preoccupazioni per eventuali malattie virali (successivamente mi assicurarono di essere sani e infatti non ebbi alcuna conseguenza). Dopo che l’uomo che mi aveva inculato per primo si ritrasse e lasciò rilassare per un attimo il mio sfintere, subito un altro prese il suo posto e di nuovo fui penetrato con irruenza e pompato con rabbia mentre ancora continuavo imperterrito a succhiare tutto quello che mi si presentava davanti. La cosa andò avanti per due ore ed ormai era notte fonda quando capii che si erano presi un po di pausa dopo che tutti e quindici mi avevano violentato il culetto e si erano fatti succhiare il pene: io ero esausto e dolorante dappertutto perché comunque molti avevano voluto prendermi in posizioni diverse, sopra o sotto e io ero sempre sballottato di qua e di la sul materasso. Durante la pausa mi ero disteso sul materasso supino cercando di riprendere fiato e avevo chiuso gli occhi per tentare di riposare un po’; Ahmed mi si avvicinò e si distese anche lui di fianco a me abbracciandomi e tenendomi stretto a lui e facendomi sentire il calore del suo possente corpo a contatto con la mia schiena. “Sei stata fantastica. Erano anni che non mi divertivo con un morbido culetto come il tuo…Come stai?” La sua voce adesso era dolce e suadente e sentivo che in fondo non era una cattiva persona e che forse si preoccupava di me. Mi girai verso di lui e mi accucciai su di lui avvicinando il mio viso al suo. “Abbastanza bene…anche se mi fa male da tutele parti ed in particolare il buchino….” Ma gli sorrisi quadrandolo negli occhi “Mi spiace se ti fa male ma credo che ti sia divertita anche tu. A proposito, non mi hai ancora detto il tuo nome, quello stronzo di Karim non se lo ricordava…” “Chiamami Lara. E’ il nome che uso quando mi travesto da femmina” dissi sempre con il viso quasi a contatto col suo “E’ un bel nome Lara. E tu sei la più sexy travestita che abbia mai visto. Quanti anni hai?” “La settimana prossima ne compio 23. E tu?” “Io ne ho una quarantina, dici che sono vecchio?” mi sorrise ed io feci lo stesso carezzandogli il viso “No non lo sei. E comunque fisicamente sei ancora in gran forma se non ricordo male….Sei stato tu il primo a scoparmi vero?” “Si, scusa se sono stato troppo irruento spero di non averti fatto troppo male Lara. Mi perdoni?” Non seppi resistere alla sua dolcezza e nonostante la sofferenza che avevo subito quella sera da lui e dai suoi amici gli diedi un bacio sulle labbra “Va tutto bene, in fin dei conti mi sono divertita” Parlavo al femminile con lui perché mi sentivo solo una donna in quel momento “Beh ne sono felice. Ora i miei amici vorrebbero continuare a fare sesso con te. Te la senti Lara?” “Ti ringrazio per avermelo chiesto. Si me la sento, ma adesso lo farò pensando a te. Lo farò per te.” Mi sorrise ancora e ci baciammo dolcemente mentre le sue bracci ami stringevano forte a lui. In quel momento capii che lui era il mio uomo e che io ero la sua donna. E che ci saremmo rivisti in futuro. Pochi minuti dopo la festa ricominciò e io fui nuovamente assalito dagli uomini di colore che mi sbatterono in tutte le posizioni per altre due. Ogni tanto guardavo Ahmed che mi fissava e che mostrava un velo di tristezza nei momenti in cui maggiormente soffrivo per le continue penetrazioni che mi infliggevano i suoi amici e capivo che forse anche lui soffriva nel vedermi scopata così brutalmente. Era quasi l’alba quando tutti ormai si erano scaricati sul mio corpo ed io ero piena di sperma dappertutto e semicosciente ed Ahmed mi prese in braccio e cercò di pulirmi e asciugarmi alla meglio prima di condurmi in macchina e accompagnarmi personalmente a casa. Non disse nulla durante il viaggio di ritorno, ma alla fine mi diede il suo numero di cellulare dicendomi che se volevo avrei potuto chiamarlo in qualsiasi momento. Giunto a casa corsi subito sotto la doccia e poi mi infilai nel letto a riposare, ripensando a quella strana ed eccitante notte in cui la realtà era andata oltre alle mie più perverse fantasie, e certo che avrei richiamato al più presto il mio nuovo uomo: Ahmed.

