La sua mano.Il suo viso.Lei che mi puliva dallo sperma.Questo è tutto quello che da tanto tempo mi ritornava in mente…spesso…troppo spesso.Dopo quello che accadde quel pomeriggio, dopo quella rapida sega alla fin fine così tenera, non riuscii più a guardare mia madre come una madre “normale”.Ho sempre visto mia madre come un angelo, eterea nelle movenze e nei comportamenti.Ma un angelo non si fa tastare il seno dal figlio ne tantomeno gli fa una sega.Ci evitammo, o meglio, mi evitò spesso e volentieri le rare volte che fummo da soli a casa.Mi faceva male.Avevo perso la figura materna…era fredda…Poi un giorno ci fu la svolta nella mia vita, nella nostra vita.Mio padre e mio fratello furono richiamati in Lombardia per un provino calcistico. Il mio lavoro non mi permetteva ferie e mia madre non era tanto propensa ai viaggi.La casa si era quasi svuotata senza quei due e decidemmo di darle una rinfrescata.Dopo tanti anni togliemmo quella brutta carta da parati “Anni 70″ e decidemmo di ritinteggiare la sala da pranzo.Mi occupai io di tutto procurando scala, pennelli, vernice. La mamma decise per un bianco sporco, un colore abbastanza neutro ma che ben si intonava con il mobilio stile arte povera.Rincasai intorno all’ora di pranzo con un paio di secchi di tintura e i pennelli.La mamma mi aprì la porta, era sorridente, raggiante. Aveva i lunghi capelli castani raccolti in una coda da cavallo e vestiva con una tutona rossa e scarpe da trekking.”Ciao amore…bentornato!””Ciao Mà….sei pronta al lavoro, eh?””Prontissima! Ai tuoi ordini!” ridendo mi baciò sulla guancia.”Dai…vai a cambiarti che iniziamo”Salii in camera e mi cambiai, mi misi una vecchia tutaccia, la prima che trovai.Scesi le scale a due a due e trovai la mamma già sulla scala, intenta a dipingere.Rimasi qualche secondo ad ammirarla. La tuta da lavoro le donava, tanto.Mi avvicinai e iniziai ad aiutarla con il rullo sulle pareti.Il tempo passò in fretta, tra una risata e l’altra, pieni di macchie di vernice.Dopo circa un paio d’ore mi trovavo al di sotto della scala sulla quale stava mia madre.Ancora non so se fu un caso o fece finta ma mise un piede a vuoto su un piolo e cascò all’indietro, tra le mie braccia.La tenni stretta, fino a farla calmare dato che la sentivo agitata. Ma era bella, troppo.L’erezione mi sembrò istantanea e la tuta di certo non aiutò a nasconderla.Il mio pene spinse contro il suo fianco e se ne accorse. Si voltò di scatto e mi fissò.”Cosa vuoi fare?”Rimasi interdetto.”Ti ho già detto che l’altra volta fu un errore. Lo devi dimenticare”Non riuscivo a parlare, solo l’erezione ancora più forte trasmetteva le mie emozioni.”Allora? Non parli?” Mi interrogò mia madre.Mi baciò. Il mio silenzio fu solo il preludio all’amore.Mi trovai le sue due labbra fine attaccate alle mie e non potei far altro che baciarla.La mia lingua andò in cerca della sua quasi immediatamente…Durò a lungo l’incontro delle nostre bocche, il tutto accompagnato da carezze ed abbracci.Il mio pene spingeva col basso ventre della mia genitrice, e lei lo sentiva.Lo gradiva.Lo voleva.E io lo volevo.Ci iniziammo a spogliare, sempre baciandoci, mentre ci avvicinavamo al divano tanto caro a mio padre. La volevo vedere. Le slacciai la tuta e gliela tolsi con delicatezza.Era bella mia madre. Anche se oramai alla soglia dei cinquanta anni aveva ancora un corpo di tutto rispetto.Le slacciai il reggiseno color panna che cadde a terra scoprendo i seni che mi allattarono. Con gli anni la stupenda terza è divenuta vittima della forza di gravità e si adagiava al suo petto. Ma i due enormi capezzoli marrone scuro rivalutavano il tutto.Iniziai ad accarezzarli e lei sospirò a lungo. Mi piacevano, erano perfetti.Mi strinse a se…mi tolse tutto…rimanemmo in mutande.Ci guardammo…ci baciammo ancora…e le abbassai le mutandine…color panna anch’esse.Lei fece lo stesso con le mie e mi spinse sul divanetto.Ero li, seduto sul divano di pelle nera tanto scomodo quanto elegante. Avevo il pene in tiro e lei davanti a me, in piedi che mi osservava.Aveva una folta peluria castano scuro che le proteggeva il sesso, e mi piaceva.Si avvicinò…alzò una gamba e si posizionò al di sopra del mi pisello. Era a qualche centimetro. Sapevamo entrambi che una volta che il mio glande violaceo fosse penetrato nell’antro che mi generò, niente sarebbe potuto essere uguale. Niente.Si abbassò con delicatezza. La cappella si inumidì degli abbondanti fluidi vaginali e penetrò, come attirata da una forza misteriosa.Strinse gli occhi mia madre. Le faceva male. Sapevo che le cose con mio padre non andavano e chissà quanto tempo era passato dall’ultima scopata matrimoniale.Il calore materno che avvolse il mio pene mi mandò in estasi. Lentamente si ritirò su, si scavallò dal mio pene che uscì umido da lei. E si riabbassò.Face così per quattro-cinque volte che mi sembrarono interminabili.Il ritmo aumentò…iniziò a saltellare su di me e sentivo inumidirsi tutto il mio basso ventre di liquidi copiosi e appiccicaticci.Si bloccò. Mi baciò con passione e per la prima volta dopo una buona mezz’ora mi rivolse una parola.Era un ammonimento. Che non scorderò mai.”Amore…uhh…” Tentava di parlare mentre io ripresi a danzare dentro di lei.”Non..fermo dai…mmm…NON DEVI VENIRMI DENTRO?” E mi bloccai.”Non hai il preservativo e io non prendo precauzioni da tanto…niente pillola…niente di niente…già stiamo facendo qualcosa di sbagliato…non facciamo casini…NON VENIRMI DENTRO…mi raccomando…”Annuii e lei ricominciò a balzellare. Mugolava di piacere e mi baciava.Il respiro si fece affannato ed aumentò l’intensità dei colpi d’anca. Capii che stava venendo…dopo tempo immemore…scopò di nuovo.Soffocò il godimento dentro di lei e continuò a fottermi, senza sosta.Ma non potevo reggere più di quanto avessi già fatto, ero oltre i limiti.”M-Mamma…oooh…m-mamma vengo…”Si disarcionò fulminea dal mio pene ingrossato ed arrossato. Lo strinse alla base con la sua mano destra e lo segò velocemente.Inarcai la schiena e venni, in aria. Un getto di sperma densissimo e lunghissimo si proiettò in aria ricadendo con un rumore sordo sulla sua spalla destra. Non era preparata e fece un sobbalzo. Girò il pene verso destra e i successivi tre spruzzi finirono a terra, ricoperta dai giornali.Mi ripresi e vidi mia madre, nuda, sudata, di fronte a me. Lo sperma abbondante le stava calando con lentezza per tutto il braccio ed oramai era ad altezza del gomito.Si avvicinò e i suoi seni si puntarono al mio petto. Ci baciammo a lungo ancora.”Amore mio…cosa abbiamo fatto? Non dovevamo…non dovevamo…”Si era intristita…”Ma mamma…cosa dici…non è stato fantastico?””si…però…io sono tua madre…e mi sono scopata mio figlio…e se ci scoprissero? Cosa accadrebbe? Cosa?””Mamma…io ti amo…lo vuoi capire? Ho avuto tante ragazze…ma quello che sento per te…con nessuna…NESSUNA”Le mie parole la fecero illuminare, si strinse a me con un sorriso da ragazzetta innamorata.La vidi andare su per le scale con il culetto sobbalzante…
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