Sempre in giro per il mondo anzi in una parte del mondo, il Medio Oriente. Area difficile soprattutto per una donna che deve concludere transazioni per miliardi.Gente tosta gli uomini d’affari mediorentali, abituati a trattare fino all’esaurimento ma tanto ricchi da attirare uomini, e donne, d’affari di tutto il mondo.Io amo questo lavoro. Per il lavoro ho perso mio marito che si era stufato di aspettare per mesi che sua moglie concludesse l’affare dell’anno. Ma non abbastanza da rischiare di perdere mio figlio.Così lo porto con me. Viviamo per mesi nei migliori alberghi del mondo. Per la scuola non c’è problema l’ho inscritto nel più esclusivo istituto privato di Roma, sulle assenze chiudono un occhio visto che con il mio aiuto riesce a seguire i programmi scolastici.È anche vero che nei paesi arabi non ci sono molte distrazione e Leo ha tutto il tempo che vuole per studiare. Vita dura la nostra ci vediamo solo la sera ed io spesso sono talmente stanca che faccio fatica a mostrare interesse per le cose che Leo mi racconta con tanto entusiasmo, felice di avere qualcuno con cui parlare dopo una giornata passata da solo o fra gente che di cui ignora quasi tutto.Difficile anche perché in un paese arabo un ragazzo di diciotto anni non ha nessuna possibilità di frequentare persone dell’altro sesso.Per questo il giorno che tornando in albergo prima del previsto e vedendolo nudo davanti lo specchio che si stava masturbando non me la presi affatto anzi, provai per lui la massima comprensione.In fondo era colpa mia se era costretto a vivere lunghi periodi di castità forzata.Anche lui mi vide e ne provò grande imbarazzo.Quando mi raggiunse cercò di giustificarsi.”Non hai nulla da spiegare” gli dissi “e niente di cui devi giustificarti”Lo attirai a me e gi scompigliai i capelli.”Ma tu come fai?” mi chiese “Sei come i marinai che hai un fidanzato in ogni posto?””Magari.” gli risposi “Non che mi manchino le occasioni, ma qui siamo in Medio Oriente culla dell’Islam. Già accettano a fatica l’idea che una donna tratti affari se andassi a letto con qualcuno di loro perderei ogni credibilità. Per ciò quando ne sento il bisogno faccio come fai tu, infilo la mano fra le gambe e via.”Mi sorrise, grato della mia sincerità.”Ma vedrai che presto finirà” aggiunsi “Se le cose vanno come prevedo fra un paio di anni otterrò la direzione di un dipartimento e la finiremo di fare gli zingari.”Se Dio volle riuscii a concludere la trattativa.I miei avversari questa volta erano stati particolarmente ostici.”Signori” dissi loro esasperata “Se accettassi le vostre condizioni dovrei rinunciare alla mia commissione sulla transazione e questo è impensabile. La mia azienda è disposta a concludere alle condizioni che vi ho esposto quest’oggi. Se siete interessati bene altrimenti cercatevi un altro patner”.Si guardarono perplessi, parlottarono un po’ fra loro poi convennero che le mie condizioni erano vantaggiose per entrambi.Firmarono i documenti e, al momento dei saluti il capo della delegazione si complimentò con me per la fermezza con cui avevo condotto la trattativa.Ero felice. Sentivo il bisogno di festeggiare.Tornando in albergo chiesi al maitre se poteva procurarmi una bottiglia di champagne.Mi guardò come fossi un marziano, cominciò dicendo che era proibito bere alcolici ecc…Gli dissi a bassa voce che conoscevo le abitudini locali ma che con un po’ di buona volontà ero sicura che avrebbe fatto uno strappo alla regola e così dicendo gli misi in mano quasi trecento dollari.Ciò che dovetti fare per portare la bottiglia nella mia camera mi fece sentire come una trafficante di droga. Altri cinquanta dollari furono necessari per ottenere un secchiello con il ghiaccio.Poi finalmente chiusi la porta della camera è detti a Leo la bella notizia.”Questa sera festeggiamo” Gli dissi in preda all’euforia. “Ordineremo il servizio in camera e pasteggeremo a champagne.” “Ma non erano tutti astemi da queste parti” osservò.”Beato te. È solo proibito il che vuol dire che bevono di nascosto”.Feci la doccia mentre Leo ordinava la cena. Facemmo una mangiata sontuosa, annaffiata da ottimo champagne, il fatto che bere alcolici fosse proibito aggiunse un tocco di trasgressione alla cosa.”Dovremo far sparire le prove” mi fece notare Leo indicando la bottiglia mezza vuota.”Già” annuii ” però ci penseremo domattina”.”Sei stanca?””No. Sono euforica e un po’ sbronza”Feci un breve riassunto di come si erano svolte le trattative poi, come aneddoto folcloristico, gli raccontai che un paio di giorni prima, nella villa di uno dei manager arabi della delegazione, avevo conosciuto due delle sue mogli e, per farla breve una delle due, la più carina, ci aveva provato. Con discrezione ma ci aveva provato.”E tu?” mi chiese incuriosito.”Non nego di averci fatto un pensierino. Ma come ti ho già spiegato non è il caso…””Ti sei persa una bella avventura con l’esotica odalisca”.Ci scherzammo un po’ su e la serata proseguì allegra e spensierata.Ad un certo punto Leo fece per andare in camera sua.”Non te ne andrai a dormire così presto?” gli chiesi.Era lì davanti a me che cercava una scusa quando il mio sguardo cadde sui pantaloncini della sua tuta.”Capisco la tua fretta?” ridacchiai “La storia dell’odalisca ti ha eccitato?” “Dai mamma…” si scusò imbarazzato.”Non mi scandalizzo mica.” gli risposi “Anzi visto che ormai siamo abbastanza in confidenza e non voglio che mi pianti a metà della serata, puoi farlo anche qui…” lo champagne aveva fatto saltare i miei freni inibitori.”Ma mamma davvero…” fece lui incredulo.”Ma sì. Non ti ricordi che ti ho visto all’opera. Mettiti comodo sul divano. Del resto dovevamo festeggiare insieme no?”Si sfilò i pantaloncini della tuta e si accomodò sul divano.Cominciò a menarselo lentamente. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano.”Accidenti” esclamai ad un certo punto “Stai facendo venir voglia anche a me”Mi sfilai le mutandine da sotto la corta vestaglia. “Fammi un po’ di posto”Si fermò incredulo cercando di farsi da parte.”Quando è festa è festa per tutti.” gli dissi accomodandomi a fianco a lui.Mentre cercavo una posizione comoda un seno sgusciò fuori dalla vestaglia e lui lo accarezzò.Lo guardai dritto negli occhi. “Senti” gli dissi “che ne dici se prendiamo quel resta della bottiglia e ce ne andiamo in camera mia?”Gli brillarono gli occhi. Recuperai la bottiglia e mi diressi verso il mio letto.Mi sfilai la vestaglia e mi sdraiai. Lui mi raggiunse, le sue labbra si impossessarono dei miei capezzoli.”Non perdiamo tempo” gli sussurrai all’orecchio “non abbiamo bisogno di preliminari”.Sentii la sua punta premere leggermente all’entrata della mia vagina. Spalancai le gambe e spinsi la sua schiena verso di me. Entrò di colpo come piace a me. Rimanemmo tutti e due senza fiato poi cominciò a muoversi a ritmo sempre più veloce fino all’orgasmo.”Bravo tesoro” gli dissi appena mi fui ripresa “Avremmo dovuto farlo prima.””Non sei pentita?” mi chiese.”E perché mai? Il fatto che sei mio figlio rende la cosa un po’ insolita e peccaminosa.””Allora possiamo anche rifarlo?” mi chiese speranzoso.”Tutte le volte che vorremo”.”Ecco per l’appunto…”Guardai fra le sue gambe. Era di nuovo in erezione.
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