Ennio aveva con sé la sua chitarra, in preda ad un orgasmo di note suonate a velocità incredibile, sopra la musica di un disco di Malmsteen che tuonava in tutta la casa… finito il disco, riaprii gli occhi, guardò in giro, non c’era ancora nessuno. Spense l’amplificatore, andò verso la camera dei suoi genitori e aprì un cassetto. Tirò fuori un reggiseno in pizzo color verde scuro e un perizoma dello stesso colore. Si abbassò i pantaloni e, tirato fuori il membro, iniziava a trastullarsi. Sborrò ovunque e facendolo prese in mano la foto di sua madre in costume da bagno urlando qualcosa di tanto volgare ma tanto eccitante per lui: “bevi troia, bevi tutto!”. Ripulì e ritornò in camera sua. Questo suo vizio era dato dall’eccessiva e provocante esteriorità di sua madre, 42 anni portati benissimo, anche se nel piccolo corpo di un metro e sessanta. Erano i tacchi alti e le calze a rete che lo colpivano maggiormente e quella terza di seno che la mamma metteva sempre in mostra. A lei piaceva rendersi provocante e soprattutto destare la “voglia” dei suoi colleghi. Era stata da sempre considerata una puttana, una che la dava facilmente pur di arrivare dove voleva. Anche gli amici di Ennio insistevano a dire che se si vestiva così era perché vittima di un sintomo di ninfomania e di provocazione eccessiva. Insomma, la mamma di Ennio, nei suoi boccoloni castani, rimaneva sempre e comunque la sua mamma, colei che lo aveva messo al mondo e che gli aveva sempre dato tutto affinché giungesse a questi suoi 18 anni pieni di lodi, denaro e soddisfazioni. Insomma, una mamma in gamba che amava il proprio bambino, più del marito spesso assente per le continue cene di lavoro. A lui non importava delle malevoci su di lei anche se, in realtà, l’idea che quel bel corpo fosse davvero posseduto da una mamma volgare e troia a lui eccitava molto e regalava quindi attimi di spensierata goduria chiuso in bagno e rovistando tra l’intimo della sua genitrice. In fondo, pensava, nella mia fantasia, non faccio male a nessuno. Vero, peccato che a fargli male erano i suoi amici, invidiosi nel vedere quelle sode gambe e quei seni così pieni e sodi che rimbalzavano sotto le camicette attillate della “Signora Troia”, come la chiamavano loro, poiché assidui segaioli e possessori di madri butregose piene di lardo o senza nulla di bello da far vedere. Lui piangeva di nascosto ma quando vedeva la mamma sedersi a tavola o preparargli la cena in vestaglia trasparente, gioiva da matti dimenticandosi di tutti quegli stronzi dei suoi compagni di classe. Erano giunte le 19.00 e la mamma, Linda, era rincasata. “Neno, dove sei, gioia?” “Sono davanti a internet, arrivo subito, che vuoi?” “Siamo a cena soli stasera, tuo padre è partito per Ravenna e ci starà sino a sabato!” Diavolo pensò Ennio, suo padre era ancora assente, lasciandogli la mamma tutta per lui. Si alzò, spense il computer e si diresse verso la cucina a disporre tovaglia e piatti. Linda lo raggiunse con una gonna molto corta, larga e fiorata e con un top senza reggiseno, rumoreggiando con i tacchi delle sue zoccolette di legno. “Ciao amore mio, grazie dell’aiuto!” “Figurati mami… come è andata al lavoro?” “Non male. Mi hanno dato un aumento, sai?” “Ah… bene, molto bene, significa che lavori molto” In realtà questa notizia lo accolse di sorpresa. Possibile che ogni “due per tre” sua madre ricevesse dei soldi in più? Iniziava davvero a pensare che forse i suoi amici avessero ragione, che forse sua madre era la “Signora Troia” che tutti dicevano di essere. Voleva capire, conoscere e… osare. Gli gnocchi al ragù erano pronti, Linda si sedeva stanca sulla sedia facendosi aria con un foglietto mentre, con la mano destra iniziava a mangiare. “Beh? Che hai, perché non mangi Neno?” “Fa troppo caldo per mangiare gli gnocchi, mà” “Che scemo che sei! Ma non potevi dirmelo? Ti avrei fatto un piatto di prosciutto e melone, gioia mia!” “No, è che… ” “Cosa c’è? Pensi ti bocceranno?” “No mamma, non è quello, alla fine l’ho spuntata… .passerò agli esami di maturità ma… ” “Che c’è piccolo cuore?” “C’è che sono stufo di avere una madre come te” Linda rimaneva sbalordita senza immaginare di cosa si trattasse in realtà. Lasciò dunque cadere la forchetta nel piatto e si mise le mani in volto. “Ma che ti salta in mente? Perché hai detto questa brutta cosa?” “Sono stufo… stufo e stufo di sentirmi dire che sei una… ” “UNA cosa, Ennio? Che stai dicendo, eh?” “Insomma, tu sei troppo bona per essere una mamma qualsiasi!” Linda rimase per un attimo in silenzio e poi scoppiò in una fragorosa risata. “Oh Signore! E tutto il problema sta qui? Beh, da una parte questa cosa mi lusinga assai, figliolo!” “Ti lusinga? Ma se vai sempre in giro seminuda come una… ” Stavolta Linda si fece più seria. “Come una troia, Ennio?” “No, scusa, non volevo dire questo… io… insomma, io… ” “Ascoltami bene, testa calda, tua madre non è una troia, chiaro? Quando sarai un po’ più grande vedrai che tutte le donne si vestiranno così! Se i tuoi amici non hanno mai visto una donna e dicono che sono una troia, di loro che non capiscono un cazzo, chiaro signorino?” “Lo so ma… ” “MA, cosa?” “Come mai guadagni così tanti soldi ultimamente?” “Perché lavoro, idiota!” “Secondo me tu scopi con il tuo capo e ti fai dare più soldi” Linda non resistette a lungo, si alzò dal tavolo, si diresse verso Ennio e gli tirò uno schiaffone in faccia. “La tua mamma troia ti ha dato un bello schiaffone, l’hai sentito?” “Mamma scusa… mi sono lasciato trasportare… ” “Già! Sappi che ognuno di noi è libero di vivere il sesso come meglio crede, come tu del resto fai con le mie mutande, porco!” Ennio arrossì e tenendosi la guancia con due emani riuscì a malapena a deglutire e chiedere spiegazioni. “Ma… ma… come lo sai?” “La mamma sa sempre tutto, porco!” “Ma… io non immaginavo che… come hai fatto a… ” “Vedi come ci si sente a essere scoperti? Infami e deboli, ecco la verità ma non mi sembrano ti facciano schifo i soldi che ti passo al fine settimana, non è così?” “Ma certo che no… ma, scusa, allora significa che tu davvero fai… ” “Sì! E allora? Tuo padre non mi scopa mai e tutti i miei colleghi non fanno altro che volermi scopare! Cosa devo fare io? Tuo papà si mangia i soldi con le puttane e nei casinò mentre io devo tenere a bada le tue cazzo di lezioni di chitarra e le tue sfottute lezioni per questo esame! Io sono stufa, chiaro? Mi pagano per scopare e io scopo, maledetto porco, lo faccio per dare a te un futuro migliore, stupido!!” Linda piange, si dispera, corre via verso le camere da letto, sbatte la porta, si rinchiude. Ennio rimane sconvolto per minuti, sino a far passare ore e ore davanti a quel piatto di gnocchi ormai freddo e puzzolente. Passarono solo due giorni quando, dopo estenuanti tentativi da parte di Ennio per scusarsi, Linda si decise a parlare. “Ascoltami Neno… perdonami. Perdona la tua mamma. Non sapeva che stava facendo.” “Mamma, perdonami tu… io sono sempre stato colpito dal tuo corpo e non ho fatto altro che trattarti come una troia anche nelle mie fantasie… insomma, non pensavo che… mi spiace” “Oh amore mio… io non sono una troia come pensi tu… lo facevo solo per fare una sorta di dispetto a tuo padre ma l’altra sera ho capito cosa ho fatto.” “mamma?” “Che c’è tesoro?” “Io non so come dirtelo ma questa cosa invece di annegarmi in uno stato di depressione cronica mi ha eccitato da morire e non faccio altro che pensarti scopata dal tuo capo… ti prego, non schiaffeggiarmi, forse sono malato” Linda non si agitò, rimase ferma un secondo in più del dovuto e poi allungò una mano sul pacco di Ennio dandogli una fugace carezza. “Beh, se tu sei malato allora lo siamo in due perché questa tua confessione mi ha… lusingato parecchio, sai?” “Pensavo mi ammazzassi” “E perché mai? Sapere di essere nelle fantasie di un giovanotto come te non fa affatto male e poi… sei mio figlio e sapere che il mio corpo ti dona tutta questa carica erotica, mi lusinga e… mi eccita” “T-ti eccita?” “Sì amore, mi eccita come una… … ” “Ma, mamma cosa dici?” “Come, non ti eccita vedermi come tale? Da oggi potrai farlo solo tu se davvero lo vuoi” “Mamma, io… ” Linda si alzò, si tolse la giacca del tailleur, si abbassò la gonna e rimase con indosso lo stesso completo verde scuro in pizzo, le calze autoreggenti in rete e quella mega collana di perle azzurro/verdi sul collo. “Alzati amore mio… tiralo fuori… ora la tua mamma, ti donerà qualcosa di molto più speciale che una sega fatta sui miei indumenti intimi” Ennio non se lo fece ripetere due volte. Si alzò, si abbassò i pantaloni e i boxer e tirò fuori il cazzo menandoselo con una mano. Linda si abbassò e iniziò a spostarsi il tanga per masturbarsi mentre iniziava lentamente a leccare avidamente la punta del pene di suo figlio. “Ti piace così, piccolo mio?” “Sì mamma, mi piace molto… sei molto brava e… sei davvero una… ” “Sì, sono la tua troia, gioia mia, la tua troia senza tabù… ” Bastò questa frase e due colpi di sega che la sborra fiottò tutta in gola della madre che non si sentì affatto sporca ad inghiottire tutto il seme del figlio. Aperta la bocca e leccata per l’ultima volta la cappella di Ennio, si girò, si abbassò a 90 gradi e invitò il figlio a fotterla. “Dai porcellino di mamma, vieni qui ed entra in me… dai, non farti pregare, porco” “Tienilo tutto mamma, fammi ciò che vuoi, zozza… ” “Zozza? Haa haa ma che parole usi, piccolo mio? Sono sempre la tua mamma no?” Ennio infilava intanto il cazzo nella figa della mamma e proseguì il dialogo “Sì mamma, hai ragione, sei la mia mamma ma sei anche una zozza, una zozza di merda!” “Sì dai scopami e dimmi le parolacce figlio mio!” “Sei una puttana senza anima, mamma, sei la più grande vacca mai esistita su questo pianeta… una troia selvaggia, una mangiacazzi superba e una col culo rotto, troia!!” “Sì, ho anche il culo rotto, come quello delle puttane di strada… dai ficcamelo lì allora, visto che sei così porco e volenteroso nel sfottere come una baldracca tua madre, dai… oohh!” Infilato nell’ano sporco ma aperto di quella baldracca, Ennio sborrò per la seconda volta cadendo a terra e lasciandosi trasportare dall’insostenibile leggerezza del giramento di testa che ormai aveva. La mamma lo raggiunse a gattoni, leccò ancora il cazzo sporco di rimasugli di feci e sperma e poi si alzò mettendo la fica sulla bocca di Ennio. “Avanti porco, fammi godere perché se no non mi scoperai più, capito lurido verme della mamma?” Ennio leccò e leccò sino a farla venire copiosamente lasciandola senza parole e inerme nuda e piena di umori caldi su tutte le gambe. Stravaccata sulla poltrona nuda e a gambe aperte, si masturbava ancora sorridendo come una vacca di primordine al suo bambino “Sei stato molto bravo piccolo mio… ora che so che tu puoi soddisfarmi così tanto, è inutile darla in giro o aspettare quell’idiota di tuo padre… ma, a proposito, quand’è che mi presenti i tuoi compagni di classe?” “Perché vuoi scopare anche con loro?” “Beh tra poco è il mio compleanno, no? Non devi spendere nulla… potrai far di me quello che vuoi, da solo o con loro… quello sarà il miglior regalo di compleanno per i miei 43 anni!” “va bene mamma porca, sarai accontentata!”
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