Quel giorno non aveva voglia di sentirsi stringere dall’elastico del perizoma. Voleva che la leggerezza della nuova gonna comprata da Tiffany poggiasse direttamente sulla sua pelle. Era una donna molto attraente e l’idea di essere nuda sotto i vestiti le dava quella giusta carica di adrenalina che la rendeva viva e sensuale! Mentre aspettava alla fermata del tram che l’avrebbe portata al centro, dove si sarebbe incontrata con Mark, il suo nuovo compagno, si chiedeva come avrebbe reagito se avesse saputo che la sua fica era libera di poter essere toccata senza alcun impedimento. Un leggero sorriso affiorò sulle sue labbra carnose, messe in evidenza dal rossetto rosa. Pensava già al modo di farglielo notare. Il tram arrivò proprio in quel momento, provocando un leggero spostamento d’aria che fece guizzare la gonna mettendo in evidenza le sue cosce lunghe e abbronzate! Il tram era molto affollato quel giorno. D’altronde era anche l’ora di punta, in cui tutti tornavano a casa dopo una giornata di lavoro. Si avvicinò con calma a uno dei pali del mezzo, ma non poteva muoversi perché era completamente circondata da corpi senza volti che si addossavano al suo. Non aveva voglia di guardarli in viso, ma poteva distinguere chiaramente l’odore di ciascuno di loro. Quei profumi le inebriavano la mente e cercò di dare un suo volto ad ogni profumo. Le piaceva sentirsi schiacciata senza possibilità di movimento e il suo seno prominente contro il palo del tram. Il tragitto non era molto lungo e pensò di impiegare quei venti minuti cercando di immaginare come sarebbe stato fare l’amore con Mark e le posizioni che più gli sarebbero piaciute sperimentare con lei, quando sentì un brivido corrergli lungo le gambe. Era come se un piccolo animaletto percorresse la sua pelle delicatamente. Spalancò gli occhi cercando di concentrarsi su ciò che la toccava. Non ci mise molto a capire che non era un insetto quello che la stava attraversando, ma una mano sconosciuta. Cercò di guardarsi intorno per capire chi fosse la persona, ma riuscì scorgere solo visi distratti e sguardi lontani. Ritornò nella posizione iniziale, tenendo, questa volta, il palo con tutte e due le mani, mentre un altro brivido cominciò a farsi sentire nel ventre. Ora poteva distinguerne perfettamente le dita che si erano insinuate tra le sue cosce, sollevandole leggermente la gonna. Sentì il piacere crescerle dentro. Essere toccata là, sul tram affollato, all’insaputa di tutti i passeggeri e soprattutto senza sapere chi era il proprietario di quella mano, la eccitava da morire! Chiuse gli occhi cercando di focalizzare la scena che si svolgeva sotto la sua gonna. Quella mano aveva cominciato ad accarezzarla con più sicurezza e adesso correva lentamente lungo le cosce, passando da una parte all’altra come se volesse studiarne ogni minimo particolare. Qualche volta si arrestava descrivendo piccoli cerchietti con la punta delle dita, partendo dal ginocchio e salendo lungo l’interno delle cosce, ma mai spingendosi fino a sopra. Voleva farla impazzire e ci stava riuscendo! Il desiderio cresceva e sentiva già il suo dolce liquido che le bagnava la fica. Si morsicò leggermene il labbro inferiore, appoggiando la testa sul palo e stringendo la presa delle mani, sperando che le gambe non avessero ceduto a quel tocco! Dovette soffocare un leggero gemito quando sentì che la mano le afferrò il sedere sodo stringendolo con ardore per poi allentare la presa e riprendere la sua ricerca verso quei confini del piacere. Avrebbe voluto aprire gli occhi e cercare di nuovo di capire chi era il padrone di quell’oggetto che la mandava in estasi. Ma non ci riusciva! Era come se si fossero bloccati e l’unica cosa che la sua mente vedeva era quella mano sotto la sua gonna! La sentiva scendere e salire a palmo aperto, leggera come piuma e morbida come velluto. Ricominciò a ripercorrere il suo interno coscia, ma questa volta non tornò indietro! Trasalì sentendosi toccare il clitoride con il dito: “Ancora…” pensò “…toccami…toccami tutta!” Voleva di più, voleva sentirla tutta, voleva che la affondasse, che la violasse, che non si arrestasse adesso! Il piacere l’aveva invasa, facendole girare la testa! Allargò leggermente le gambe, tenendosi ferma al palo del mezzo e inarcò leggermente la schiena per lasciare libero il passaggio tra le sue intimità. Sentiva quelle dita scivolare dolcemente tra la vagina bagnata, il suo ano e il clitoride prominente. “Penetrami, con forza, con vigore…lo voglio!” Era come se quella mano percepisse i suoi pensieri perché si sentì affondare due dita dentro il ventre. La toccavano, girando, vogliose di conoscere anche quelle parti nascoste della sua fica! Entravano e uscivano con vigore, facendola impazzire, facendola godere! Non ce la faceva più. Non riusciva più ad arrestare la forza e la passione che sentiva dentro! Aveva paura che le gambe le cedessero, che urlasse di piacere! Non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe trovata in quella situazione. Aveva sempre avuto molte fantasie particolari in testa, ma vivere quell’esperienza andava oltre le sue aspettative. Le dita avevano ripreso a strofinare il clitoride, muovendosi velocemente. Voleva farla godere e lei sapeva che ci stava riuscendo benissimo. “Siii…così, più forte!” Aprì leggermente la bocca e si passò la lingua sulle labbra morbide! Inarcò ancora di più la schiena, lasciando a quella mano la possibilità di poterla meglio penetrare. Il piacere arrivò con forza, come un vulcano che erutta, invadendola tutta! La mano la lasciò in compagnia del suo affanno soffocato per non farsi sentire e incredula di quello che le aveva provocato! Mentre riprendeva fiato, si accorse di essere arrivata alla sua fermata e attraverso il finestrino del tram, ormai quasi fermo, incrociò lo sguardo felice di Mark che la salutava con la mano alta. Sentiva le gambe deboli, ma si raddrizzò lasciando il palo che l’aveva sostenuta in quel viaggio fantastico e perverso. Si sistemò la gonna e ravvivò i lunghi capelli biondi. Le era piaciuto! Un sorriso malizioso spuntò sul suo viso quando la porta si riaprì e Mark la salutò con un dolce bacio, ignaro di ciò che lei aveva vissuto!
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