cognataUn’altra storia con mia cognata- Una telefonata sul cellulare: “Avrei bisogno di un favore, puoi passare a casa più tardi?”. E’ mia cognata, vive sola e non è capace nemmeno di cambiare una lampadina così ogni tanto mi chiama per chiedermi di ripararle o sistemarle qualcosa. Dopo un’ora vado da lei, fa un caldo bestiale, mi apre e la prima cosa che noto è piacevolmente svestita: porta un vestitino corto a bretelline, è scalza ed ha i capelli bagnati. Non si può definirla bella: 1,60, tette piccole, magra ma con un gran culo. Non ci siamo mai voluti bene senza darlo troppo a vedere. “E’ caduta una mensola della libreria, a momenti mi ammazzavo! Ne sta per cadere un’altra, puoi occupartene tu?”. Prendo lo scaletto e mi preparo a svuotare la mensola per poi riavvitarla. “Attento lo scaletto è un po’ instabile, forse è meglio che te lo regga!” Non mantiene solo lo scaletto, tiene anche le mie gambe, più che tenerle sembra massagiarle. Mentre sposto i libri, sudando copiosamente, butto giù lo sguardo: dalla scolatura si vedono le tette, comincio ad interessarmi allo spettacolo ed alle sue mosse. “Non bagnarti tutta la maglia, toglila. Intanto io ti rinfrescherò un po’” così comincia a strusciare i suoi nerissimi capelli bagnati sulle mie cosce bagnandole tutte. “Anche io sono bagnata e non solo i capelli…”. Aspetta il momento in cui ho le braccia piene di libri e, velocemente, mi tira giù pantaloncini e slip in un sol colpo, nello stesso istante si mette il cazzo in bocca e comincia a succhiare. Butto i libri per terra e afferrando le bretelline le strappo il vestitino facendolo cadere: è nuda, non pensavo che non portasse le mutandine, la cosa ovviamente mi eccita ed ora ha difficoltà a tenere il cazzo in bocca. Non l’ho mai potuta sopportare ma ora penso solo a scoparmela. Scendo dallo scaletto, la sollevo prendendola in braccio, la stendo sulla scrivania e rimettendole il cazzo in bocca, le comincio a leccare la fica nera e pelosa. Geme e il piacere le bagna tutta la fica copiosamente: è il momento di penetrarla e non mi faccio pregare. Mentre la stantuffo, mi urla “ho una voglia pazzesca di cazzo, se non me lo dai tu che almeno mi sei parente, dovrò cercare qualcun altro per farmi scopare!”, “scopami fammi sentire la tua forza fino in fondo”, “fammi quello che vuoi, fammi male”, “riempimi la fica di sperma!” …godo, le inondo la fica di sborra. Non può finire così, troppo presto. Le lecco la fica grondante, le carezzo sinuosamente il viso, il seno, i fianchi ed il culo: ecco cosa voglio! “No! il culo no! non sono una cagna, non l’ho mai fatto! Dammelo ancora in bocca, godimi in bocca!”. Glielo infilo tra le labbra e quando lei abilmente me lo fa indurire, e pregusta lo sperma in bocca, mi allontano; vado in cucina: nel frigorifero prendo una vaschetta di gelato ed un paio di ghiaccioli. Torno da lei, ancora distesa sulla scrivania, e comincio a spalmerle con le mani il gelato sul corpo e dopo avergliene messo un pugno nella bocca ci metto anche il cazzo. Prendo i 2 ghiaccioli e, dopo averle titillato i capezzoli, comincio a penetrarle la vagina ed a stuzzicarle l’ano. Col cazzo ed il gelato in bocca fatica a gemere, freme tutta, la pelle d’oca le ricopre tutto il corpo. La giro a pancia sotto con le gambe giù dalla scrivania mettendola a 90 gradi, le spalmo il culo di gelato, “No! non fare scherzi!” ma è troppo tardi, le infilo due dita nella fica muovendole velocemente, avvicino la cappella all’ano e comincio a spingere “No! ti prego”. Mi fermo, la cappella a metà nel culo “vuoi davvero che smetta?”. ………..”fai quello che vuoi! prendimi!”. Non mi fermo più: il nostro piacere aumenta a dismisura fino a godere entrambi nello stesso momento. Il culo che gronda sborra è uno spettacolo bellissimo, ha il volto rigato dalle lacrime ma sorride “non pensavo potesse essere così bello”. Siamo madidi di sudore e ricoperti di gelato sciolto, facciamo la doccia insieme “avrei voluto il tuo sperma in bocca e c’è ancora un po’ di tempo prima che torni mia sorella…”. Si china in ginocchio e lecca i coglioni ed il cazzo fino ad indurirlo per prenderlo in bocca, la vista di lei inginocchiata a succhiarmi ed il suo muoversi ritmico (una mano sulle tette, l’altra a masturbarsi) fanno sì che la sua bocca si riempia di sborra calda che avidamente ingoia. Pochi minuti dopo sono rivestito e vado via lasciadola distesa nuda sul letto. Arrivo a casa e 5 minuti dopo suona il telefono “… la mensola è ancora rotta, quando vieni a finire il lavoro?…”
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