Capitolo 7 – Mio zio fa un clistere a LuciaMia madre mia zia uscirono. Non aspettavo altro!Lasciai zio e Lucia soli e andai in cucina a preparare i caffè ma non potei fare a meno di sbirciare tutto il tempo dietro alla porta per vedere cosa succedeva.Lo zio continuava a far ridere Lucia raccontando barzellette sempre più spinte e intanto non le toglieva gli occhi di dosso. Lucia, dal canto suo, faceva di tutto per mettersi in mostra.Quando tornai con i caffè mi accorsi che la giacca non era più abbottonata e, anche se i seni erano rigorosamente nascosti dai lembi della giacca, era ormai palese che tipo di biancheria intima Lucia indossasse sotto alla camicetta.Il kilt era aperto sino a metà coscia e il gancio di sostegno della calza faceva capolino da sotto la stoffa.Chiesi se qualcuno voleva una fetta di torta. Mio zio accettò mentre Lucia rifiutò dicendo che aveva mangiato sin troppo e che il suo intestino non le permetteva abbuffate eccessive.Mio zio non si fece perdere l’occasione e iniziò ad indagare sui motivi del rifiuto fintanto che non riuscì a far dichiarare a Lucia che aveva l’intestino pigro.Mio zio le appoggiò delicatamente la mano sul ginocchio e con tono paterno chiese: “in che senso pigro? da quanto non vai di corpo?”Lucia si irrigidì imbarazzata e rispose titubante “ma … veramente … non mi sembra il caso …””Come non ti sembra il caso! vuoi dire che non ti interessa la tua salute? lo sai che la stitichezza causa una sacco di problemi se trascurata?””no… certo che mi interessa … ma…” mio zio non la fece proseguire “e allora forza!”Una mano andò verso il viso di Lucia e le prese il mento per tenerle alta la testa che Lucia nel frattempo aveva abbassato insieme allo sguardo.”non ti vergognerai mica! sono lo zio di Maurizio… è come se tu fossi mia nipote!”La mano che era rimasta sul ginocchio si strinse più volte come per sottolineare le parole che stava pronunciando e nel frattempo iniziò a risalire la coscia.”forza” ripeté guardandola negli occhi “dimmi da quanti giorni non vai di corpo””Tre… con oggi quattro” rispose timidamente Lucia”Cosaaa? ma sei matta? non puoi restare così a lungo senza andare di corpo! rischi un’infiammazione all’intestino e alle ovaie”Intervenni io “vedi Lucia? te lo avevo detto che la tua infiammazione alle ovaie e la stitichezza erano collegate!”Lo zio non le diede tempo per ribattere “Brava! e tu insisti nel non fare nulla contro la stitichezza? E pensare che basterebbe poco””E cosa dovrei fare?” chiese sempre con occhi bassi LuciaMio zio fece un sospiro. Sollevò la mano dalla gamba per poi farcela ricadere. Con l’altra mano le diede una delicata carezza sulla guancia e di nuovo si mise a sostegno del viso. Guardandola negli occhi finalmente rispose: “Ti fidi di me? ho un bel po’ di anni in più di te e non mi permetterei mai di parlare di cose che non conosco. Ti fidi di me?” Lucia rispose annuendo con la testa e abbassando nuovamente lo sguardo.”Bene. il rimedio è semplicissimo. Lo usavano quando ancora non eri nata ed è il clistere.””No!” Esclamò Lucia e girandosi verso di me mi fulminò con lo sguardo.Quando aveva accettato di “espiare” non aveva certo pensato a questo! e ora iniziava ad arrabbiarsi con me per la situazione nella quale si stava infilando.Mio zio con molta calma ma estrema determinazione riprese la sua opera.”ascolta. devi fidarti di me. la tua paura è assolutamente infondata. non devi preoccuparti perché è assolutamente indolore e soprattutto non devi sentirti imbarazzata. potrei essere tuo padre. Figurati che per alcune discipline orientali, come lo yoga, l’enteroclisma è una pratica quotidiana indispensabile per il raggiungimento della purezza interiore.””Ora mentre Maurizio mette in ordine in sala io e te andiamo in bagno e vedrai che nel giro di poco ti sentirai decisamente meglio”Lucia si illuminò. Poteva ribellarsi e rifiutarsi. Invece scelse di accettare i “consigli” di mio zio e di vendicarsi contro di me. Così rispose “va bene. però Maurizio resta fuori. è già imbarazzante così. figuriamoci se poi c’è un’altra persona che sta a guardare””certo. Lucia ha ragione. vero Maurizio che tu te ne stai bravo in camera tua mentre facciamo il clistere?”Cacciai la più grossa bugia della mia vita: “Ma cosa vuoi che mi importi di stare lì a guardare. Vorrà dire che nel frattempo giocherò un po’ col computer”Mio zio si alzò. Prendendo per mano Lucia fece alzare anche lei. “Andiamo a sederci sul divano mentre Maurizio prepara l’occorrente in bagno. Fammi trovare pronti l’enteroclisma, una bacinella di acqua tiepida, un paio di asciugamani puliti e della crema ammorbidente”Mio zio si sedette in poltrona e mentre andavo a predisporre quanto richiesto lo sentii dire “vieni Lucia. Siediti sulle mie ginocchia che ti racconto un po’ di cose”Al ritorno vidi Lucia seduta in braccio a mio zio. Voltava le spalle alla porta. Aveva le gambe accavallate con entrambi i polpacci appoggiati ad un bracciolo della poltrona. Per restare in equilibrio aveva appoggiato un braccio intorno alle spalle di mio zio. Lui, come per aiutarla, aveva infilato un braccio sotto alla giacca e la cingeva alla vita. Così facendo il “sipario” era diventato completamente inefficace e il seno era completamente esposto alle occhiate di mio zio. Lucia aveva l’abitudine di non sedersi sulla propria gonna per non stropicciarla e così anche ora il kilt era stato accuratamente disposto a ruota intorno a lei. Mentre mio zio le parlava gli occhi scorrevano lungo il suo corpo e la sua mano libera scivolava avanti e indietro lungo la coscia che Lucia teneva sensualmente accavallata. Partiva delicatamente dal piede per arrivare sino al gancio della guêpière con il quale la mano si intratteneva giocherellandoci piacevolmente.Sentii mio zio dire “dai comincia a toglierti i vestiti che non vorrei si bagnassero durante il trattamento” e lo vidi sfilarle la giacca. Lo spettacolo era stupendo. Il seno di Lucia si mostrava in tutta la sua imponenza attraverso la camicetta. Lucia si lasciò fare in silenzio.”Dai, togliamo anche la gonna” e le sue mani lanciarono un attacco ai ganci del kilt. Poi con estrema lentezza sfilò la gonna da dietro lasciando Lucia in biancheria intima e camicetta.”Caspita che eleganza, Lucia! sembri proprio una soubrette!” disse appoggiando gonna e giacca sul tavolino di fianco alla poltrona.Mio zio la scrutò da capo a piedi. Le mani le tastavano ogni centimetro della sua pelle.Poi si spostò di lato per esplorarla anche da dietro “ah, hai anche il perizoma! Che carina questa farfallina!” Così dicendo le diede un pizzicotto sulla natica e poi, fece scorrere le dita lungo il filo del perizoma fino all’attaccatura dei glutei. “Sai che sei stupenda così vestita? Fatti vedere meglio! “Così dicendo la fece alzare, si sporse avanti sulla poltrona e, tenendo le mani sulle sue gambe, la fece girare ripetutamente su se stessa.”Hai proprio gusto nel vestire! Non sai che con il fisico che ti ritrovi potresti fare l’indossatrice? Prova a camminare un po’ avanti e indietro per la stanza “Lucia, sensibile ai complimenti, gli sorrise e obbedì.Mentre Lucia camminava mio zio disse “con il capello e i guantini che avevi quando sei arrivata ora saresti perfetta! Vai a prenderli che vediamo se ho ragione”Lucia andò in camera mia, indossò cappello e guantini e tornò di nuovo in sala a farsi ammirare da mio zio.Nel frattempo io mi ero seduto sul divano di fronte a lui.Lucia entrando disse ” come sto?” e inscenò un’altra sfilata.Mio zio emise un sospiro di netta approvazione “sei perfetta!” e, così dicendo, si alzò, andò verso di lei e le sganciò la veletta che ancora era arrotolata sulla tesa dicendo “una volta, per non imbarazzarsi, le signorine mettevano una mascherina che le copriva il viso oppure usavano un cappello con la veletta come il tuo per non farsi riconoscere””questo dovrebbe aiutarti a ridurre la vergogna di me durante il trattamento” mio zio rise della sua battuta e ne approfittò per darle un’altra palpata sul sedere.”Ora porta in camera i tuoi vestiti così qui lasciamo tutto in ordine” e spinse Lucia con la mano che ancora indugiava sulla natica. Lei si incamminò e mi fissò con aria di sfida mentre mi oltrepassava. Il suo modo di accettare il gioco era quello di farlo in modo da farmi un dispetto. E il dispetto consisteva nell’impedirmi di partecipare.Io ero eccitatissimo.”Hai preparato il bagno?” mi chiese lui”Si zio è tutto pronto””Mi raccomando. vedi di non entrare per nessun motivo. chiaro?” mi disse in tono perentorio.”va bene, zio. non vi disturberò””Se proprio sei preoccupato, c’è il buco della serratura!” disse in tono ironico uscendo dalla sala.Io li seguii.In corridoio Lucia stava appoggiando la giacca all’appendiabiti. Mio zio le si avvicinò e le mise una mano sul sedere “non essere preoccupata. nulla di quello che faremo ti procurerà il minimo dolore!” Lucia non rispose e si mosse verso la camera per appoggiare anche la gonna seguita da mio zio che le teneva ancora la mano sulla natica.Lei gli aveva messo un braccio sulla spalla.Lo spettacolo era sublime: nonostante i quaranta anni di differenza, Lucia, in biancheria intima, era abbracciata a mio zio come se niente fosse. E il meglio doveva ancora arrivare.Capitolo 8 – Mio zio fa un clistere a LuciaLi vidi sparire oltre alla porta del bagno che mio zio chiuse dietro di sé. Sentii la serratura scattare e la chiave sfilarsi dalla toppa. Il messaggio era chiaro.Avevo la pancia contratta dall’agitazione e la vendetta di Lucia faceva il suo effetto: l’idea di essere stato escluso dal gioco da un lato mi indispettiva ma, dall’altro, mi eccitava.Mi chinai per sbirciare dal buco della serratura e vidi mio zio e Lucia che, ancora abbracciati, camminavano verso il lavandino dove io avevo appoggiato il clistere.”Ora chinati e appoggia le mani al lavandino “”così va bene? “Era la più piacevole delle torture alla quale fossi mai stato sottoposto: Lucia vestita da porca, se ne stava piegata in avanti attendendo che mio zio le infilasse nel sedere il clistere.Non potei fare a meno di aprirmi i pantaloni e sfilarmi l’uccello toccandomi mentre spiavo dal buco della serratura.”Perfetto. Adesso è importante che tu stia rilassata il più possibile. Stai tranquilla che prima di ogni operazione ti dirò esattamente cosa sto per fare.””Non sei preoccupata, vero?””No, no. Va tutto bene””bene, allora cominciamo. Come prima cosa è necessario lubrificare l’orifizio in modo che la cannula possa scivolare senza farti male”Mio zio intinse l’indice nella scatoletta di crema nivea che gli avevo preparato.”Ho bisogno del tuo aiuto, Lucia””cosa devo fare?””Prenditi i glutei tra le mani e divaricali così io posso lubrificarti”Lucia obbedì, mettendo in bella mostra le sue intimità e chiese ” così va bene?””Sì. Hai fatto bene a mettere il perizoma così non dobbiamo toglierlo”Mio zio infilò il medio sotto al filo del perizoma in modo da scostarlo. Fece scivolare pollice e l’indice tra i glutei fino al buchetto poi li allargò divaricando ulteriormente i glutei.Avvicinò il dito con la crema e, dicendo “ora inizio a lubrificarti” cominciò a depositare la crema sul suo buco con un piccolo movimento rotatorio.”Adesso lubrifichiamo anche l’interno. Non avere paura che non sentirai nulla”vidi il dito di mio zio scomparire lentamente nell’orifizio di Luciaquando fu tutto dentro lui le chiese “non ti sto facendo male, vero?””No, no. È solo un po’ fastidioso” rispose Lucia. Aveva la voce alterata. L’idea che si stesse eccitando mi eccitava a mia volta.”Abbi pazienza che tra un po’ non ti darà più fastidio anzi, ti sembrerà quasi piacevole, vedrai!”Mio zio, altrettanto lentamente, sfilò il dito. Lo immerse nuovamente nella crema e ricominciò di nuovo il massaggio rotatorio all’orifizio. Ancora una volta il dito sparì dentro al buco. Lo sfilò di nuovo e, sempre lentamente, lo infilò ancora dentro. Questo massaggio durò qualche minuto. Mio zio infilava, ruotava, sfilava ritmicamente il dito nel sedere di Lucia. Ogni tanto lo intingeva nella crema e poi giù di nuovo ad esplorare le intime cavità della mia ragazza.Lei restava immobile appoggiata al lavandino con le spalle, nascosta solo dalla sua veletta.Credo che le compressioni alle quali si sottoponeva per sottostare alle angherie della famiglia e la disistima che provava di sé la portassero ad accogliere quei gesti, seppur nella loro perversità, come unica forma di gratificazione disponibile.Anche se dopo le lasciavano un sapore amaro in bocca che richiedeva mesi per scomparire.Mani estranee stavano profanando le sue viscere. Mani libidinose toccavano il suo corpo con delicatezza ma estrema brama.E questo la faceva sentire desiderata. Ma c’era anche qualcos’altro… quel leggero frizzolio che sentiva tra le gambe quando un uomo la guardava… e, indiscutibilmente, lei aveva un debole per gli uomini maturi… già, i vecchi maiali come mio zio.E dal tono di voce intuii che quel frizzolio ce l’aveva proprio in quel momento…”Ecco. ora sei pronta per l’enteroclisma” disse mio zio lasciando all’improvviso Lucia letteralmente a culo all’aria.Lucia tolse le mani dalle sue natiche e si riappoggiò al lavandino con i gomiti inarcando la schiena come per offrire meglio il suo posteriore a mio zio restando in vogliosa attesa delle sue pratiche.Ma l’attesa fu breve. Dopo pochi secondi una mano le stava già divaricando i glutei mentre l’altra puntava la cannula contro il buco messo abilmente allo scoperto.Fu in quel momento che mi resi conto che Lucia si era depilata tutte le parti intime o, almeno, quelle che potevo vedere.Ma allora sotto sotto era consenziente… “Adesso, Lucia, fai un bel respiro”la cannula indugiò per qualche istante davanti all’orifizio e poi scivolò delicatamente nell’ano accompagnato da un sospiro che sembrava più un gemito di piacere.”Ecco vedi come entra facilmente il beccuccio ora che ti ho lubrificata per benino?””però tu devo stare rilassata e favorire l’entrata spingendo come per defecare. Ecco perché devi inspirare durante l’inserimento.”Mio zio iniziò a muovere la cannula dentro e fuori l’orifizio di Lucia”Senti come scorre bene?””S-si” mugugnò Lucia come risposta”Ora iniziamo col lavaggio” mio zio lasciò le natiche e reggendo la cannula con una mano aprì il piccolo rubinetto alla sua base con l’altra.L’acqua tiepida iniziò a defluire lungo il tubo e ad irrorare l’intestino di Lucia.”Non è troppo calda?””N-no”La voce spezzata di Lucia tradiva il suo eccitamento”Anzi questa è la parte più piacevole. dovresti sentire un piacevole tepore nel pancino, vero?””S-si””A volte risulta anche eccitante. Quindi se ora stai provando piacere non vergognarti, è normale.”Lucia non rispose ma emise un sospiro.”Ecco, bene! lasciati andare e sospira quanto vuoi. Vedi che avevo ragione? ora si tratta solo di aspettare che la vaschetta si svuoti e poi abbiamo finito”L’operazione durò ancora qualche minuto. Mio zio non smise mai di parlare per distrarre Lucia e nel frattempo con la mano libera si mise a toccarla un po’ ovunque.Fece scorrere la mano su e giù lungo le calze dalla caviglia alla coscia. Poi divaricò le natiche con le dita e diede una controllatina alla cannula. La mano che la teneva si aprì e le dita andarono a lambire la pelle della vagina tra le cui labbra il pizzo della mutandina era ormai sprofondato.L’altra mano risalì lungo la guêpière e si fermò sul torace sfiorando le mammelle che, a causa delle dimensioni e dell’assenza di coppe penzolavano libere.”Certo che è strano questo corpetto. Come mai non copre il seno?” ecco trovata la scusa per spostare la mano e richiuderla voluttuosamente sul seno di Lucia”Si chiama guêpière. E’ un modello particolare senza coppe fatto apposta per i vestiti da sera molto scollati. Sostiene il seno senza coprirlo così dalla scollatura non si vede” rispose Lucia con voce tremula.Era decisamente eccitata ed anche mio zio se ne era reso conto.Tanto che azzardò e iniziò a pizzicarle il capezzolo mentre l’altra mano si adagiò furtivamente sulla vagina trastullandola con le dita.Lucia rispose con un gemito ma il liquido ormai quasi completamente entrato nel suo intestino iniziò ad esercitare una pressione fastidiosa che nonostante le distrazioni di mio zio per Lucia divenne insopportabile.”Ho la pancia che mi scoppia” si decise a dire “quanto manca?””Abbiamo quasi finito….ecco!” chiuse il rubinetto”Ora però devi resistere ancora qualche secondo e trattenere tutto il liquido prima di liberarti””ma non ce la faccio più” si lagnò Lucia”Resisti ancora un attimo. ora levo la cannula e tappiamo il buco così non scappa nulla””Trattieni tutto”Mio zio sfilò rapidamente la cannula e puntò sul buchino il suo pollice preventivamente intinto nella crema. Lo fece entrare con decisione per metà mentre le altre dita si infilarono tra le gambe.”Ora puoi alzarti”Lucia si sollevò dal lavandino rimanendo in piedi immobile col pollice di mio zio nel sedere.”Sei stata brava, Lucia. Ormai la parte difficile è passata” le fece una carezza sulla guancia sfiorandole la bocca con le dita. La carezza proseguì lungo il collo e le spalle. Indugiò roteando sul seno e andò a morire nel posto in cui tutti gli uomini vorrebbero morire.”Ecco. La tortura è finita. Ora puoi liberarti.” Mio zio la fece camminare sino al vater, la guidò alla seduta tenendole il pollice infilato nel sedere e quando Lucia si fu appoggiata finalmente glielo sfilò. Appena stappata Lucia iniziò a liberarsi rumorosamente.Restò seduta qualche minuto preda delle contrazioni che si susseguivano incontrollate.Mio zio nel frattempo si sciacquò le mani.Ormai la vergogna di Lucia se ne era andata insieme al clistere.”Ora come ti senti?”Lucia alzò la testa e guardando negli occhi mio zio rispose “decisamente molto meglio!””Ma abbiamo già finito?” il tono che usò palesò le sue speranze.A quanto pare il clistere aveva eccitato Lucia tanto da liberarla anche dei tabù materni.La voglia di sentire ancora il dito di mio zio nel sedere non aveva più freni inibitori.Mio fece finta di non capire “non ancora Lucia. Devi avere ancora un po’ di pazienza. Ora bisogna andatr avanti per un po’ a mettere la crema per evitare irritazioni. Mettiti ancora come prima”Lucia obbedì immediatamente.Mio zio questa volta le abbassò le mutandine fino a metà coscia lasciandola completamente scoperta. Intinse nuovamente l’indice nella crema e ricominciò con le operazioni di lubrificazione.Lucia non riuscì a trattenere dei mugugni di piacere che accentuò quando il dito di mio zio iniziò ad entrare.Introdusse le prime falangi e poi lo sfilò per intingerlo nuovamente nella crema.Ripetè l’operazione e infilò il dito fino in fondo con mossa decisa.Lucia gemette.Il dito di mio zio iniziò a muoversi a percussione. Aprì la mano e ogni volta che il dito entrava la mano si infilava tra le gambe sfiorando le labbra della vagina.Lucia intenta ad ansimare lo lasciò fare.Il dito nel sedere innescava in Lucia una specie di meccanismo che la rendeva sottomessa alla volontà di mio zio consentendogli di esercitare il suo dominio.Mio zio ne approfittò per scivolare sempre più a fondo tra le labbra fino a sfregarle il clitoride.I sospiri di Lucia divennero più intensi e sincroni con il movimento del dito che entrava e usciva dal buco.Mio zio approfittò del momento per aggiungere un dito all’esplorazione.Il medio uscì. La mano andò ad intengersi nella crema e ritornò verso il buco di Lucia sul quale, questa volta, si puntarono contemporaneamente indice e medio leggermente incrociati.Molto lentamente iniziò l’inserimento mentre l’altra mano si infilava tra le gambe di Lucia dal davanti stuzzicandole il clitoride per tenerla eccitata e distratta da ciò che succedeva dietro.La lentezza con la quale mio zio svolse l’operazione fu tale che Lucia non reagì nemmeno una volta.Anzi, quando le due dita furono completamente dentro, le contrazioni inguinali di piacere impedite dal maggior ingombro nel sedere trovarono sfogo nell’addome e i gemiti di Lucia si trasformarono in perversi grugniti.Mio zio le portò una mano davanti alla bocca e sibilando “Ssshh!” le infilò un dito in bocca per zittirla.La scena era impareggiabile: Lucia emetteva versi soffocati mentre mio zio la stantuffava in bocca con un dito e nel sedere con due!Mio zio proseguì qualche minuto e poi si fermò liberandole la bocca e il sedere per poi rientrare subito nel buco con un solo dito.”Beh, ora non è più necessario restare in bagno.””Ora si tratta solo di mettere ancora un po’ di volte la crema per essere sicuri che non subentri nessuna irritazione.””E poi direi che Maurizio lo abbiamo lasciato solo abbastanza, non trovi?””Gli – sta – solo – be – ne” rispose Lucia con voce rotta dalle contrazioni mentre continuava a gustarsi il dito di mio zio che la esplorava in profondità.”Guarda che ho capito che sei arrabbiata con lui e che lo hai lasciato fuori dal bagno per fargli un dispetto! però se insisti rischi di passare dalla parte del torto per cui ora fai la brava e andiamo di là”La prese per un braccio invitandola ad alzarsi.Lei eseguì e si tirò sù le mutandine.Poi tenendola per il braccio la guidò verso la porta. Il dito restò ben infilato nel sedere.”Chiudi la scatola della crema e portatela dietro”Lucia si fece condurre docile come un cavallo imbrigliato.Io feci appena in tempo a tornare in camera chiudendo la porta alle mie spalle come se nel frattempo non mi fossi mosso dalla mia scrivania.Capitolo 9 -Mio zio fa un clistere a LuciaUn attimo dopo che mi fui seduto davanti al computer si aprì la porta della camera ed entrò Lucia seguita da mio zio.Mi vennero vicino e si fermarono davanti a me. Dalla mia posizione vedevo il braccio di mio zio sparire dietro la schiena di Lucia. Apparentemente sembrava che mio zio la stesse abbracciando ma io sapevo bene dove fosse la sua mano.Vedere Lucia abbracciata a mio zio sapendo quello che le stava facendo mi dava un piacere immenso. Era la scena più eccitante che Lucia mi avesse mai regalato. Il suo abbigliamento da porca e la disinvoltura con la quale si stava esibendo era già di per sè mostruosamente coinvolgente ma quel che rendeva la scena impareggiabile era il gioco delle parti che ognuno recitava. Tutti e tre eravamo consapevoli di quello che stava accadendo ma nessuno lo dichiarava apertamente. Guai ad ammetterlo! Lucia si sarebbe ritirata senza verso di farle cambiare idea. L’unico modo per farle fare la porca era quello di dare ad ogni suo gesto una scusa alternativa. E finora tutto quello che era successo aveva la sua motivazione apparente che Lucia usava come paravento per lasciarsi andare senza che i suoi tabù la bloccassero.Mio zio mi fece un resoconto sintetico dell’operazione che aveva svolto su Lucia e disse anche a me che ora doveva continuare a mettere della crema nel sedere di Lucia per evitarle un’irritazione.”Tu continua pure le tue cose che io e Lucia ci sediamo sul letto”Si voltarono e mi ritrovai a mezzo metro dai glutei di Lucia tra i quali spariva la mano di mio zio.Osservai lo spettacolo estasiato.Andarono sul letto dove mio zio si sedette. Dandosi una pacca sulle gambe con la mano libera invitò Lucia a sedersi in braccio.Lei gli mise un braccio intorno al collo, sedette sulle sue ginocchia e accavallò le gambe.In questo modo io, seduto all’altro capo della stanza, potevo godermi la scena come uno spettatore in prima fila.”Apri la scatola della crema che ne mettiamo un po’ ancora”Mio zio sfilò il dito dal sedere e prelevò un po’ di crema dalla confezione che Lucia reggeva in mano.Poi si diresse di nuovo verso il buco e si rituffò al suo interno cominciando ancora il massaggio.Ancora una volta Lucia, sentendosi esplorata, iniziò ad emettere mugolii incontrollati e mio zio ne approfittò per riprendere le palpazioni. La sua mano libera scorreva lungo il corpo di Lucia assaporandone gustosamente ogni centimetro. Le palpò avidamente le cosce. Le accarezzò delicatamente le braccia e le spalle. Indugiò a lungo sul seno passando da una mammella all’altra. Con la mano a coppa gliele sollevò come per constatarne il peso mentre il pollice stuzzicava il capezzolo, gliele strinse con le dita, le maneggiò in ogni modo fintanto che nel giro di poco i suoi capezzoli si inturgidirono. Allora le sbottonò la camicetta e riprese la palpazione direttamente sulla pelle. Poi spostò la veletta e iniziò a passarle la punta delle dita sulle labbra e tirando verso il basso le fece dischiudere la bocca. Un dito cominciò a muoversi in sincronia con quello che entrava ed usciva dal sedere e dopo poco cominciò a farle in bocca quello che l’altro faceva nel sedere.Lucia, immobile e a labbra dischiuse, si stava lasciando infilare da mio zio un dito in bocca e uno nel culo.Avrei voluto prendere la macchina fotografica ed immortalare quella scena ma temevo che un mio movimento avrebbe riportato Lucia alla realtà rovinando tutto così me ne restai anch’io immobile ad osservare mio zio che abilmente portava Lucia al punto di non ritorno raggiunto il quale Lucia sarebbe stata totalmente alla mercè del suo piacere e del vecchio porco che glielo stava procurando.Con un dito in bocca i sospiri di Lucia divennero versi mostruosamente eccitanti.”Ora prova tu, Lucia” disse mio zio sfilandole il dito dal sedere.Le prese un braccio e glielo guidò verso la scatola di crema nella quale questa volta fu un dito di Lucia ad essere intinto.Poi tenendola per un polso le condusse la mano dietro la schiena, verso le natiche.Lucia si lasciò guidare docile fino all’entrata. Puntò il medio intinto di crema sul buchetto e roteandolo si spalmò la crema ripetendo i movimenti di mio zio.”Ecco brava prima massaggiati così” disse lui che, non potendo vedere direttamente, controllava le mosse di Lucia con la mano.”Perfetto. ora comincia ad infilarlo””Brava. Così””Ora devi muoverlo all’interno. Aspetta che ti faccio sentire come devi fare”Un dito di mio zio si avvicinò al buco già occupato dal dito di Lucia e molto delicatamente iniziò a farsi strada al suo interno scorrendo di fianco a quello di Lucia.L’orifizio, abbondantemente lubrificato ed addomesticato dalle dita esperte di mio zio, si lasciò dilatare docile senza produrre alcun rigetto in Lucia che, al contrario, ancor più eccitata da quella condivisione, incrementò i mugolii e si mise a succhiare il dito che aveva ancora in bocca. Il suo braccio si strinse intorno al collo di mio zio, il suo corpo si agitò e la schiena si inarcò per offrirsi meglio alle cure di mio zio che le tolse il dito dalla bocca e portò la mano sui seni.Mentre il dito si agitava nel sedere si mise a palparli con bramosia sfregandole prima uno e poi l’altro capezzolo.Lucia ora sospirava liberamente.Ogni donna ha la sua vocale preferita per godere. Le più comuni sono la “a” e la “o”. Lucia godeva con una “u” acuta e i suoi gemiti a stento trattenuti sembravano dei guaiti il cui ascolto avrebbe turbato anche un pezzo di legno.Mio zio non smetteva di scrutarla sorridendo appagato dallo spettacolo di Lucia che accoglieva goduta i suoi palpeggiamenti.Entrambi erano eccitati e ad ogni istante che passava perdevano sempre più il controllo. Anche mio zio che conduceva abilmente il gioco stava lentamente cedendo. Ora che Lucia aveva abbassato le difese e, perso ogni ritegno, era pronta a farsi fare di tutto, mio zio si stava lasciando andare cominciando ad esprimere il suo desiderio e le sue voglie attraverso la frenesia dei palpeggiamenti ormai non più mirati a dare turbamento a Lucia ma a procurarsene toccandola e tastandola avidamente.Mio zio le tolse il cappello dicendo “ora questo non serve più” poi la prese in viso serrando due dita sulle guancie e la voltò verso di sè per guardarla negli occhi. Abbandonò il dito di Lucia al suo lavoro e le agguantò una natica che strinse come una maniglia. Estrasse la lingua, annullò i pochi centimetri di distanza che lo separavano da Lucia ed iniziò a solleticarle le labbra con la punta della lingua.Lei, che continuava ad ansimare, rispose dischiudendole e lui vi affondò la lingua tappandole la bocca.Mio zio, vecchio porco ultrassessantenne, stava limonando sguaiatamente la mia ragazza. La sua lingua aveva violato una bocca di quarant’anni più giovane e le sue mani rese abili dall’esperienza e avide dalla voglia facevano sentire Lucia desiderata come nessun suo coetaneo avrebbe mai potuto.Ecco cosa rendeva gli uomini maturi interessanti agli occhi di Lucia: la loro esperienza e la loro capacità di lasciarsi andare ed esprimere liberamente il piacere erano proprio ciò che mancava a Lucia.Erano state da un lato il bisogno estremo di gratificazione e dall’altro il desiderio di godere lungamente represso dalle sue inibizioni a spingere inconsciamente Lucia tra le braccia di mio zio.Ed ora, per qualche miracolosa combinazione, il punto di non ritorno era stato valicato e Lucia giaceva alla mercè del suo stesso piacere e di mio zio che glielo stava abilmente centellinando mantenendola in uno stato di continua eccitazione senza mai farle raggiungere quel piacere che avrebbe inesorabilmente segnato la conclusione del gioco.”Mettiamoci più comodi” disse frenando nuovamente la corsa di Lucia verso l’orgasmo.”Sdraiati sul letto” e la fece stendere su un fianco in modo che guardasse verso la parete e volgesse a noi la schiena.Lui restò in piedi di fianco al letto e riprese i palpeggiamenti.Le fece raccogliere al petto una gamba e mentre una mano affondava suoi seni l’altra sparì nuovamente tra le gambe.Lucia ricominciò ad ansimare muovendosi per offrirsi meglio alle mani di mio zio.Io approfittai dell’occasione e attivai la web cam che iniziò ad immortalare la scena. Nè mio zio nè Lucia se ne resero conto.Sul mio disco fisso si stavano istante per istante accumulando le immagini di Lucia in preda al suo piacere perverso.Sentii l’inconfondibile rumore di una cerniera lampo che si apriva e vidi mio zio estrarre dai pantaloni il suo uccello. Era di dimensioni modeste ma perfette per il battesimo al quale Lucia stava per essere sottoposta.Si chinò su di lei e iniziò a leccarle una spalla, poi il collo e poi la schiena. Le sollevò il braccio e affondò il volto sulle sue tette. Lucia si offrì girandosi e mettendogli le mani sulla testa. Mio zio si mise a succhiarle i capezzoli stringendole il seno a piene mani.Poi tornò a limonarla infilando e sfilando la lingua dalla bocca. Roteandola davanti al viso le leccò il mento, le guance, il naso e poi di nuovo giù fino in gola e poi di nuovo diede attenzione ai capezzoli e poi ancora in bocca.Una mano rimase sui capezzoli. L’altra scese lungo l’addome, scostò le mutandine e si infilò nella vagina alla caccia del clitoride.Lucia godeva con la sua vocale preferita strozzata dalla bocca di mio zio che mentre la limonava le prese una mano e se la portò sull’uccello inducendola a stringerlo e a muoverlo.I braccialetti cominciarono a tintinnare ritmicamente.Mio zio sospirò a denti stretti “che mani delicate hai Lucia”Lo sentii bisbigliare frasi indecenti:”Senti come me lo fai venire duro?””Sei proprio una porca e Maurizio non ha capito proprio niente di te””Dai fammi vedere come te la cavi con la bocca”e così dicendo le prese la testa tra le mani e tirandola a sè le piazzò l’uccello sulla faccia strusciandolo contro.Lei restò ferma con le labbra a meno di un centimetro dalla cappella continuando a masturbarlo fino a che mio zio le dischiuse la bocca con un pollice e le infilò l’uccello ansimando come un porco.”E adesso fammi vedere come ti tocchi” così dicendo le prese la mano che ancora stazionava sull’uccello e la condusse tra le gambe. Lucia si masturbò mentre mio zio la stantuffava in bocca strozzando i suoi gemiti.Poi si fermò e lasciando l’uccello nella bocca di Lucia cominciò a spogliarsi. Si tolse la camicia che gettò per terra. Si slacciò i pantaloni. Abbandonò Lucia a sè stessa che continuava a masturbarsi guardando mio zio che si spogliava e in un solo colpo si sfilò pantaloni, mutande, calze e scarpe restando completamente nudo.Fece mettere di nuovo Lucia su un fianco e poi si sdraiò alle sue spalle.Con le braccia la strinse a sè e riprese le palpate muovendo il bacino per strusciare l’uccello contro il sedere di Lucia.Il suo corpo snello e adolescenziale e la sua pelle morbida contrastavano col corpo rugoso e decadente di mio zio. Le mani scure e le braccia pelose risaltavano sulla sua carnagione biancolatte. L’addome dilatato combaciava perfettamente con la schiena inarcata di Lucia e il bassoventre di mio zio le avvolgeva i glutei come un guanto.Le calze di Lucia strusciavano contro le gambe di mio zio.Entrambi si dimenavano e ansimavano.Lui si strusciava, la palpava in ogni dove, la limonava.Lei si lasciava fare tutto mentre, con una mano tra le gambe, percorreva avidamente gli ultimi passi che la separavano da un orgasmo senza rimedio.Fu allora che mio zio si fermò, prese dal comodino la crema e per l’ultima volta lubrificò abbondantemente il sedere di Lucia senza trascurare il suo uccello.Si mise di nuovo in posizione restando entrambi sdraiati su un fianco. Divaricò le natiche di Lucia e appoggiò la cappella sul buco del sedere.”Ora spingi come ti ho insegnato prima”Il bacino di mio zio cominciò a muoversi ritmicamente avanti e indietro.Io mi alzai e andai di fianco al letto per vedere meglio.La cappella era puntata saldamente sul buco del sedere. Tirando con un pollice mio zio le mise lo sfintere in tensione e i colpetti col bacino spinsero delicatamente, millimetro per millimetro, la cappella dentro al sedere. Lucia emetteva dei mugolii in sincronia con le percussioni di mio zio.Con questa tecnica Lucia si ritrovò l’uccello di mio zio nel culo senza quasi essersene resa conto. L’abilità di mio zio le aveva evitato magistralmente il classico shock della prima volta.Quando fu completamente dentro mio zio si lasciò andare e cominciò a incularla sempre più avidamente.Lucia lanciò allora dei forti gemiti che indicavano il prossimo orgasmo.Mio zio ansimava forte e la incitava”Si Lucia, così! Fammi sentire quanto godi mentre ti inculo””S-siiiii Carlo. infilamelo tutto nel culo che godo”Lucia si sfregava il clitoride per completare il godimento”Che troia che sei. sei proprio una porca”I colpi che le dava erano sempre più intensi. Si sentiva il rumore del bacino che le schiaffeggiava i glutei. Il letto scricchiolava. Le mammelle di Lucia rimbalzavano avanti e indietro.”Dai che vengo” disse mio zio.Continuando a stantuffare senza sosta prese Lucia per il mento e girandole la testa all’indietro le cacciò la lingua in bocca.L’orgasmo era iniziato.Lucia diede sfogo a tutte le sue repressioni lanciando delle grida di piacere intense e smorzate dalla lingua di mio zio che le riempiva la bocca.Io mi masturbai godendo nel giro di pochi istanti e col mio sperma innaffiai quel groviglio di corpi antitetici.Mio zio strinse i gomiti sui fianchi, serrò le mammelle nelle mani e diede una serie di colpi decisi e secchi. Ad ogni colpo le natiche si irrigidivano serrandosi al massimo. Segno inequivocabile che mio zio stava irrorando di sperma l’intestino di Lucia.Fu allora che Lucia emise un lungo e intenso ululato che gradualmente si trasformò da grido di sommo piacere in pianto.Ancora non le erano cessate le contrazioni di piacere che già Lucia si stava dimenando per svincolarsi dalla presa di mio zio.Lui prima di lasciarla le assestò ancora un ultimo colpo al quale Lucia reagì con un suono gutturale.Appena mio zio lasciò la presa lei scattò dal letto e singhiozzando sempre più forte scappo in bagno chiudendosi dentro a chiave.La sentimmo entrare sotto la doccia singhiozzando a più non posso.Nel frattempo ci ricomponemmo in silenzio e mentre mio zio si rivestiva io riposi la web cam spaventato all’idea che Lucia potesse intuire che avevo registrato tutto.I singhiozzi di Lucia si stavano gradualmente placando e trasformando in un pianto sommesso.”Forse abbiamo esagerato” dissi a mio zio rompendo il silenzio”Al contrario. Lucia ha questa crisi perchè ora ha la certezza di essere una troia. E ti odierà a morte perchè ti riterrà responsabile dell’accaduto”Già… aveva visto giusto.Con l’educazione bigotta ricevuta dalla madre lei si sentiva in peccato ogni volta che godeva e per gabbare la sua coscienza e sopravvivere ai sensi di colpa scaricava su di me la responsabilità delle sue azioni.Convincersi che lei non era una troia ma che ne recitava la parte per compiacermi era l’unico modo per mettere la sua coscienza a tacere.”In compenso, quando la rabbia si sarà placata dovrà fare i conti con un sottile desiderio che la riporterà inesorabilmente tra le mie braccia alla ricerca di quel perverso piacere che ha provato oggi per la prima volta.””Vedrai che ogni volta che Lucia sarà particolarmente depressa non potrà fare a meno di accettare le tue proposte di incontrarmi””Tu diverrai il suo torturatore e io il suo dispensatore di piacere”Non sapevo che mio zio si intendesse di psicologia ma aveva decisamente ragione.Con quel clistere mio zio aveva liberato ben più che l’intestino di Lucia.Aveva irreversibilmente aperto il suo vaso di Pandora.Ora gli eventi sarebbero stati segnati per lungo tempo.Un lungo cammino di piacere e di tormento che si sarebbe concluso solo con la liberazione dal giogo materno e la fine della nostra relazione.
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