Capitolo 10 – Un sabato alla rai Quel giorno Lucia era di umore buono e frizzante; la primavera inoltrata, con le sue giornate tiepide e solatie, stimolava alla spensieratezza.Le donne sentono la primavera e, coi primi caldi, le più belle amano aprirsi come i fiori al sole.Ancor più Lucia, così istintiva, subiva l’influenza positiva della natura; le sue gote particolarmente colorite, il suo sguardo vispo e il suo sorriso vivace erano indice evidente della carica interiore che la animava.La stessa carica, spinse Lucia a presentarsi da me più sensuale che mai: un leggero trucco sugli occhi, rossetto rosso e capelli sciolti.Indossava quell’abitino rosa che tanto mi piace perchè completamente aperto davanti, con i due lembi tenuti insieme da un cintura, lungo appena sopra il ginocchio, leggero e trasparente quel tanto che basta ad occhio esperto per intuire il completino nero che sotto ornava la sua pelle chiara e vellutata.Non le mancava proprio nulla: reggiseno di pizzo a balconcino, a malapena sufficiente a contenere le sue prosperosità, mutandine col filo, reggicalze di pizzo, calze velate e scarpe decolletè coi tacchi a spillo.A completare l’opera un bel paio di orecchini, una collana di perle, braccialetti e anelli.Quel giorno le forze della natura si erano concentrate in lei; avrebbe scatenato l’istinto anche nel più amorfo degli esseri umani!Appena entrata, rifiutando un mio bacio per non perdere il rossetto, mi disse che desiderava uscire e andare per negozi, ma che sarebbe dovuta passare prima un momento dal suo ufficio a mettere in bella copia un documento che l’indomani i suoi colleghi della redazione sportiva dovevano portare con loro a Montecarlo.Così, nonostante fosse sabato mattina l’accompagnai al suo ufficio in RAI.Lavorava in un locale sperduto in fondo al più lungo dei corridoi al piano dell’amministrazione, che quel giorno era deserto.Il suo ufficio era ampio e ben arredato. Entrando dalla porta, sulla destra c’era la scrivania con un personal computer, il telefono, un barattolo col disegno di Pippo pieno di matite e penne di ogni colore, una cornicetta con la mia foto e un’agenda; di fianco alla porta un comodo divanetto e di fronte la parete con la finestra su C.so Sempione; infine l’ultima parete, quella sul lato opposto alla scrivania, era quasi completamente coperta da un grosso armadio.Si sedette e chiamò i colleghi della redazione per avvisare che era arrivata.Dopo pochi minuti entrarono due signori sulla cinquantina, Beniamino e Angelo.”Meno male che sei arrivata; pensavamo di essere gli unici matti a lavorare di sabato!”Lucia si alzò e, andando verso di loro per salutarli disse: “Beh, se vi accontentate di me potete restare mentre vi scrivo la lettera, così ci facciamo un poco di compagnia” e alzandosi si mostrò in tutta la sua appariscenza, che non passò inosservata.”Porca miseria come sei elegante; accontentarci di te? non solo non vogliamo perderci un tuo movimento, ma visto che chissà quando mai ti rivedremo così, faccio un salto giù a prendere la videocamera” e senza attendere risposta Angelo uscì rapido.”Intanto io comincio a scrivere” disse a Beniamino che era rimasto e non le toglieva lo sguardo di dosso.”Sei proprio fortunato ad avere una ragazza così” mi disse indicando verso Lucia che nel frattempo si era seduta accavallando voluttuosamente le gambe ed aveva iniziato a battere la lettera a computer.Io la guardai; era seduta con le gambe rivolte verso di noi ed il vestito era scivolato aprendosi fino a metà coscia.”Già, ma dovresti spiegarlo a lei; che quando io le dico che è bella mi risponde sempre che dico così solo perchè sono innamorato e che in realtà gli altri uomini non la vedono nemmeno. Avrebbe bisogno che qualcuno le facesse capire chiaramente cosa è in grado di scatenare in uomo. Forse se lo facessi tu ci crederebbe. Vero Lucia?””Ma dai, lasciami scrivere” disse cambiando di scatto la posizione delle gambe.La gonna scivolò ancora più giù.”Ecco, Beniamino, guarda lì. Dille un po’ tu se quelle non sono due belle gambe?”Lucia smise di scrivere e sollevò leggermente la gamba accavallata volgendo lo sguardo verso Beniamino che dopo un attimo di silenziosa contemplazione disse; “Se fossimo soli non sai cosa ti farei!”Io le sorrisi sornione.Nel frattempo era ritornato Angelo con la videocamera pronta per le riprese e Beniamino, spingendolo davanti a Lucia disse: “Dài, sbrigati, comincia a filmare, non vedi cosa ti stai perdendo?”Angelo cominciò a filmare Lucia che scriveva e continuava a muovere le gambe accavallandole con una eccitante lentezza prima da una parte e poi dall’altra, lasciando che il vestito cadesse scoprendo le cosce per poi subito ricoprirsi dopo aver lanciato un occhio alla videocamera.”Ecco fatto!” disse Lucia, dopo qualche minuto, alzandosi ed estraendo dalla stampante il lavoro appena terminato. “Allora: Egregio dottor” iniziò, subito interrotta da Beniamino “Aspetta, siediti qui per leggere” e le cinse i fianchi. La mano, aperta al massimo, come per catturare più carne possibile, premeva proprio all’altezza del reggicalze, che essendo di pizzo molto lavorato non passava inosservato al tatto. “Mmmh, hai su il reggicalze! Dai, faccelo vedere” e si inginocchiò ai piedi di Lucia.Angelo, che nel frattempo aveva fatto un primo piano alle scarpe e si apprestava a risalire lungo le gambe, disse: “Ecco, fermo così” a Beniamino che le aveva aperto la gonna sino al gancio del reggicalze.”Ma dai, cosa fai!”. Lucia scacciò di dosso le mani di Beniamino e si diresse verso il divano, girandosi di scatto e lasciandovisi cadere seduta.Si sistemò il vestito per non sgualcirlo standogli seduta sopra; era un gesto che faceva sempre dicendo che serviva ad evitare di spiegazzare le gonne.Guardò in camera e lentamente accavallò una gamba sull’altra; si vedeva la fine della calza e una striscia di carne.Beniamino e Angelo erano turbati e visibilmente eccitati.Io dissi: “Comincia a leggere e nel frattempo muoviti un po’.””Uffaaa. Egregio dottor…..” e cambiò verso di accavallamento.Nessuno la ascoltava, ma tutti e tre eravamo concentrati sulle sue stupende cosce che si muovevano in continuazione.Il vestito, non curato, ad ogni movimento si era aperto sempre più ed ora che i due lembi erano separati dalla cintura in giù, si vedevano tutte le gambe, i due nastri del reggicalze e la parte superiore delle mutandine.Ogni tanto interrompeva la lettura, sollevava lo sguardo verso di noi, lo portava su di sè, ovvero verso l’oggetto della nostra osservazione e compiaciuta, quasi a premiare l’attenzione che dedicavamo totalmente alle sue bellezze, ci regalava attimi di turbamento cambiando molto lentamente la posizione delle gambe.”….. distinti saluti. Va bene?””Eh? Ah sì, sì, va benissimo. Aspetta, girati così.” Beniamino si sedette a fianco a Lucia, le mise una mano sotto le ginocchia e sollevandole le gambe gliele ruotò sino a mettersele in grembo.La gonna, facendo attrito sul divano, era rimasta tutta di lato ed ora si vedevano tutti e quattro i nastri del reggicalze, le mutandine e la carne nuda del fianco e del primo pezzo del gluteo.Beniamino le mise entrambe le mani sulle gambe all’altezza della caviglie e le fece scorrere avanti e indietro lungo tutte le calze. “Che belle calze! Sono di seta vero? hai proprio molto gusto.””Dai, smettila di prendermi in giro!””No no, dico sul serio e poi con questo reggicalze sei proprio sexy.” E così dicendo fece scorrere la mano sino al gancio, prese il nastro tra le dita tirandolo e lasciandolo andare, lo riprese di nuovo toccandolo fino in vita. Con entrambe le mani divaricò ulteriormente il vestito aprendolo fino all’ombelico poi riprese a scorrere il reggicalze sino all’allacciatura dietro la schiena; appoggiò entrambi i palmi all’altezza delle reni e li fece scivolare sino ai glutei dove si fermò per un attimo, guardò Lucia negli occhi come per chiedere il permesso di proseguire e richiuse le mani in una sonora palpata dicendo “Lucia sei stupenda”.A quel punto avvicinandomi ad Angelo dissi “E dovreste vedere il resto! Lucia credi ancora che sia solo io a pensare certe cose di te?” intanto avevo preso la telecamera e spinto via Angelo che si stava sedendo alle spalle di Lucia”Ma dai, non vedi che scherzano e mi stanno pigliando in giro?””Ah si? Beh” dissi continuando a filmare “sentiamo cosa dicono loro. Beniamino hai sentito? dice che scherzate. Perchè non le dite quello che realmente pensate, facendole sul serio quello che vorreste?””Non ce lo facciamo ripetere” rispose Beniamino.Nel frattempo Angelo da dietro le stava slacciando la cintura. Beniamino contemporaneamente si alzò e fece alzare anche Lucia.”Ma cosa mi fate?”Angelo sempre da dietro le sfilò il vestito e si risedette ammutolito.Lucia si faceva muovere accondiscendente; Beniamino. tirandola per le mani come per darle l’abbrivio le disse “cammina un poco per la stanza, avanti e indietro” e si sedette anche lui.Entrambi portarono le mani sui pantaloni e cominciarono a sfregarsi.Mentre Lucia camminava lentamente verso la finestra Beniamino emise un gemito e disse “mmmh, Lucia, hai anche le mutandine col filo, sei proprio una porcellina! Vieni qui a farcele vedere bene”Lucia rise e tornò verso di lui.Quando fu vicina, Beniamino la prese ai fianchi, la girò e cominciò a far scorrere una mano sul filo delle mutandine mentre con l’altra divaricava i glutei.Lucia si piegò leggermente in avanti inarcando la schiena.La punta di un dito cominciò a roteare sull’orifizio per farsi strada e sparendo alla vista partì per una esplorazione profonda della cavità anale. Lucia gemette “Ma dai, ma cosa mi fate?” e intanto con le mani si divaricò le natiche flettendo un poco le ginocchia per lasciare che Beniamino le infilasse più facilmente il dito nel culo.Beniamino le muoveva lentamente il dito estraendolo e infilandolo a ripetizione.Alzandosi Angelo rispose “Lucia sei una libidine, guarda che effetto mi fai” le prese un polso e dopo aver portato la mano sul suo membro che stava eretto fuori dalla patta dei pantaloni gliela fece muovere ritmicamente per farsi masturbare.Beniamino invece con entrambe le mani le aveva preso i glutei e continuava a massaggiarli tastandoli con avidità.Il movimento rapido della mano di Lucia sul membro di Angelo era scandito dal titntinnare dei suoi braccialetti.Beniamino si alzò in piedi; anche lui si era sfilato il membro e abbracciandola da dietro glielo appoggiò tra le natiche. Infilò le mani dentro al reggiseno e le tirò fuori portando con sè il seno di Lucia che emerse in tutta la sua procacia.Appena cominciò a toccarle i capezzoli Lucia inarcò la schiena premendo ancor più i suoi glutei contro il membro di Beniamino rovesciò il capo all’indietro appoggiandosi alla sua spalla e iniziò ad ansimare rumorosamente.Beniamino le pizzicava i capezzoli e lei rispondeva contraendo tutti i muscoli e lanciando un gemito di piacere. Aveva gli occhi chiusi e respirava con la bocca aperta che ogni tanto chiudeva per deglutire.Angelo che le aveva sollevato una gamba faceva scorrere avanti e indietro le mani sulla coscia e sul gluteo, lanciando palpate ogni centimetro. L’altra mano, sparita tra le gambe di Lucia era sotto le mutandine e sfregava velocemente il clitoride.Lucia gemeva e diceva “Ma cosa mi state facendo?”Io, che avevo immortalato ogni scena dissi: “Lucia, perchè non gli fai vedere quella cosa che a me piace tanto, per vedere se piace anche a loro?””Tutto, basta che si fermino un attimo” rispose e svincolandosi dalle loro mani lasciò il membro di Angelo si girò verso di loro, cominciò a fissarli negli occhi e camminando all’indietro verso la scrivania cominciò ad accarezzarsi i seni e a sfregarsi i capezzoli.Strinse i seni tra le mani spingendoli uno contro l’altro, poi una mano corse lungo tutto il corpo accarezzandolo e si infilò sotto le mutandine.L’indice e l’anulare divaricarono le labbra mentre il medio titillava il clitoride.Beniamino e Angelo la fissavano masturbandosi.Lucia si girò verso la scrivania, prese un pennarello e si chinò inarcando la schiena e offrendo totale visione delle sue intimità.Sempre restando chinata e guardando i suoi colleghi puntò il pennarello sull’orifizio anale e se ne infilò dentro un pezzetto estraendolo subito. Lo inserì di nuovo e lo estrasse ancora quattro o cinque volte.Beniamino, che non resisteva più disse: “sei proprio una porca. Voglio leccarti la figa”Si avvicinò e si chinò dietro di lei. Con le mani le divaricò le natiche e affondò la lingua nella sua vagina.Lucia sobbalzò, lasciò il pennarello infilato per metà nel sedere e appoggiò le mani sulla scrivania per non cadere in avanti; gemendo a gran voce inarcò ancor più la schiena per offrire a Beniamino tutta se stessa.Angelo le si avvicinò davanti e portato il membro vicino alla sua faccia, se lo massaggiò appoggiandole il glande contro una gota; poi le prese la testa tra le mani, gliela girò e le riempì la bocca col suo membro.Lucia gemeva, soffiava con le narici, succhiava, risucchiava, lanciava grida soffocate.Beniamino le aveva tolto il pennarello e lo aveva sostituito col pollice mentre l’indice entrava e usciva dall’altra cavità.Si alzo in piedi e disse “Adesso ti inculo”.Si mise un dito in bocca e vi depositò un poco di saliva che spalmò sull’orifizio; con due dita lo divaricò e con l’altra mano prese il membro e lo puntò sul buco.Poi con colpi piccoli ma secchi cominciò ad entrare.Lucia lanciò un urlo.Beniamino ripeteva “come scopi bene” e Lucia che lanciava grida soffocate dal membro di Angelo, dimenava i fianchi per favorire la penetrazione.Ad ogni colpo di Beniamino, accompagnato dal rumore del suo corpo che batteva contro le natiche di lei, Lucia veniva spinta in avanti e tale movimento la obbligava ad ingoiare interamente il membro che aveva in bocca.Ogni tanto apriva gli occhi e li girava verso di me, fissando in camera, come per cercare conferma del suo operato nonostante le continue volgarità che Beniamino ed Angelo le ripetevano fossero la migliore conferma del piacere che provavano con lei.Ad un certo punto Angelo le sfilò il membro di bocca e sollevandola per le spalle disse: “Andiamo sul divano, che ora tocca a me”.Anche Beniamino sfilò il suo membro e palpandole le natiche si andò a sedere.Angelo condusse Lucia davanti a Beniamino dicendole di sedersi a cavalcioni su di lui.Beniamino si prese il membro in mano e quando Lucia fu su di lui, glielo puntò sulla vagina muovendolo per cercarne l’apertura.Attraverso la telecamera vidi Lucia inarcare la schiena per offrirsi all’ospite e poi catturarlo con avidità lasciandosi andare pesantemente su di lui.Beniamino cominciò a limonarla tenendo le mani prima sui fianchi e poi sui seni che le strizzava con forza. Intanto Angelo, in piedi si era piegato appoggiandosi al divano e stava per penetrarla da dietro.Beniamino le prese le natiche divaricandogliele e Angelo cominciò a spingere con irruenza e nel giro di pochi secondi entrambi la stavano penetrando.Quando Lucia si mise ad urlare che stava per godere, Beniamino e Angelo presero a montarla con più ritmo e ansimando come stalloni la fecero godere.Mentre Lucia urlava: “Godo, godo!” Angelo le sfilò il membro dal culo e con pochi colpi di mano le inondò la schiena di sperma, poi fu il turno di Beniamino che la sollevò di peso, la fece scivolare giù dal divano e le spruzzò tutto il suo seme in viso.Beniamino rimase immobile sul divano, Lucia si adagiò su di lui e Angelo su di lei, per riprendere tutti e tre fiato.Dopo qualche minuto Angelo asciugò Lucia esausta con dei fazzoletti di carta.Entrambi si vestirono e poi cominciarono alternativamente a limonarsi Lucia riempiendola di complimenti sul suo corpo, sulla sua sensualità, sul come lo faceva bene e sul come era eccitante.Lucia che nel frattempo si era ripresa, si sedette sul divano senza rivestirsi e attraverso la telecamera mi sorrise.Io le feci un primo piano sul viso partendo dalle scarpe e fermai la ripresa.Appoggiai la telecamera e andai a sedermi vicino a lei e la baciai a lungo.”La tua ragazza è proprio uno schianto” mi disse Beniamino “dovreste venire a trovarmi qualche sera a casa. Ho un sacco di amici ai quali mi piacerebbe presentarla. Sarebbe divertente passare una serata insieme.””So io a che tipo di divertimento ti riferisci!” pensai e dissi: “Caspita Lucia, è un’occasione da non perdere”Si accordarono per fissare la serata al loro ritorno da Montecarlo e poi ci congedammo.Salutando Lucia non persero l’occasione di limonarla ancora una volta facendo scorrere le mani lungo tutto il suo corpo e poi uscirono.Rimasti soli ci abbracciammo, ci baciammo, e facemmo l’amore con gran gusto.Lucia si rivestì e andammo a fare spesa.Fu una magnifica giornata.
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