All’epoca stavo con una ragazza ventenne, collega universitaria, di nome Claudia. Era una ragazzina semplice e capricciosa, ma molto dolce. Quando ci mettemmo insieme era ancora vergine e molto timida: fare l’amore per la prima volta fu difatti un’impresa non semplicissima, ci riuscii non prima di aver conquistato il suo cuore e la sua fiducia. Del resto mi innamorai sinceramente di lei ed intraprendemmo una relazione abbastanza seria. Ero molto attratto dalla sua innocenza e dal suo aspetto: i suoi capelli erano lisci e biondi, gli occhi erano verdi e vivaci, soprattutto, però, possedeva un corpicino molto sexy, longilinio, ma formoso nei punti giusti, piedini piccoli, culetto tondo e gambe affusolate. Non si può dire che i nostri rapporti esulassero dal normale, né che vivessimo piaceri intensi oltre l’ordinario. Anzi Claudia, causa anche un’educazione molto rigida, aveva difficoltà nell’abbandonarsi completamente alla passione. Da parte mia, in ogni caso, non vi era nessuna necessità di andare oltre. Sennonché, frequentando la sua casa di nascosto dai genitori, scoprì delle abitudini assolutamente stridenti con la sua infantile pudicizia. In particolare notavo che non aveva nessuna difficoltà a girare per casa discinta in presenza del fratello minore, ma pur sempre già “adulto”. La prima volta che notai questo aspetto della sua vita familiare fu un giorno che, ricevuta la telefonata della madre, andò in camera del fratello Marco, per passargli la comunicazione, vestita solo di mutandine e maglietta (eravamo infatti in procinto di scambiarci effusioni sul suo letto). Poiché non ho sorelle, non sapevo bene come giudicare l’episodio; così non dissi nulla, benché provassi una punta di fastidio. Il giorno successivo, sempre durante una delle mie furtive visite mattutine, accadde che Claudia, dopo aver fatto l’amore, andò in bagno a farsi una doccia. Con mio sommo stupore il fratello aprì la porta senza neanche bussare ed entrò a sua volta. Io sinceramente non sapevo che fare, mi ingelosii molto, anzi mi infuriai, ma ero paralizzato dall’incapacità di scegliere il modo in cui intervenire. Così attesi qualche minuto fuori dall’uscio, poi mi decisi a varcarlo. Marco si lavava le mani come se nulla fosse e Claudia, accovacciata nella vasca, si docciava anch’ella indifferente. Ero entrato con l’intenzione di fare una sfuriata, invece la vista della mia ragazza nuda dinanzi ad un altro uomo, che per giunta era il fratello, mi paralizzò e mi eccitò in modo difficilmente definibile. Un misto di gelosia, curiosità, rabbia e desiderio mi colsero. Marco, però, dovette sentirsi a disagio per la presenza ed, asciugate le mani, frettolosamente uscì. Da allora iniziai a baciare Claudia in modo sempre più appassionato dinanzi al fratello, la toccavo al pari in modo sempre più impudico, finché fu proprio Marco a dirci di non esagerare, di ricordare che eravamo pur sempre in sua presenza. Un giorno mentre facevamo l’amore, Marco incredibilmente aprì l’uscio della camera da letto e, come fosse la cosa più normale del mondo, si mise a cercare qualcosa sulla scrivania della sorella. Inizialmente rimasi impietrito, poi vista anche l’indifferenza assurda di Claudia ripresi a sbattermela a più non posso. Marco si trattenne nella camera per qualche lungo minuto, sempre apparentemente occupato dalla ricerca di non so cosa, infine uscì senza che Claudia battesse ciglio sull’accaduto. Venni in modo violento nella sua pancia. Da allora non riuscì a pensare ad altro che alla lascivia di quel rapporto fraterno, che ora non poteva più sembrarmi innocente. Nei giorni successivi ero molto cupo e Claudia mi chiedeva insistentemente cosa avessi. Così, dopo essere stato a lungo indeciso sul da farsi, scoppiai in un accesso d’ira e le rivelai le ragioni della mia gelosia. Fui molto violento con lei ed anche villano, fino a dichiararle di volerla lasciare “perché era una puttana ed una lurida maiala”. Lei si schermiva come poteva, si giustificava adducendo che si trattata del fratello, che la mia gelosia era assurda, infine scoppiò a piangere e si gettò ai miei piedi. Ma io, pieno di disgusto, la lasciai sul serio. Trascorse circa una settimana, lei mi chiamava spesso per chiedermi scusa; io apparivo irremovibile, in realtà morivo dalla voglia di riabbracciarla. Così un giorno la chiamai e con voce grave le dissi: “Senti Claudia, io non ho sorelle quindi forse non capisco certe dinamiche… Ma i fatti sono due: o nei tuoi comportamenti c’è malizia, allora non solo devo lasciarti, ma non devo neanche più sentirti, perché mi fai schifo; oppure non c’è malizia e allora è solo una sciocchezza di cui non vale più la pena parlare”. “Sì – disse lei speranzosa – non c’è nessuna malizia!…”. “Allora voglio che tu me lo dimostri -la interruppi – Voglio che ti faccia vedere nuda da lui quando ci sono anch’io, come se fosse la cosa più naturale del mondo”. Claudia fece un po’ di storie, perché diceva che una cosa era se capitava, una cosa diversa, invece, era mostrarsi a posta. Alla fine cedette, per non perdermi. Mi divertì a preparare tutto con estrema meticolosità e stabilì un piano che lei avrebbe dovuto seguire per tornare con me. Una mattina bussai alla porta di casa e lei, come avevamo programmato, mi venne ad aprire con addosso la camicia da notte trasparente, senza indossare le mutandine. Poi andammo in cucina e lei preparò il caffé, infine chiamò Marco per offrirglielo. Io, abbracciando Claudia da dietro, mentre Marco era seduto a tavola con noi, “casualmente” rovesciai un bicchiere d’acqua che le era posto dinanzi. Il risultato fu che la camicia si inzuppò quasi del tutto. Claudia a questo punto fece precisamente ciò che le avevo ordinato di fare: si alzò e si sfilò la camicia da notte, rimanendo completamente nuda. Marco trasalì nel vederla così spudoratamente esibita, ma non fiatò. Allora io abbracciai Claudia, che era rossa in viso e rigida come una statua, e lei restò buoni cinque minuti in piedi al mio fianco mentre io finivo di sorseggiare il caffé e febbrilmente davo da parlare a Marco, per rendere la situazione il più naturale – o forse dovrei dire il più assurda – possibile. Poi, sempre secondo i piani, Claudia si accinse al lavandino per fare i piatti. Io osservavo da dietro il suo ciuffetto biondo che faceva capolino dalle natiche. Ogni volta che si sollevava sulle punte per posare una vettovaglia, i muscoli delle gambe e dei glutei si irrigidivano. Ma lo spettacolo più devastante fu vederla chinarsi per riporre una stoviglia. Per un momento lunghissimo comparvero le sue grandi labbra ed il suo buchino. Claudia appariva ora disinvolta e, nell’avvicinarmi, percepì l’odore dolcissimo della sua eccitazione. Marco all’improvviso con voce alterata profferì: “Ma perché non ti metti addosso qualcosa?”. “Sì – intervenni – ti prendo io qualcosa, Claudia, ma voi intanto mettete Pulp Fiction in salotto? L’ho fittato. Tu lo vedi con noi, Marco? Neanche tu l’hai visto al cinema, no?!” Marco fece un cenno col capo, ora cercava visibilmente di guardare in un’altra direzione dalla sorella. Claudia, divenuta paonazza al rimprovero del fratello, era intanto sgattaiolata nel corridoio. La inseguii e l’afferrai per un braccio: “Se vuoi che torniamo insieme – dissi fuori di me – devi fare fino in fondo quello che ti ho ordinato. Torna di là e porta Marco con te, voglio che ti siedi affianco a lui. Se non c’è niente di male a farsi vedere dal fratello nuda, come dici tu, non capisco che difficoltà hai!” Lei annuì e tornò indietro, mentre io andavo a scegliere un indumento da metterle indosso. Presi una maglietta molto leggera, che ben si addiceva alla calura di un mattino estivo. Indugiai apposta per permetter loro di avviarsi in salotto e fare quanto programmato. Il cuore mi batteva all’impazzata. Quando a mia volta li raggiunsi trovai Claudia, con l’aria stordita seduta sul divano affianco a Marco, a sua volta muto e impietrito. D’improvviso mi calmai nell’osservarli smarriti, forse sentendomi padrone assoluto della situazione. Chiesi loro di stringersi per accomodarmi a fianco a Claudia sul divano. Le passai la maglietta e lei se la infilò. Nel movimento, il suo corpo nudo sfiorò quello del fratello. Nuda nella sola parte di sotto era, se possibile, ancora più eccitante. Mentre scorrevano le immagini del film, osservavo le cosce di Claudia che urtavano quelle mie e di Marco e le mormorai nell’orecchio “Apri le gambe, dimostrami che non hai vergogna, è l’ultima cosa che ti chiedo” Lei obbedì lentamente e le sue ginocchia poggiarono maggiormente contro le mie e quelle di Marco. Un liquido luccicante e odoroso scorreva oramai all’interno delle cosce di Claudia, mentre sia i pantaloni miei sia quelli di Marco davano il segno di una possente erezione.

