Avevo poco più di diciotto anni. Nonostante fossero quasi due mesi che ero fidanzato con Sara, ero ancora vergine. Lei si limitava a toccarmi. Non mi masturbava nemmeno, dovevo farlo io mentre le succhiavo i capezzoli o le laccavo la fica. Spesso volta mi provocava, me lo faceva diventare duro di proposito, e poi… niente era sempre la mia fedele mano che provvedeva a soddisfarmi. C’erano addirittura volte che lei mi sussurrava all’orecchio: “Dai fammi vedere come ti masturbi…”. Ed io mi abbassavo i pantaloni, i boxer ed iniziavo a masturbarmi. A lei piaceva guardarmi e mi dava istruzioni su quanto dovessi essere veloci, su quanto dovevo stringere, con quante dita. Riusci persino, due volte, a farmi bere il mio sperma. Io, invece, non riuscivo a farle fare nulla. Così, dopo qualche tempo, decisi che era arrivato il momento di ‘ingaggiare’ una squillo. Non fu una cosa difficile: bastò andare in una di quelle vie dove sapevo era facile trovare qualche puttanella a pagamento. Quella sera ce n’era solo una: ma era fantastica. Mi avvicinai in auto e chiesi il prezzo. Fu una trattativa facile e veloce, in meno di dieci minuti eravamo a casa mia. Aveva più o meno trentanni. Ero eccitatissimo e lei se ne accorse. Mi disse “La prima è gratis”. Appoggiò la mano sulla mia patta, massaggiò un attimo i miei testicoli ed io raggiunsi subito l’orgasmo. “Quella gratis è andata!” mi disse ridendo. Mi mandò a lavarmi. Quando tornai era seminuda. Indossava solo una lunga camicia che le arrivava fino quasi a metà coscia. Mi avvicinai a lei. Lei mi chiese se fossi ancora vergine… io non potei mentire. Iniziò a baciarmi. Poi mi prese la testa tra le mani e iniziò a spostarmela sul suo corpo, mentre io baciavo tutto quello che toccavo con le labbra. Finalmente si tolse la camicia ed io potei avventarmi sui suoi capezzoli. Erano più duri e diversi di quelli di Sara. Lei mi riprese la testa tra le mani ed iniziò a spingerla verso il suo ventre. Le baciai l’ombelico. Poi lei mi spinse la testa ancora più giù: capii che era venuto il momento di toglierle gli slip. Mentre lei mi teneva la testa, io misi le mie mani sui suoi fianchi, cercando e trovando le mutandine. Il mio uccello era di nuovo gonfio e duro. Ero in uno stato di trans. Non capivo più nulla. Se mi avesse chiesto 1.000 euro, glieli avrei dati. Le abbassai velocemente le mutandine. Immaginate la mia sorpresa quando vidi spuntare un enorme uccello già duro anzichè due morbide labbra! Lei (lui??) mi tenne la testa proprio davanti alla sua cappella ed io capii che avevo poche scelte. Così iniziai a leccarle il glande, proprio come avevo visto fare nei filmati. Le leccai la cappella, poi l’asta poi giù verso le palle. “Sei bravo… Sei sicuro di essere vergine?” “Guardo film porno” risposi. “Allora sei uno sporcaccione e meriti una punizione!” Mi tirò su per le orecchie. Mi buttò sul letto. Poi mi prese un braccio e me lo torse fino a quando io non ebbi nessun’altra scelta che mettermi davanti a lei con il suo cazzo che mi premeva tra le natiche. Mi fece piegare ‘alla pecorina’ e con colpi lenti ma decisi, infilo’ tutto il suo cazzo nel mio culetto. Mi fece male soprattutto l’ingesso della cappella. Mentre introduceva il pene, lei mi spiegava cio’ che faceva: “Bella troietta, la senti la mia cappella che entra? Lo senti che ti sfondo? Ti piace, vero? Dimmelo che ti piace! Sei propria una troia!!” Io non potevo fare altro che ammettere. Dopo il dolore iniziale, mi piaceva avere quel cazzo nel culo. Speravo che non smettesse tanto presto. Il mio cazzo intanto era tornato duro. Avrei voluto che lei mi masturbasse ma non osavo chiederlo. Le intanto continuava a sbattermi. “Ti piace, vero troia. Dillo che sei la mia troia.Scommetto che ti è diventato duro il cazzo, da tanto che ti piace! Eccolo è vero! E’ duro! Porco!”. E con la mano utilizzata per tastarmi il cazzo mi strinse i testicoli. Io emisi un gemito di dolore, lei strinse ancor di più fino a che io mi trovai costretto a chiederle di smettere. “Per favore non schiacciare, mi fai male..” “Certo che ti faccio male, tu non devi godere… Tu sei la mia troia. Devi far godere me e basta.” Il mio cazzo però non voleva saperne di afflosciarsi. Allora lei mi giro sulla schiena. Mi allargò le gambe e di nuovo entrò dentro di me. Stavolta senza cautele, ma con forza e violenza, io di nuovo emisi un gemito di dolore. Vedevo il suo volto misto di piacere e violenza. Di nuovo si avventò sui miei testicoli. Stavolta non solo schiacciava, ma tirava. Il dolore era quasi insopportabile. Poi improvvisamente me li lasciò andare. Estrasse il suo membro dal mio culetto e me lo depositò in bocca. “Succhia troia!” Ed io ricomincia a leccare e succhiare, impegnandomi al massimo. Lei si mise sopra di me. Il suo cazzo sempre nella mia bocca, ma adesso cominciava a masturbarmi. Poi finalmente anche lei cominciò a succhiarmelo. Era fantastico. Mentre sentivo la sua lingua sulla mia cappella, sui miei coglioni, sulla mia asta, mi tornavano in mente tutte le varie scene di pompini viste su internet. Lo succhiava in modo splendido. Non parlava nessuno, si sentiva solo di tanto in tanto il rumore delle lingue sui membri, fino a quando lei disse: “Bevimela tutto troiaaaaaaa” e mi riempì la bocca di sperma. Subito dopo aver sborrato lei si rialzò ed io temetti il ripetersi di una scena già vista: mi dovevo masturbare. In realtà prima si mise davanti a me e si fece pulire bene il cazzo, poi mi fece alzare, si inginocchiò davanti a me e riprese a succhiarmelo. Non mi sembrava vero… Con la lingua e la bocca giocava col cazzo, con una mano con i testicoli, con l’altra andava su e giù sul mio uccello: non potevo resistere ancora a lungo… “Sborrooooo” e le riempii la bocca di sperma. Lei, più esperta, non ne lasciò cadere una goccia. Poi si alzò e ci baciammo, facendoci assaporare le rispettive sborre. Ci coricammo sul letto. Mi feci dare il suo numero di cellulare. Volevo ripetere l’esperienza.
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