Mi chiamo Lucia e voglio raccontarvi le mie avventure degli ultimi mesi, che mi hanno portata ad avere una concezione del sesso diversa da quella che avevo prima. Ho 21 anni e studio lingue straniere per diventare interprete.La mia famiglia è ricca e ciò mi ha permesso di fare l’esperienza di andare a studiare in un’altra città (che non nominerò).Vivo in un appartamento per studenti insieme ad altre due ragazze: Rossana, bionda, alta 173 cm, con una quarta di reggiseno e un sedere un po’ largo ma per gli uomini molto eccitante, e Patrizia, alta 177cm, fisico da modella con una seconda di reggiseno e un sedere perfetto, sommati a un viso splendido incorniciato da un caschetto di capelli castano chiaro.Io sono alta quasi 170 cm, il mio viso è piacevole anche se non da grande “gnocca”, ho un sedere né troppo grande né troppo piccolo, ma ciò che fa impazzire gli uomini è il mio seno, che pur essendo una quarta è sodo e per nulla cadente.Con Rossana e Patrizia siamo diventate subito amiche per la pelle e ci raccontavamo tutte le nostre esperienze e i nostri innamoramenti.Fino al momento in cui inizio a raccontare avevo fatto sesso poche volte, con il mio ragazzo e mai esclusivamente per piacere. Soprattutto non avevo mai provato a fare un pompino o a farmi inculare. Il mio racconto inizia quando avevo 20 anni, a dicembre, appena iniziato da due mesi il secondo anno. Avevo scatenato le risa e le critiche delle mie due coinquiline quando avevo confessato loro di essere pazza per il nostro professore di letteratura francese, un figo di quarant’anni muscoloso e brizzolato, con la voce più sensuale che avessi mai sentito. Dopo i primi tentativi di dissuadermi, Rossana e Patrizia si decisero ad aiutarmi e mi suggerirono di andare da lui e chiedergli alcuni libri per approfondimenti in vista dell’esame, che sarebbe stato a gennaio. Fattami coraggio avevo accettato ed ero andata dal professore a chiedergli questi libri: ovviamente aveva accettato e mi aveva dato un appuntamento a casa sua per ritirarli. Ed eccomi qui, davanti al suo portone, a chiedermi quanto ero stata stupida a pensare che questo uomo, affermato professore e autore di diversi libri, potesse accorgersi di una sciocca ragazzina.Ero intimidita dal dover entrare in casa sua, non sapevo se era sposato, se aveva moglie e figli, insomma non sapevo cosa dovevo aspettarmi: forse sarei stata assalita da dei pargoli di 10 anni? O avrei trovato uno squallido disordine da scapolo?Quando rispose al citofono fui un po’ sollevata dal sentire la sua calma e calda voce vellutata.Entrando in casa sua mi stupii di trovare una casa grande, ordinata, ma senza il tocco femminile nell’arredamento, e il mio sguardo si fermò sulla foto di una donna e un bambino.- E’ la mia ex moglie, e quello è mio figlio. L’hanno affidato a lei quando ci siamo separati-Arrossii temendo che pensasse che ero una ficcanaso e feci per scusarmi, ma lui mi fermò- Non ti preoccupare, all’università non metto mai in piazza la mia vita privata, quindi un po’ di curiosità è legittima- e mi rasserenò con un sorriso- Sei qui per quei libri, vero?- Chiese, più pensando ad alta voce che aspettandosi una risposta- Sì – Entra pure, sono nello studioLo seguii nel suo studio e mentre lui saliva su una scala per prendere i libri nella grande libreria, lo sguardo mi cadde su un libro aperto sulla scrivania, con un’illustrazione di un uomo e una donna in una posizione inequivocabile. Mi avvicinai incuriosita e con aria furtiva sfogliai un paio di pagine, anche quelle con illustrazioni simili.- I francesi nel primo novecento erano grandi autori di romanzi erotici, anche se non si conosce molto questo lato della loro letteratura- La sua voce mi colse di sorpresa e mi girai vedendolo dietro di me con i libri in mano.Arrossi, senza sapere cosa dire, con gli occhi bassi. – Se ti interessa ti posso leggere dei pezzi, se non hai fretta di andare in casa-Non sapevo cosa dire, la situazione mi spaventava, ma mi interessava sentirlo leggere per me.Solo in quel momento mi accorsi di non sapere cosa volevo da lui, non ne ero innamorata (è alle scuole medie che ci si innamora di una persona che non si conosce) e non ero certo il tipo di ragazza che si faceva sbattere dal proprio professore solo perché era un gran figo.Feci con la testa un cenno di assenso e lui con gentilezza mi prese la giacca e mi fece cenno di sedermi vicino a lui.Mentre posava la mia giacca, pensavo alla cavolo di situazione imbarazzante in cui mi ero infilata, a farmi leggere romanzi erotici dal mio professore, in veste casalinga ancora più affascinante.All’inizio ero tesa e non ascoltavo quello che leggeva, poi man mano che il prof andava avanti mi scioglievo e cominciai, con grande sorpresa, a eccitarmi e a sentire la mia fica bagnarsi. Non mi masturbavo spesso, ma in quel momento mi era venuta una gran voglia. La voce calda e sensuale del professore, aggiunta al perfetto accento francese con cui pronunciava quelle parole, mi eccitavano da morire e non potevo fare a meno di chiudere di tanto in tanto gli occhi passandomi una mano sulla fica da sopra ai pantaloni sperando che lui non se ne accorgesse.Il tutto andò avanti un quarto d’ora finchè, all’ennesima toccata, non sentii la sua mano bloccare la mia.- Sei eccitata da morire, hai anche la faccia rossissima-Spaventata cominciai a scusarmi, a dire che non ero come pensava, che non sapevo cosa mi stava succedendo, ma lui mi bloccò baciandomi sulle labbra.- Non ti preoccupare, non ti sto giudicando, è normale che ti venga voglia a sentire queste cose- e con la mano destra cominciò ad accarezzarmi un seno. Sentii una vampata di calore lungo tutto il corpo: volevo ritrarmi, ma volevo anche rimanere lì e vedere cosa sarebbe successo, se mi avrebbe fatto quello che gli avevo sentito leggere.- Professore, la prego…- Chiamami Franco, e lasciati andare, non devi reprimere i tuoi istinti-Quindi si alzò, facendomi alzare, e cominciò a baciarmi più profondamente abbracciandomi. Sentivo la sua lingua spingere delicatamente sui miei denti che non osavo aprire, poi mi mise la mano nei pantaloni accarezzandomela da sopra le mutande; il gemito che mi strappò mi fece aprire la bocca, e Franco ne approfittò per infilarmi la lingua in bocca. Cominciammo così a limonare, mentre lui mi accarezzava con una mano il seno e con l’altra la fica, mentre io ero avvinghiata a lui abbracciandolo.Poi si staccò e cominciò a baciarmi sul collo, di nuovo in bocca e ancora sul collo: ero completamente in sua balia.Quindi cominciò a slacciarmi i bottoni della camicia che avevo addosso e poi sentii le sue mani prendermi in mano i seni e la sua bocca baciarmeli. Con maestria mi slacciò il reggiseno e prese in bocca prima un capezzolo e poi l’altro.Non avevo mai goduto così tanto, ero lì avvinghiata a lui con la testa lasciata andare all’indietro a peso morto.Capendo che non resistevo più in piedi mi prese in braccio e mi portò in camera sua, adagiandomi sul letto.Le sue mani finirono sui miei fianchi, mi slacciò e mi tolse i pantaloni e mi scostò le mutandine. Appena sentii la sua lingua sulle mie grandi labbra non potei reprimere un gridolino di piacere. Cominciò a leccarmela, palpandomi il culo, prima le piccole labbra, poi il clitoride, poi infilandomela dentro come un piccolo cazzo, poi di nuovo il clitoride. L’orgasmo mi colse improvviso e veni urlando e inarcando la schiena, mentre con le mani mi torturavo i capezzoli.Rimasi un paio di minuti a sospirare con gli occhi chiusi prima che il mio respiro e il mio battito cardiaco si calmassero. Riaperti gli occhi vidi che anche lui si era spogliato rimanendo solo in boxer, dal gonfiore dei quali si poteva intuire un membro eretto di grosse dimensioni. Franco si stese di fianco a me, con i boxer alla mia altezza.- Leccami tu, ora, dai.- Ma non l’ho mai fatto- risposi un po’ imbarazzataFranco si sdraiò a pancia in su e mi invito a mettermi in ginocchio davanti a lui– Ti guido io. Comincia a prenderlo in mano e a masturbarlo dolcemente- Ero ancora eccitata e ubbidii, tirando fuori dai suoi slip un cazzo di 20-22 cm, e cominciando a masturbarlo con la destra.Con le mani mi abbassò dolcemente la testa verso la sua cappella; chiudendo gli occhi tirai fuori la lingua, passandola sul suo glande un po’ timorosa e impacciata. – Prendilo in bocca e vai su e giù, con calmaObbedii, stupendomi del fatto che non mi facesse schifo; anzi, l’odore e il sapore del suo cazzo mi eccitavano e mi piacevano, e cominciai a muovere anche la lingua.Il sentirlo ansimare mi riempì di orgoglio e di eccitazione, portandomi a succhiarlo con ancora maggior passione.Il mio professore mi dava un po’ il tempo con le mani sulla mia testa e mi suggeriva di masturbarlo anche piano mentre glielo succhiavo.- Continua, voglio venirti in bocca, sei bravissima per essere così inespertaOvviamente non sapevo che gusto avesse lo sperma e, spaventata, provai a ritrarmi, ma lui mi tranquillizzò dicendomi di fidarmi di lui. Continuai il pompino accarezzandogli i testicoli con la mano sinistra, sentendo il suo respiro farsi sempre più affannato, fin quando non lo sentii irrigidirsi:- Vengo… sta arrivando… ingoialo!Il suo membro mi si irrigidì in bocca e sentii un fiotto caldo e salato che trovai buonissimo, forse per l’eccitazione che era di nuovo salita al massimo. Dopo il primo, seguirono altri sei schizzi che mi riempirono la bocca e che ingoiai avidamente uno dopo l’altro.- Continua a succhiarlo… non farlo ammosciare…Seguii con piacere l’invito di Franco, succhiandolo e leccandogli la cappella mentre il suo respiro tornava calmo.Dopo un po’ Franco mi fece cenno di risalire e mi baciò con foga.- Mi piace baciarti con ancora il gusto del mio sperma nella tua bocca. Ora però voglio scoparti, prendi la pillola?- Sì- Risposi io, che fortunatamente avevo questa ottima abitudine.- Voglio prenderti a pecorina.Allora mi inginocchiai sul letto, sporgendo il culo verso di lui che si inginocchiò dietro di me e cominciò a strofinare la sua cappella sulla mia fichetta, a girarle intorno, a inserire il glande, muoverlo un po’ e poi tirarlo fuori, facendomi morire dal piacere; gli chiedevo implorante di penetrarmi, ché non ce la facevo più, ma lui niente: continuava con il suo giochetto, stimolandomi e ritraendosi, mentre io ero bagnata come una fontana. Sentendo che ero al limite dell’orgasmo, mi penetrò con un colpo secco che mi fece urlare; sentii montare dalla fica il calore del secondo orgasmo che mi colse travolgente e morsi il cuscino con tutte le mie forze per non urlare ancora. I battiti del mio cuore erano a mille e piangevo tanto mi aveva fatta godere. Appena mi ripresi cominciò a pomparmi con forza, ma senza foga: era uno scopatore eccezionale, mi spingeva il suo membro fino in fondo, tenendomi le tette strette nelle mani e adeguava il ritmo alle mie sensazioni. Lo sentivo dentro di me che pompava con forza mentre si avvicinava il mio terzo orgasmo.Probabilmente se ne accorse anche lui perché accelerò il ritmo mandandomi in visibilio.- Sì Franco… non resisto più… godo…-Le contrazioni della mia fica portarono anche lui all’orgasmo, e con un grido strozzato mi scaricò nel ventre tutto lo sperma che gli era rimasto, poi ci accasciammo vicini sul letto, esausti.- E’ stato fantastico Franco, non avevo mai goduto così tanto- dissi appena mi ripresi, baciandolo passionalmente in bocca.- Sei tu che sei fantastica, Lucia– E pensare che non avevo mai fatto sesso solo per piacere– Ti sei persa molto, sicuramente non hai la minima idea di tutto il piacere che puoi ricavare dal tuo corpo e da quello degli altri. Se vuoi ti posso guidare in questo “viaggio”… ti farò provare nuove esperienze che te lo faranno capire, ti va? Dovrai solo avere fiducia completa in me.La sua proposta mi attraeva e mi spaventava allo stesso tempo: non volevo diventare una troia mangiacazzo che vive solo per il sesso, me l’esperienza di quel giorno mi aveva piacevolmente sconvolta, quindi accettai.- Quando ci rivedremo per la prossima… lezione?- gli chiesi ammiccando mentre mi vestivo- Il martedì e il giovedì esco presto dall’università, quindi se vuoi pranzare insieme a me, stare un po’ qui e approfittarne anche per la tesi, se hai dubbi…- Ok Franco, grazie di tutto.- Grazie a teSulla porta prima di uscire mi girai verso di lui e lo baciai a lungo con la lingua- Ci vediamo giovedì…Non sapevo ancora che quel pomeriggio avrebbe cambiato la mia vita…
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