Dopo qualche giorno da quella fantastica sorpresa, mi capitò di accompagnare Melissa in viaggio di lavoro. Si recava presso la filiale Keniota della multinazionale per cui lavorava ad incontrare il direttore locale per accordi commerciali fra i due paesi.Partimmo in aereo un caldo pomeriggio di inizio estate. Il viaggio fu molto confortevole ed anche eccitante: Melissa non perse tempo a stuzzicare le hostess con avances da vera lesbica, facendomi passare per il portaborse frocetto della situazione. Una di loro non si fece scappare l’occasione di fottere in aereo e la invitò con una scusa nella toilette. Senza farsi vedere, mi disse di seguirla dopo qualche minuto, che mi sarei divertito anche io.Lasciai passare giusto un paio di minuti e mi avvicinai alla saletta delle toilettes. La porta era socchiusa, sbirciai dentro e vidi la mia dolce Melissa che si faceva ravanare la passerona completamente depilata, da quella troietta di hostess che gustava con delizia il nettare che usciva abbondante da quel pertugio invitante.Eccitato da tale vista, non mi accorsi che dietro di me era arrivato un uomo, penso fosse il comandante. Visto il mio interesse si avvicinò per vedere cosa suscitasse tanta attenzione in me da non accorgermi del suo arrivo. Quando anche lui vide la scena non riusci a trattenere l’eccitazione e gli si gonfiarono i pantaloni a tal punto da puntare contro il mio culo. Sentì il contatto sulle mie natiche, mi girai di colpo, lui mi fece segno di tacere, mi prese la testa fra le mani e mi fece abbassare fino ad essere con la bocca all’altezza del bozzo dei pantaloni. Non mi feci spaventare dalla situazione e aperta la lampo estrassi un cazzone di tutto rispetto già duro e pronto all’uso, con una cappellona fantastica, tanto bella e ben definita da sembrare un disegno. Lo feci scomparire nella mia bocca e incominciai a pompare forsennatamente mentre con la mano destra mi masturbavo straziandomi il cazzettino.Il secondo pilota, che non vedeva più arrivare il comandante, preoccupato lo cercò in tutto l’aereo, e quando giunse nella saletta toilette e vide la scena, abbasso i suoi pantaloni, e senza avvertimento mi inculò di brutto trapanandomi con una tale violenza da farmi cadere per terra. A quel frastuono le donne che intanto si stavano scambiando slinguate in un 69 fantastico, si accorsero di noi e si unirono all’orgia, e poco dopo, i due ufficiali mi riempirono di sborra, che bevvi tutta avidamente, scambiando solo qualche slinguata con le due troie per fargli assaggiare quel dolce sapore.Dopo qualche minuto eravamo di nuovo tutti ai nostri posti, i piloti alla guida del velivolo, l’hostess al servizio dei clienti ed io e Melissa sui nostri seggiolini a gustarci il resto del viaggio.Quando arrivammo a destinazione, Melissa mi fece accompagnare in albergo, e mi disse di aspettarmi lì, mentre Lei sarebbe andata subito a prendere contatti con i suoi colleghi.Mi ritrovai nella suite del miglior albergo della città, all’ultimo piano, e dal balcone potevo osservare tutto il fantastico panorama.Decisi di farmi una doccia per rinfrescarmi, mi spogliai e prima di entrare in bagno chiamai il servizio in camera per farmi portare uno spuntino prima della cena.Mi feci una rinfrancante doccia fredda, fantasticando sull’avventura appena avuta sull’aereo, e ad occhi chiusi incominciai una lenta masturbazione. Con la mano destra menavo l’uccello e con la sinistra mi stringevo i capezzoli, mi stringevo le palle oppure mi penetravo con due dita il culo, provocando spasmi di godimento. Ero in uno stato quasi di trans erotico, le gambe si piegavano dall’eccitazione, le ginocchia quasi non mi tenevano su, mentre le due dita nel culo facevano il loro dovere, spanando a più non posso quel buco già di per sé martoriato.Nel culmine del piacere, sentì una vampata di caldo attorno al mio piccolo uccello, che avevo lasciato libero per potermi penetrare meglio il culo con entrambe le mani. La sensazione di calore era talmente forte ed eccitante da non poter fare a meno di guardarmi il cazzo per vedere cosa stesse succedendo… In ginocchio davanti a me, uno splendido esemplare di maschio africano, la pelle color ebano, senza un pelo su tutto il corpo, e tanti, tanti muscoli ben proporzionati. Non lo vidi bene in faccia perché aveva ingoiato tutto il mio cazzettino e palle comprese. Ecco da dove veniva il caldo. Lo lasciai fare per un po’, poi mi allontanai da lui e lo feci alzare in piedi. Era alto almeno due metri, mi sovrastava totalmente. Si abbasso e mi riempì la bocca con la sua lingua ruvida esplorandomi tutta la bocca, lasciandomi senza fiato. Si staccò da me e mi invitò a massaggiargli il suo arnese. Abbassai gli occhi e vidi con sorpresa, che aveva un cazzettino più piccolo del mio, e su quel corpo statuario, era veramente sproporzionato, faceva quasi ridere. Mi ci avventai sopra con foga quasi per rivincita: anche lui aveva un cazzettino da far ridere chiunque. Lui si accorse che per me era quasi una presa in giro fottere con lui, allora decise di farmi una sorpresa. Prese il cellulare sul tavolino vicino a noi e mandò un SMS a non so chi.Dopo pochi istanti entrò, dalla porta che il ragazzo aveva lasciato sapientemente accostata, un suo amico, nero come lui, ma l’esatto opposto come fisico. Alto poco più di un metro e cinquanta, magro, quasi rachitico, quando lo vidi mi misi a ridere pensando ad uno scherzo della natura; ma quando rimase nudo dopo essersi tolto i pantaloni, ebbi un moto di paura. La sua proboscide era di dimensioni davvero spaventose, non avevo mai visto un cazzo di quelle dimensioni: a riposo superava sicuramente i 25 cm di lunghezza e di diametro altrettanto. Ci ordinò di metterci uno a fianco dell’altro a terra alla pecorina. Ci spalmò con un’unguento che aveva portato lui, e incominciò a ravanare i nostri culi con nostro sommo piacere. Andò avanti per molto tempo, circa un’ora e mezzo, senza mai cedere e senza godere. Era un vero stallone da monta e insieme io e il negro alto ce lo gustavamo a fondo scambiandoci slinguate da vere troie e muovendo i nostri culi come vacche in calore.Dopo tanto tempo, ormai eravamo all’epilogo, ma prima che potesse riempirci di sborra, entrò mia moglie, che vista la scena, non si lasciò sfuggire un cazzo di quelle dimensioni e si fece sbattere con foga mentre io e Abdul leccavamo i loro sessi masturbandoci come cretini. Adolfo, questo il nome italiano del nano superdotato, inondò la figa di Melissa e le nostre facce di un nettare bianco squisito, che ci passammo a vicenda nella bocca io e Abdul in preda ad un orgasmo cosmico.Rimanemmo in Kenia una settimana mentre Melissa e Adolfo facevano gli amanti, io e Abdul facevamo i servitori disposti a tutto. I due padroni ci infilzavano con ogni oggetto ed abusavano di noi in ogni momento rendendoci felici di quella situazione.Alla fine della settimana ce ne tornammo in Italia, Abdul e Adolfo ci seguirono, diventando così una nuova e più perversa famiglia, capace di intrattenere ospiti con tutti i tipi di sessualità volessero provare.
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