File Inviato: 9gen1.doc ===> File ricevuto: 9gen1.docGia’ autoreSI autorizzo la pubblicazione dei mie dati personali come autore del testo inviato.IP: 62.10.5.83 SI, dichiaro, sotto la mia personale responsabilità, di essere MAGGIORENNE e che il racconto si riferisce ad: storia immaginariaVoti: Forma=2 Contenuto= 2Lunghezza=3 Originalità=2Categoria: Sadomaso La moglie comprata (II parte)andreaandrea_parigi@hotmail.com Sono passate tre settimane da quando ho portato a casa Maria, le cose fra noi vanno benissimo, passiamo tutta la giornata fuori visitando negozi di cui lei non aveva neppure immaginato l’esistenza, e facciamo lunghe passeggiate per farla ambientare e conoscere quella che d’ora in poi sarà la sua città, a volte la porto al luna park dove si diverte come una bambina,quando rientriamo la sera la passiamo a letto a scopare, lei è diventata bravissima non mi rifiuta niente, ha imparato a rilassarsi e a godere, solo quando glielo metto nel culo sente sempre un gran dolore ma non si ribella mai, sono sicuro che si è innamorata di me, ogni tanto la sorprendo a guardarmi con aria sognante e devo dire che la cosa non può farmi altro che piacere, una donna innamorata è più facile da domare che una schiava.Domani dovrò riprendere il lavoro, le ferie sono finite, e mi preoccupa un po’ il fatto di lasciare Maria a casa da sola per tutto il giorno quindi ho pensato di affidarla alla portinaia, Rosa, una donna di 40anni, portati male, è molto grassa, e si trucca sempre in modo volgare, anche non sempre è stata così, infatti una decina di anni fa non era niente male e qualche volta me l’ero pure portata a letto e lei forse aveva fatto qualche pensierino su di me, con gli anni poi si è lasciata andare fino a diventare quello che era ora, comunque passando davanti alla guardiola rientrando a casa le chiedo se è disponibile a dare un aiuto a mia moglie sia per le spese di casa che per insegnarle a cucinare, infatti Maria sa cucinare solo le poche cose che mangiavano in convento che consistevano quasi esclusivamente in verdure coltivate nell’orto dietro la chiesa, ma non sapeva neppure da che parte cominciare per preparare pasta, carne o pesce, Rosa si disse disponibile così informai Maria la quale fu molto contenta all’idea che aveva qualcuno su cui contare quando non c’ero.Il giorno dopo mi recai al lavoro e quando rientrai la sera trovai Maria in cucina che stava preparando la cena, le andai vicino, l’abbracciai da dietro e baciandola sul collo le infilai una mano sotto la maglietta per accarezzarle il seno e lei ebbe un sussulto di dolore, al momento non ci feci caso ero troppo eccitato le dissi di lasciar perdere la cena e di venire in camera con me perché era tutto il giorno che pensavo alla scopata che avrei fatto al mio ritorno e avevo il cazzo già in tiro, lei obbediente come sempre mi seguì, io mi sdraiai sul letto e le dissi di spogliarsi, cominciò a togliersi i vestiti e quando fu completamente nuda, prendendola per una mano la feci inginocchiare per terra così che stando io seduto sul bordo del letto avevo il cazzo proprio all’altezza della sua bocca, lei capì al volo le mie intenzioni e cominciò a farmi un pompino con i fiocchi, diventava ogni giorno più brava, merito delle mie lezioni, lo succhiava, lo leccava per tutta la lunghezza, mi prendeva in bocca le palle e le massaggiava delicatamente con la lingua, poi riprendeva a succhiarlo mente con una mano mi accarezzava le palle, insomma mi faceva impazzire, quando non ce la feci più la feci alzare e sempre restando seduto sul letto con le gambe poggiate a terra la feci sedere sopra di me dicendole che doveva fare tutto da sola, lei si infilò il cazzo nella figa, piano piano, ogni tanto sembrava esitare come se la cosa le desse fastidio, poi iniziò un lento su e giù, mentre io le prendevo le tette tra le mani e cominciavo a leccarle a darle dei piccoli morsi sui capezzoli, a quel contatto lei ebbe una reazione strana, sembrava che le facessi molto male mentre in realtà sapevo che non era così, ma in quel momento sentii che stavo per venire e dopo avrela presa per i fianchi per darle due o tre colpi più forte, cosa che la fece gridare per il dolore, la feci alzare per sborrarle sul viso. Appena mi fui scaricato mi lasciai cadere sul letto e rimasi a guardare la mia mogliettina che con fazzolettino di carta cercava di pulirsi la mia sborra dal viso, quando finì le feci segno di venire a sdraiarsi vicino a me, quando l’ebbi accanto cominciai a baciarla e con una mano presi un suo capezzolo tra le dita per massaggiarlo, di nuovo lei sembrava provare dolore, allora le chiesi cosa avesse dicendole di avere notato che ogni volta che la toccavo lei sembrava provare dolore, ma lei mi rassicurò dicendomi che andava tutto bene, ma io non ci credevo.La mattina dopo finita la colazione mi preparai per andare al lavoro ma Maria mi chiese se potevo restare a casa o perlomeno portarla con me, le risposi di non fare la bambina e uscii, ma la cosa mi aveva insospettito, andai in ufficio ma dopo un’ora con la scusa di un appuntamento uscii e tornai a casa, passando per la portineria vidi che era chiusa e sulla porta c’era il biglietto “torno subito”, arrivai davanti alla porta di casa, provai a girare la maniglia e fortunatamente la trovai aperta così senza fare rumore entrai, non vidi nessuno, al momento pensai che Maria uscendo si fosse dimenticata di chiudere la porta, poi sentii un rumore e un grido giungere dalla stanza da bagno, allora sempre in silenzio andai verso la porta del bagno che era socchiusa, quello che vidi fu incredibile, Maria era completamente nuda, era legata con uno spago da cucina con le mani dietro la schiena, e stava in ginocchio per terra sopra un telo dove erano stati messi dei sassolini, davanti a lei c’era Rosa, anche le i completamente nuda che tenendo Maria per i capelli si faceva leccare la figa, dopo qualche minuto prese, da un sacchetto che teneva per terra, delle mollette fermacarte, di quelle di metallo con una molla molto dura che hanno dei dentini accuminati, le aprì e con uno scatto le fece richiudere sui capezzoli di Maria la quale lanciò un grido di dolore, Rosa allora prese due vibratori che avevano davvero delle dimensioni fuori dal comune, diede il primo che era il più piccolo a Maria dicendole che doveva infilarselo nella figa, lei non voleva, Rosa allora cominciò a schiaffeggiarla, Maria cadde per terra e non riuscì più a rialzarsi perché aveva le mani sempre legate dietro la schiena, Rosa allora le ordinò di aprire le gambe e appena lei obbedì prese il vibratore e lo infilò tutto nella figa di Maria, lo spingeva talmente forte che sembrava volesse farlo entrare tutto fino in fondo, cosa veramente impossibile perché sarà stato lungo almeno 40cm, Maria gridava ma non poteva scappare, Rosa poi prese l’altro vibratore, era nero un po’ più grosso del primo, era ricoperto per tutta la lunghezza da aculei di plastica, con un calcio nello stomaco fece girare mia moglie le fece vedere il vibratore e le disse che le avrebbe sfondato il culo, Maria era terrorizzata, per lei anche il mio cazzo era insopportabile figuriamoci quel mostro che Rosa aveva in mano, mia moglie continuava ad agitarsi e Rosa non riusciva a tenerla ferma, allora la fece girare a pancia in sotto e si sedette sulla sua schiena, provò a metterle il vibratore nel culo ma non ci riuscì, Maria era terrorizzata e con la forza della disperazione continuava a scalciare e teneva i muscoli rigidi, Rosa perse la pazienza, si alzò la prese per i peli della figa e cominciò a tirarli, alcuni le rimasero in mano, Maria la supplicava di smetterla ma lei ormai era fuori di testa, l’avevo sempre sospettato che Rosa fosse una sadica, fece alzare Maria che aveva sempre il vibratore infilato nella figa, e la fece entrare nella vasca e la mise in ginocchio con la testa appoggiata sul fondo della vasca, la vidi prendere una sacca di plastica di quelle che negli ospedali usano per fare i clisteri, prese il flacone del sapone liquido e lo versò tutto dentro poi ci lo portò sotto il rubinetto e la riempì di acqua bollente, saranno stati almeno tre litri, quando fu tutto pronto avvicinò la cannula al culo di Maria le disse di rimanere ferma, lei troppo terrorizzata non si muoveva, le infilò la cannula nell’ano e aprì il rubinetto del clistere, il liquidò iniziò ad entrare nell’intestino di Maria, ci vollero alcuni minuti per svuotarlo tutto, poi tolse la cannula e al suo posto ci mise un tappo di sughero di quelli che stanno sulle bottiglie di spumante, mia moglie iniziò a lamentarsi per i dolori che il liquido che aveva nell’intestino le provocava ma Rosa le disse che doveva tenerlo dentro finchè lo diceva lei, passò almeno un quarto d’ora, ormai Maria era accovacciata in posizione fetale, non ce la faceva più dai dolori e pregava Rosa di farla scaricare, la portinaia le disse che le dava il permesso solamente se dopo essersi scaricata non avrebbe più opposto resistenza all’inculata con il grosso vibratore, Maria ormai non ce la faceva più, avrebbe promesso qualsiasi cosa, così accettò. Rosa le tolse il tappo dal buco del culo, Maria si alzò faticosamente e andò a sedersi sul water dove scaricò tutto il contenuto dell’intestino.Rosa era soddisfatta le disse che doveva mantenere l’impegno preso e la fece mettere alla pecorina, provò di nuovo a fare entrare il vibratore nel culo di Maria che questa volta cercava di aiutarla, siccome era veramente mostruoso era difficilissimo farlo entrare, Rosa allora con rabbia tolse il vibratore che ancora Maria teneva nella figa, poi le slegò le mani dicendole che doveva tenersi le chiappe separate e di spingere come quando andava in bagno, Maria non potè fare altro che obbedire, Rosa spinse il vibratore con tutte le sue forze e finalmente questi iniziò a sfondare l’ano di Maria, la quale continuava a gridare per il dolore, il vibratore entrò solo per metà e Rosa iniziò a girarlo in modo che gli aculei che lo ricoprivano potessero farle più male possibile, Maria ad un certo punto svenne per il dolore, quando Rosa se ne accorse le versò in faccia un bicchiere di acqua fredda, poi cercò di rimetterle anche il vibratore nella figa, quando ci riuscì sembrava molto soddisfatta di se, io nel frattempo ero sempre dietro la porta che guardavo quello che succedeva, il mio cazzo era diventato di ferro, mi eccitava molto vedere Maria trattata in quel modo, io non ne avrei mai avuto il coraggio, e non vedevo l’ora di poterla consolare, Rosa ora si stava facendo leccare la figa ma era anche lei molto eccitata e venne quasi subito, rimase qualche istante immobile a terra poi si alzò e tolse i vibratori dai buchi di mia moglie, le tolse anche le mollette dai capezzoli, disse a Maria che doveva ringraziarla per la magnifica mattinata che le aveva fatto passare, poi volle lasciarle un ricordo che sarebbe durato fino alla prossima volta, le infilò due dita nella figa, aveva delle unghie molto lunghe smaltate di rosso che quando furono all’interno della figa iniziarono a graffiarla ferocemente, Maria urlava ma non aveva più la forza per opporsi a Rosa, che tolse le dita dalla figa facendo notare a Maria che erano sporche di sangue poi avvicinò la sigaretta che stava fumando alle labbra della figa e piano piano la spinse contro di esse, si sentì un odore di carne bruciata e mia moglie gridò con tutto il fiato che aveva in gola, a quel punto non ce la feci più, era veramente troppo, con un calcio aprii completamente la porta, le due donne si spaventarono, Rosa rimase immobile a bocca aperta, certamente stava pensando a quale storia inventare per spiegarmi tutto quello che avevo visto, Maria quando vide che ero io mi corse incontro, inciampò e cadde ai miei piedi, io mi abbassai e l’aiutai a rialzarsi, la tenni abbracciata, lei piangendo continuava a supplicarmi di perdonarla e di non mandarla via, guardai Rosa che stava cercando di vestirsi e le chiesi cosa fosse successo, lei non sapeva che ero rimasto tutto il tempo dietro la porta a spiarle e quindi mi raccontò che mia moglie era una puttana che quando lei saliva si faceva sempre trovare nuda e che l’aveva costretta a fare quelle cose con lei, io finsi di crederle e la mandai via, lei si vestì e in un momento era già sparita.Maria era sempre abbracciata a me, le misi un braccio dietro le ginocchia e prendendola in braccio la portai sopra il letto, continuava a singhiozzare, mi pregava di tenerla con me, io mi sedetti di fianco a lei e le accarezzai i capelli, ma non dicevo niente, volevo tenerla un po’ sulle spine, dopo qualche minuto le dissi che dovevo tornare in ufficio e la lasciai.Quando rientrai, la sera, era ancora sul letto dove l’avevo lasciata, l’esperienza con Rosa l’aveva distrutta, mi avvicinai a lei e la baciai delicatamente sulle labbra, lei rispose al bacio come se da quel bacio dipendesse la sua sopravvivenza, le misi una mano sulle tette, lei ebbe un sussulto, ancora le facevano male, allora cominciai a carezzare i capezzoli con la lingua, continuai finchè la sentii sospirare, questa volta di piacere, allora scesi a leccarle l’ombelico e poi sempre più giù finchè arrivai alla figa, le feci allargare le gambe e sempre con la lingua iniziai a massaggiarle le labbra della figa, quando toccai il punto dove era stata bruciata con la sigaretta lei gridò per il dolore che sentiva, lasciai cadere un grande quantità di saliva sulla bruciatura e gliela spalmai con la lingua, si lamentava sempre per il dolore ma notai che iniziava a bagnarsi Ero molto eccitato mi sentivo il cazzo scoppiare, quando sentii che stava per venire smisi di leccarla, mi alzai e posizionai la punta del mio cazzo all’entrata della sua figa, spinsi dolcemente e la punta del mio uccello entrò dentro di lei, avevo una voglia matta di sborrare, iniziai a scoparla più velocemente ma quando la guardai notai che stava piangendo silenziosamente, gliene chiesi il motivo, all’inizio non voleva parlare ma poi mi raccontò quello che io già sapevo cioè che Rosa l’aveva graffiata all’interno della figa e che ora quando il mio cazzo strusciava contro i graffi lei sentiva un bruciore incredibile, mi disse però di continuare a scoparla non voleva che per colpa sua io non fossi soddisfatto della scopata, mi fece pena, avrebbe sopportato il dolore per farmi piacere, senza parlare sfilai il mio cazzo dalla sua figa, le dissi che per questa volta poteva scegliere lei dove farmi sborrare, lei sapendo che amavo incularla si girò con la schiena rivolta verso di me e mi disse di prenderla nel culo, io ebbi un attimo di tenerezza mi chinai a leccarle il buco del culo, era in pessime condizioni, tutto rosso e gonfio, solo al contatto leggero della lingua lei sobbalzò, ma mi disse di continuare perché avrebbe resistito fino alla fine, non ce la feci, la girai e le dissi che mi sarei accontentato di un pompino, lei per ringraziarmi mi fece il miglior pompino della mia vita, lo succhiò e lo leccò per molto tempo e quando finalmente sborrai nella sua gola ingoiò tutto quanto, mi pulì il cazzo da ogni traccia di sborra e se lo tenne in bocca anche dopo che si era smosciato, ogni tanto lo succhiava, sembrava un bambino alle prese con un biberon.Mi venne in mente che lei non aveva ancora goduto e glielo dissi, lei mi assicurò che non aveva importanza ma io ero deciso a farla venire, misi la testa fra le sue gambe e iniziai a leccarla facendo attenzione a non urtare con la lingua la bruciatura di sigaretta, ogni tanto con un dito massaggiavo il clitoride ed entravo di poco nella figa per non farle male, dopo qualche minuto la sentii sospirare e gemere, era venuta, la leccai ancora per un po’ poi mi alzai, la coprii con il lenzuolo e andai in soggiorno.Quello che era accaduto mi aveva lasciato sconcertato, io non ero un sadico, però avevo goduto vendendo la mia donna maltrattata da un’altra, non ero intervenuto, avevo lasciato che fosse torturata fino alla fine, e poi avevo goduto nel consolarla, cercando di alleviare i dolori che sentiva accarezzando e leccando i segni che un’altra aveva lasciato sul suo corpo, lei mi vedeva come un dio e per me questo era molto esaltante, mi piaceva sapere che una persona dipendeva da me e che avrebbe fatto qualsiasi cosa solo per farmi piacere, rimasi sveglio a lungo pensando a come soddisfare la voglia che avevo scoperto dentro di me.Sono passati tre mesi, Maria è diventata una bellissima ragazza, si è arrotondata nei punti giusti, l’ho portata dal parrucchiere per aggiustarle i capelli che ora porta pettinati in un grazioso caschetto che le arriva alle spalle, qualche giorno fa per natale, le ho regalato un paio di orecchini d’oro abbinati con un bracciale e una collanina, quando glieli ho dati ha fatto i salti di gioia, non aveva mai ricevuto un regalo più bello, quando siamo tornati nella gioielleria dove li avevo acquistati per forare i lobi delle orecchie di Maria, mi sono eccitato solamente guardando le smorfie di dolore provocate dall’attrezzo che praticava il foro nell’orecchio, ho pensato che fosse giunto il momento di gustarmi la scena di lei maltrattata, quindi mi venne in mente un mio amico, Gino, malgrado abbia quasi 60anni pensa solo al sesso, sua moglie lo ha lasciato quasi dieci anni fa perché lui la maltrattava, mi sembrò il tipo che stavo cercando, lo contattai e lo inviati a casa mia, si presentò puntuale e rimase stupito quando vide mia moglie, non sapeva che mi ero sposato, e mi fece i complimenti per la mia graziosa mogliettina. Maria dopo averci portato i caffè scomparve in cucina lasciandoci soli, iniziammo a parlare raccontandoci tutto quello che ci era successo negli ultimi mesi che ci eravamo persi di vista, io gli raccontai tutto di Maria, da dove veniva, il fatto che l’avevo “comprata” e gli dissi che era stato il migliore affare di tutta la mia vita, avevo una moglie e un’amante che tutti mi invidiavano, dopo un po’ il discorso cadde inevitabilmente sul sesso, Gino da quando era stato lasciato dalla moglie non aveva avuto molte occasioni, se voleva scopare doveva pagare qualche puttana, scherzando mi disse che gli sarebbe piaciuto fare un “giro” con la mia mogliettina, io diventai improvvisamente serio e gli dissi che era una cosa che si poteva fare, lui rimase senza parole, non credeva alle sue orecchie, io assicuratomi che Maria non potesse sentire quello che dicevamo proseguii dicendogli che c’erano solo due condizioni, una era che usasse il preservativo, non volevo certo che le attaccasse qualche malattia, l’altra era che io potessi assistere, non visto al loro incontro, per il resto avrebbe avuto campo libero, poteva sfogare tutti i suoi bassi istinti, lui assicurandosi ancora una volta che io parlassi sul serio accettò, ci accordammo per la settimana seguente.Lo invitai a cena, quando lui arrivò io dal bar sotto casa chiamai Maria avvisandola che avevo avuto un imprevisto, avevo forato una gomma, e che sarei arrivato tardi, Gino quando Maria glielo riferì le rispose che non c’erano problemi, le avrebbe fatto compagnia lui fino al mio rientro, mentre Maria andò in cucina Gino senza farsi notare venne ad aprirmi la porta, io entrai e mi nascosi dietro una porta dove avrei visto tutto quello che sarebbe successo, tornò mia moglie con un vassoio con gli aperitivi, Gino che era seduto sul divano la prese per un braccio e la fece sedere di fianco a lui, cominciò a farle dei complimenti sempre più pesanti e cercò di baciarla, lei provò a scappare ma lui la teneva stretta, lei diceva di lasciarla stare che non voleva ma lui le rispose che sapeva tutto di lei che io l’avevo comprata e che quindi lei non era altro che una puttana, io presto mi sarei stancato di lei, l’avrei cacciata di casa e lei avrebbe dovuto fare la troia per la strada, quindi tanto valeva che iniziasse ora, Maria che non sapeva nulla delle trattative che avevo avuto con le suore quando sentì quello che Gino le stava raccontando si mise a piangere, lui continuò dicendole che se faceva la brava, quando l’avrei cacciata di casa sarebbe potuta andare da lui.Le ordinò di spogliarsi, dicendole che erano anni che non vedeva una ragazza così giovane completamente nuda e a sua completa disposizione, siccome lei non si muoveva lui le mollò uno schiaffo che la fece cadere per terra, le ripetè di spogliarsi se non voleva che ci pensasse lui, Maria non potè fare altro che obbedire, quando fu nuda lui prendendola per un braccio la fece girare come se fosse un manichino e faceva complimenti volgari, riprese a baciarla ma lei non voleva aprire la bocca per accogliere la sua lingua, lui allora con una mano cominciò a stringerle le guance finchè lei per il dolore lanciò un grido, appena aprì la bocca lui le sputò dentro, lei non riusciva a liberarsi della presa della sua mano e lui continuò a far cadere grandi quantità di saliva nella bocca di lei, quando la lasciò lei cercò ancora di scappare, lui la raggiunse e con una spinta la fece cadere sul divano, la tenne bloccata con un ginocchio mentre cercava di togliersi i pantaloni, quando ci riuscì il suo cazzo venne fuori già duro, aveva un cazzo un po’ corto ma con una circonferenza fuori dal normale, lo prese in mano e lo portò verso la bocca di Maria, tirandole i capelli la costrinse ad aprire la bocca e infilò il suo cazzo fino in gola, era davvero grosso perché Maria faceva fatica ad accoglierlo, aveva la bocca completamente piena, Gino però era troppo eccitato era tanto che non poteva sfogarsi come voleva, tolse il cazzo dalla bocca di Maria, la girò come se fosse una bambola, la fece mettere in ginocchio sul divano, le andò dietro e le infilò le dita nella figa, una alla volta fino ad avere quattro dita dentro di lei che continuava a gridare, poi si accanì sull’ano, dopo averci messo dentro un dito capì che quello era il punto debole di mia moglie, dopo il primo dito fu la volta del secondo, però usò il dito indice dell’altra mano, quando furono dentro iniziò a tirare con entrambe le dita in due direzioni diverse per allargargli il buco del culo, Maria non aveva più neanche la forza di urlare, dopo qualche minuto di questo trattamento Gino porse a Maria un preservativo e gli disse di metterglielo, quando lei lo fece posizionò la punta del cazzo sull’ano di Maria e con una sola forte spinta lo fece sparire dentro l’intestino di mia moglie la quale lanciò un grido disumano, Gino cominciò a scoparla ferocemente ma essendo troppo eccitato non ce la fece a trattenersi e sborrò, lo tenne dentro il culo di Maria finchè il cazzo non si smosciò completamente quindi lo tirò fuori, Maria non si muoveva lui la fece girare e le disse che doveva masturbarsi mentre lui restava a guardare, siccome lei non si muoveva le prese la mano e gliela portò sulla figa dicendole di metterci dentro almeno tre dita, lei non obbediva allora le prese i capezzoli tra le dita e li torse quasi a volerli staccare, Maria gli gridò di smettere che avrebbe fatto quello che le aveva chiesto, infatti si mise le dita nella figa, io scelsi proprio quel momento per rientrare, feci finta di essere incazzato per quella scena e me la presi con lei dicendole che era una puttana e che avevano ragione i miei amici a dirmi che avrei fatto bene a liberarmi di lei al più presto, Gino allora continuò la scena dicendo che quando era entrato mia moglie gli era saltata addosso e che lui dopo aver cercato di resisterle aveva ceduto, comunque mi disse di avvisarlo che quando avrei buttato fuori di casa la troia, sarebbe passato lui a prenderla, aveva già in mente come usarla, io sempre fingendo di essere incazzato gli chiesi se poteva andarsene e lasciarmi solo con Maria, lui si rivestì, mi schiacciò l’occhio e uscì.Rimanemmo soli, guardai Maria era ancora sul divano, si era coperta con un plaid e piangeva, non aveva il coraggio di guardarmi, io le dissi che da lei non mi sarei mai aspettato un comportamento simile, e pensare che era stata educata dalle suore, lei rimaneva a testa bassa e sentivo solo i suoi singhiozzi, proseguii dicendole che mi aveva molto deluso e che avevo deciso di riportarla al convento da dove l’avevo presa, sentendo queste parole lei prese coraggio, si alzò dal divano, il plaid le cadde lasciandola nuda, lei non ci fece caso e si gettò ai miei piedi, piangendo mi diceva che non era stata colpa sua, che Gino l’aveva obbligata, ma che se volevo potevo punirla nel modo che credevo più opportuno, lei avrebbe accettato tutto da me, ma per favore che non la mandassi via, mi disse, per la prima volta che era innamorata di me e che senza di me non poteva e non voleva vivere, io rimasi indifferente alle sue suppliche, le dissi di andare a lavarsi perché perdeva sangue dal culo e puzzava di sesso, le dissi che non la volevo più nel mio letto, quindi andai in camera mia e chiusi la porta. La sentivo che sempre piangendo andò in bagno, fece la doccia poi non sentii più nulla quindi immaginai che si fosse messa a dormire sul divano, decisi di lasciarla soffrire ancora un po’. Durante la notte mi svegliai con le palle che mi scoppiavano, mi alzai e passando dal soggiorno vidi Maria che stava dormendo sul divano, aveva ancora addosso l’accappatoio che aveva usato per asciugarsi dopo la doccia, la guardai e vidi che ogni tanto singhiozzava, andai in bagno e mi sparai una sega, sborrai dentro la vasca che poi risciacquai per non lasciare tracce e tornai a letto.Il mattino dopo uscii senza fare colazione e senza rivolgere la parola a Maria, la sera non rientrai ma uscii con gli amici, restammo fuori tutta la notte, tra loro c’era Gino, era rimasto molto colpito da Maria, voleva trovare anche lui una ragazza carina che si occupasse di lui, quindi mi convinse a portarlo nel convento dove avevo conosciuto Maria, passammo la notte a organizzare il viaggio, si aggregarono anche altri due miei amici, Franco e Alfredo.Tornai a casa che era quasi mattino, Maria dormiva sul divano, vidi sul tavolo ancora le tazzine della colazione che non avevo fatto e capii che era rimasta tutto il giorno senza mangiare, lei si svegliò e io le dissi che la settimana seguente saremmo partiti per la ex Jugoslavia, lasciandole intendere che l’avrei portata indietro, lei rimase dov’era, con la testa bassa.Passai la settimana preparando con gli amici il viaggio, avevamo deciso di portare dei regali alle suore per farci benvolere, bastava poco là mancava tutto, facemmo scorta di cibo in scatola, zucchero, pasta, portammo anche carta, penne, matite e per finire comprammo anche un televisore con antenna parabolica.Arrivò il giorno della partenza, mentre aspettavo che ci passassero a prendere chiesi a Maria se aveva preparato tutto, aveva una piccola borsa dove c’erano le poche cose che aveva quando era venuta in Italia, tutte le cose che le avevo regalato le aveva lasciate nell’armadio, anche il vestito che indossava era quello del convento, io la guardai e le dissi che mi vergognavo ad andare in giro con una conciata a quel modo e la mandai a cambiarsi, scelsi io il vestito, era un grazioso abito molto corto, le feci indossare i gioielli che le avevo regalato e presi anche qualche vestito per il cambio, in quel momento arrivarono gli amici ed uscimmo di casa, io mi misi seduto davanti vicino a Franco che guidava e Gino si mise dietro con Maria, dovevamo passare a prendere Alfredo che sarebbe venuto anche con la sua macchina, nel tragitto fino a casa di Alfredo, feci finta di non vedere Gino che stando dietro metteva le mani sotto la gonna di Maria, la quale cercava di sfuggirgli, e lanciava occhiate nella mia direzione per paura di quello che le avrei potuto fare, Gino le diceva, sottovoce, che per lei era finita la pacchia, sarebbe tornata tra i morti di fame dove era vissuta, ma prima le avrebbe dato un’altra ripassata, fortunatamente per Maria arrivammo sotto casa di Alfredo e Gino andò in macchina con lui.Dopo qualche ora di viaggio arrivammo alla nostra meta, avevamo deciso di fermarci per la notte nella locanda del paese, prendemmo due camere, io dissi a Maria che Gino mi aveva chiesto se poteva passare la notte con lei, le dissi che poteva scegliere lei se accettare o meno, ma che le conveniva tenerselo buono, d’altra parte poteva essere per lei un’occasione per tornare in Italia, lei mi disse che avrebbe fatto quello che io desideravo, se glielo dicevo io avrebbe passato la notte con chiunque, le dissi che non mi importava più nulla di lei.Durante la cena, Gino, che si era seduto vicino a Maria, non perdeva occasione per allungare le mani, gli altri amici ridacchiavano ma io facevo finta di essere incazzato, arrivò il momento di andare in camera, Gino, rimase indietro e prese per un braccio Maria e la tirò in un angolo del corridoio, sentii un grido soffocato, mi girai e guardai Gino che dopo aver bloccato Maria nell’angolo le aveva infilato a forza due dita nel culo e la baciava sulla bocca per non far sentire i gemiti di dolore, poi la lasciò andare, io feci finta di non aver vista nulla, arrivai davanti alla porta della mia camera la aprii e feci segno a Maria di entrare lei mi guardò riconoscente io salutai gli amici e schiusi la porta alle mie spalle, mi spogliai e mi misi sotto le coperte, battei una mano sul letto per far capire a Maria che poteva venire a dormire con me, lei si tolse i vestiti e si sdraiò accanto a me, mi venne vicino sentivo il suo seno contro la mia schiena ma fingendomi incazzato le ordinai di lasciarmi stare perché non avevo ancora deciso cosa fare di lei, la sentii sospirare ma poco dopo ci addormentammo.La mattina dopo di buon’ora partimmo per il convento, appena arrivati fummo accolti dalle suore, una in particolar modo era la suora che mi aveva curato quando ero stato male, quando iniziammo a scaricare tutto quello che avevamo portato rimasero stupite, non avevano mai visto tante cose buone in vita loro, quando poi arrivò la volta del televisore, rimasero letteralmente a bocca aperta, entrammo nel convento e le aiutammo a sistemare le provviste, sarebbero bastate per qualche mese, poi Alfredo, esperto di elettronica, installò l’antenna sul tetto e sistemò il televisore in uno stanzone, Maria nel frattempo era stata circondata dalle ragazze ospitate nel convento che si ricordavano di lei, ammirarono il suo vestito e i gioielli che portava, sentii anche le suore che le chiedevano se era felice e lei rispondeva di si, io con i miei amici ci appartammo con la superiora, dovevamo accordarci per farci affidare un’altra ragazza che sarebbe andata a stare da Gino, infatti Alfredo e Franco erano sposati e le loro mogli non volevano saperne di ospitare qualche ragazzina come domestica, loro si erano ripromessi di lavorarsi le mogli in modo di convincerle, ma per il momento avevano deciso di dividersi la ragazza che avrebbe scelto Gino, furono fatte entrare cinque ragazze, tutte nude e Gino dopo averle osservate scelse Lucia, una ragazza piuttosto piccola di statura, con un seno davvero grande, era sproporzionato rispetto al corpo, che come quello delle altre era estremamente magro, Gino si accordò con la superiora per l’offerta che avrebbe lasciato al conventoTerminate le trattative fummo invitati a rimanere a pranzo.Era pomeriggio inoltrato quando decidemmo di fare ritorno alla locanda, le suore ci accompagnarono fino alle macchine e non smettevano più di ringraziarci, fecero a Lucia mille raccomandazioni, Maria si guardava intorno smarrita, non le avevo detto niente e non sapeva se avevo intenzione di lasciarla al convento e se l’avrei portata con me, quando aprii la portiera e le dissi di entrare aveva le lacrime agli occhi per la felicita, Lucia venne fatta salire in macchina con noi per stare vicino a Maria e Gino non perse l’occasione e si accomodò sul sedile posteriore di fianco a lei, salutammo l’ultima volta le suore e partimmo, io guidavo e sentivo Gino che parlava con Lucia,le diceva che lui era il suo padrone e che lei avrebbe fatto tutto quello che le si chiedeva, mi girai per guardarlo e vidi che si stava sbottonando i pantaloni gli chiesi che intenzioni avesse e lui mi rispose di non preoccuparmi, doveva controllare la merce, si tirò fuori il cazzo dai pantaloni e prendendo una mano di Lucia se lo fece menare, la poverina che non aveva mai visto un cazzo in vita sua non sapeva cosa fare ma lui le diede una sberla dicendo che non era buona neanche a fare una sega, cominciò a strapparle i vestiti di dosso, ogni tanto mi giravo quando sentivo Lucia che gridava, ma lui mi diceva di continuare a guidare che poi mi avrebbe fatto fare un giro Era troppo eccitato, non capiva più niente, per la prima volta aveva a sua completa disposizione una ragazza che non poteva rifiutargli nulla, le prese le tette fra le mani e le schiacciò fino a farla gridare di dolore, le infilò un dito nella figa dicendomi che era meravigliosamente stretta, neanche il culo fu risparmiato, la fece piegare in avanti e le mise un dito nell’ano, Lucia cercava di scappare, ma non poteva andare da nessuna parte e poi lui era veramente forte, la prese per i fianchi se la mise in braccio, rivolta verso di lui con le gambe aperte, ogni tanto mi giravo e lo vedevo che la baciava in bocca, poi sentii un urlo agghiacciante mi voltai a guardare cosa le stava facendo, incredibile l’aveva sverginata, la teneva per i fianchi e se la faceva andare su e giù, Maria seduta di fianco a me non aveva il coraggio di guardare dietro, la scopò a lungo e per tutto il tempo Lucia non smise di lamentarsi.Giungemmo infine alla locanda, Lucia si stava rivestendo, Gino scese e si diresse verso Alfredo e Franco e si vantò dell’impresa appena compiuta, Maria accompagnò Lucia in camera e l’aiutò a sistemarsi per rendersi presentabile per la cena.Giunse il momento di andare a dormire, Gino che aveva passato tutta la sera a tormentare la povera Lucia, chiese se volevamo passare la notte tutti insieme, prese Maria per un braccio e se strinse contro mentre con una mano le carezzava il culo, Alfredo e Franco ridacchiavano pensando alla notte che avrebbero trascorso, io guardai Maria che teneva lo sguardo fisso a terra, e risposi che quella notte mia moglie non l’avrei divisa con nessuno, lei mi guardò e sorrise io allargai le braccia e lei ci si buttò, felice di non dovere andare con Gino.La portai in camera e chiusi la porta mentre la povera Lucia dovette seguire gli altri tre, quando fummo soli dissi a Maria di prepararsi per la notte e andai in bagno, quando uscii lei era già a letto, spostai le lenzuola e vidi che era nuda, come mi piaceva trovarla, si sdraiai di fianco a lei ma non la toccai come al solito, lei rimaneva immobile, allungai una mano e le presi una ciocca di capelli fra le dita, le dissi che ci avevo pensato molto e che avevo deciso di perdonarla, lei si mise a piangere per il sollievo, l’avevo tenuta in ansia per quasi due settimane, mi alzai appoggiandomi ad un gomito e cominciai a baciarla, non riusciva a smettere di piangere, sempre baciandola portai una mano tra le sue gambe e accarezzai la figa con un dito, era già bagnata, quando sfiorai il clitoride sussultò, la masturbai a lungo facendola venire sulla mia mano, mi abbassai e misi la testa fra le sue gambe iniziando a leccarla finchè venne un’altra volta, sfinita volle prendermi il cazzo fra le labbra e iniziò a farmi un meraviglioso pompino, quando sentii che stavo per scoppiare la feci sdraiare e la penetrai molto lentamente, la scopai così, dolcemente, non so quanti orgasmi sono riuscito a provocarle, io non ero ancora venuto e le chiesi se potevo incularla, lei rispose che potevo fare qualsiasi cosa e si mise alla pecorina ma io la feci sdraiare su un fianco con le ginocchia alzate verso il petto e mi sdraiai dietro di leiin questa posizione riuscivo ad accarezzarle la figa mentre il mio cazzo cercava di entrarle nel culo, mi aiutai tenendo il cazzo tra le dita e spinsi piano fino a quando sentii che la punta era riuscita a passare, spinsi sempre di più, Maria si lamentava per il dolore, per quanto fossi delicato per lei la sodomizzazione era sempre dolorosissima, quando il mio cazzo fu entrato tutto dentro di lei ripresi a masturbarla, le dissi di girare la faccia verso di me così potevo baciarla, per me avere il cazzo dentro il suo culo, masturbarla nella figa e baciarla in bocca era il massimo del godimento, rimanevo fermo dentro di lei e le dicevo di dirmi quando sentiva che stava per venire, e solo allora iniziavo a muovermi, lei in preda all’orgasmo si dimenticava del dolore, allora le davo dei colpi sempre più forti finchè mi scaricavo nel suo intestino, questa volta però lei era talmente eccitata che venne quasi subito e io non ero ancora pronto, quando iniziai a muovermi lei aveva già passato la fase dell’estasi e sentì molto dolore ma di pregò di continuare avrebbe resistito, il la inculai selvaggiamente finchè sborrai dentro di lei. Restammo così per parecchio tempo il con il cazzo che pian piano si smosciava sempre infilato nel suo culo, quando uscì vidi che aveva delle strisce di sangue sopra, le chiesi scusa per averle fatto male, la feci girare verso di me e l’abbracciai, all’improvviso udimmo dei rumori provenire dalla stanza vicina, quella occupata dai miei amici con Lucia, chissà cosa stavano combinando alla poveretta, mi alzai dal letto e mi avvicinai alla porta della loro camera, provai ad aprirla, non era chiusa a chiave, la aprii e guardai all’interno della stanza, i tre uomini che fino a quel momento era stati impegnati a bere, a giudicare dalle bottiglie vuote di birre che erano sparse per tutta la camera, avevano deciso che era giunto il momento di fare la festa alla povera ragazza, la quale nuda era sta messa in piedi sopra un tavolino, e loro se la stavano giocando ai dadi, la prima mano la vinse Alfredo che si alzò fece scendere Lucia dal tavolo e la mise alla pecorina in mezzo alla stanza, le infilò un dito nella figa e disse che era stretta e completamente asciutta, allora siccome non voleva sentire fastidio nel penetrarla si sputò sulla punta del cazzo poi si portò dietro la ragazza e con un solo colpo fece sparire il suo uccello nella figa della poveretta, che essendo stata sverginata appena quel pomeriggio non era abituata a simili intrusioni e gridava di dolore, dopo averla scopata per qualche minuto Alfredo fu richiamato dai suoi amici perché riprendesse la partita, questa volta vinse Franco, che si alzò e andando vicino alla ragazza che era rimasta per terra dove Alfredo l’aveva lasciata, infilandole un dito nel culo disse che era giunto il momento di sverginare anche il secondo canale, la portò sul letto dove la fece sdraiare sulla schiena, poi chiamò Gino il quale alzò le gambe della ragazza portandole verso l’alto, Franco si posizionò con il cazzo che puntava contro il culo di Lucia e cominciò a spingere sempre più forte finchè i muscoli cedettero e il suo cazzo entrò tutto fino alle palle, la ragazza urlava per il dolore ma lui incurante di tutto la scopò a lungo violentemente, venne il turno di Gino il quale decise di far provare a Lucia la doppia penetrazione, Alfredo si mise a sua volta sdraiato sul letto e Gino prendendo la ragazza di peso la depositò sopra il suo cazzo e la spinse giù facendolo entrare nella figa, Alfredo poi l’abbracciò portandosela verso il suo petto e la tenne stretta mentre Gino che si era portato dietro la ragazza cercava di incularla, anche se era appena stata sodomizzata da Franco il cazzo di Gino era davvero enorme e gli fece veramente molto male, Lucia quasi svenne per il dolore, per farla riprendere decisero di sborrarle sul viso, si misero in piedi intorno a lei e vennero quasi contemporaneamente sulla faccia.Io piano piano richiusi la porta e tornai in camera mia dove Maria mi aspettava, mi chiese cosa stavano facendo a Lucia ma io preferii non dirle niente, la presi fra le braccia e ci addormentammo.Passarono alcune settimane, una sera incontrai Gino al bar e cominciò a raccontarmi di come fosse soddisfatto di Lucia, oltre a tenergli in ordine la casa ed aprire le gambe ad ogni suo ordine, aveva cominciato a venderla a degli amici che pagavano per poter fare a lei quello che non potevano fare alle loro donne, mi disse che alla fine la lasciavano un po’ malridotta ma che nel giro di un paio di giorni tornava come nuova.Mi chiese se avevo sempre quelle strane voglie di vedere Maria maltrattata, io gli risposi che la cosa mi eccitava sempre, allora mi disse di mandarla a casa sua la sera seguente, mi avrebbe fatto assistere ad uno spettacolo unico, l’aveva già provato su Lucia e mi assicurò che era il massimo del divertimento, almeno per lui.La sera seguente mandai Maria da Gino dicendole che l’avrei raggiunta più tardi, lei arrivò a casa di Gino e fu molto contenta di ritrovare la sua amica anche se si preoccupò perché Lucia era molto sciupata, mentre stavano parlando arrivo Gino che cominciò a mettere le mani addosso a mia moglie lei non voleva e per difendersi graffiò involontariamente una mano di Gino il quale la prese per i capelli e la trascinò in una stanza attigua al garage, in questa stanza Gino teneva la sua collezione di rettili e insetti esotici, infatti nella stanza c’erano diversi terrai illuminati con delle lampade gialle, nel centro della stanza c’era un lettino da ginecologi, Maria venne trascinata fino al lettino e costretta a spogliarsi e a sdraiarsi sopra, io nel frattempo ero entrato dal garage e potevo assistere da una finestra, venne accesa una luce diretta verso il viso di Maria che rimase accecata, Gino aprì un terraio e tirò fuori un serpente lungo circa 50cm, si avvicino a Maria e mise il serpente sul suo seno, lei era terrorizzata e cercò di alzarsi ma Gino le ordinò di infilare le gambe sulle staffe che c’erano ai lati del lettino, Maria non si muoveva allora lui disse a Lucia di pensarci lei, la ragazza si avvicino, prese le gambe di Maria e una alla volta le legò alle staffe, anche le mani le furono legate ai lati del lettino, quando fu immobilizzata Gino le depose il serpente sulla pancia, lasciandolo strisciare lungo il suo corpo, lei lo supplicava di toglierlo ma lui non l’ascoltava, prese da un cassetto una pompetta per clisteri e la riempì di latte, si mise davanti alla figa di Maria, le aprì le labbra e inserì la cannula del clistere, schiacciò la pompetta e tutto il latte entrò nella figa, poi prese il serpente, lo avvicinò alla figa, il serpente sentendo l’odore del latte si agitò e cominciò a muoversi più velocemente, capì che l’odore che sentiva proveniva dalla figa di Maria, Gino disse che adesso sarebbe iniziato il divertimento, prese un grande specchio che posizionò davanti alle gambe di Maria, in modo che potesse vedere cosa le sarebbe successo, il serpente iniziò ad avvicinarsi sempre più alla figa e con un guizzo mise dentro la testa, Maria era in preda al panico, vedeva il serpente che piano piano entrava dentro di lei, continuava a gridare e cercava di liberarsi dalle corde che la tenevano ma inutilmente, in serpente entrò tutto dentro la figa, Gino si avvicino ad un altro terraio e prese un altro serpente, riempì la pompetta con altro latte, questa volta la cannula fu infilata nell’ano di Maria, lei capì quello che voleva farle e piangendo lo pregò di lasciarla andare, poteva chiederle quello che voleva, Gino sembrò pensarci, guardò verso di me e schiacciandomi l’occhio le rispose che c’era una sola cosa che l’avrebbe fermato, lei doveva promettere che mi avrebbe lasciato e che si sarebbe trasferita da lui, Maria disse che non voleva, allora lui prese il serpente e lo portò vicino al culo di Maria, il serpente sentendo l’odore del latte cercava di infilarsi nel buco del culo, Gino gli fece entrare la testa e tenendolo in modo che non potesse entrare di più chiese ancora a Maria di decidere tra me e lui, lei guardava attraverso lo specchio la testa del serpente che cercava di entrare nel suo culo, piangeva ma non si decideva a rispondere, Gino allora fece entrare la testa del serpente nell’ano di Maria che lanciò un grido, lui le diceva che l’unico modo di fermarlo era decidere di lasciare me per lui, ma lei anche se in preda al panico gli rispose di no, lui fece entrare il serpente ancora un po’ dicendole che sarebbe stato molto difficile farlo uscire una volta che fosse entrato tutto, ma lei non voleva cedere, lui lo lasciò e vidi che il serpente sparì completamente, lei gridava, sentiva i serpenti che si muovevano dentro di lei, ed era una sensazione disgustosa, Gino le diceva che bastava una sua parola e lui l’avrebbe liberata dai due rettili ma Maria anche se terrorizzata continuava a invocare il mio nome e non voleva cedere al ricatto, lui prese da una scatola un ragno enorme, era grande come il palmo della sua mano ed era molto peloso, devo dire la verità che anche visto da lontano era rivoltante, lo fece vedere a Maria, la quale era troppo terrorizzata per gridare, glielo portò vicino al viso e le fece sentire sulle guance la carezza di quelle rampe pelose, Maria girava la testa da una parte all’altra nel tentativo di sfuggire all’insetto, ma Gino era senza pietà e appoggiò il ragno su un seno di lei, il ragno cominciò a camminare, Maria lo guardava avvicinarsi alla sua faccia, Gino mise le dita in un barattolo e le fece passare sulla faccia di lei, il ragno si diresse subito verso l’odore che l’attirava, salì sulla faccia di Maria e si fermò sopra le sue labbra, lei non poteva più gridare altrimenti il ragno le sarebbe entrato in bocca, Gino le disse di non muovere la testa altrimenti il ragno l’avrebbe morsa, lei rimase immobile, vedevo il ragno che camminava sulla sua faccia poi scese sul collo, Gino prese il ragno e lo ripose nella scatola, poi si tirò fuori il cazzo dai pantaloni e si fece fare un pompino, all’improvviso Maria ebbe uno scatto, forse uno dei serpenti che aveva nel corpo si era mosso o l’aveva morsa, e chiuse i denti sul cazzo di Gino mordendolo, lui lanciò un’imprecazione e cominciò a colpirla, prima sulla faccia e poi sulle tette, le disse che appena sarei arrivato mi avrebbe convinto a lasciargliela per almeno una settimana, lei piangeva e continuava a invocare il mio nome, anche se ero molto eccitato non ne potevo più a vedere le torture a cui la sottoponeva quindi entrai nella stanza, come mi vide Maria iniziò a singhiozzare, io mi avvicinai a lei e presi a slegarla chiedendo a Gino cosa fosse successo, lui mi disse che quella era la giusta punizione per lei che aveva osato colpirlo, poi mi disse, come se io non lo sapessi, dei serpenti che aveva infilato nel corpo di Maria, nel frattempo io avevo finito di slegarla le andai vicino e la presi tra le braccia, ma il bello doveva ancora venire, infatti i due serpenti dovevano essere tolti da lei, Gino le fece aprile le gambe e con le dita entrò nella figa per cercare di prendere il serpente, lei si lamentava e io cercavo di tranquillizzarla, dopo qualche tentativo Gino riuscì ad afferrare il serpente ed a tirarlo fuori, venne il turno di quello infilato nel culo, Gino dovette prendere un attrezzo simile allo speculum quell’affare che utilizzano i ginecologi, lo spinse nell’ano di Maria e cominciò a girare la vite per farlo aprire, Maria gridava per il dolore, infatti lui lo aprì al massimo, più di quanto non fosse necessario, poi con del latte attirò il serpente verso l’esterno, fortunatamente non ci volle molto a convincere il serpente ad uscire, mentre Gino lo rimetteva in gabbia, io estrassi l’attrezzo dal culo di Maria, la poveretta non aveva più forze e si lasciò cadere nelle mie braccia mentre cercavo di rimetterla in piedi, la presi in braccio e la portai di sopra dove la stesi sopra il divano, feci per andare a prenderle qualcosa di forte da bere ma lei non voleva lasciarmi andare allora la tenni sopra le mie ginocchia mentre con una mano le accarezzavo i capelli pensando che aveva sopportato serpenti e ragni per non dire che mi avrebbe lasciato, mi sentivo orgoglioso di lei.In quel momento arrivarono Franco e Alfredo, dissero che avevano tutta la notte a disposizione perché avevano inventato alle loro mogli la scusa di un poker fra amici, chiamarono Lucia che cominciò a spogliarsi, appena fu nuda si trovò con tre cazzi davanti alla bocca e cominciò a spompinarli, quando furono tutti e tre pronti la spinsero sul tappeto e cominciarono a scoparla, Franco in figa, Gino nel culo e Alfredo in bocca, andarono avanti per mezz’ora, ogni tanto cambiavano buco, alla fine decisero di venire contemporaneamente sul viso di Lucia, tirarono fuori i loro cazzi e cominciarono a menarseli davanti alla faccia della poveretta che dovette rimanere con la bocca aperta mentre loro sborravano e la riempirono di sborra, poi Gino le disse di andare a prendere Big Jim, lei tornò con in mano una specie di supposta gigante, era alta almeno 50cm partiva con una punta che man mano si allargava fino a raggiungere la circonferenza di una bottiglia, gliela fecero mettere per terra e lei doveva impalarsi da sola, lei cominciò ad abbassarsi finchè la punta della supposta fu contro il suo ano, poi spinse piano piano facendola entrare sempre di più, loro stavano tutti intorno a lei e ridevano delle sue sofferenze, Alfredo si appoggiò alle sue spalle e cominciò a spingerla verso il basso quando vide che non riusciva più a farcela da sola, lei gridava per il dolore ma loro la lasciarono per qualche minuto in quella posizione, quando la fecero alzare notai che l’ano le rimaneva aperto, sembrava una bocca, Gino ridendo mi disse che quel lavoro avrei dovuto farlo anche a Maria, infatti aveva notato che il suo culo era ancora molto stretto, un paio di quei trattamenti e non avrei più dovuto faticare per metterglielo nel culo, Maria che era ancora tra le mie braccia, sentendo queste parole ebbe un sussulto ma io la strinsi più forte a me per tranquillizzarla e risposi che il culo di Maria mi andava bene così com’era, non c’era gusto a inculare un culo completamente sfondato che non ti avrebbe stretto il cazzo provocandoti il piacere che altrimenti sentivi.Avevano tutti e tre il cazzo moscio e per eccitarsi decisero di fare il solito trattamento a Lucia, quale fosse questo trattamento lo vidi subito dopo, incominciarono a colpirla su tutto il corpo prima con le mani, poi usando una frusta, Lucia cercava di evitare i colpi e loro si divertivano a correrle dietro, ben presto il suo corpo fu segnato da lunghe strisce rosse, poi a turno si facevano leccare il buco del culo, ricominciarono a scoparla in ogni buco, e questa volta sborrarono dentro di lei ma non tolsero i loro cazzi infatti dopo essere venuti cominciarono a pisciarle dentro, chi nella figa, chi nel culo e chi in bocca e fu obbligata a bere tutto il piscio di chi gliel’aveva scaricato in bocca, poi ad uno ad uno dovette pulire con la lingua i loro cazzi.Gino mi venne vicino e improvvisamente prese Maria per un braccio e la tirò in piedi, lei gridò, era terrorizzata da lui che cominciò a prendermi in giro dicendomi che non sapevo approfittare di lei, che mi facevo intenerire quando invece avrei dovuto dividerla con gli amici come faceva lui con Lucia, mi disse anche che non l’avevo addestrata come si deve infatti si ribellava troppo, io gli risposi che mi andava bene così infatti Maria non mi rifiutava mai niente, lui mi disse di metterla alla prova, io sentendomi osservato dai miei amici, volevo far vedere che avevo anch’io un certo potere su di lei, le dissi di fare quello che Gino le chiedeva, lei a testa bassa annuì, Gino la fece mettere a quattro zampe sul tappeto e cominciò strizzarle le tette, con una mano intanto le toccava la figa, poi disse anche a Franco e Alfredo di avvicinarsi, ora erano sei le mani che la palpavano in ogni angolo del corpo, prima toccandola come per sentire la consistenza poi sempre più violentemente, le strizzavano i capezzoli facendola gridare, le infilarono le loro dita nel culo, arrivando anche a metterne quattro alla volta, lei gridava ma non cercava di scappare, quando Gino si avvicinò con il suppostone vidi la faccia terrorizzata di Maria e lo fermai, lui ridendo si mise dietro a Lucia con il cazzo puntato verso il suo culo e stava per spingerlo dentro, sicuramente con un’unica spinta per farle più male possibile, quando dentro di me capii quello che ancora non avevo neppure confessato a me stesso, io a quella ragazza ci tenevo veramente, non era solamente una questione di sesso, le volevo bene davvero, allora mi alzai, spinsi Gino lontano da lei, dissi a Franco e Alfredo di lasciarla stare e l’aiutai ad alzarsi, tutti mi guardarono sbalorditi, anche Maria non capiva cosa stesse succedendo, io dissi che avevo dato la dimostrazione che Maria avrebbe fatto quello che le chiedevo e che sarebbe andata fino in fondo ma che ero io che non volevo, dopotutto l’avevo sposata, era mia moglie e non volevo più dividerla con nessuno, non avevo intenzione di farla diventare come Lucia, che in solo poche settimane era invecchiata di almeno dieci anni e sembrava una di quelle puttane che si trovano sulla statale con tutti i buchi sfondati e che non ha mai provato e mai proverà piacere, con Maria il sesso era una cosa che dava godimento ad entrambi e non volevo che le cose cambiassero solo per far piacere a loro.Così dicendo porsi a Maria i vestiti, quando fu pronta salutai e me ne andai, durante il tragitto in macchina per arrivare a casa misi la mano sulla sua spalla e la strinsi a me, lei piangeva, dalle mie parole aveva capito che contava tanto per me.Arrivati a casa la presi tra le braccia, lei stava ancora piangendo, la baciai a lungo dicendole che non doveva più preoccuparsi di niente, la spogliai e la portai sul letto, mi sdraiai di fianco a lei e ci addormentammo.Durante la notte fui svegliato da Maria che ebbe un incubo, sognò infatti i serpenti e il ragno che le camminavano sul corpo ed entravano in lei, io la cullai tra le braccia per consolarla, quando i singhiozzi si furono calmati mi scoprii eccitato, anche lei sentì la mia eccitazione contro la sua gamba, senza una parola si abbassò sul mio cazzo e lo prese fra le labbra, lo succhiò a lungo, mentre le accarezzavo i capelli, poi la feci alzare e la feci sedere sopra di me, prendendola per i fianchi le feci prendere il ritmo giusto, poi la lasciai e lei andò avanti a scoparmi da sola mentre le accarezzavo le tette, era una sensazione meravigliosa, non stavano facendo sesso, stavamo facendo l’amore, che anche se sembra la stessa cosa con è così, le sensazioni sono diverse, meno istintive e più tenere, poi lei si girò invitandomi ad incularla, io cominciai prima a leccarle l’ano, con la lingua forzavo il muscolo e lasciavo cadere la saliva anche dentro di lei, poi la massaggiai con le dita, cercando di prepararla per l’intrusione del mio cazzo, sentivo che piano piano si rilassava e le mie dita trovavano meno resistenza quando cercavano di entrare nel suo culo, quando pensai che fosse pronta portai il mio cazzo contro di lei, cominciai a spingere lentamente, con una mano raggiunsi la sua figa e cominciai a masturbarla, nel frattempo la punta del mio cazzo era riuscita ad entrare, rimasi fermo per farla abituare, quando lei con un sospiro rilasciò i muscoli del retto spinsi ancora un po’ e il mio cazzo cominciò a scivolare dentro di lei, quando fu dentro fino alle palle cominciai a muovermi avanti e indietro, vedevo che lei cercava di soffocare i lamenti, le feci girare la faccia verso di me e la baciai a lungo, mentre con la mano non smettevo di masturbarla, fu un’inculata molto dolce, quando sentii che stava per venire le chiesi se potevo fare più forte perchè anch’io ero sul punto di venire, alla sua risposta affermativa cominciai a scoparla nel culo sempre più forte finchè sborrai nel suo intestino, restammo a lungo sdraiati così con il mio cazzo nel suo culo che cominciava a smosciarsi, quando uscì la feci girare verso di me, e le dissi che ero stato molto fortunato a trovarla, lei mi rispose che la fortunata era stata lei, aveva trovato un uomo che amava con tutta se stessa e una vita che rimanendo in convento non poteva neanche immaginare.Restammo abbracciati per tutta la notte e anche se a volte l’avrei fatta sottomettere da qualcuno per godere nel vederla soffrire prima e per consolarla poi, pensai che era mia moglie e che non l’avrei mai lasciata.
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