Era passato qualche giorno dalla serata passata a casa di Gino, una sera suonarono alla porta e Maria andò ad aprire, si trovò davanti Gino, Alfredo e Franco, mi dissero che erano venuti a scusarsi per il loro comportamento, capivano il mio rifiuto di far partecipare Maria alle loro orge, dopotutto anche loro, Franco e Alfredo, erano sposati non avrebbero gradito dividere la moglie con qualcun altro, senza parlare poi che ad una simile proposta le rispettive mogli li avrebbero lasciati all’istante, comunque mi dissero che ero invitato per il sabato seguente nella casa di campagna di Alfredo, era una vecchia cascina ereditata dai genitori, posta in un luogo piuttosto isolato, dove la sua famiglia non andava più da anni e veniva usata come ritrovo per le sue amanti e a volte veniva prestata agli amici, mi dissero che avevano programmato una festa che sarebbe stata anche l’occasione di fare un po’ di soldi facili, io accettai. Maria andò in cucina a prendere da bere e Gino si offrì di aiutarla, sparirono in cucina e siccome dopo alcuni minuti non erano ancora tornati andai a vedere, trovai Maria costretta contro il muro da Gino che le palpava le tette strizzandole i capezzoli, quando entrai Gino si spostò facendo finta di niente, io notai che Maria era terrorizzata, mi aveva infatti confessato che Gino le faceva molta paura e lui lo capiva quindi si divertiva a stuzzicarla, le andai vicino e le passai un braccio dietro le spalle stringendola a me con fare protettivo guadagnandomi uno sguardo pieno di riconoscenza, tornati in soggiorno la feci sedere di fianco a me tenendole sempre un braccio intorno alla vita, chiesi ai miei amici spiegazioni per la festa che avevano organizzato ma mi risposero che sarebbe stata una bella sorpresa.Arrivò il giorno stabilito, Alfredo ci passò a prendere e dopo un’ora arrivammo al cascinale di Gino, quando entrai vidi che nella grande stanza al pianterreno, ricavata dove una volta c’era la stalla, era stato messo una grande tavolo proprio al centro del locale, intorno c’erano circa 30 sedie, mi meravigliai e chiesi quante persone erano state invitate, i miei amici risero ma non vollero dirmelo,Gino disse a Maria di raggiungere Lucia che si stava preparando per lo spettacolo e le chiese di aiutarla se ce ne fosse stato bisogno, verso le 19 iniziarono ad arrivare le macchine con gli invitati, erano solo uomini, quasi tutti li conoscevo almeno di vista, essendo frequentatori del bar sotto casa, ce n’erano di tutte le età dai 30 ai 70anni, c’era perfino qualche extracomunitario, quando entravano venivano fatti accomodare sulle sedie poste intorno al tavolo, dopo un’ora, dicendo che ormai erano arrivati tutti, Alfredo e Franco cominciarono a servire da bere mentre, dissero, Gino preparava lo spettacolo, spensero le luci e accesero quattro faretti che erano stati messi ai quattro lati del tavolo, la stanza era tutta il penombra, solo il tavolo era inondato di luce, arrivò Gino che trascinando Lucia che era completamente nuda, la obbligò a salire sul tavolo e la fece sdraiare con le gambe spalancate poi le si avvicinò con in mano i suoi amati serpenti, la gente cominciò a mormorare, Lucia non si muoveva, lui prese il primo serpente e lo depose sul corpo di Lucia, l’animale cominciò a strisciare sul petto di lei che lo guardava terrorizzata ma avendo più paura di Gino che del serpente, non osava gridare, Gino prese l’altro serpente e lo portò sulla figa di lei, sicuramente aveva già provveduto a introdurre il latte, infatti il serpente sentendone l’odore entrò subito con la testa dentro la figa e con pochi movimenti anche il resto del corpo sparì nella figa, allora Lucia cominciò a lamentarsi, sentiva il serpente che si muoveva dentro di lei, Gino fece lo stesso con il secondo serpente, questa volta però lo fece entrare nell’ano di Lucia, quando anche il secondo serpente sparì disse alle persone presenti in sala che si potevano avvicinare al tavolo per constatare che non c’erano trucci, potevano mettere le loro dita nel corpo di Lucia e sentire i serpenti che si muovevano, tutti accettarono l’invito e Lucia fu circondata da una trentina di uomini che la toccavano ovunque, c’era anche chi ne approfittava per pizzicarle con ferocia le tette, chi le prese le mani e si fece fare una sega, qualcuno riuscì anche a infilarsi nella sua bocca, Gino li lasciò sfogare per mezz’ora poi li rimandò a sedere, erano tutti molto eccitati infatti lo scopo era proprio quello, spensero tutte le luci e per qualche minuto restammo al buio, mentre si sentivano rumori provenire dal centro della stanza, quando accesero di nuovo le luci sul tavolo c’erano due ragazze, erano vestite come due suore, compreso il velo che copriva i capelli, vedendo il mio sguardo stupito Alfredo mi si avvicinò e mi disse che quelle due erano il loro ultimo acquisto, erano andati a prenderle solo due giorni prima nel convento delle suore, ed erano riusciti a tenere Gino lontano da loro, così erano ancora vergini, non avevano neppure mai visto un uomo nudo. Rimasi sconcertato, chissà cosa avrebbero dovuto subire quelle poverette.Le due ragazze erano abbagliate dalla luce dei faretti puntati contro di loro, non riuscivano a vedere tutti quegli uomini intorno a loro, Gino salì a sua volta sopra il tavolo, disse che era giunto il momento di mettere all’asta le due vergini si udì un mormorio eccitato, Gino fece segno a Lucia, che salì sopra il tavolo, sicuramente aveva ancora nel corpo i serpenti perché si muoveva in modo strano, si avvicinò alle ragazze e le tolse il velo, poi disse qualcosa che non riuscii a capire perché non parlava in italiano, le due ragazze si guardarono in faccia e fecero segno di no con la testa, Lucia guardò verso Gino e disse che non volevano spogliarsi, lui allora le prese una alla volta e le tolse la tunica, ci fu un applauso, sotto portavano un reggiseno nero trasparente e un paio di tanga, gli uomini in sala cominciarono a fischiare, le ragazze si guardavano impaurite, Gino rivolse un faro verso il pubblico così che anche loro potessero vedere chi le stava fischiando, poi cominciò l’asta, Gino iniziò a descrivere le due ragazze disse che erano tutte e due 18enni, che erano vergini, che non avevano mai avuto neppure pensieri rivolti al sesso, sicuramente non sapevano neppure cosa fosse perché erano vissute sempre in collegio dalle suore. Per prima cosa offrì i loro reggiseni, ci furono le prime offerte, alla fine furono acquistati per 50€, i due che se li erano aggiudicati salirono per toglierli con le loro mani, le ragazze furono prese e senza tante cerimonie gli strapparono il reggiseno, entrambe avevano due tettine molto piccole, non ancora molto sviluppate, anche il loro corpo era molto magro, cercavano di coprirsi le tette con le mani ma i due acquirenti vollero toccare la merce acquistata e cominciarono a schiacciare e pizzicare i capezzoli, si misero poi a leccarle e a darle morsi, passati 10 minuti Gino disse che il loro tempo era terminato, mise così all’asta le mutandine, furono aggiudicate per 100€, le ragazze videro che altri due uomini erano saliti sul tavolo e si avvicinavano a loro, cercavano di scappare ma Gino che nel frattempo si era munito di una frusta, con qualche colpo le fece desistere, i due uomini decisero di fare le cose insieme prendendo le ragazze una alla volta, mentre uno di loro la teneva ferma, l’altro le abbassava le mutandine piano piano, la ragazza scalciava per opporsi ma non cera nulla che potesse fare, nel frattempo l’altra la guardava pensando che dopo sarebbe toccato a lei, infatti venne anche il suo turno, entrambe erano state completamente depilate, rimasero per dieci minuti nelle mani dei compratori che però potevano solamente toccare dall’esterno, comunque si divertirono lo stesso a masturbarle con le dita e poi con la lingua, le poverette piangevano ma nessuno aveva pietà di loro, anzi il loro pianto li eccitava di più, furono poi messe all’asta le loro mani, che come disse Gino non avevano mai preso un cazzo, chiese chi voleva essere il primo, dopo le consuete offerte salirono sul tavolo altri due, questa volta davanti alle ragazzine si tirarono giù pantaloni e mutande, le ragazze non volavano guardare e si girarono dall’altra parte, i due sghignazzando le presero la mano e se la portarono sul cazzo già in tiro e tenendo la loro mano sopra quella della ragazza cominciarono a farsi fare una sega, le ragazze tenevano la testa girata dall’altra parte allora Gino le frustò e Lucia dovette dire loro che dovevano guardare quello che stavano facendo, per non prendere altre frustate presero a guardare il cazzo che tenevano in mano, dopo qualche minuto i due cazzi cominciarono a schizzare sborra quasi contemporaneamente, con la mano della ragazza si ripulirono l’uccello e ritornarono a posto.Venne messa in vendita la bocca,le offerte cominciarono ad alzarsi, vennero vendute per 200€, quando le ragazze capirono cosa si aspettavano da loro quei due tizi che tenevano il loro cazzo puntato contro le loro labbra cominciarono a piangere e giravano la testa da una parte all’altra, Gino le frustò ma loro non volevano aprire la bocca, allora anche Franco salì sul tavolo e insieme a Gino costrinsero le ragazze ad aprire la bocca schiacciando le loro guance fino a farle gridare, appena aprirono la bocca i due cazzi entrarono prepotentemente fino in gola, loro cercavano di sputarlo ma due mani tenevano la loro testa premuta contro la pancia del loro aguzzino e Lucia fu costretta a dire loro di fare attenzione ai denti perché se facevano del male al cazzo che avevano in bocca sarebbero state frustate a sangue, intanto la folla in sala incitava a sbrigarsi e fecero scommesse su chi sarebbe venuto per primo, quando il primo sborrò nella bocca della ragazza lei non se lo aspettava e cercava di togliersi il cazzo dalla bocca per sputare, ma l’uomo la teneva stretta e non la lasciò finchè non vide che aveva inghiottito tutto quanto, fu la volta dell’altro a venire, ma lui non fu pronto come il primo, mentre stava sborrando allentò la presa e la ragazza riuscì a sfuggirgli dalle mani e lui sborrò sul suo viso e qualche goccia cadde sul, lui era molto arrabbiato e prendendo la ragazzina per i capelli la costrinse a pulire con la lingua. Dopo questa esibizione Gino disse che ci sarebbe stato un intervallo, tutti si diressero verso un angolo dove erano stati portati i rifornimenti di alcolici, tutti quanti chiacchieravano tra loro facendo commenti su quello che ancora doveva succedere.Io approfittai per andare a vedere Maria, ma Alfredo mi disse che Gino l’aveva mandata con Lucia e sistemare le due ragazzine per la seconda parte dello spettacolo, io non ero molto d’accordo ma feci finta di niente.Dopo mezz’ora riprese l’asta, le due ragazze erano state lavate e truccate di nuovo, restavano in piedi sul tavolo tenendosi per mano e guardando tutti quegli uomini che sbavavano dietro a loro, cominciarono le offerte per la figa, la gente in sala quasi litigava per accaparrarsela, vinsero due uomini che conoscevo di vista, uno era un camionista di circa 40anni, era alto molto ben piazzato, senza essere grasso, aveva il corpo ricoperto di tatuaggi, si spogliò prima di salire sul tavolo, aveva il cazzo già duro che si ergeva tra le sue gambe, era veramente un bel cazzo molto grosso e lungo; il secondo era invece un signore di quasi 70anni, anche lui spogliò e mostrò un cazzo corto ma con una discreta circonferenza.Il camionista prese la ragazza che aveva scelto e cominciò a toccarla tra le gambe, lei continuava a gridare, ma non poteva neppure pensare di riuscire a sfuggire, infatti lui la teneva come se fosse una bambola, guardandolo ebbi l’impressione che poteva spezzarla in due senza troppa fatica, lui decise di dare un po’ di spettacolo, teneva la ragazza con la faccia rivolta verso il pubblico e con le dita la penetrava nella figa, lei urlava disperata, il camionista si strusciò un po’ contro il sedere di lei poi quando il suo cazzo fu duro come il marmo, la sollevò senza fatica prendendola per i fianchi se la portò contro il petto poi la prese per le cosce tenendole le gambe divaricate e la fece scendere sopra di lui impalandola con il suo cazzo, rimase per qualche momento con solo la punta del cazzo dentro la figa vergine poi la spinse con tutta la sua forza verso il basso, il cazzo entrò tutto di colpo dentro di lei che gridò come se la stessero sgozzando, lui la fece sollevare e tirando fuori il cazzo lo mostrò al pubblico facendo notare che era tutto sporco di sangue e che dalla figa usciva un rivolo di sangue, poi spinse ancora il suo cazzo dentro la figa appena sverginata e la ragazza ancora una volta gridò, lui cominciò a scoparla sempre più forte mentre lei era quasi svenuta, la fece allora sdraiare sul tavolo e ricominciò a violentarla, mentre lo guardavo pensai che la ragazza sotto di lui aveva davanti agli occhi il tatuaggio che c’era sul petto del suo violentatore che raffigurava la faccia di un diavolo, per fortuna della ragazza anche lui era molto eccitato e non durò a lungo, sborrò una gran quantità di sborra nella sua figa, la seconda ragazza era rimasta a guardare quello che stavano facendo alla sua amica e continuava a tremare, si mise in ginocchio e con le mani giunte pregava il vecchio che aveva davanti a non farle del male, lui le diede una spinta e la ragazza cadde in ginocchio, il vecchio si rivolse verso il pubblico che cominciò ad incitarlo, prese la ragazza e la mise alla pecorina mentre lui da dietro le infilava due dita nella figa, poi prese il cazzo tra le dita e lo diresse verso la figa, lo faceva entrare poco alla volta godendo delle grida che lei lanciava ad ogni affondo, quando non ce la fece più diede un colpo violento ed entrò completamente dentro la figa vergine, la poveretta fece un’ultimo grido poi si accasciò abbandonandosi alla violenza, quando sentì che stava per venire il vecchio tirò fuori il cazzo tutto sporco di sangue dalla figa e facendola girare verso di lui la obbligò a prenderlo in bocca dove sborrò, il pubblico in sala lo applaudì e lui tutto orgoglioso scese dal tavolo e si rimise al suo posto.Venne messo all’asta il culo, le offerte si moltiplicavano, dopo le trattative salirono due energumeni, erano due amici che lavoravano come buttafuori in una discoteca che ogni tanto frequentavo, decisero anche loro di non fare le cose insieme così il pubblico non doveva scegliere quale dei due guardare, il primo prese la ragazza scelta e si fece per prima cosa fare un pompino mentre con la mano le accarezzava le natiche, le ragazze ormai sembravano rassegnate alla loro sorte e non avevano più la forza di ribellarsi, ma quando lui le infilò un dito nel culo la ragazza sorpresa da quell’intrusione gridò un’altra volta, lui si mise a ridere prendendola in giro e imitando le sue grida, poi la fece sdraiare per terra sulla schiena, le alzò le gambe verso l’alto tenendole divaricate, si sputò sulla punta del cazzo poi lo posizionò contro l’ano di lei e cominciò a spingere, lei in quella posizione non aveva troppe possibilità di movimento e lui con un paio di colpi riuscì a sfondarla, quando fu tutto dentro incurante delle grida di dolore della ragazza cominciò a pomparla molto violentemente, ogni tanto lo tirava fuori completamente per poi spingerlo di nuovo dentro fino alle palle, intanto con una mano le infilava le dita nella figa, siccome anche lui come tutti gli altri aveva solo dieci minuti a disposizione cominciò ad un certo punto a scoparla con forza finchè con un grugnito sborrò nell’intestino della sua vittima.Arrivò l’ora della seconda ragazza che visto quello che le sarebbe capitato ebbe una crisi isterica e il suo compratore da solo non ce la faceva a tenerla, lei riusciva a sgusciargli tra le mani come un’anguilla, la forza della disperazione aveva amplificato le sue forze, ci pensò Franco che salì sul tavolo e cominciò a colpirla con la frusta, poi la fece mettere alla pecorina e l’altro le mise due dita dentro il culo, dicendo che era davvero il culo più stretto che gli era capitato di sfondare, poi spinse il cazzo contro l’ano che però non voleva cedere all’intrusione, allora lui le prese le natiche e gliele tenendole aperte cominciò a sputarci dentro, poi riprovò e questa volta con una spinta più forte i muscoli cedettero e lo fecero entrare, la ragazza gridò ogni volta che lui affondava dentro di lei, alla fine si lasciò andare e subì l’inculata finchè lui sborrò nel suo intestino.La folla in sala era eccitatissima, non si riusciva più a tenerli, Gino salì sul tavolo con dei biglietti numerati dicendo che ora li metteva in vendita chi li comprava aveva diritto a passare almeno mezz’ora con la ragazza scelta, tutti si accalcavano per acquistarli in pochi minuti li aveva venduti tutti, gli acquirenti si misero diligentemente in fila aspettando il loro turno, uno alla volta salivano sul tavolo si prendevano la ragazza scelta e potevano farci quello che volevano, qualcuno si mise d’accordo con altri uomini per violentare le ragazze insieme, così facendo avevano a disposizione il doppio o il triplo del tempo perché si accumulavano le varie mezz’ore, le ragazze mi fecero l’impressione di non essere due persone ma due bambole gonfiabili che venivano passate da una mano all’altra senza più ribellarsi, solo ogni tanto le sentivo gridare ed era quando qualcuno le inculava ferocemente con dei falli artificiali che erano stati messi a loro disposizione da Gino.A questo punto io mi alzai e andai a cercare Maria, quando entrai in una stanza adiacente al salone vidi che c’era un televisore che trasmetteva le immagini di quello che succedeva di là, io non mi ero accorto che Alfredo per tutto il tempo aveva filmato con una telecamera quello che era accaduto e che stava ancora succedendo, e il televisore collegato alla telecamera trasmetteva le immagini che venivano registrate, davanti al televisore c’era un divano, sopra c’era seduta Maria con di fianco Gino, Maria era stata costretta a guardare attraverso la tv quello che succedeva alle ragazze, loro non si accorsero del mio arrivo, Gino stava dicendo a Maria che doveva rassegnarsi a fare la stessa fine di quelle due perché con me non sarebbe durata a lungo, intanto le metteva le mani sotto la gonna per toccarle la figa attraverso le mutandine, io mi feci sentire e Gino si alzò e mi venne incontro chiedendomi se lo spettacolo era stato di mio gradimento, mi disse anche che quella sera erano riusciti a raccogliere molti soldi e che avevano deciso di usare il cascinale come base per ricevere i clienti delle due ragazze e di Lucia che avrebbero fatto le puttane a tempo pieno, mi chiese se ero ancora deciso a non fare partecipare Maria anche perché adesso c’erano in ballo un mucchio di soldi e secondo lui potevo benissimo cambiare idea, comunque ero anch’io socio a tutti gli effetti nell’affare in corso, dopotutto se non era per me come avrebbero fatto a trovare il convento che forniva loro le ragazze?Io non risposi, dissi solo che ero molto stanco e gli chiesi se c’era una camera libera dove avrei potuto passare la notte, lui mi disse di sì e mi disse dove potevo andare, io presi Maria e entrai nella stanza, lei stava ancora piangendo per la sorte toccata alle sue compagne di convento, io cercavo di consolarla ma lei non si calmava, allora le dissi che quello che era capitato quella sera, anche se terribile, era quello a cui le due ragazze erano state destinate dal momento del loro abbandono nel convento, infatti tutte le ragazza senza famiglia venivano cedute a uomini senza scrupoli che ne avrebbero fatto delle puttane, non avevano altro destino, lei mi guardò cercando di capire quello che le stavo dicendo, io continuai raccontandole per la prima volta quello che succedeva alle ragazze senza famiglia, cresciute nel convento, una volta che raggiungevano la maggiore età, non avevano una famiglia alle spalle, erano senza soldi e senza un posto dove andare, le suore non potevano o non volevano tenerle e le vendevano come se fossero merce anche se sapevano benissimo la fine che avrebbero fatto.Lei come parlando a se stessa disse che anche lei non aveva famiglia, poi mi guardò e realizzò in quell’istante che probabilmente io l’avevo salvata da una brutta fine, mi chiese se anche per lei le suore avevano deciso quella sorte, io le risposi di si, che se non l’avessi portata via con me sarebbe finita in qualche bordello o a battere sulla strada, lei non riuscì a trattenere le lacrime pensando a come sarebbe stata la sua vita senza di me e mi ringraziava per averla scelta fra tante altre, mi faceva tenerezza ma quella sera mi sentivo strano, forse per le scene a cui avevo assistito e mentre le asciugavo le lacrime con un fazzoletto decisi di confessarle tutto, le dissi che non doveva ringraziarmi dopotutto io non ero migliore dei miei amici, l’avevo scelta al convento come si può scegliere un cane in un canile, l’avevo comprata pagandola come se fosse merce, e l’avevo portata con me, non per altruismo ma per avere una donna giovane sempre a mia completa disposizione ogni volta che mi tirava l’uccello, infatti se si ricordava all’inizio non ero stato per niente gentile con lei, l’avevo sverginata in entrambi i buchi senza riguardo per il suo dolore, l’avevo ceduta a Gino per godere delle sue sofferenze ed era per quello che lui ora non la considerava come mia moglie ma come una qualsiasi prostituta e si divertiva a tormentarla, le dissi anche che poi effettivamente avevo cercato di renderle il sesso piacevole, ma anche questo l’avevo fatto solo per il mio interesse, non mi piace infatti avere tra le braccia una donna passiva, che si lascia fare di tutto, ma non partecipa attivamente dandomi piacere di sua iniziativa, comunque dopo tutto questo io mi ero molto affezionato a lei fino ad innamorarmi. Lei mi ascoltava senza interrompermi, io proseguii il mio discorso dicendole che durante la sera avevo preso una decisione, se lei voleva io l’avrei lasciata andare via da me, l’avrei aiutata a cercarsi una casa per conto suo e a trovare un lavoro per potersi mantenere, avrei divorziato e le avrei passato gli alimenti, ma lei aveva solo quella notte a disposizione per decidere se accettare o meno l’offerta, la mattina dopo l’avrei ritirata e lei non avrebbe più avuto la possibilità di scegliere, sarebbe rimasta con me per sempre.Maria mi guardò sconvolta, mi pregava di non mandarla via, anche se tutto quello che avevo detto era vero a lei non importava nulla, infatti anche se la prima notte a lei era sembrato un’incubo senza fine si ricordava anche di tutte le volte che la facevo godere immensamente, non le importava neppure se qualche volta l’avrei ceduta a degli amici, purché poi la riprendessi con me, mi disse che non poteva immaginare la sua vita senza di me, lei sarebbe morta piuttosto di separarsi, e mi disse che mi amava, che non voleva aspettare la mattina dopo, la risposta era che lei sarebbe rimasta sempre al mio fianco.Io cercai ancora di farla riflettere, poteva incontrare ragazzi della sua età, io avevo trent’anni in più, potevo essere suo padre, ma lei ormai non mi ascoltava più, si stringeva a me con disperazione, io le presi il mento fra le dita, era bagnato di lacrime, le alzai la testa e rimasi a guardarla, aveva gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime e le labbra che le tremavano, presi un fazzoletto dalla tasca e le asciugai il viso, poi la baciai sulle labbra, erano salate, quando provai a staccarmi dalla sua bocca, lei mi passò le mani dietro la nuca impedendomi di lasciarla, allora continuai a baciarla, questa volta sul collo, lei sospirava si stava eccitando, mi accarezzava i capelli, io nel frattempo mi ero abbassato a leccarle le tette poi ero sceso sempre più in basso, leccandole la pancia piatta e poi passai al monte di venere, con le mani le allargai le gambe e la leccai sulla figa, lei sospirava e tenendo le sue mani sulla mia testa mi spingeva sempre più contro di lei, era talmente eccitata che quando mi alzai avevo tutta la faccia bagnata dal suo umore, la feci sdraiare sul letto e ripresi a leccarle la figa, ogni tanto introducevo un dito e lei gemeva, poi mi misi a 69 e lei cominciò a farmi un pompino stupendo, non sapevo cosa le stava succedendo non era mai stata così infoiata, venne mentre con le labbra le avevo imprigionato il clitoride, e mentre godeva mi succhiava il cazzo in un modo divino, lo sentivo scoppiare, mi sdraiai e la feci salire sopra di me, lei posizionò con le labbra della figa contro la punta del mio cazzo e si abbassò, piano piano, quando il mio cazzo fu tutto dentro lei continuò a spingere come se volesse farsi entrare dentro anche le palle, poi iniziò ad alzarsi ed abbassarsi sempre più velocemente, dopo un po’ la feci rallentare altrimenti avrei sborrato subito, invece volevo durare a lungo, la feci mettere alla pecorina e la penetrai, questa volta ero io che davo il ritmo, ogni tanto mi fermavo tenendo il cazzo spinto fino in fondo alla figa, poi ricominciavo a sbatterla velocemente, persi il conto di quante volte la sentii venire, avevo una voglia matta di incularla ma sapendo che le provocava dolore mi limitai a toccarle il buco del culo che in quella posizione era alla portata della mia mano, con un dito riuscii a penetrarla, lei mi chiese se volevo metterglielo nel culo, quando le dissi di no, lei sapendo che non era la verità, fece uscire il cazzo dalla sua figa e con una mano lo portò contro il suo ano e cercò di infilarselo da sola con delle piccole spinte, allora le dissi di sdraiarsi su un fianco mentre io mi mettevo dietro di lei, anche se non era la posizione migliore per incularla, potevo nello stesso momento masturbarle la figa con la mano per farla venire insieme a me, quella sera la inculai a lungo, quando sentivo che si lamentava sottovoce per il dolore rimanevo fermo dentro di lei e la accarezzavo più forte introducendo le dita nella figa finchè sentivo che si rilassava nuovamente, andammo avanti per quasi un’ora alla fine non ce la feci più e sborrai dentro il suo intestino, restai così, con il cazzo dentro il suo culo che si smosciava lentamente finchè uscì da solo, allora lei si girò verso di me e accoccolò tra le mie braccia, mi disse che era stato bellissimo e che sperava di avermi dimostrato che mi amava, io la baciai a lungo teneramente, ci addormentammo così e quando la mattina dopo ci svegliammo eravamo ancora abbracciati.Dopo esserci rivestiti decidemmo di tornare a casa, lasciai Maria in cucina mentre cercavo i miei amici per avvisarli che me ne stavo andando, andai nel salone e vidi che le due ragazzine aiutate questa volta anche da Lucia, erano ancora impegnate nell’orgia pazzesca che doveva essersi scatenata dopo il mio ritiro la sera precedente, sembravano tre zombi, non avevano più la forza di muovere un muscolo, ma agli uomini intorno a loro questo non importava e continuavano a penetrarle in ogni buco, in un’angolo vidi Alfredo e gli dissi che me ne andavo, lui mi disse che mi ero perso una notte memorabile, le ragazze non avevano smesso un momento di “lavorare”, solo ogni due ore venivano accompagnate in bagno per i bisogni fisiologici e per darle una lavata, poi tornavano in sala, ormai avevano provato tutto quello che c’era da provare, qualcuno si era anche divertito a usarle come gabinetto e loro erano state costrette a mangiare e ingoiare tutto quello che svuotavano nelle loro bocche, io lo interruppi dicendo che avevo fretta e che non avevo voglia di sentire i particolari, lui mi disse che in ogni modo aveva ripreso tutto e che mi avrebbe mandato le cassette, me ne tornai in cucina, Maria era in compagnia di Gino che avendola vista tutta sola e notando gli occhi rossi per le lacrime della sera precedente e l’aria sfinita pensò che io le avevo dato una bella ripassata, come diceva lui, e come al solito prese a tormentarla, quando lo entrai lui la teneva con la pancia contro il tavolo e con due dita era riuscito a penetrarle il culo, lei si divincolava ma non riusciva a liberarsi, io andai dietro di lui, lo presi per una spalla e con una spinta lo mandai a rotoloni per terra, lui si voltò e quando vide che ero stato io si mise a ridere, io gli dissi che quella era l’ultima volta che gli permettevo di toccare mia moglie, poi presi Maria che si stava sistemando la gonna e usciì, lei era seduta di fianco a me e non parlava, guardava la punta delle sue scarpe, io la feci venire vicino a me e guidando con la mano dietro le sue spalle le dissi di non preoccuparsi di Gino, appena lei sarebbe rimasta incinta, diventando la mamma dei miei figli avrebbe capito che con lei io facevo sul serio e l’avrebbe lasciata stare. Lei mi guardava con la bocca spalancata, io ridendo le chiesi se aveva qualche obiezione sul fatto di diventare madre, lei stringendosi a me mi rispose che non vedeva l’ora.
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