8 anni fa ho traslocato coi miei dalla vecchia casa in cui abitavamo in quella in cui tutt’ora abito, anche se non ci siamo spostati di molto, soltanto due isolati, quel trasloco per me fu una botta non indifferente. I primi giorni cercai di studiare la situazione, provando a legare coi vicini (e soprattutto con i loro figli e figlie) e tra essi, un giorno mi vedo spuntare davanti una ragazza mora, dai capelli ricci e neri, e dalle forme stupende. Non era molto magra, perchè era più che altro muscolosa, ma quella visione mi fece strabuzzare gli occhi. Era più grande di me di qualche anno, ma in un modo o nell’altro decisi che al momento opportuno avrei provato ad abbordarla. Dopo qualche tempo, tornando a casa, sulla rampa delle scale che porta all’ascensore di spalle vedo lei, riconoscendola dai sodi glutei rinchiusi in un pantajazz grigio, e dai lunghi capelli neri. Per un attimo mi blocco nell’antro del palazzo ma il rumore del portone che si chiude mi da la sveglia e mi avvicino all’ascensore. Al mio arrivo la saluto con un ciao con una voce mista tra emozione e vergogna. guardandola bene da vicino era ancora meglio di quanto avessi immaginato, su quel pantajazz grigio aveva una maglia nera scollata, che lasciava intravedere i suoi globi sodi del seno, e a quella vista mi dimenticai di tutto. Lei mi rispose con un altrettanto imbarazzato ciao, era la prima volta che stavamo da soli, e avevo l’impressione che anche io piacevo a lei. All’arrivo dell’ascensore lei mi guarda e mi chiede se fossi il figlio dei nuovi vicini, io le dico di si, e presentandomi le dissi piacere, sono Mario. Lei mi tese la mano e mi disse piacere mio, sono Ilaria. L’ascensore arrivò al mio piano, ci salutammo ma da quel giorno io non potevo fare a meno di pensare a lei. Dopo qualche giorno in cui non la vidi, affacciandomi al balcone la vidi tornare a casa con delle buste che faceva fatica a portare… quale migliore occasione? Mi precipitai dalle scale e arrivai davanti al portone mentre lei cercava disperatamente di aprirlo con le chiavi. Dall’interno glielo aprì io, e con un sorriso le dissi:”ciao bellissima!”, lei un po’ si imbarazzò e fece per riprendere quelle buste pesantissime, ma io mi ofrii di darle una mano. Lei accettò molto volentieri e ci avviammo verso l’ascensore. Lo sforzo per quelle buste la fece cominciare a sudare, ed io nel vederla così non so perchè ma mi eccitai. POrtai le buste fino all’uscio di casa sua, e lei mi invitò dentro dicendo che per ringraziarmi mi avrebbe offerto qualcosa da bere. io accettai di buon grado, e già entrando in casa sua sentivo l’adrenalina salire fin su i capelli. Mi fece accomodare in cucina e mi disse di aspettare un attimo perchè voleva cambiarsi, io fui tentato di spiarla, ma avrei rovinato tutto… tornò in cucina con una canotta aderente, e senza reggiseno, che lasciava intravedere i capezzoli inturgiditi, e uno short nero che mostrava la compattezza delle sue gambe. Mi offrì da bere e tra una chiacchiera e l’altra scoprimmo di avere molte cose in comune. Spesso il mio sguardo cadeva sulle sue tette, e lei non sembrava affitto infastidita da ciò. pensai che fosse il momento giusto per sferrare l’attacco, e così mi avvicinai a lei come per baciarla, lei prima si tirò indietro, poi mi si avvicinò di nuovo e le nostre lingue si incontravano. Quel baci fu il più bello della mia vita, il mio cazzo si intirizzì e lei mentre mi baciava sfilò via la canotta. La vista dei suoi seni mi provocò un piacere assurdo, lei capì che mi aveva fatto impazzire e mi prese per i capelli sbattendomi tra le sue tette. Io cominciai mordicchiarle e leccarle i capezzoli e lei ammetteva gemiti di piacere. Dopo un pò cominciò a toccarmi il cazzo dai pantaloni, quella sensazione mi provocò un piace immenso, eravamo in una cucina, lei seduta, io quasi prostrato davanti alle sue tette, e i nostri respiri viaggiavano assieme. Mi tolsi il pantalone, lei mi spinse piano verso il tavolo, mi bacio dal bacino in giù fino ad arrivare al cazzo. Era durissimo e avevo paura di sborrare prima del tempo, ma non fu così lei mi fece un pompino succhiandomelo e leccandomelo, mordicchiandolo di tanto in tanto. Non immaginavo che l’avesse fatto. vedendomi arrapato non ci pensò due volte e si piazzò il mio pisello tra le tette. Fu una sensazione bellissima poter andare su e giù tra quei due globi rotondi e sodi. Non ce la feci più, la spostai e la girai di spalle. dopo averle sfilato gli shorts le spostai gli slip e cominciai a penetrarle la fica da dietro. Sentico lei gemere dal piacere, mentre io nella goduria più assoluta le toccavo le tette da dietro, strizzandole i capezzoli di tanto in tanto. Dopo qualche minuto la inondai con tutto il mio piacere, tirandolo fuori al momento giusto e sborrandole su per il culo. Fu la scopata più bella della mia vita. Il nostro rapporto è continuato e continua tuttora. ormai conviviamo a casa sua, e ogni volta è sempre bella come la prima.
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