Cercasi segretaria giovane, buona presenza, buona conoscenza dell’uso del computer, ragioniera.Era la locandina inserita nel giornale locale per la ricerca della mia nuova segretaria. Ingegnere, 40 anni una buona presenza e molto conosciuto in città, un matrimonio d’amore, niente figli. In 15 anni di attività in proprio avevo sempre scelto le persone collaboratrici guardando molto al loro aspetto fisico, alla preparazione culturale, ma anche alla moralità. Volevo persone realmente di fiducia.Molte ragazze si fecero avanti, tutte giovani, carine, intelligenti, poi venne Paola che mi colpì moltissimo oltre che per il suo aspetto ed alla sua preparazione, ma anche per i suoi modi in contempo decisi, ma dolci.Grandi occhi neri, capelli neri lunghi, un fisico da favola, giovanissima – appena 19 manni, scelsi lei.Paola rispettò tutte le premesse: in 2 mesi di lavoro aveva di gran lunga superato la prepoarazione delle mie precedenti segretarie, anche gli altri collaboratori non potevano aver nulla da dire. Precisissima in tutte le cose da rasentare la fobia. La vedevo circolare nell’ufficio sempre ben vestita, con le sue cose ben in vista, gioiosa e felice, ma molto garbata e poco propensa a parlare di cose che non fossero lavoro. A me un comportamento del genere non potera che far piacere. Lei riusciva ad appassionare i clienti che frequentavano l’ufficio e tutti ne parlavano bene.Una sera mi ritrovai molto stanco e nervoso per alcune traversie della giornata , lei mi raggiunse nella mia stanza e mi disse “Ingegnere, sta bene?, vuole che le prepari un caffè?” “Si!” risposi io con molta meraviglia e gioia che lei si interessasse a me. In effetti io ero molto duro nel lavoro, qualche precedente segretaria si era lamentata del ritmo sostenuto nel fare le cose e della mia durezza nell’imporre il modo di lavorare, lei no! Lei era sempre pronta al sorriso, mai una risposta fuori luogo…era impressionante come non perdeva mai le staffe. Era impeccabile nel comportamento come era impeccabile il suo modo do vestire o di muoversi. Sorseggiai il caffè caldo con soddisfazione, lei mi venne dietro e prese delicatamente a massaggiarmi la nuca:”va meglio così?” quasi non ebbi la forza di rispondere, quelle manine delicate che mi massaggiavano mi fecero venire strani pensieri, il mio cazzo già iniziava a gonfiare i pantaloni “Grazie, Paola, se vuole può andare” “Senza fretta” ribadì lei “ora è meglio se rimango quì”. A quel punto capii che lei si era accorta della mia eccitazione ed iniziava uno strato gioco di dita sulla mia nuca che avevano come risultato l’aumento della mia voluttuosità. “Vuole che la faccia realmente sentire meglio? Allora si spogli, io vado un attimo in bagno. Mi raccomando, completamente nudo !” Il suo tono fù perentorio ed io, come un automa, ubbidii, facendomi trovare, al suo ritorno, completamente nudo come aveva chiesto. Lei, invece, era completamente vestita, aveva in mano i suoi slip che si era tolta in bagno. “Bene, bene, il mio caro ingegnere che ha voglia di stare meglio. Ti piace la tua Paoletta vero?” e mi afferrò per il cazzo che era diventato di pietra, ebbi una scossa elettrica quando lei mi tirò verso di se e mi baciò. La mia condizione era veramente strana, ero completamente nudo davanti alla mia segretaria che nel frattempo si era sedura al mio posto. “Vuoi che ti faccia godere?” chiese lei “Si!” laconicamente risposi io “Allora me lo devi chiedere per bene, in ginocchio adorandomi come una dea…facciamo un patto, di giorno io sono la tua segretaria, la sera divento la tua Signora, va bene?”. Con un filo di voce risposi di si e mi inginocchiai davanti a lei. Aveva una minigonna, delle calze nere autoreggenti, delle scarpe nere con tacco alto e, dalla posizionc eh ero, potevo vedere la sua vulva rosea completamente ricoperta da ricciolini neri. Le tolsi le scarpe ed iniziai a baciarle i piedi. Aveva dei piedi bellissimi, che emanavano un profumo di bagnoschiuma unito al profumo del suo sudore, era qualcosaa di molto eccitante. Il mio cazzo aumentava di dimensioni a dismisura, lei aprì le cosce ed ordinò “Leccami quì, ora!” iniziai a leccarle il sesso con ardore, lei godeva moltissimo. Aveva messo entrambe le cosce sulle mie spalle e con i piedi spingeva il mio tronco verso la sedia emettendo gridolini di piacere. Quando ebbe goduto ben bene dischiuse le gambe liberandomi dalla stretta, mi afferrò per il cazzo costringendomi ad alzarmi ed iniziò a dedicarsi a me. La sua bocca era abbastanza grande, con delle labbra rosse splendendi, iniziò a leccarmi il glande, lentamente, per prolungare la mia tortura. Con le unghie delle mani mi stuzzicava i testicoli mentre avidamente aveva preso a succhiarmi il cazzo. Io non capivo più nulla, l’unica realtà era quella che avevo sotto gli occhi. Lei mi stava facendo godere in un modo mai visto per me. Il mio orgasmo non tardò, ma lei, al momento cruciale, lasciò il pene. Gli schizzi di sperma caddero tutti sulla scivania ed a terra. Lei accavallò le gambe e mi disse: “procurati qalcosa per pulire, e fai presto” Mi recai in bagno, presi della carta e tornai per asciugare lo sperma dalla scrivania e dal pavimento eseguii: prima la scivania, poi mi inginocchiai ed asciugai il pavimento “E quì?” chiese lei mostrandomi la sua scarpa. Un poco di liquido era finito sulla punta della sua scarpina, feci per asciugarglielo con la carta quando lei disse “No, devi leccarlo!” . Non me lo feci riperete 2 volte, lei mi offrì il suo piede con la scarpa e le ripulii tutto. “Ora puoi rivestirti, ma prima portami un drink” concluse lei.Mentre le versavo il drink la guardai da lontano, era bellissima, ma non immaginavo ancora dove mi avrebbe portato questa storia.
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