Dormii come un ghiro. Sognai Paola e la mamma. Le loro mani sul mio corpo, i loro sessi, i loro seni, le loro gambe ed i loro bellissimi piedini che tanto avevo adorato. Mi svegliai di soprassalto sentendo dei rumori, non riuscivo a muovermi, avevo le mani legate, Paola e la mamma erano sedute ai lati del letto in vestaglia, mi avevano abbassato il pigiama ed il boxer e mi massaggiavano il sesso ed i testicoli. “Buongiorno!” disse la mamma di Paola, “Come và, tesoro?” disse Paola, “vedi ti abbiamo dato un dolce risveglio”. Le salutai, ma non riuscivo a capire perchè mi avevano legato, lo capii poco dopo quando la mamma di Paola prese un pennello da barba insaponato ed un rasoio da barbiere “Veda, ingegnere, io faccio l’infermiera e spesso faccio la BARBA al basso ventre di persone che devono operarsi di varicocele, quando lo faccio ai giovanotti mi diverto molto” ed iniziò ad insaponarmi l’inguine mentre Paola mi teneva il cazzo fermo. “Cosa volete fare?” dissi io divincolandomi. “Stia fermo o si potrà fare male” rispose la mamma di Paola facendomi vedere bene il rasoio. Iniziò a radermi l’inguine. In effetti era molto brava e decisa nel farlo, ma a me non andava molto. Tentai di convincerla a non farlo, ma non ci furono ragioni. “Come sei bello” disse Paola quando la mamma finì. In effetti il mio pube sembrava quello di un bambino. Il mio cazzo si ergeva come un grattacielo nel deserto. “Ora sei completamente in nostra mercè” disse Paola mentre mi fissava del materiale sulle gambe e sulle cosce: era ceretta per depilare. Mi depilarono totalmente le gambe e le cosce, sembravo una femminuccia. Ora ti sleghiamo, tu ti rivesti con quegli abiti che sono sul letto e ci raggiungi in salotto. Erano abiti femminili: calze, corpetto, mutandine di pizzo e gonna. Feci fatica a mettere il mio pisello duro negli slip di pizzo. Le raggiunsi in salotto con molta difficoltà grazie anche alle scarpe con il tacco ed ebbi una grossa sorpresa: Paola e la mamma erano vestite da uomo, entrambe. “Vieni bella” disse Paola. Mi avvicinai a lei, che aveva messo dei baffi finti, e lei mi baciò introducendomi la lingua quasi fino in gola. La mia eccitazione era massima. “Oggi sarai la nostra cameriera-puttana” disse Paola dandomi una grossa manata sul culo. La mamma leggeva il giornale, servii loro del caffè, durante il servizio ricevetti numerose manate sul culo e sotto la gonna. Quando ebbero finito disse Paola “vieni, ho voglia di godere”, si sbottonò i pantaloni e ne estrasse un grosso membro di gomma, era enorme, “leccamelo, dai, serva”. Mi inginocchiai ed iniziai a leccare quel membro di gomma, ad un certo punto uno schizzo di roba bianca, che poi capii essere panna, mi raggiunse il viso. Paola e la mamma scoppiarono a ridere. “Io invece voglio metterglielo nel culo” disse la mamma estraendo il suo membro finto che sembrava essere ancora più grande del precedente. Fu dolorosissimo, fui inculato più volte dalla mamma e dalla figlia. Quand’ebbero finito mi fecero spogliare, mi presero costantemente in giro per la mia depilazione, poi Paola mi disse: “Ora inginocchiati quì davanti a noi e masturbati, vogliamo guardarti godere”. Iniziai a toccarmi il membro, sembrava la prima volta che lo facevo. Sborrai furiosamente, loro mi applaudirono, si alzarono ed andarono a cambiarsi in camera. Io stramazzai a terra stanco e mi riaddormentai sul pavimento.
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