Non mi era mai successo, ero completamente nelle mani di due donne sfrenate. Realmente mi era capitata una cosa bellissima, ma era molto preoccupante ciò che stava succedendo in me: mi stavo innamorando di Paola. Dopo quell’esperienza a casa loro continuarono gli incontri serali con lei presso il mio ufficio. Paola, giorno dopo giorno, diventava sempre più calda e dominatrice, mi proponeva sempre giochi nuovi e molto divertenti. Una sera, mentre lei era seduta sul divano della mia stanza e beveva un drink, io mi ero denudato e mi apprestavo ad iniziare il rito di adorazione (Il rito era sempre lo stesso, ma sembrava sempre nuovo, a Paola piaceva moltissimo, consisteva sostanzialmente nell’adorazione dei suoi splendidi piedini, lo avrei fatto per ore intere senza mai stancarmi) lei mi disse:”Stasera ti voglio toccare il pisello solo con i piedi, voglio farti sborrare così” Ero già pronto alla dolce toccata quando entrò, senza bussare, la signora delle pulizie Maria. “Cosa succede, ingegnere?” mi disse Maria e scoppiò a ridere. Paola e Maria si guardarono negli occhi e si capirono. “Alzati” disse Paola. Io mi vergognavo molto ma lo feci. Mi alzai e rimasi nudo in piedi davanti a loro due. “Che dici, Maria, ti vuoi togliere qualche sfizio?.Ora puoi, vedi lui fa tutto quello che gli dico io, vero?”. Non ebbi il coraggio di rispondere, nè di guardarle in faccia, ma annuii con il capo. Maria si avvicinò, mi prese il cazzo in mano ed iniziò a menarmelo “Però, è proprio un bel tipo questo nostro capo, vero Paola?” “non lo dire a me” rispose Paola “che me lo faccio ogni giorno”. Maria era una bella donna quarantacinquenne, capelli rossi e trasandati, le mani non molto morbide, ma aveva un bel fisico, forse un poco tenuto male, vista l’attività, ma mi piaceva. Mi lasciò il cazzo, si tolse le mutande, mentre Paola mi faceva sdraiare sul divano, e mi venne sopra cavalcandomi. “Hmmm, bellissimo cazzo, ohoo!” diceva mentre si dimenava sopra di me. Paola si sedette al mio posto e ci guardava eccitata. Maria ebbe un forte orgasmo mentre si stropicciava i capezzoli dei possenti seni che, nel frattempo, erano venuti fuori dal camice da lavoro. Dopo che terminò la cavalcata Maria si alzò, ma notò che il mio cazzo non aveva avuto nessuna reazione negativa, in effetti non ero arrivato, Paola me lo aveva vietato con lo sguardo. Mi alzai dal divano, mi avvicinai a Paola e mi ringinocchiai ai suoi piedi, lei tirò fuori un piede da una scarpa e me lo porse ed io ripresi a leccarglielo, non aveva le calze, se le era levate nel mentre. Dalla posizione in cui mi trovavo vedevo la sua rosa purpurea che emanava un odore di sesso intenso. Maria si avvicinò ed iniziò a toccare il seno di Paola mettendolo a nudo. La sua bocca succhiava i capezzoli di Paola che si dimenava sulla sedia. “Basta, voglio godere” disse Paola, mi distesi a terra, il pavimento era freddo ma contrastava benissimo con il calore del corpo di Paola che mi venne sopra ed iniziò a cavalcarmi. Venimmo insieme all’unisono. Le sborrai dentro e lei mi riempì le cosce e la pancia della sua linfa. Maria si era seduta ed aveva seguito tutta la scena masturbandosi, era venuta anche lei.
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