Punto!!! Dopo un altro veloce scambio di colpi ero riuscito a chiudere anche quel game in mio favore. Ormai era quasi finita l’ora di affitto di quel campo da tennis al coperto, umido ma ottimo anche per giocare quando il tempo non era favorevole. Dall’altra parte del campo, Giulia, la mia compagnia a stento riusciva a trattenere il fiatone e inevitabilmente sudata, era pronta a servire per l’ultimo e decisivo game. Da poco 25enne, Giulia era alta 1,70, aveva lunghi capelli biondi legati per l’occasione, due occhi marroni e un fisico allenato seppure non proprio perfetto. Di carattere era molto orgogliosa, infatti lottò con tutte le sue energia su quelle ultime palle, sebbene il risultato aveva dato, anche quella volta, la gloria a me. Te l’avevo detto che non ci sarebbe stata storia nemmeno questa volta!! le dissi e la vidi sbuffare sconfitta e incamminarsi verso la panchina dove aveva la borsa. Giulia aveva una magliettina bianca a maniche corte e una gonnellina di quelle fatte apposta per giocare a tennis, sebbene non andasse messa sopra delle semplici mutandine, le volte che giocavamo al coperto lontani da occhi indiscreti, a lei piaceva metterla comunque. Giulia era davvero una ragazza eccitante, la guardavo mentre stava seduta sulla panchina con l’asciugamano intorno al collo che beveva acqua dalla bottiglia, era completamente sudata e la maglietta che indossava lasciava intravedere il suo reggiseno bianco. Non aveva dei seni prorompenti, ma avevano forme quasi perfette e a me facevano impazzire. Cominciarono a venirmi strani pensieri per la testa, ma non appena la vidi cominciare a sventolarsi con la gonna per farsi aria, lasciandomi così intravedere le sue mutandine bianche, i miei pensieri divennero eccitazione. L’avevamo fatto spesso in luoghi insoliti, era un a cosa che eccitava entrambi, ma mai in un campo da tennis. Senza pensarci troppo su mi tirai giù calzoncini e mutande, facendole notare fino a che punto era arrivata la mia eccitazione. Ma sei impazzito?! mi disse alla vista del mio membro semi eretto che distava meno di un metro dalla sua bocca. Dai non dirmi che non ti eccita farlo in un campo da tennis!! le risposi facendo un mezzo passo verso di lei e riducendo la distanza ad un cinquantina di cm. Lei mi guardò torva, nascondendo un sorrisino “non è male come idea ma te la sei fatta venire un po’ in ritardo, guarda che ore sono, dobbiamo andare, a momenti arriveranno quelli dell’ora dopo!!”. Non accettavo scuse, orami la mia eccitazione era arrivata a livelli stratosferici, la guardai e dissi “non è prenotato il campo per l’ora dopo, me l’ha detto la signora quando ho telefonato per prenotare”. Non era vero, ma ormai avrei fatto di tutto per convincerla a concedersi. Notai nel suo viso un’espressione disarmata e presi la palla al balzo. Mi avvicinai ancora e col mio membro cominciai a sfiorarle il mento, lei mi guardò con quella faccia dispettosa che era solita avere in situazioni come quelle e aprendo la bocca cominciò a succhiarlo. Dopo poche pompate il mio cazzo aveva raggiunto la sua dimensione ottimale, così tolsi la mano che le avevo messo dietro la testa per darle il tempo dei movimenti e cominciai a toccarle i seni. In pochi istanti le avevo tolto maglietta e reggiseno, così decisi che era arrivato il suo momento, mi sedetti sulla panchina e, dopo averle tolto anche la gonna e le mutandine bianche, cominciai a stuzzicarla con repentini colpi di lingua intorno alla sua fichetta non depilata. Ma anche questo durò poco perchè la vedevo ansimare e desiderare il mio cazzo tra le sue cosce ancora sudate. Senza farmi desiderare la presi e la appoggiai sulla rete del campo, quasi a 90 gradi, e con ritmo veloce iniziai a pomparla da dietro, stringendo tra le mani la parte alta della rete per poter meglio gestire la penetrazione. Giulia ansimava ad ogni colpo, con i suoi capelli biondi adesso sciolti che andavano ritmicamente avanti e indietro. Improvvisamente sentimmo delle voci venire da fuori il tendone che ricopriva il campo e per un attimo fummo presi da un misto di eccitazione e paura, ma non fermammo il nostro movimento. Le voci passarono, e noi continuammo il moto rinvigoriti dall’onda di eccitamento che ci aveva investito, lei soprattutto, allargò ulteriormente le gambe e fece scivolare le sue mani sul mio sedere; ora era lei a darmi il ritmo. Era vicina all’orgasmo, ed io pure, continuai la penetrazione col medesimo ritmo e vidi lei puntare i piedi ed emettere un gemito, passati pochi attimi sentì i suoi muscoli rilassarsi e dopo aver tirato fuori il mio membro, le venni copiosamente sulla schiena. Ci rivestimmo in fretta, Giulia mi guardava con la solita faccia dispettosa ed io non potevo far altro che ricambiare il suo sguardo. Appena giunti in prossimità dell’uscita del campo, la porta si apre e 4 ragazzi che non avranno avuto più di 20 anni entrarono dentro con le loro racchette. Giulia si girò verso di me chiedendo “ma non era libero il campo?!”, io le feci un sorriso e lei aggiunsi sorridendo “sei il solito stronzo!!”.
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