Una sera me ne stavo tranquillamente a letto, guardando la televisione. Quando, ad un certo punto, la porta di camera di mia sorella Cristina, che stava proprio di fronte al mio letto, si spalancò.Cristina, 23 anni, tre più di me, è mora, capelli lunghissimi, porta una quarta di seno e ha un culo spettacolare, tanto che quando cammina per la strada, sempre vestita di tutto punto con minigonna, calze a rete e tacchi a spillo, è preda degli sguardi di tutti gli uomini e anche di alcune donne. Malgrado lei lo desiderasse, non abbiamo avuto mai un gran rapporto, essendo lei più grande di me e frequentando così altre amicizie ecc. E poi non ho mai sopportato tanto quell’arietta che da oca che si da sempre in giro, cercando sempre di attirare l’attenzione della gente con le sue movenze ed i suoi atteggiamenti provocanti. Non che non mi piacciano certi atteggiamenti, solo che è mia sorella dunque… dunque se non fosse stata mia sorella l’avrei già da un pezzo corteggiata con ogni mezzo.Così, dicevo, la porta si spalancò ed apparve Cristina, vestita solo di una vestaglietta corta, che metteva in mostra il suo bel paio di gambe, lunghe e affusolate, legato da una stretta cintura che lasciava intravedere la scollatura e le prorompenti tette che cercavano in tutti i modi di uscire dalla loro soffocante costrizione. Anche i capezzoli, duri come chiodi, facevano bella mostra di se, occultati dalla stoffa della vestaglia, come timidi messaggeri di un futuro prossimo sempre più presagito. Le cosce, reggenti colonne di un corpo da favola, sbocciavano dai tenui lembi di seta, come fiori sul davanzale di una finestra rivestita da tende di broccato.- Ti piace questa mia nuova vestaglia da notte? L’ho appena comprata, mi sta bene vero?- Ti dona veramente. Sembri proprio una di quelle modelle che sfilano sulle passerelle. Stai proprio bene. Sei molto bella, anzi Bbona!- Grazie fratellino di questi bei complimenti, anche tu sei molto carino. Ah, se non fossimo fratelli e non ci facessimo tanti scrupoli all’incesto, saprei io come ricompensarti per queste belle parole…- Si? E come faresti? Supponiamo ora di essere nell’antichità, dove il clero ancora non istituito, non aveva ancora inventato la parola incesto. E, sempre supponendo, perché adesso, non mi fai vedere il procedimento con cui mi avresti ringraziato?…- Vediamo un po’… Innanzi tutto mi si sarebbe inavvertitamente posata la mano sulla cintola della vestaglia, e, sempre inavvertitamente si sarebbe sciolta, lasciando scorgere tutto ciò che nasconde dentro.Detto questo si sciolse davvero la cintola e si aprì leggermente la vestaglia, lasciandomi esterrefatto dalla visione del suo pube ben peloso e dal disegno che esso faceva sulla sua pancia levigata ed abbronzata. Inevitabile fu la mia erezione. – Vedo che nonostante tutte queste supposizioni, ti faccio un bell’effetto, non è vero fratellino?- Cazzo, mi hai fatto proprio arrapare.Quindi si aprì completamente la vestaglia, e la fece cadere a terra con un fruscio, nel silenzio quel suono aumentò ancora a dismisura la mia eccitazione.- E poi, vediamo un po’… comincerei ad accarezzarmi le tettine (Tettine??), ad afferrare questi chiodini con le dita, a strizzarli e, se non ti basta, a leccarli con questa lingua languida e umida..- Direi di no, direi proprio che ancora non mi basta.Detto questo mi tirai fuori dal letto, e senza scendere mi spogliai anch’io e mi rimisi sopra il letto, con il mio cazzo sempre teso verso Cristina.- Ah, sei proprio messo bene. Chi se lo aspettava da un fratellino cattivo come te…- Vai avanti – ed inizia a toccarmi il glande molto lentamente- Potrei, se vuoi, scendere un po’ più in giù, qui, proprio sotto l’ombelico, arrivare qui dove ci sono questi pelettini. Hai visto, anch’io c’ho i peli… E qui che c’è? Una caverna? Un piccolo soldatino che sta di guardia all’entrata. Quasi quasi lo saluto e gli stringo la mano.Iniziammo così a masturbarci insieme, a distanza, guardandoci ed eccitandoci a vicenda. Vedevo le sue dita che frizionavano le pareti della fica vicino alle grandi labbra, sempre più fradice dei suoi succhi, vedevo come a volte se le infilava dentro dandosi degli spasmi di godimento, mentre si passava la lingua con le labbra e mi incitava a masturbarmi sempre più velocemente.- Veniamo insieme… – le dissi.- Si, sto godendo come una pazza. Che bel pisello che c’hai. Voglio che mi schizzi addosso, voglio bere almeno un po’ del tuo sperma. Voglio essere la tua troia, voglio spalmarmi la tua sborra sulle tette e sul culo. Voglio godere, goderee…- Si, sei la mia porcona, si sorellina, apri bene la bocca che sto per venire.Si avvicinò e con grande maestria me lo prese in bocca iniziando un pompino da vera professionista del sesso. Godevo come mai prima, mi sembrava di impazzire, per di più stavo per sborrare proprio in bocca alla mia sorella!Infatti, dopo poche pompate più scaricai nella gola di Cristina un litro di seme che lei sembrò gradire a pieno non sprecando nemmeno una goccia e sputandosi poi addosso tutto quello che non ce la faceva ad ingoiare. Iniziò così a spalmarsi la mia sborra sulle tette, con lenti movimenti circolari. Poi si girò di schiena e si piegò mettendo bene in mostra quel ben di dio di culo che si ritrovava, e iniziò a toccarsi prima le chiappe, poi azzardò con un dito verso il suo roseo forellino che la lasciò entrare senza opporre alcuna resistenza consapevole dell’imminente intenso piacere. Con un flop il dito trovò la strada giusta e Cristina iniziò a mugolare come una cagna in calore.- Ti piace il mio buchino? Hai visto com’è largo? Sai che può allargarsi ancora di più? Non ci credi?Detto ciò la vidi stringere tre dita della mano destra e conficcarsele tutte in culo. Mi eccitai nuovamente e ripresi a toccarmi, sempre più arrapato. Cristina dal campo suo iniziò a godere sempre più, ad urlare che le piaceva essere inculata, e che lo avrebbe fatto volentieri con me. Ma io ancora non volevo. Mi gustavo quello spettacolo e non ne volevo sapere, per quella volta almeno, di fare altro. Continuava a stantuffarsi le tre dita su per il culo, mentre con la sinistra aveva ripreso a seviziare il clitoride.- Godo, godo come una porca, godo, sto per venire… mi piace .. vengo ah si, vengoooooo…….Così si rigirò soddisfatta, si asciugò con le mani le cosce fradice di umori, si avvicinò a me e me le mise in bocca e io leccai avidamente. Poi si rivestì, mi baciò e rientrò nella sua camera. Da quella sera quasi ogni notte facciamo sesso insieme, nei modi più assurdi ed inimmaginabili. A volte ci deliziamo con degli spettacolini molto hard, a volte facciamo l’amore dolcemente a volte la inculo selvaggiamente. E tutto ciò è molto divertente…..
Aggiungi ai Preferiti