Partimmo presto quella mattina, era il giorno più atteso di tutto l’anno scolastico, la gita …Eravamo tutti allegri all’idea di stare insieme 5 giorni e di fare casino, anche se la destinazione era la più classica di tutte, Venezia.In autobus c’era chi cantava, chi dormiva, chi limonava con la propria ragazza, praticamente uno zoo, la nostra fortuna era che in nostri prof. erano tutti piuttosto giovani e quindi anche loro propensi al divertimento. Una volta arrivati a Venezia iniziammo a girovagare per le solite e pizzose mostre, e per le ormai conosciutissime Murano e Burano. Dopo parecchie decidemmo di andare all’hotel , che si trovava a Jesolo quindi ancora tutti in pullman adesso più stanchi e più stravolti, arrivati in albergo vennero assegnate le camere e ringraziando il cielo, fui messo in camera con i miei simili…. I CASINISTI. Durante la cena il vino scorreva a fiumi e noi eravamo così fuori ma anche così simpatici che riuscimmo anche a far bere i professori, ottenendo ottimi risultati, infatti il più rompiballe dei prof. andò subito a dormire mentre la professoressa di diritto e quella di religione vennero con noi in giro per Jesolo, era maggio quindi andammo in spiaggia, e neanche a dirlo, ricomparirono le bottiglie, noi ragazzi eravamo abituati a bere un goccio in più , ma le prof ci tennero testa, risultato: tutti ubriachi. La mia ragazza non si sentiva tanto bene e quindi la accompagnai alla sua stanza, avrei voluto fare l’amore ma come toccò il letto si addormentò, così tornai nella hall dell’hotel, dopo dieci minuti arrivarono tutti gli altri. Quando arrivammo in camera era ancora "presto", allora cominciammo a girare per i corridoi per andare a tampinare la ragazze ma bevuti come eravamo facemmo un casino spaventoso, tanto che Tina, la prof di diritto, uscì per vedere chi era a fare tutto quel baccano. L’ultimo della fila ero proprio io e vide solo me, mi chiamò e mi fece entrare in camera sua. Iniziò con una ramazina storica, mi disse che aveva 28 anni e che fare casino piaceva anche a lei, ma il miei occhi continuavano a cadere sul suo pigiama, che era a mio parere eccitantissimo. Se ne accorse tanto che mi chiese cosa stavo guardando : -Il suo pigiama- risposi arrossendo; -Ah il mio pigiama, e magari vorresti vedere anche quello che c’è dentro, vero?- mi disse, iniziando a sbottonare la camicia che indossava, mi rivelò un reggiseno di pizzo nero che conteneva due tette stupende, una terza misura immagino, dalla mia tuta si iniziò a intravedere un certo rigonfiamento che andava via via accentuandosi; lei si slaccio anche il reggiseno, aveva dei capezzoli stupendi, rosei, già leggermente turgidi, -Toccami- mi ordinò, le ubbidìi subito e presi a giocare con quello stupendo seno, le stringevo i capezzoli tra le dita , poi li accarezzavo , glieli baciai, li leccavo con avidità, mi fise le mani tra i capelli, mi accarezzò, poi mi disse di alzarmi, lo feci, mi afferrò la maglietta e me la levò mi baciò, mi strinse un capezzolo facendomi rabbrividire dal piacere, mi strinse a lei, il mio membro era ormai eretto all’inverosimile, mi passò le unghie sulla schiena, partendo dalle spalle verso il basso, arrivò alla tuta, trafficò per abbassarla, ma era legata sul davanti, si scostò un poco e me la slacciò, si chinò per abbassarla, trovandosi proprio di fronte al mio uccello, ancora fasciato dalle mutande, lo accarezzò, facendomi provare una sensazione fantastica, mi slacciò le scarpe e me le fece levare, mi sfilò la tuta, poi si allontanò un po’ mi guardò e mi disse:-sei stupendo, è da tanto che ti desidero, gli uomini in slip mi eccitano tanto, vieni…-. Mi avvicinai a lei, mi inginocchiai , le sfilai i pantaloncini , mentre li abbassavo, notai che non portava le mutandine, arrivai all’altezza del suo sesso ed ecco che iniziarono a fare capolino i primi peli del suo sesso, forzandomi mi imposi di continuare a sfilargli lentamente, scoprì interamente la sua figa, la liberai degli shorts, poi dalle caviglie iniziai da accarezzarla, salendo per l’interno delle sue cosce, le accarezzai le grandi labbra, scoprendo che completamente bagnata, le stuzziacai li clitoride con un dito, lei cominciò ad ansimare, la feci sdraiare sul letto, le divaricai le gambe e cominciai a masturbarla, iniziai a leccarle il clito, sentii che stava per venire e accelerai il ritmo delle mie dita e della mia lingua, assaporai il suo succo. Mi fece alzare e mi levò gli slip, impugnò il mio cazzo e cominciò a masturbarmi, mi fece sdraiare e si sedette su di me, infilò il mio pene in lei e cominciò a muoversi, sentivo la sua figa caldissima e bagnatissima, vedevo il suo seno muoversi a ritmo con lei, continuammo il nostro amplesso senza parlare fino a quando lei non iniziò ad accelerare il ritmo e ad ansimare velocemente, stava per venire di nuovo, anch’io avevo quasi raggiunto il culmine e glielo dissi, le chiesi se mi dovevo spostare, mi rispose che usava la pillola, ci baciammo poi lei si piegò su di me e mi morse sulla spalla, mi graffiò la schiena, in quell’attimo venni anch’io innondandola del mio seme. Ci ripulimmo , mi rivestii e andai nella mia camera.Il giorno dopo a tavola indugiammo più degli altri e decidemmo che l’esperienza della sera prima era da ripetere, dopotutto avevo solo otto anni meno di lei, e le piacevo. Così andò .Quell’anno alla maturità ebbi un bell’8 in diritto.
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