Storia veramente vissuta. Era il 18 luglio del 2003, ed io come tutti gli anni, in quel periodo sono a casa da solo,perché mia madre e mio padre vanno in vacanza nella nostra casa estiva a Livorno. Ho 19 anni, ed ho sempre capito di essere gay fin dai primi anni delle scuole medie. Non ho mai avuto però rapporti sessuali con nessuno, solo seghe tra amici . Appena i miei genitori furono partiti, io volli chiamare subito il mio migliore amico Majcol, con i quali trascorro quasi tutti i miei pomeriggi liberi, tranne quando lui “lo sburone” va a Pallavolo. Majcol proprio in quel momento appena lo ebbi chiamato, sua madre mi disse che era in direzione di casa mia. Mi aveva preceduto sul fatto. Majcol ha 18 anni, compiuti il 1°gennaio 2003, io sono nato il suo stesso giorno ma l’anno precedente. Majcol è un bel ragazzo con capelli castano chiaro, il quale gli piace tantissimo tingersi i capelli in qua e in là di biondo. Ma devo dire che sta proprio bene, ed ha degli occhi color verde, a volte neri, a volte marroni ( è un’altra sua mania, gli piace mettersi le lenti colorate non graduate naturalmente). Ecco che suona il campanello. Mi avvio per la porta e apro, e li Majcol mi salta addosso abbracciandomi con tutte le sue forze. Piangeva. Stava piangendo. Lo calmai un’attimo guardandolo fisso negli occhi (aveva le lenti azzurrine), lo feci sedere sul divano e mi feci raccontare tutto per filo e per segno. Sua mamma lo aveva picchiato,perché non gli aveva comperato le sigarette,ovvero perché aveva sbagliato marca. Ma al telefono sua mamma non mi aveva detto nulla, di quel fatto accaduto. Gli diedi da bere un bicchiere di acqua gelata, e lui finalmente si asciugò i lacrimosi che gli erano rimasti sul visto, e poi mi guardò e mi disse: “Ste io non so come dirtelo, ma devo dirtelo perché altrimenti scoppio, sono proprio stanco di nasconderlo a tutti, specialmente a te che se il mio amico, ed anche alla mia famiglia che oramai mi ha rotto le cosiddette p..e!” Io lo guardai impaurito e gli chiesi di svuotare il sacco, cosi almeno si sarebbe levato quel peso che aveva addosso. Lui allora mi guardo asciugandosi ancora un po’ le lacrime e mi disse: “Ste sono da 2 anni che ti volevo dire questa cosa e tu non te ne sei mai accorto, io TI AMO STE, SEI TUTTO PER ME” Non feci in tempo a rispondere che lui mi diede di bacio, un grosso bacio, poi si staccò e mi fece parlare, e io gli risposi: “COSA CREDEVI CHE IO VENISSI DA TE A DIRTI ..EHI MAJCOL IO TI AMO FACCIAMO L’AMORE!, Majcol – continuai – avevo paura che mi avresti preso a schiaffi, pazienza le seghe assieme, ma non me ne ero mai accorto ti giuro altrimenti..!” Mi credeva e annuì, da li in poi non c’era più bisogno di nascondere nulla ed anche io lo baciai, e in quattro e quattr’otto, ci ritrovammo nudi nel mio letto ad – una piazza e mezzo – Come era bello nudo, era un pezzo che non ci segavamo più assieme, saranno stati si e no due mesi fa, dall’ultima volta che io segai lui (con le mani) e lui segò me, (con le mani) Io sopra di lui lo baciavo, e i nostri cazzi si scontravano come in una lotta. Lo baciavo, e ridevo, baciavo e ridevo, pensando tra me e me che era solo un sogno. Majcol, è abilissimo. Mi guarda negli occhi e mi dice: “Ste posso succhiartelo?” Io allora annuii e lui dopo che io mi spostai un pochetto si inginocchio sul letto e comincio a metterselo in bocca. Lo lubrificò semplicemente con il suo sputo. Io aprivo e richiudevo gli occhi dalla goduria che provavo. Il fatto sta che in meno di 2 minuti io gia ero venuto, inondandogli la faccia del mio sperma. Lo feci avvicinare a me, e gli leccai tutta la faccia. Dopodiché, ormai era fatta, mi infilai il preservativo (anche se non ce ne era bisogno) e appoggiandomi ai fianchi di Majcol con le mani, comincia a metterglielo nel culo, piano piano, lentamente per non farlo soffrire, ma lui non soffriva affatto, anzi aveva trovato sotto il mio cuscino uno dei miei cazzi di gomma, colore azzurrino che poco prima mi ero infilato in culo godendo come un porco . Non ero affatto stanco anche se poco prima avevo sborrato, e per lui volevo sborrare altre mille volte, per ricuperare tutto il tempo perso. Non venni, perché non volli, volevamo venire tutti e due assieme alla fine. Ora stava a me, riposare l’uccello, ed io mi misi in bocca il suo, mentre lui con tanta fatica, allungando le mani, mi infilò il cazzo di gomma tutti di un botto dentro al mio culetto. Facevi movimenti piani, e leggeri, per fare godere più lui e per godere naturalmente di più anche io. Lui purtroppo non mi disse nulla, era impegnato a ridere mentre faceva su e giù col mio cazzo di gomma nel mio culo, e noi accorse che io gli stavo bevendo tutta la sua sborra, dalla dimenticanza aveva scordato di togliermi il cazzo di bocca. Allora io mi misi velocemente a segarmi da solo, e in venti secondi, tutta la sborra che prima non avevo scaricato nel suo culo glielo scaricata, in faccia, sui capelli, insomma proprio un bel casino. Andammo sotto la doccia ad asciugarci, promettendoci di non lasciarci più.
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