Tornati nella nostra camera Luisa non fece altro che ricordare i particolari di quella serata, di quanto aveva goduto, di quanto le era piaciuta quella cappella in bocca e quella ricca sborrata che l’aveva innaffiata. Le era venuto in mente un romanzo coloniale nel quale le prostitute del Cairo erano inculate da piccoli ma dotati asini: quanto le sarebbe piaciuto, mentre pronunciava una arringa in tribunale avere il ricordo di un cazzo del genere nel culo! Mi chiedeva se a parer mio sarebbe stata in grado di accoglierne almeno la punta: era infoiatissima e mi chiedeva di accontentarla… la scopai nel culo, scivolando nella sborra di Fausto.. Il mattino verso le nove sentimmo bussare alla porta e una voce femminile annunciò la colazione in camera :la porta si aperse ed entrò la cameriera con un vassoio fumante, ma la sorpresa era che era una bellissima nera con indosso solo un perizoma di pizzo bianco seguita da un pezzo d’uomo nerissimo che portava le brioches e che non aveva indosso nulla. Un lungo cazzo gli scendeva lungo la gamba e un sorriso smagliante gli illuminava il volto: dietro di loro, i nostri ospiti che ci auguravano il buon giorno. Mia moglie era estasiata si sollevò dal letto e allungò la mano verso le brioches e mentre ne addentava una con la mano giocherellò col cazzo del nero, che rapidamente si eresse in tutto il suo splendore. Io accarezzai la nera e le sfilai il minuscolo slippino e misi il naso in quel muschio profumato. Adelina si avvicinò a Luisa e le fece prendere in bocca la turgida cappella del nero e nel contempo si mise a succhiare il cazzo di Fausto. Dopo un po’ fece mettere Luisa alla pecorina e guidò il mostruoso arnese verso il buco del culo. Io, Fausto e la ragazza ci fermammo ad ammirare la scena: Adelina prese dal vassoio una ditata di marmellata e la spalmò sul culo di Luisa facendo in modo che ne penetrasse dentro al buco. Moham cominciò a spingere e il mostro entrò nelle viscere di Luisa per una ventina di centimetri, poi cominciò a pompare. Le mani di Luisa graffiavano le lenzuola e lei chiese a Fausto di darle il cazzo in bocca:la macchina del piacere si avviò. Adelina allargò allora la fica della nera e mi invitò a succhiarne il fiore purpureo tra quelle cosce d’ebano: l’odore era selvaggio e forte e mi perdetti in esso, le infilai un dito nel culo e cercai di farla godere come il suo uomo faceva con quella troia di Luisa. Ad un certo punto Moham estrasse il mostro dal culo di Luisa e vidi il buco rosso e slargato nel quale il nero rituffò il mostro:Luisa gridava come un’ossessa che ne voleva ancora, che era pronta per il cavallo, che la portassero alla stalla…. La mia antica verginale fidanzata era diventata una oscena ninfomane a cui non bastava più nulla e mi aveva trascinato in un baratro di depravazione… Nel pomeriggio, dopo aver diviso una leggera colazione ce ne andammo in giro per la fattoria, le tre donne davanti e noi dietro. Moham ci raccontò di aver una laurea tecnica del suo paese e di sperare di poter avere un qualche impiego adeguato nel nostro, nel frattempo si accontentava del lavoro che via via si procurava…. le donne familiarizzarono molto e si avvicinarono alla stalla. Adelina le portò dentro al recinto e isolò lo stallone, poi cominciò a masturbarlo finché la lunga stanga si distese. Luisa si mise a baciare la cappella e Myriam la denudò completamente e la lavorò con impegno nelle sue parti intime le allargò la fica e la fece mettere alla pecorina, Adelina prese il lungo nerbo dello stallone e ne strofinò il glande contro Luisa e piano piano introdusse la punta nella fica aperta e bagnata… Luisa cominciò a indietreggiare per infilarsene quanto poteva :era tutta sudata e ansimava. Riuscì a farsi penetrare per una quindicina di centimetri quindi iniziò un su e giù via via più frenetico. Io mi avvicinai e vidi quell’enorme cazzo entrare e dilatare la vagina di mia moglie che continuava a muoversi su e giù per farlo godere. Gli altri due uomini tirarono fuori i loro cazzi e si misero a masturbarsi;io infilai un dito nel culo di Luisa per sentire l’asta che la penetrava. Dal culo uscivano peti :ad un certo momento l’animale sborrò e riempì, con pulsanti getti, Luisa col suo sperma:Adelina estrasse il membro e vidi il grande buco della fica di Luisa grondante di un liquido gelatinoso che colava lungo le cosce. La presi tra le braccia mentre mi diceva :ti amo tanto;si accosciò e prese il mio cazzo in bocca: mentre mi pompava si mise a pisciare fragorosamente:l’eccitazione di tutti era alle stelle e un’orgia intrecciata si scatenò. A tutti e tre noi uomini piacque scaricare nel culo di Luisa. La sera tornammo in città. Lungo il viaggio parlammo delle nostre avventure e di come ormai avessimo raggiunto un tremendo grado di perversione. Aveva in certo qual modo imitato Pasifae e io ero quasi impazzito a vederla godere con quel gigantesco membro nella fica e a darsi ad ogni uomo che avesse il cazzo ritto. Le chiesi di farsi un amante e di farlo senza che io lo me ne rendessi conto:volevo che inducesse altri nella mia condizione. Prendemmo in considerazione qualche maschio del suo ambiente di lavoro, ma nessuno ci sembrò abbastanza adatto. Decidemmo che avrebbe cercato da sola qualcuno a cui dedicarsi:a me avrebbe poi raccontato quanto le fosse capitato, non sempre… per tenermi nel dubbio Luisa iniziò una vita separata. Prese un piccolo appartamentino per sé e cominciò ad andarci a dormire da sola. Il patto tra noi era che io non dovessi mai cercarla quando era nel suo eremo, così lo chiamava. Quando eravamo insieme facevamo sesso ma senza più gli eccessi di una volta:direi che stentavo a riconoscere in lei quella assatanata creatura che era stata sino a qualche settimana prima. La vedevo ancora nella fattoria e mi sembrava persino impossibile che avesse fatto quelle cose tremende, quando cercava di infilarsi sempre più in fondo il nero nerbo o quando riceveva nel culo i fiotti di ben tre uomini! Eravamo ridiventati due coniugi che gestivano i loro desideri in una atmosfera di tranquillità. Mi sembrava quasi che i suoi orifizi si fossero ristretti e la sua bocca era molto meno vorace di un tempo. A vederla così quieta mi venne il sospetto che facesse altrove le sue follie e cominciò ad insinuarsi nel mio cuore una certa gelosia:la vedevo nei suoi furori uterini con altri uomini e, così, quando non c’era cominciai a soffrire. Una sera non stetti ai patti e feci la posta e la vidi entrare nella casa con un uomo sui quarant’anni che sembrava non avere una grande confidenza con lei. Attesi a lungo che l’uomo uscisse, ma quelle se ne andò che era quasi l’alba. Per me fu una notte atroce, eppure le avevo visto fare le cose più turpi senza provare gelosia! Un sabato che lei era uscita per suo conto mi vennero a trovare gli amici della fattoria al gran completo. Adelina mi chiese di Luisa, io dissi che era via e che sarebbe tornata solo il lunedì:mi invitarono a cena e quindi in una casa che avevano in città. Tutti e cinque ci trovammo nel loro salotto e cominciammo a parlare della grande assente: sia le donne che gli uomini ricordavano la sua foga amatoria e le indimenticabili scene nella stalla. Le due donne presero a toccarsi e in breve si offersero nella loro splendente nudità. Dalla nera emanava un profumo intenso di donna che mi fece girare la testa e mi avvicinai a lei che dopo un cenno di consenso del suo uomo cominciò a frugarmi nelle mutande ed estrasse il mio cazzo durissimo:le sue labbra tumide lo strinsero e lo scappellarono, la sua lingua lo leccava con abilità. Adelina spogliò il nero e gli stizzò le palle facendogli esplodere l’enorme bastone che con fatica ingoiò. Il marito sorridendo tirò fuori il suo uccello e prese a menarselo, eccitato da quella troia della moglie. Io tuffai il mio viso sulla fica della ragazza e provai sensazioni olfattive mai sperimentate! Ci impegnammo in un sessantanove senza fiato;ad un certo momento quella troia di Adelina si mise a leccare il culo di M.. mentre io le leccavo quel tenero e roseo nido della sua fica:poi, prese il grosso cazzo dell’uomo e lo presentò sul buco del culo. Vedevo questo mostro a pochi centimetri da me penetrare nelle viscere della donna, poi prese a stantuffarla con foga. M… ogni tanto lasciava il mio cazzo per urlare dal piacere e quando raggiunse l’orgasmo ebbi l’impressione che lei mi sborrasse in bocca. Quando lui venne, estrasse il cazzo e mi sborrò in faccia. Adelina si insinuò tra noi e mi leccò il viso per ripulirmi e mi baciò facendomi assaporare lo sperma acre del nero… Il mio pensiero andava alla mia donna cavallo!Mi sarebbe piaciuto riaverla. Un giorno dopo che era tornata dal tribunale le feci la proposta di tornare alla fattoria nel prossimo fine settimana. Accettò, aveva nostalgia del suo cavallo… Il sabato alla fattoria fu festa:Luisa si presentò con la sua toga di avvocato e prima di prendere il suo premio si fece scopare da tutti nella fica e nel culo:poi si mise sotto, alla pecorina e le donne provvidero a infilarle nella fica un bel po’ del lunghissimo cazzo. Luisa si mosse e lo lavorò fino a farlo godere e sentirsi irrorare dalla potente sborrata. Estratto il cazzo dalla sua vagina uscì un rivolo di sborra gelatinosa che le due troie che avevano sorretto Luisa le spalmarono sul culo, poi cercarono di mettere il mostro dentro il buco e grazie agli sforzi di Luisa una parte entrò scaricando ancora sperma… Quando tornammo a casa Luisa mi diede l’annuncio : se ne sarebbe andata di casa e avrebbe convissuto con un giudice. Quella sarebbe stata la sua ultima avventura. Il giorno dopo Luisa raccolse le sue prime cose e se ne andò. Disse che nel giro di una quindicina di giorni avrebbe provveduto a portarsi via il grosso. Mi pregava di dimenticare. Non ci vedemmo, ne ci cercammo per molti mesi:quando lo feci seppi dallo studio che si era trasferita a Roma e che se volevo la separazione non avrebbe avuto problemi.
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