Antonio mi aveva avvisata che l’indomani avremmo fatto una gita speciale e quella promessa fu per me un pensiero fisso per tutto il giorno, un pensiero che mi ha tenuta agitata ed eccitata fino a tutta la notte. La mattina come mi sveglio, lo ritrovo accanto sorridente mentre mi informa che oggi avremmo fatto quella gita, il tutto con un espressione un poco sogghignante. Bene le dissi io, dove andiamo? Lui mi rispose che lo avrei scoperto più tardi. Terminata la doccia incominciai a vestirmi ma lui mi bloccò e mi indicò cosa indossare. Mi mise sul letto un corpetto che mi copriva il seno a metà e terminava con un reggicalze e calze velate nonché un paio di mutandine molto speciali con un apertura sotto; il tutto rigorosamente nero. Poi mi porse un vestito con una lunga serie di bottoni su davanti, che mi arrivava poco sopra la mia fica e un paio di scarpe nere molto alte, con almeno 10 cm. di tacco. Guardandomi e porgendomi il soprabito, mi disse: Ok! ora sei perfetta, possiamo andare. Salimmo in macchina in silenzio e mi disse che saremmo passati a prendere il nostro amico Franco, il che, mi confermò, che nella sua mente c’era qualcosa di particolare. Ora vi spiego meglio, dovete sapere, che la presenza di Franco ha un significato ben preciso, in realtà lui è lo strumento che Antonio usa per documentare le nostre avventure attraverso filmati e fotografie, facendo il tutto senza far avvertire la sua presenza. C’eravamo immessi sull’autostrada: Roma – Napoli, Antonio e Franco erano seduti davanti mentre io ero nel sedile posteriore, ad un certo punto Antonio si fermò nell’area di sosta di un autogrill, e vidi che da un’altra auto scese un tipo, che salutando con un gesto della mano si avviava verso di noi. Anche Antonio e Franco scesero dalla macchina e si misero a parlare con lui, poi Antonio si avvicino alla macchina e mi disse: scendi che ti voglio presentare una persona si chiama Rudy. Rudy era una persona alta circa 1.85 e pesava almeno 100 kg.. Dimostrava una quarantina d’anni. Mi avvicinai a loro e Rudy mi squadrò dalla testa ai piedi ed abbozzo un sorriso molto enigmatico, poi Antonio, tirandomi verso di loro, disse: questa è Anna ed oggi sarà l’unica allieva per il primo giorno di lezioni per diventare una troietta sottomessa ed esibizionista. Rivolgendosi a me disse che Rudy sarebbe stato il mio maestro, ed io come gesto di assenso, non potei far altro che deglutire ed abbassare lo sguardo. Rudy passandomi una mano sulla testa facendola scivolare sul viso ed indugiando con le dita sulle mie labbra mi disse: che si vedeva subito che avevo la stoffa per diventare la prima della classe e si mise a ridere in maniera fragorosa (nel frattempo Franco come suo solito aveva incominciato ad usare la telecamera). Rudy disse che era meglio che ci avviassimo e che saremo andati a pranzo in un posto di sua conoscenza. Decidemmo di andare tutti con una sola auto. Antonio e Franco erano seduti davanti mentre Rudy ed io eravamo nel sedile posteriore, in macchina Rudy mi fece indossare un collare, con un anello sul davanti, poi mi legò i polsi ai poggiatesta anteriori dicendomi che dovevo incominciare ad abituarmi ad essere legata. Mentre eravamo sull’autostrada mi sbottonò il vestito sul davanti e quando c’era un furgone da sorpassare diceva a Antonio di rallentare, facendo in modo che il conducente mi potesse vedere in quelle condizioni discinte, ed infatti, subito dopo il furgone ci sorpassavano di nuovo, molto lentamente e suonando il clacson. Rudy nel frattempo mi diceva che tutti dovevano sapere che ero una troia, questo durò sino a quando arrivammo in un casolare di campagna. Rudy ci disse che era un ristorante agrituristico di un amico e che anche se in quei giorni era chiuso, ci avrebbe fatto la cortesia di farci pranzare lo stesso, infatti, all’ingresso il cancello era chiuso e solo dopo aver suonato a lungo ci venne aperto per poi richiudersi alle nostre spalle. Rudy, saluto quello che doveva essere il proprietario, un tizio di nome Enrico, che ci fece trovare degli aperitivi su di un tavolo posto fuori sotto una tettoia e ci disse che appena il pranzo era pronto, ci avrebbe chiamato per mangiare nella sala interna. Nel frattempo Rudy chiese un piattino ed io inizialmente non capii a cosa potesse servirgli. Come loro feci il gesto di prendere il bicchiere con l aperitivo, ma Rudy mi bloccò e si sedette. Mise il piattino sulle ginocchia e versò nello stesso l’aperitivo, poi mi disse che dovevo berlo leccando il piattino, facendo attenzione a non sporcargli i pantaloni altrimenti mi avrebbe punita. Mi accovacciai davanti a lui e con il terrore di macchiarlo, incominciai un lentissimo movimento di leccamento e risucchio e lui compiaciuto si rivolgeva a Antonio dicendo che ero una gran cagna e anche una grande troia. Enrico ci avvisò, che se volevamo accomodarci il pranzo era pronto. Rudy mi portò all interno del locale, tirandomi con un guinzaglio agganciato al collare, Enrico non sembrava meravigliato della cosa evidentemente sono stati spesso complici. Stranamente il pranzo era arrivato quasi al termine e non era successo nulla, nel frattempo però, erano arrivati altri 4 amici del proprietario piuttosto anzianotti, che si erano messi a giocare a carte in un tavolo del locale. Ad un certo punto, Rudy, chiese ad Enrico di portargli una borsa , e dopo che questa gli venne consegnata, mi disse che adesso toccava a me. Quindi consegnandomi la borsa, mi disse di andare in bagno, togliermi il vestito, indossare quello che c’era dentro la borsa e di ritornare a sedermi da loro indossando il soprabito. Presi la borsa ed andai in bagno e li mi accorsi che dentro non c’erano indumenti come credevo, ma bensì delle mutandine in lattice con un fallo artificiale, rivolto all’interno, mi tolsi il vestito e le indossai senza difficoltà in quanto la fica ormai era gia bagnata, per la crescente eccitazione della situazione. Mi accorsi che c’era anche un filo con una specie di telecomando e provai ad armeggiarci, ma non ebbi nessun effetto, quindi indossai il soprabito e rientrai nella sala, dove mi accorsi subito che cèrano altri 4 avventori, che occupavano un altro tavolo e giocavano a carte anche loro, con un età media di 40-45 anni. Mi avvicinai al nostro tavolo e mi accorsi che mi era stata sostituita la sedia con uno sgabello, che arrivava quasi al bordo del tavolo, Rudy, mi ci fece sedere sopra poi mi fece posizionare i piedi nei ferri, ai lati dello sgabello, quindi mi blocco le caviglie con dei lacci e gia in quella posizione il fallo degli slip incominciava a premere al mio interno, Rudy continuò bloccandomi anche i polsi ai lati dello sgabello e a quel punto arrivò Enrico, che mi mise davanti un piattino con una porzione di cream caramel. Rudy mi ordino di mangiarla, ovviamente legata com’ero potevo farlo solo piegandomi in avanti, portando la bocca sul piattino. Però mi accorsi subito, che il soprabito mi impediva il movimento, quindi Rudy mi sganciava piano i bottoni affinché potessi eseguire il suo ordine. Oltretutto quel movimento faceva fare un movimento penetrativo al fallo, all interno della vagina. Rudy, compiaciuto della mia obbedienza, mi indicò di guardare gli altri uomini che erano presenti nel locale e di far vedere quanto ero troia, poi si mise ad armeggiare col telecomando. capii perchè con me non aveva funzionato, mancavano le batterie, infatti, lui le mise ed incominciò a farmi vibrare all’interno il cazzo di gomma. Questo mi porto ad uno stato di eccitazione tale, che ebbi il mio primo orgasmo, abbandonandomi con un suono gutturale e accasciandomi con la faccia che affondava nel budino mentre sentivo le risate e gli apprezzamenti dei presenti. Quando sollevai il viso, vidi che le altre persone andavano via e Rudy che sorrideva. Quando fummo di nuovo soli, Rudy chiamò Enrico, e gli disse di portare la sedia speciale, praticamente era una poltroncina con delle ruote, dove erano stati adattati ai lati dei sospensori per gambe del tipo ginecologico. Mi bloccarono nella posizione della partoriente, Rudy mi sfilò gli slip di lattice, prese quello che era rimasto del budino e lo spalmò sulla mia fica, poi bendandomi disse a Antonio di mettermi il cazzo in bocca, mentre lui si godeva il budino nella mia fica e io dovevo bere tutto il succo del cazzo di Antonio. Il fatto di sentirmi leccata, mi mise in condizione di fare un pompino incredibilmente intenso a Antonio, che quando incomincio a sborrarmi dentro la bocca avrei voluto non finisse mai. Rudy terminò di leccarmi e mi chiese se ora ero convinta di essere una troia, io gli risposi di si e lui mi disse: lo sai che le troie vengono pagate e quando vengono pagate devono accettare tutto, sai, uno dei tizi che prima erano ai tavoli era disposto a pagare per toccarti frugarti e vederti trattarti da troia ed ho pensato di accettare, però, volevo che tu ne fossi consapevole, quindi sei troia o no? io risposi di si anche perché il fatto di essere a disposizione di uno sconosciuto che pagava per toccarmi e frugarmi, rivolgermi frasi ingiuriose mi eccitava, quindi ancora bendata e legata alla poltroncina, dove praticamente mettevo in mostra oscenamente il mio corpo, venni trasportata nella stanza attigua. Qui Rudy, fece ruotare la poltroncina un paio di volte su se stessa, poi mi disse che mi avrebbe tolto la benda per un minuto, per farmi vedere chi aveva pagato per poter giocare con me, ed in realtà io ero curiosa di vedere chi era degli otto signori che stavano giocando a carte. Quando Rudy mi tolse la benda, invece, mi si presentò una situazione particolare che mi fece venire il panico, c’erano tutti e otto e stavano indossando dei guanti in lattice. In un tavolino li vicino, c’erano appoggiati dei cazzi finti di tutte le dimensioni e queste 8 persone si erano seduti intorno a me come nel gioco della bottiglia, l’unica differenza: io ero la bottiglia! Rudy allora accese una candela e mi disse che il gioco sarebbe durato sino a quando la candela si spegneva, quindi mi bendò, ed incomincio la mia giostra, incominciai ad essere frugata sempre più in profondità in ogni parte del mio corpo, sentivo mani ed oggetti che si alternavano in ogni mia apertura, ormai ero un giocattolo nelle mani di vecchi viziosi, e tutto questo incominciò a crearmi sempre più piacere. Ormai ero in un senso di abbandono e di piacere, non so da quanto durava, ormai solo una cosa era certa, che stavo avendo un orgasmo dietro l’altro ed ormai ero sul punto di svenire, quando in lontananza sentii la voce di Rudy che mi disse: TROIA SE NE HAI ABBASTANZA DILLO CHE SPENGO LA CANDELA, ed io, con l ultimo filo di voce, gli dissi di si. Improvvisamente sentii un liquido caldo sulle mie tette, che mi fece sobbalzare e risvegliare di colpo, il porco aveva spento la candela facendo cadere la cera sul mio corpo, ed anche quella si dimostro una sensazione incredibile che mi aveva dato un certo tipo di piacere. Allora sentii la voce di Rudy che disse: Hei! la troia non crederà di aver finito. Quelle parole mi fecero correre un brivido lungo la schiena, venni slegata dalla poltroncina e sempre bendata, fui messa in piedi. Mi vennero legate le mani ad una fune che pendeva dal soffitto e improvvisamente sentii delle mani e delle bocche sul mio corpo, ma non erano le stesse di prima! Mi venne tolta la benda e mi ritrovai circondata da tre altissimi e bellissimi ragazzi di colore che a mio avviso vista la stazza dovevano essere dei giocatori di basket o pallavolo. Il mio sguardo cadde subito sui loro attributi, e non ricordo di averne mai visto tanto grandi, mi slegarono e mi fecero adagiare in un lettino posto ad un lato della stanza, a turno incominciano a schiaffarmi il cazzo in bocca dove io riesco a farli entrare a fatica. Poi incominciano a ungermi la fica ed il buco del culo con un lubrificante, e uno di loro si sdraia facendomi salire sopra di lui in modo che lo possa cavalcare. Mentre il suo grosso cazzo scivolava nella fica sentivo la fica allargarsi a dismisura, lui incominciò a muoversi dentro di me dandomi delle sensazioni incredibili. Improvvisamente, sentii che qualcosa di molto grande stava forzando il mio buco posteriore, e siccome la cosa mi sembrava sproporzionata, cercai di svincolarmi, ma venni bloccata. Sentii un movimento deciso ed un dolore lancinante, mi aveva sfondata nel culo, ma non potei nemmeno urlare, perchè il terzo negro mi aveva riempito la bocca col suo cazzone. Incominciarono con un ritmo sempre più in crescendo, ormai ero una troia, una vacca e una cagna in calore. Urlavo e godevo, il negro che mi aveva sfondato il culo, all’improvviso ne usci fuori e mi versò un mare di sborra sulla schiena. Allora venni messa di spalle sul letto, il negro che stavo spompinando, fece cambio col suo compagno, e incominciò a stantuffarmi nella fica mentre l’altro sborrava abbondantemente sulle mie tette. Intanto, il mio scopatore non dava segni di cedimento, anzi continuava a farmi avere orgasmi a ripetizione mentre sentivo delle continue colate di sborra sul mio corpo. Erano tutti gli altri spettatori che si stavano scaricando ed ecco che anche il negro tiro fuori il suo grosso cazzo e mi sparò tutta la sua sborra addosso, sentivo le loro mani che me la spalmavano su tutto il corpo ero unta e appiccicaticcia ovunque, ma, appagata ed incredibilmente troia e consapevole che da quel giorno avrei dovuto esaudire qualsiasi richiesta di Antonio. Ma Antonio, avvicinandosi a me, mi disse che c’era ancora l ultimo esame. Venni condotta nel giardino mi fecero sdraiare per terra e si misero intorno a me, incominciando a urinarmi addosso, lavando il mio corpo dalla sborra, solo Antonio, indirizzò la sua pipì verso il mio viso, ed io, per fargli capire che ormai ero sua aprii la bocca. Poi ad un tratto vidi il proprietario raggiungerci con una sdraio e mi ci fece sdraiare sopra. Aveva in mano una ciottola con un liquido appiccicoso, era del miele. Lo spalmò nella mia fica, e ad un tratto avvicinò la sua lingua fra le mie cosce e, golosissimo, cominciò a leccare la mia fica. Che sensazione particolare, mai avevo provato una cosa simile, quella lingua ruvida che succhiava e leccava il mio clitoride e la mia fica mi faceva impazzire, più muovevo i fianchi e più lui continuava a riempire la mia fica con la sua lingua per leccare, leccare e sempre di più e urlavo per l’eccitamento estremo, lasciandomi andare ad intensi orgasmi mentre le persone attorno stavano per venire sopra di me un’altra volta. Il mio corpo era tutto appiccicoso di un misto di orina, sborra e miele, ma non potevo fare a meno di continuare a desiderare la lingua ruvida di quel porco sulla mia fica, e più miele trovava più forza e golosità egli ci metteva, e non finiva mai, era come se la sua lingua e la mia fica erano una sola cosa uniti da quel liquido denso, dolciastro che tanto gli piaceva. A quel punto, Antonio mi accompagnò nella toilette e mi aiutò a pulirmi, ero sconvolta e stanchissima, ma felice di essere sua di ubbidirlo ed assecondare ogni sua perversa fantasia. Ora ne ero convinta profondamente, ero diventata la sua schiava in tutto per tutto e per sempre!
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