Stavo seguendo un lavoro e a causa di esso ero costretto a stare a contatto con gli impiegati del Municipio del mio paese. Così feci conoscenza con l’impiegata dell’Ufficio Relazione con il Pubblico. Era una signora di circa 45 anni molto ma molto bella, sempre ben curata nell’abbigliamento e con un gran bel corpo. Un pomeriggio stavo lavorando in ufficio quando suonarono alla porta. Entro lei, pensavo già alla fortuna dei dipendenti pubblici che avevano gli orari così comodi e le solite mille cose che vengono in mente quando si pensa alle pubbliche amministrazioni, si muoveva nella stanza felpatamente incominciando a fare un mucchio di domande prima sul lavoro e poi personali. Suonarono nuovamente al campanello, pensai salvato dalla campana, quando tornai nella stanza la trovai semi seduta sullo sgabello da disegnatore. Si era aperta la camicietta mostrando un seno ancora florido, le gonna sollevata fino alla passera, teneva tra le dita le mutandine. Subito mi venne voglia di cacciarla, ma sentivo che il mio coso era contrario. Tanto in quel periodo ero libero era un’esperienza in più! pensai. “Credo di aver bisogno immediato di un tuo intervento.” mi disse Stavo per risponderle: sii di restauro e risanamento conservativo, ma mi morsi la lingua. Mi avvicinai, lei afferrò i pantaloni per la cinta e con gran abilità me li abbassò insieme ai boxer. “Oh mio Dio, avesse un coso così mio marito” lo prese in mano incominciando a masturbarmi, era durissimo la cappella rossa fuoco, con le vene lungo l’asta viola-blu molto evidenti. Dopo pochi secondi sentii la sua lingua saggiare la consistenza del mio organo, lo vedo sparire nella sua bocca. Me lo succhia come non avevo mai provato prima, lo bacia lungo tutta l’asta lasciandomi i segni del rossetto per poi ricacciarlo in bocca. Non resisto molto lo sento schizzare dentro di lei che ingoia tutta la “merenda”. La sollevo la sdraio sul tecnigrafo infilo la mia bocca tra le cosce bagnate dei suoi umori. La faccio impazzire con la lingua, mi alzo ho il membro ancora pronto per un altro assalto. Senza molti problemi le scivolo dentro, prima solo la cappella voglio che implori che la scopi e poi sempre più in profondità con delle fortissime spinte. Geme di piacere; la giro e riprendo a penetrarla a pecorina le sue tettone sobbalzano ad ogni mio colpo. Raccolgo gli umori che le colano dalla fica con un dito ed inizio a lavorarmi il culo. “Si scopami nel culo, è da un bel po’ di tempo che quel cadavere di mio marito non lo fa più.” Giocherello con il secondo canale prima di piantarglielo dentro, lei non fa una piega e continua a rispondere ai mie colpi con i movimenti del suo bacino. Nel mentre accarezzo la vulva insieme alla sua mano e vengo nuovamente: il mio denso fiotto la invade. Continuo a spingere per inerzia prima di scivolare a terra sfinito lungo le sue coscie. Le dopo alcuni minuti si riveste “Chissà cosa avranno pensato i tuoi vicini?” si chiese preoccupata adesso “Non ti preoccupare, quando facciamo le riunioni tra colleghi siamo più rumorosi!”. Ero soddisfatto, peccato che quando l’avevo sbattuta sul tecnigrafo avevo rovinato il disegno su cui lavoravo!
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