Abita nello stesso condominio dove abito io, ma lei è alla scala B 3 piano, mentre io sono alla scala A piano attico.Mi chiamo Alfredo, ho 38 anni e sono single, e questa storia mi è accaduta il mese scorso, ero al mio solito Bar a consumare la colazione, quando il bisogno di fare la pipì si faceva impellente, entravo nel corridoio degli antibagni e aprivo quello degli uomini, mentre ero intento ad orinare, la udivo distintamente la voce inconfondibile della Signora Vittoria, parlava al telefono che era negli antibagni con un uomo, e con tutto che cercava di parlare a voce bassa, udivo chiaramente che fissava un appuntamento da li ad un’ora, questa signora, erano diversi anni che turbava i miei sonni, circa 40 anni, bellissima, mora con gli occhi verdi e grandi, seni quarta misura, due bellissime gambe e un culo da favola, l’unico problema era il fatto che non conosceva affatto l’educazione, io anni prima ci provai e la risposta fù,”ma che te credi a stronzo, io so sposata, e non me devi rompe li coioni, se no lo dico a mio marito così lui te rompe er culo“ e da quel giorno l’ho tenuta sempre a distanza, non per paura, anche per il fatto che i miei 8 anni di karàte ancora contano e molto bene, ma per stare lontano da eventuali discussioni spiacevoli, ma quello che sapevo con certezza, era che lei aveva timore del marito, per non dire una paura folle, l’occasione e la curiosità erano troppo forti per non vedere questo famoso incontro, indossavo il casco, e salivo sul mio scuterone, e così l’aspettavo mentre lei prendeva un caffé, una volta uscita saliva sulla sua auto e andava via, seguita a breve distanza dal sottoscritto, dopo una decina di silometri, si immetteva in una strada consolare, e poco dopo fermava la sua auto ad un distributore, scendeva a dopo pochi metri saliva sopra un’altra auto che era ferma con un uomo a bordo, si baciava sulla bocca con lui e ripartivano, raggiungevano una casetta in mezzo al verde della campagna, scendevano e abbracciati stretti entravano dentro la casa, facevo passare 5 minuti e poi mi avvicinavo alla casetta, gli giravo intorno fino a che sentivo le loro voci, erano nella camera da letto completamente nudi, e stavano facendo un 69 da brivido, dalla persiana non completamente chiusa li vedevo benissimo, davanti a me c’era il suo culo favoloso e una fica nera come il carbone, lui che la leccava avidamente, mentre lei gli succhiava il cazzo con una voglia incredibile, sentivo i lamenti di lei ma non riuscivo a vederla, chiaramente lei era sotto e lui sopra, dopo un po’ di tempo li sentivo godere entrambi e il suo culo che mentre girava era una visione fantastica, adesso si stavano baciando di nuovo, e il vederla così tutta nuda mi sconvolgeva, ero eccitatissimo, e tirarlo fuori e segarmi è stato un attimo, in pochi secondi ho fatto una sborrata notevole, mi sono risistemato e sono andato via, mentre uscivo mi segnavo il numero di targa della macchina di lui.Ritornavo a casa, e da un mio amico del ACI riuscivo ad avere nome e cognome del proprietario, la mattina dopo aver visto che il marito usciva di casa, telefonavo a Marisa, come mi rispondeva gli dicevo subito chi ero, alla sua risposta, ma che cazzo voi da me, le rispondevo, adesso che cazzo voglio te lo dico quando vieni qui a casa mia e subito, altrimenti chiamo quel cornuto di tuo marito e gli dico di ieri, e che si chiama cosi, e di cognome fa cosà, silenzio di tomba all’altra parte, adesso hai capito che cosa voglio le rispondevo alzando la voce, tu vieni subito, io sono all’attico, c’è solo una porta non puoi sbagliarti, ti do al massimo cinque minuti, se tardi non venire affatto che non ce n’è più bisogno, e la sentivo che mentre chiudeva il telefono diceva, ma sto fio de nà mignotta, dopo circa quattro minuti suonava alla porta, era in vestaglia, senza trucco, e leggermente spettinata, rossa in volto, si vedeva che era incazzata da morire, come entrava la sua reazione era immediata, ma se po’ sape che cazzo voi da me, tu te devi fa li cazzi tui e basta, io ho il diritto de fa quello che me pare, se non avevi il marito si, ma dal momento che un marito c’è e pure ignorante da quello che mi risulta, e se quello lo viene a sapere, prima ti massacra di botte, e poi ti caccia da casa vestita come stai, mentre se lui non sa niente, e tu me la dai siamo tutti contenti, bada che puoi anche rifiutare se vuoi, pero, aggiungevo io gli telefono e sono cazzi tuoi, senza parlare si avvicinava a me a toccarmi con il suo corpo, mi metteva una mano sul pacco e mi diceva, si oltre che ad essere un uomo discreto, hai anche un bel bastone, il suo profumo e lei tutta mi facevano girare la testa, l’abbracciavo e la baciavo sulla bocca, mi ricambiava subito il mio mulinarla con la lingua, era fantastica come la muoveva e come mi stringeva a lei, poi si slacciava la vestaglia rimanendo con una piccola camicia da notte, non portava il reggiseno e le due boccie erano fantastiche, i capezzoli che sembrava volessero bucare la stoffa leggera che li copriva, li baciavo sollevandole la camicia, e poi raggiungevo la fica, mi sentivo morire, sentivo un pacco di fica, peli, e labbra che mi stordivano, Marisa era veramente la donna dei miei sogni, e poi la desideravo da tanto che mi sembrava un sogno, lei lentamente si inchinava e mi tirava giù i pantaloni del pigiama insieme agli slip, vederlo e prenderlo in bocca era un attimo, iniziava a farmi un pompino che io non ricordavo assolutamente fatto così bene, il modo di succhiarmi la cappella e imboccarlo tutto era fantastico, la spingevo fino al limite del letto e la facevo sdraiare, lei non si era mai fermata, gli toglievo le mutandine e finalmente mi appariva il suo scrigno, le labbra gonfie di desiderio dove faceva capolino la clitoride, un mare di peli neri che la incorniciavano, era veramente il monumento alla fica, mi tuffavo in mezzo a tanta meraviglia, prima le leccavo le labbra per tutto lo spacco, e poi con le mie labbra a ventosa gli aggredivo la clitoride, in pochi secondi mi regalava una sborrata fantastica, ricordavo che il giorno prima godeva a succhiare il cazzo, continuavo a leccarla senza sosta e mentre continuavo, mi bagnavo il dito con i suoi notevoli umori, e poi scivolando in mezzo alle chiappe, riuscivo a trovare il buchetto e senza mezzi termini lo infilavo tutto dentro, lo sentivo con il dito che gia lo avevano provato, però la voglia di farglielo anche io rimaneva sempre viva, adesso stavo per venire e non l’avvisavo, ma lei lo sentiva e se lo mandava tutto in fondo, la sborrata che facevo evidentemente la colpiva profondamente, infatti iniziava a tossire ma non se lo sfilava fino a che l’ultima goccia non era uscita, rimanevamo sdraiati pochissimi minuti, poi le si alzava e faceva l’atto di prendere la vestaglia, io le chiedevo ma che fai adesso vai via, e lei di rimando, ma non ti sembra di esagerare mi rispondeva, ti ho fatto un pompino che vorresti adesso, magari scoparmi no? non era a quello che pensavo rispondevo, però una cosa che mi fa impazzire ce l’hai, ma non mi faceva finire il discorso, senti a bello, so stata bene, c’hai un bel attrezzo, ma io devo andare via, mezza giornata da perde non ce l’ho, poi si girava e vedeva che stavo a cazzo dritto di nuovo, me lo prendeva in mano e mi diceva, ma questo a te non se smoscia mai, per come mi piaci credo di no, però bisognerebbe avere tempo per provarlo, si metteva seduta sul letto e ricominciava a succhiarmelo, ma io la sdraiavo e allargate le cosce lo puntavo in mezzo alla fica, lei con le sue mano se lo dirigeva e poi mi diceva adesso spingilo dentro, ma datte da fa a spigne che me piace sto bastone, e mi avvolgeva con le sue gambe la schiena, cominciavo a scoparla come un dannato, mi piaceva come parlava e come si muoveva Marisa, poi mentre la pompavo si prendeva un seno e lo allungava con ambo le mani, e mi diceva dai succhiamela, ma che aspetti dai, il capezzolo era lungo quasi tre centimetri, bello duro e saporito, era veramente un piacere leccarlo e mordicchiarlo, poi cominciava a godere veramente, si lamentava e si spalancava la fica con le mano, e iniziava a masturbarsi la clitoride, e poi si lamentava sempre più forte, al momento di sborrare lanciava un urlo che l’avrebbe sentita tutto il quartiere, continuava a godere fino a che iniziavo a innaffiarle l’utero con getti potentissimi di sborra, ripeteva l’urlo di poco prima e poi crollava sfinita e distrutta, adesso era sudata e ansante, però le notavo un sorriso leggero sulle labbra, mi sfilavo da lei con il cazzo gocciolante ma non completamente moscio, lei si metteva seduta e mi fissava, e poi esordiva dicendomi, purtroppo devo andare via perché mi aspetta mio marito, gli debbo andare in Banca, ma io oggi pomeriggio ritorno, e se mi scopi ancora come adesso, dopo ti do il culo, tanto lo so che ti piace il mio di buchetto, non hai fatto altro che toccarmelo da quando hai cominciato, però a te lo posso dire, mi piace molto anche quando lo prendo nel culo, e poi con questa mazza che hai una allargatina non mi farà male tu che dici, e mi dava un bacio sulle labbra, si era rivestita e prima di uscire, mi riprendeva in mano il cazzo dicendomi, mi dispiace che devo andare, altrimenti una succhiatina te la davo volentieri, si inchinava e con la bocca aperta mi prendeva tutta la cappella, la slinguava per bene e poi con un sospiro aggiungeva, mi raccomando, io sarò qui da te alle 16 non mancare, perché poi se ti incontro le palle te le massacro a calci, e baciandomi di nuvo spariva per le scale, rimasto solo, ero completamente frastornato, non potevo credere che Marisa era venuta da me e l’avevo scopata, e oggi coronavo il sogno di tanti anni, non solo me la sarei inculata, ma era proprio lei che me lo offriva, me ne andavo sotto la doccia a rischiararmi le idee, e mentre mi insaponavo il cazzo mi ritornava duro come il marmo, ero sul punto di menarmelo ma ripensando a Marisa, lo lasciavo perdere, questa sborrata la dedicavo a lei quando sarebbe venuta, quel culo da mettere in una mostra, valeva veramente il sacrifico che stavo facendo.
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