Le esperienze con Andrea e con i tre operai accadute a poche ore di distanza l’una dall’altra mi avevano fatto scoprire un nuovo mondo che non avevo mai conosciuto fino ad allora. I giorni successivi rimasi molto scossa, ma anche eccitata, non sapevo che cosa sarebbe successo ed ero curiosa di scoprirlo. Ed ecco che un giovedì sera dopo aver abbassato la serranda del bar e salutato mia cognata incamminandomi verso casa. vidi spuntare Pasquale da un vicolo, mi fermai, lui si avvicinò e mi salutò dicendomi “Ecco la nostra signora che torna a casa dal maritino dopo una lunga giornata di lavoro. Senta le faccio una proposta, perché non viene con me che le offro un aperitivo?” “No, Pasquale, la ringrazio, ma ….. si ricordi che quello che è successo non deve più ripetersi se non vuole passare dei guai.” “Ah, ah, ah, e che tipo di guai potrei passare? Se non sbaglio la signora ha gradito il trattamento ricevuto! Senta venga con me e non faccia storie, altrimenti il capocantiere ci rimarrà molto male e poi c’è anche un giovane che ha bisogno del suo aiuto. E …siccome lei è molto generosa con i giovani bisognosi ….Le faccio una promessa, venga con me stasera e poi non la disturberemo più!” Sapevo che i lavori che stavano facendo erano quasi ultimati e poi la ditta edile avrebbe smontato il cantiere e mandato i suoi operai magari in un’altra città. Rimasi un po’ a riflettere, poi pensai che forse era meglio assecondare ancora una volta le richieste di Pasquale per togliermelo definitivamente di torno senza far nascere complicazioni, inoltre il pensiero di esser ancora una volta usata come la loro bambolina di gomma mi eccitò nuovamente. Decisi però di non rendergli la cosa facile. “Senta Pasquale, io sono un donna per bene, sono lusingata della sua proposta, ma adesso vado a casa.” Mi voltai e cominciai a tornare indietro. Pasquale mi afferrò per un polso e mi fermò “Lei è una signora per pene …..non per bene …. si guardi come è vestita. Con questa gonna corta, le sue belle gambe coperte da provocanti calze a rete e valorizzate da un paio di scarpe con un tacco alto, quel suo bel fondoschiena pronunciato che sembra un invito e ….. il suo seno che sembra poter esplodere da un momento all’altro fuori da quella camicetta che ha li sotto. Lei con quelle sue gonfie labbra rosse di trucco, così vestita e truccata ….. comunica qualcosa alla gente che viene nel suo bar. Lei comunica che vuole del pene ….da brava signora per pene!! Eh, eh, eh. Su venga con me, non se ne pentirà.” Mi afferrò per un braccio e cominciò a trascinarmi con lui. “Pasquale, la smetta di trascinarmi, mi lasci. Ok vengo con lei, però le dico già che sarà l’ultima volta poi sparirete dalla mia vita.” “Certo, se lei ci soddisferà ….. non la disturberemo più.” Seguii Pasquale nel cantiere, che a quell’ora era deserto. Entrati nell’edificio Pasquale mi portò in una stanza dove c’era una sedia ed era stato posato un materasso in terra, mi fece sedere e mi chiese di cominciare a mettermi comoda che da lì a poco sarebbero arrivati i suoi compari per farmi festa. Ero confusa, sentivo dentro me salire un’eccitazione strana, mista ad una forma di timore. L’ambiente circostante mi disgustava e mi disgustava anche il pensiero di quello che mi avrebbero fatto quegli uomini maleodoranti e rozzi, però …. ancora una volta, l’eccitazione della situazione in cui mi ritrovavo mi faceva reagire in modo inusuale alla mia natura, o meglio, a quella che credevo fosse la mia natura. Pasquale mi si avvicinò e mi prese per i cappelli, mi buttò in ginocchio davanti a lui e disse: “Sei la troia più bella che il mio cazzo si sia mai scupato, ora tiramelo fuori e succhialo per bene!!” Pensai quindi di fargli un bel pompino e di farlo venire in fretta, era visibilmente eccitato e non dava l’idea di durare molto nella mia bocca, così gli aprii la cerniera e liberai dalle mutande il suo membro già gonfio, poi lo presi tutto in bocca, con le mani afferrai i suoi fianchi e cominciai a succhiarlo come una vera puttana, fermandomi ogni tanto per guardarlo negli occhi facendolo eccitare il più possibile pronunciando frasi oscene tipo: “sporco operaio ti piace usare la mia bocca come fosse la tua latrina …… dai su …fammi vedere quanta sborra sei capace di farmi ingoiare ….sono la tua troia per l’ultima volta quindi riempimi di sborra bastardo!!” Pasquale mostrava già i primi segni di cedimento e quando sentivo che era all’apice mi bloccava con le mani e si piegava sulle gambe vaneggiando frasi sconnesse del tipo: “Sorcona mia …. Ti voglio pisciare in bocca ….. puttana borghese sei il mio cesso, ora ti sborro in bocca!” Mentre Pasquale ormai ansimante stava per cedere ….sentii afferrarmi per i capelli e una voce proveniente da dietro disse: “E brava la nostra troia, ti sei già messa all’opera vedo. Brava, ma adesso se hai un attimo di pazienza facciamo un po’ di presentazioni, non siamo mica dei maleducati qui, vero Pasquale?” Mi girai e vidi che l’uomo che mi teneva per i capelli era Carmelo, subito dietro di lui scorgevo altre figure che non riuscivo a distinguere, Carmelo mi fece sedere sulla sedia e iniziò a presentarmi gli altri membri del gruppo. C’era Vincenzo che naturalmente conoscevo già, poi si fece avanti un uomo sui sessant’anni con una pancia incredibilmente grossa, era Antonio il capo cantiere, il quale si presentò tirandosi fuori il cazzo dai pantaloni e porgendomelo da omaggiare disse: “buona sera bella signora, ti presento la mia minchia, succhiala, altrimenti potrei offendermi e non sarebbe il caso!” Aprii le labbra senza proferire parola e lasciai scivolare sulla lingua il cazzo semi duro di Antonio che gradì le miei sapienti succhiate. Poi avanzò Abdul, un bel ragazzo di colore che aveva un grosso cane lupo al guinzaglio, mi salutò timidamente e si mise da un lato insieme agli altri. A quel punto Pasquale spiegò le regole della serata “Bene, come vi avevo detto la signora stasera sarà a nostra completa disposizione, potrete usarla a vostro piacimento ma senza farle male e senza lasciarle segni, dico bene signora?” Io annuii e dissi “L’ho già detto a Pasquale e lo ribadisco a voi, dopo questa sera non dovrete più osare neppure rivolgermi la parola, altrimenti vi denuncio a tutti! Luridi maiali!!!” “Va bè …. Domani è un altro giorno, adesso pensa a soddisfarci e non fare la preziosa. La serata sarà finita solo quando non sarà rimasta neppure una goccia di sperma nei nostri coglioni, hai capito??” disse Antonio che avvicinandosi ad Adbul prese il cane per il guinzaglio e lo portò davanti a me “Io propongo di far iniziare la signora con la nostra mascotte, Rambo, che ne dite??? Così magari la signora capisce meglio qual è il suo ruolo stasera!!” Gli altri eccitati dall’idea esultarono mentre io iniziai a lamentarmi “Non penserete mica che possa fare sesso con un cane, ma siete matti???” Adbul mi prese per i capelli e mi trascinò sotto la pancia del cane all’altezza del suo membro che era piccolo e coperto da una folta peluria, poi con una mano fece uscire il piccolo pene umido e rosso del cane dalla peluria e con l’altra spinse la mia faccia sopra di esso. Le mie labbra erano a contatto con l’umido sesso dell’animale ed io le aprii facendolo scivolare dentro, poi lo avvolsi con la lingua e cominciai a succhiarlo senza provare ribrezzo. Carmelo si mise dietro di me, mi sollevò la gonna, mi denudò degli slip e cominciò a leccarmi culo e fica con foga, mentre il pene dell’animale aveva ormai raggiunto una dimensione notevole facilitandomi l’esecuzione del pompino. Ad un certo punto il cane cominciò a muovere il bacino freneticamente mentre il suo membro cresceva a dismisura e la mia bocca fu invasa da un caldo liquido denso ………… stava venendo. Gli operai mi esortarono a continuare il lavoro di bocca sul membro del cane che non aveva perso consistenza neppure dopo l’abbondante sborrata ed io eccitata dalla situazione e dal buon lavoro di lingua praticatomi da Carmelo continuai senza più pudore fin quando il cane a membro duro iniziò ad urinarmi a schizzi direttamente in gola, solo in quel frangente mi scostai tossendo e provocando l’ira di Abdul che mi prese per i capelli e mi disse in un italiano poco corretto: “mai fermare lavoro se non diciamo noi, altrimenti bastone in culo, capito?” Poi mi sputò in bocca e mi intimò di continuare il lavoro su Rambo. Io ripresi immediatamente a spompinare il cagnone che continuava a pisciarmi in bocca come se fossi il suo alberello preferito. Mentre a fatica ingoiavo gli schizzi di urina, Carmelo visibilmente eccitato e scosso dallo scenario smise di leccarmi e con un colpo secco mi infilò il suo gonfio pene in culo facendomi urlare dal dolore. Abdul mi riprese per i capelli e dopo avermi sputato in bocca disse: “adesso signora puoi smettere bocca su Rambo che ti facciamo il sandwich così godi un po’ anche tu!” Carmelo aveva iniziato a stantuffare ed io ero confusa e non capivo cosa voleva dire Adbul con quella frase. Vidi però Antonio che menandosi il cazzo si posizionò davanti a me sbattendomi in faccia il suo maleodorante pene, mentre Vincenzo si era sdraiato sotto di me e con la collaborazione di Carmelo, che aveva smesso di stantuffarmi in culo, riuscì ad infilarmi il suo cazzo nella fica. Mi sentivo piena di carne e quando i due cominciarono a stantuffare sincronizzando i colpi in maniera perfetta io persi la testa dalle sensazioni che esplodevano nel mio cervello e prendendo il cazzo di Antonio lo guardai in faccia e gli dissi: “Vecchio bastardo dammi da bere!! ” poi lo iniziai a succhiare con maestria e voracità. Antonio rimase stupito dalla mia reazione e la sua eccitazione crebbe in misura notevole, rimase qualche secondo senza controllo con le gambe barcollanti e poi reagì afferrandomi la testa con tutte due le mani e spingendo il suo membro fino in fondo alla gola quasi a volermi soffocare. Vincenzo e Carmelo continuavano il loro lavoro con maestria e devozione e anche con una certa delicatezza non propria alla loro indole. Era Carmelo a stupirmi di più, riusciva ad infilarmi tutto il cazzo in culo facendomi solo che godere, trattenendolo tutto dentro per lunghi tempi da farmelo sentire nell’intestino per poi riprendere delicatamente a pompare aumentando il ritmo. Praticamente mi stava fottendo in culo con una abilità ed attenzione che non pensavo mai un rozzo operai come lui potesse avere. Nel frattempo Adbul e Pasquale osservavano la scena masturbando le loro verghe con vigore. Mentre il quartetto composto da me e dai tre operai stava lentamente avvicinandosi all’orgasmo, io osservavo la grossa verga di ebano di Adbul e desideravo solo farla mia, immaginavo quanto sperma avrebbe potuto iniettarmi e con la mano cercavo di afferrarla, ma Antonio insultandomi mi costringeva a pensare solo al suo goffo membro che mi spingeva all’inverosimile in fondo alla gola, procurandomi anche delle contrazioni da vomito. Ero completamente in balia dei tre operai quando ad un certo punto riuscii ad allontanare il cazzo di Antonio dalla mia bocca proprio nel momento in cui lui iniziò inaspettatamente ad eiaculare. La sua reazione fu immediata e violenta, mi tirò con forza i capelli in modo da farmi aprire la bocca dove infilò completamente il suo cazzo che continuava ad eiaculare a schizzi brevi ma potenti che in poco tempo mi riempirono completamente la bocca costringendomi all’ingoio per non soffocare. La scena fu come il colpo di grazia per Vincenzo e Carmelo che ormai arrivati all’apice non si trattennero più e mi pomparono nei due buchi una grande quantità di sborra insultandomi e sputandomi addosso. L’orgasmo dei tre contribuì notevolmente all’esplosione del mio che fu devastante per durata ed intensità. Cercai di togliermi da quella posizione che era diventata scomoda, ma Antonio, ancora arrabbiato per prima, dopo avermi fatto aprire la bocca e sputato dentro mi ci infilò nuovamente il suo pene ormai in fase calante e disse “non ti puoi alzare, tu sei la nostra cagna e a quattro zampe devi rimanere, capito??” Io cercai di protestare ma lui mi tenne giù afferrandomi per i capelli e dopo avermi risputato in bocca cominciò anche a pisciarmi in faccia. Io chiusi le labbra per evitare di ingerire l’urina, ma Antonio tirandomi per i capelli mi fece spalancare la bocca per urlare con l’evidente risultato di farmi ingoiare parte della salata pisciata. Abdul eccitato dalla scena, scansò Antonio e disse a Pasquale di preparare Rambo, io non capivo cosa volevano fare i due e ad un certo punto vidi Pasquale che masturbando il cane aveva fatto tornare il suo membro ad una dimensione davvero invidiabile da parte di qualsiasi virtuoso superdotato. Mentre Abdul si dedicava ad allargare con le sue dita il mio buco del culo, da cui fuoriusciva ancora lo sperma di Carmelo, Pasquale stava aiutando Rambo a montarmi. A quel punto ebbi uno scatto e provai ad alzarmi “Siete impazziti? Non vorrete mica farmi inculare da un cane!!” “Zitta troia, aiutalo a farlo entrare nel tuo culo e non dire cose che non vuoi fare, bianca cagna!!”, disse Abdul sputandomi sulla schiena. Sentivo Rambo dietro di me cominciare ad agitarsi, ormai Pasquale l’aveva aiutato a montarmi sulla schiena e il cane mi annusava respirando con ritmo veloce, sentii che appoggiarono in grosso membro del cane, che non stava fermo, sul mio buco del culo e piano piano aiutandolo con la mano riuscirono a farne entrare un pezzo procurandomi un atroce dolore dovuto alle sproporzionate misure della cappella già molto gonfia. Non appena, però, a Rambo fu indicata la strada, lui seppe bene come proseguire e aiutandosi con le zampe posteriori lo spinse tutto dentro. Capivo che la scena doveva eccitare tremendamente i cinque operai perché i tre che si erano già svuotati dentro di me erano di nuovo in tiro e a turno insieme agli altri due iniziarono a scoparmi in bocca. Intanto il cane aveva iniziato a scoparmi nel culo alternando ritmi vorticosi a momentanee pause nelle quali sentivo il suo pene dilatarsi all’inverosimile dentro di me. Il suo lavoro era davvero piacevole, rimasi sorpresa di questa scoperta e la cosa tornò ad eccitarmi ed a farmi mostrare pubblicamente la mia eccitazione ai cinque operai che gradivano il mio abile lavoro di bocca. Quando fu il turno di Pasquale mi accorsi che dopo due o tre colpi che mi dava in bocca si fermava e mi teneva ferma la testa, non ce la faceva più. Decisi che lo avrei fatto venire!!! Gli afferrai le palle con una mano e con l’altra il duro e violaceo pene e gli dissi cominciando a menarglielo piano “Sono la tua troia, saziami del tuo sperma lurido bastardo, dai, guarda come è bravo Rambo mi sta sborrando in culo, tu sborrami in bocca e la ingoierò tutta! Dai Pasquale sborra in bocca alla tua cagna!!!” Feci appena in tempo a riprenderlo in bocca che Pasquale cominciò a sborrare con schizzi poco potenti ma molto abbondanti. Per la seconda volta mi trovai sconvolta da un orgasmo devastante che fu dovuto principalmente all’abile lavoro di Rambo che stava continuando a scoparmi in culo fermandosi solamente per brevi istanti in cui con getti potenti sborrava dentro il mio intestino copiose quantità di seme che cominciavano a gocciolarmi dalle gambe fino a formare due piccole pozze in terra vicino alle mie ginocchia. Questa sensazione di completa pienezza e sottomissione all’animale, che continuava a sborrare senza mai essere esausto, insieme alla visione di Pasquale rantolante e barcollante mentre mi riempiva lo stomaco del suo sperma diedero il via al mio orgasmo aiutato anche da due delle mie dita sporche di sborra che mi infilai nella vagina masturbandola mentre si contraeva nello spasmo della mia goduta. Abdul a quel punto all’apice dell’eccitazione prese Rambo per le zampe posteriori e lo trascinò via procurandomi un dolore lancinante, poi mi prese per i capelli mi fece alzare il viso e mi intimò di aprire la bocca dai cui lati colava ancora un sottile filo di sperma, mi ci sputò dentro due volte e mi disse: “ ora ingoia che poi ti scopo io, bianca cagna!!”, mi infilò il suo grosso cazzo in bocca un paio di volte e mi buttò sul materasso a gambe alzate e divaricate per poi mettersi sopra di me. Lo infilò dentro tutto facendomelo arrivare praticamente nello stomaco, cominciò a imprecare in arabo ed a leccarmi la faccia mentre il suo bacino affondava con colpi decisi e profondi il suo membro dentro di me facendomi impazzire. Il suo vigore, la sua energica ricerca dell’orgasmo dentro di me e la visione del suo nudo corpo muscoloso mi mandarono letteralmente in estasi e cominciai a stringere le mie gambe ai suoi fianchi implorandolo a continuare la sua opera. Quel mio atteggiamento portò Vincenzo ed Antonio nuovamente a ricercare le mie attenzioni, Vincenzo scansò il viso di Abdul e praticamente si sedette sulla mia faccia posizionando il suo buco di culo sulle mie labbra e il suo membro in mezzo al mio seno. Stringendomi il seno con le mani intorno al cazzo e muovendosi avanti e indietro iniziò a praticarsi una bella spagnola mentre la mia lingua gli si infilava nell’orifizio anale disgustosamente puzzolente. Antonio invece sparì dietro ad Adbul e non riuscii più a vedere cosa stesse facendo. Ad un certo punto però sentii Adbul imprecare più forte ed urlare “No capo, fai piano dentro mio culo, non sono troia bianca!!” Capii quindi che Antonio si era messo dietro ad Adbul ed aveva cominciato ad incularlo, la cosa mi fece eccitare ancora di più. Vincenzo intanto aveva accelerato il suo lavoro e con uno scatto balzò in piedi prese Abdul che gli stava davanti per la testa e gli infilò l’uccello in bocca cominciando a sborrare bestemmiando. Abdul con un cazzo in culo ed uno in bocca aveva smesso di stantuffarmi in fica e stava fermo dentro di me, una volta che Vincenzo smise di riempirgli la bocca si tolse ed Adbul scese su di me, mi aprì la bocca con le due mani e ci sputò tutto il caldo seme misto della sua saliva, poi mi disse di ingoiare. Proprio mentre mi apprestavo a farlo Abdul riprese a stantuffare con vigore fino a quando sentii un calore intenso dentro di me, mi stava riempiendo del suo seme, mentre con la bocca imprecava in arabo. In quel momento Antonio si alzò lasciando libero Adbul che rimase ancora un po’ dentro di me, e dopo avermi sputato in bocca mi ci infilò il suo pene. Il lavoro di Antonio fu però breve, probabilmente per il fatto che era molto eccitato dalla situazione e dopo qualche colpo cominciò quindi a svuotarsi direttamente nella mia gola, ormai sazia di sperma. Eravamo tutti esausti, sdraiati per terra con Rambo che girava in mezzo a noi ancora eccitato, leccando di qua e di la, la festa era finita, avevo bruciori un po’ ovunque e il mio corpo, la mia biancheria intima erano intrisi di sperma e piscio. Cominciammo a ricomporci ed a vestirci ripulendoci come possibile. Il congedo dai miei scopatori fu rapido, ognuno di loro mi salutò con uno sputo in bocca e mi ringraziarono per l’abile lavoro. Pasquale disse: “Cara nostra signora per pene ….. oggi hai capito cosa vuol dire essere una cagna usata come una latrina ….oggi hai provato quello che noi proviamo da una vita, ma a te è anche piaciuto!! Cmq sei stata molto disponibile ed abile e per questo non ti perseguiteremo più ….ma se vorrai …..ti diremo dove trovarci, anche più numerosi!!”
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