Avevo circa 18 anni, e aiutavo una sorellastra di mia madre a raccogliere le noccioline in campagna. Eravamo soli, e, nulla faceva presagire quanto sarebbe accaduto di li a poco. Si parlava del più e del meno quando ad un certo punto zia A… mi dice che si allontanava per fare pipì. Dopo circa un quarto d’ora, mi chiama e mi chiede di raggiungerla. Lei si trovava sull’uscio di un pagliaio, aveva lo sguardo languido ma non riuscivo a comprenderne il motivo. All’epoca, 22 anni fa, non ne capivo molto di donne e, tutta la mia esperienza sessuale era ridotta a tante seghe, sparate sull’onda dei ricordi del “Decamerone” di Pasolini visto qualche tempo prima in un cinema di quart’ordine. Mi raccontò di aver paura che qualcuno la potesse sorprendere mentre orinava e mi chiese di farle da guardia. Entrammo insieme nel pagliaio dove c’era anche un piccolo giaciglio costruito alla meno peggio con materiali di fortuna. Io guardavo fuori, per la verità un po’ imbarazzato, lei si accovacciò dietro di me nell’intento di orinare. Stette così per un po’ di tempo ma non sentivo nessun rumore. Mi voltai chiedendo se avesse fatto, ma lei, alzandosi e senza ricomporsi, mi chiese se non fossi stato mai con una donna. Penso che arrossii. Risposi di no, aggiungendo che non ne avevo nemmeno visto una dal vero. Mi chiese se avevo voglia di fare all’amore con lei, accettai senza indugio. Fece tutto da sola perché inebetito com’ero, non ero in grado di prendere la pur minima iniziativa. Mi sbottonò i pantaloni e me li abbassò insieme alle mutandine. Il mio cazzo era irrimediabilmente floscio anche se dentro di me ero eccitato da morire. Iniziò a menarmelo con foga e, abbassandosi, se lo prese in bocca. All’inibizione iniziale, subentrarono i miei sedici anni ed i ricordi del Decamerone. Ebbi la mia prima erezione per mano di una donna. Lei continuò a leccarlo ed in men che non si dica, sborrai anche l’anima. Zia A non si scompose per niente, ingoiò tutto e continuò a leccarlo. Oramai non capivo più niente, la mia giovane età fece in modo che il mio cazzo restasse ancora duro come la pietra. Si stacco dal mio arnese e si sfilò le mutandine, si adagiò sul lettino e mi ordinò di possederla. Non lo avevo mai fatto, ma lei mi guidò con malcelata esperienza. Aveva una fica molto pelosa e nera, entrai in lei senza sforzo e cominciai a fotterla con vigore. Dopo un po’ sentivo che si bagnava e cominciava mugolare come un’ossessa spingendo ella stessa con vigorosi colpi. Si accorse che stavo per venire di nuovo e si sfilò ritraendosi fulmineamente rimanendomi a metà. Si girò alla pecorina e cominciai a fotterla di nuovo con forza. Sembrava il kamasutra impersonificato per il numero di posizioni che mi fece assumere. Non prendeva anticoncezionali per cui si fece sborrare di nuovo in bocca. Godette parecchie volte prima di farmi godere. All’epoca zia A aveva 23 anni. Ci ricomponemmo e ritornammo alla nostra attività senza proferire parola alcuna. Da allora ne sono passati di anni, le nostre strade si divisero, io mi arruolai, lei sposò un marinaio (poverino). Il mio lavoro mi ha portato in giro per l’Italia lei dopo un po’ di tempo si ristabilì con il marito al paese. Io mi sposai. Oggi siamo entrambi sposati con figli e di quell’episodio non ne abbiamo più parlato e sembrava perfino dimenticato. La settimana scorsa il marito era a letto con un terribile mal di schiena e lei doveva andare in campagna a prendere la legna. Mi ha chiesto di accompagnarla. Ho preso la macchina e siamo partiti. Arrivati in campagna abbiamo cominciato a raccogliere la legna quando per uno strano scherzo del destino ci siamo ritrovati vicino al pagliaio. Mi sono fermato e lo guardavo rinvangando nei miei ricordi di gioventù. Lei ha continuato per un po’, poi vistomi assorto nei miei pensieri mi ha chiesto a cosa stavo pensando. Questa volta con molta spudoratezza le ho ricordato quanto era accaduto 22 anni prima e lei imbarazzata, si è avvicinata ed accarezzandomi mi ha detto che era acqua passata. Le ho detto che mi sarebbe piaciuto ripetere quell’esperienza, e lei prima ha cercato di tirarsi indietro e poi, senza parlare, è entrata nel pagliaio ed ha cominciato ad alzarsi la gonna. Questa volta però il gioco l’ho voluto condurre io, ho cominciato ad accarezzarla ed a baciarla. Lei mi ha abbracciato e ricambiava il mio bacio con passione. Ho iniziato a toccarle prima il seno e poi la fica, a questo punto il suo ed il mio sangue bollente hanno preso il sopravvento e, come assatanati ci siamo buttati sul lettino ormai logorato dagli anni, ma ancora idoneo all’uso. Ho cominciato a leccargli la fica mentre con una mano le pastrugnavo il seno. Poi mi sono girato in modo da portargli il membro all’altezza della bocca e lei senza indugio l’ha ingoiato leccandolo con voluttà. Quando mi sono accorto che era pronta per essere chiavata, l’ho girata alla pecorina e ho cominciato a fotterla con forza insinuando il mio dito indice, prima in fica e poi giocando con il buco del culo. Mi sono accorto che zia A non disdegnava questo tipo di carezza per cui mi facevo sempre più audace. L’ho rigirata di nuovo e fottendola in maniera classica, la baciavo e le ho infilato il dito nel culo. Ho Sentito che sussultava e gemeva ancora di più. A questo punto gli ho chiesto se le piaceva col dito e lei ha annuito, gli ho chiesto ancora se avesse voluto il cazzo e lei spaventata ha detto di averlo vergine, anche il marito glielo aveva chiesto e lei si era sempre rifiutata. Ho continuato a fotterla ed a giocare col dito poi ne ho infilato due e lei ha cominciato a sbrodolare come una fontana, fuori di se mi ha chiesto di incularla ed io non me lo sono fatto ripetere. Ho raccolto i suoi stessi umori dalla vagina e gli ho lubrificato per bene il culo, poi porgendogli il mio cazzo gli ho detto di insalivarlo per bene cosa che lei ha fatto con maestria. L’ho fatta rigirare a pancia in giù e gli ho ordinato di tenersi le natiche dilatate con le mani, ho puntato il glande sul pertugio ed ho iniziato a forzare. Avendo notato un certo irrigidimento da parte sua, ho passato la mano sotto la pancia ed ho iniziato a sgrillettarla di santa ragione, a questo punto è stata lei stessa a sforzarsi ed a farselo entrare tutto nel budello. Ha gridato all’inizio, ma poi ha cominciato a dimenarsi ed io a pomparla di buona lena. Ho sborrato nel suo culo e lei se n’è venuta come una fontanella reclamando ancora cazzo. Non ancora paghi della scopata iniziale, e, dopo un poco di tempo passato a baciarci ed a giocare con i nostri sessi lei si è chinata sul mio cazzo ed ha cominciato a leccarlo facendolo diventare duro come il marmo. Si è staccata ed è salita su di me a smorzacandela con la schiena rivolta verso di me. Ha cominciato ad andare su e giù prima lentamente e poi aumentando il ritmo. Nel frattempo le toccavo le tette e la fregna. Ad un certo punto, si è sfilata il cazzo dalla fica e, puntandoselo sul culo ci si è seduta sopra di colpo provocandomi un leggero dolore e, come impazzita, ha cominciato a cavalcare che era un piacere a dispetto della sua non più giovane età. È stata una scopata memorabile. Mi ha letteralmente spompato, il tutto a discapito della legna da raccogliere. Ho accompagnato mia zia a casa, ho salutato non senza un certo imbarazzo il marito e sono tornato a casa mia.
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