I nostri nuovi amici (al mare) Come eravamo messi d’accordo con il nostro nuovo amico Giacomo, a metà settimana ci siamo sentiti per telefono e ci siamo dati appuntamento per il venerdì successivo in una pizzeria. Ci siamo visti verso le nove direttamente in pizzeria e dopo le dovute presentazioni ci sedemmo ad un tavolo discutendo amabilmente. Sua moglie Claudia era una bella trentacinquenne, mora, alta quanto me e un po’ pienotta senza essere grassa. Anzi, dopo due figli, manteneva un corpo da favola, da donna matura appunto. Portava gli occhiali da vista che le davano un’aria intellettuale e aveva un paio di seni notevoli che cercavano di uscire dalla scolatura del vestito di lino, ogni volta che si appoggiava sul tavolo. Esteticamente mi era piaciuta subito e mi era sembrato che anche a mia moglie era piaciuta e pian piano, mentre parlavamo mi stava piacendo anche il suo carattere. Tranquilla, un po’ ironica, fine di modi si è rivelata anche abbastanza maliziosa in fin di serata dopo che l’abbondante birra aveva un po’ sciolto alcuni freni inibitori. Con mia moglie si sono trovate molti punti in comune specialmente quando si è cominciati a parlare di vestiti e di trucchi, entrambe non amavano di truccarsi molto ed ad entrambe piacevano le scarpe basse senza tacchi. Alla fine il discorso cadde sulla politica, con mio disappunto iniziale perché avevo paura di un litigio, che poi non c’è stato perché ci ritrovammo a pensarla più o meno allo stesso modo. Quest’ultima cosa rinforzò la simpatia di Franca nei confronti della moglie di Giacomo e alla fine si ritrovarono a parlottare da sole come vecchie amiche. A fine di serata decidemmo per l’indomani di andare al mare alla nostra solita riserva che era anche il loro solito posto di mare. I loro figli erano dai nonni e sarebbero stati lì per tutto il fine settimana quindi erano liberi di fare tardi. Anzi ci disse maliziosamente Claudia, stasera ci saranno scintille, provocando una risata generale. Quella sera, anche se tardi mia moglie mi chiese di aiutarla a depilarsi le parti intime, cosa che io feci con gran piacere anche se mi sentivo stanco e brillo. Le depilai con cura il solco delle natiche e le grandi labbra della sua fichetta, costatando con piacere che il suo buco del culo sembrava tornato alla normalità dopo le furiose inculate mie e di Giacomo della settimana prima. Dopo la depilazione ho cercato di approfondire il rapporto ma mi ha detto che si sentiva stanca ed in ogni caso ci saremmo rifatti l’indomani. Questa sua affermazione la presi come un’accettazione di provarci con Claudia e non ho insistito oltre.L’indomani passammo a prendere in nostri nuovi amici e tra discussioni varie e battute ci avviammo verso la nostra meta di mare preferita. La nostra minuscola caletta era fortunatamente libera e ci siamo accomodati occupando completamente ogni piccolo spazio. Mia moglie sfoggiò con disinvoltura il suo minuscolo tanga nero lasciando i seni al vento mentre Claudia aveva un costume più casto come forma ma bianco e, come era bene evidenziato dopo il primo bagno, completamente trasparente. Le si vedevano, infatti, perfettamente le scure areole dei capezzoli e il solco delle natiche ma non ho notato niente sul pube, cosa che mi ha fatto pensare che fosse completamente depilata. Al solo pensiero il cazzo mi s’inalberò, cosa che non è sfuggita a mia moglie che mi sussurrò un “porco” nell’orecchio. Claudia fece i complimenti a mia moglie dicendole che anche lei aveva un tanga simile al suo ma non aveva mai avuto il coraggio di metterlo.“Forse in posto così, tra amici….” concluse. Tutto sembrava andare per il meglio quando sugli scogli vicini arrivò un gruppo di quattro ragazzi, diciotto-ventenni, abbastanza chiassosi per i nostri gusti ed anche per quello che avevamo in mente io e Giacomo per la giornata. Diventai irrequieto e mia moglie cercò di calmarmi sussurrandomi, mentre Giacomo e Claudia si facevano il bagno, di non mettere limiti alla provvidenza. Stavo per chiederle cosa voleva dire ma l’arrivo dei nostri amici ha troncato il nostro discorso lasciandomi più irrequieto di prima. Dopo un po’ Franca ci fece una proposta: “Perché tu e Giacomo non andate a raccogliere un po’ di ricci che stasera ci prepariamo una bella spaghettata?” L’idea era buona e ormai una consuetudine ma non me la sentivo di lasciarle sole con quei quattro ragazzi vicini anche perché non si vedeva nessuno nelle vicinanze e avevo notato il vivo interesse dei ragazzi nei confronti delle signore. Non staccavano gli occhi dalle donne anche se devo ammettere che mia moglie procurava a loro tutte le giustificazioni per guardarla. Andava spesso a bagnarsi i cappelli inchinandosi a novanta gradi e offrendo così un meraviglioso spettacolo del suo culo, oppure si metteva distesa a gambe aperte sul materassino come se fossimo soli in quel posto. Questo suo atteggiamento disinibito aveva contagiato Claudia che dopo un po’ si era levata il pezzo di sopra scoprendo un paio di tette notevoli. Con queste promesse consideravo pericoloso lasciarle sole con quei quattro arrapati nelle vicinanze. Vedevo comunque che Giacomo era tranquillo quindi prendemmo l’indispensabile e ci tuffammo. Quando, dopo un po’, feci presente a Giacomo le mie preoccupazioni, lui ridendo mi disse che Claudia era cintura nera di karatè e se ci fosse stato bisogno a quei quattro li avrebbe mandati all’ospedale in un baleno. Questo mi tranquillizzò ed iniziammo la nostra raccolta di ricci. Tornammo dopo circa tre ore con i cestini pieni. Le nostre mogli erano distese sui materassini a prendere il sole e i giovanotti se n’erano andati. Dopo essermi riposato per un po’ ho chiesto a Franca se se la sentiva di cullarsi dalle onde sul materassino doppio. Morivo dalla voglia di sapere cos’era successo anche perché, quando siamo tornati, l’ho vista un po’ rossa in faccia e accaldata. Non riuscivo, comunque, a capire quando fosse successo con quei quattro vicini, tranne che i ragazzi fossero andati via subito dopo che io e Giacomo ci fossimo tuffati. Quest’ultima cosa però mi sembrava improbabile visto l’interesse che loro provavano nei confronti delle signore. Quando ci siamo allontanati un po’ dalla riva cominciai a chiedere a Franca cosa fosse successo. Alle mie insistenti domande lei rispondeva in modo evasivo e con sorrisi maliziosi. Non sapevo come interpretare il suo comportamento ma mi assalì un dubbio; perciò avvicinandomi a lei le misi una mano tra le gambe. La sua fica mi sembrava come sempre ma il suo buco del culo mi è sembrato più cedevole rispetto la sera precedente. “Il patto era che ci provavi con Claudia, non che ti facevi quei quattro scalmanati” le dissi un po’ incazzato. “Dai amore” mi rispose con voce da gattina in calore toccandomi il cazzo “era il modo migliore per coinvolgere Claudia, e poi non me li sono mica fatti da sola!!! Claudia mi ha aiutato parecchio. Io speravo che voi foste nascosti dietro gli scogli a vedere le nostre performance ma voi come scemi raccoglievate ricci!” Mi sono sentito un cretino, ero incazzato e non sapevo come risponderle, anche perché ero curioso di sapere come era andata. Il pensiero che mia moglie con la sua amica si sono fatte sbattere alla luce del sole da quattro ragazzi con noi nelle immediate vicinanze mi faceva eccitare enormemente e avevo già il cazzo che mi arrivava all’ombelico. Seduti a gambe incrociate uno di fronte all’altra, sul materassino in mezzo al mare, Franca cominciò a raccontare: Dopo che vi siete tuffati, Claudia mi chiese di spalmarle un po’ di olio solare sulle spalle. Iniziai con un leggero massaggio sulle spalle e pian piano cominciai a scendere. La sua pelle era bellissima. In verità non aveva alcun bisogno di olio solare vista la sua abbronzatura quindi presi la richiesta per quello che, in effetti, era: una voglia di carezze nonché esibizionista considerato che anche lei aveva ben notato che i quattro ragazzi non ci staccavano gli occhi di dosso. Continuai spalmandole l’olio sulle gambe e risalendo lei si tirò il costume nel solco delle natiche. “Così si abbronza anche il culo” disse ridendo. I ragazzi stavano sbavando e si notava chiaramente il bozzolo nei loro costumi. “Li facciamo eccitare questi ragazzini?” le dissi sottovoce massaggiandole il culo. “Ma sono piccolini” mi rispose lei ridendo ma per nulla contrariata. “Sarà” le dissi io “ma li hai visti gli ingrossamenti dei loro costumi?”. “Ma tu dove vorresti arrivare?” mi disse lei un po’ perplessa girandosi. “Dove mi porta il caso ed il piacere” le risposi “mi piace essere desiderata e poi se qualche volta colgo i frutti di questi desideri che male c’è?” “Col tuo marito come la metti?” disse Claudia. “Mio marito è una persona aperta. Ci piace giocare e cogliere piacere anche da situazioni scabrose. Se mi capita qualche avventura io gliela racconto e lui fa lo stesso con me anche se preferiamo costruircele insieme le avventure. E tu, come ci sei messa con tuo marito?” “Mah, a parole siamo aperti ma non siamo mai passati ai fatti, almeno insieme. Io qualche avventura l’ho avuta ma di poco conto e in ogni caso non ha incrinato il nostro rapporto. Lui non so se ha avuto qualcosa ma certamente non sarei io a raccontargli per prima le mie. A letto si dichiara aperto ed è un grande porcellone ma non so come reagirebbe ad una mia scappatella”. Mentre parlava io avevo iniziato a spalmarle l‘olio sui seni massaggiandoli delicatamente. Cominciava ad eccitarsi…. Le parole ogni tanto le si spezzavano in bocca. “Mi sta piacendo questo massaggio” mi sussurrò sorridendo “ma con i ragazzini come la mettiamo? Se continui così tra poco li avremmo addosso” mi disse. “E allora?” le risposi “hai paura che tornino i nostri mariti?” “No no” disse lei “se conosco bene Giacomo, non tornerà prima di un paio d’ore. Se mai ho paura che arrivi altra gente. E poi mi fa un po’ di paura questa situazione anche se mi intriga molto”. “Da queste parti e a quest’ora non viene mai nessuno” la tranquillizzai “per quanto riguarda poi i ragazzini, se hanno coraggio vedremmo cosa valgono se no, offriremmo a loro un bello spettacolo per le loro seghe notturne”. Si mise a ridere divaricando un poco le gambe. Cominciai ad accarezzargliele dall’interno stando inginocchiata al suo fianco. Dopo un po’ sentii la sua mano che risaliva sulla mia coscia. Mi scostò il tanga e cominciò ad accarezzarmi la fichetta. Io le levai il costume e mi abbassai a baciare la sua. Era completamente depilata con il clitoride e le piccole labbra prorompenti. Iniziai a succhiarle il clitoride mettendomi a carponi sul suo seno. Lei, dopo un po’ di carezze con le dita, cominciò lo stesso con me. Mi girai per vedere le reazioni dei ragazzi. Erano ammutoliti con la bocca aperta ma non trovavano il coraggio di avvicinarsi. Forse le stazze tua e di Giacomo li avevano impauriti. Li feci cenno con un sorriso di avvicinarsi. Si sono alzati come automi e si piazzarono in piedi intorno a noi senza proferire parole. Mi alzai un poco sedendomi sul viso di Claudia e allungai la mano verso il costume di quello che sembrava il più grande e il più sveglio. Gli estrassi dal costume un cazzo di notevoli dimensioni in piena erezione. “Eh sì, amore mio, era più lungo e più grosso del tuo” mi disse maliziosamente. Claudia sotto di me continuava a leccarmi lasciandomi l’iniziativa con loro. Mi portai il cazzo del ragazzo in bocca. “Tu vai a fare il palo sullo scoglio” disse lui al più mingherlino dei quattro “e occhio in giro. Le signore ti faranno divertire dopo. Non è vero?” disse rivolgendosi a me. Io per risposta abbassai il costume al mingherlino e gli accarezzai il cazzo sottile come una carota ma abbastanza lungo. Quello di malavoglia si andò a piazzare sullo scoglio girando la testa come un radar sia verso il mare per scorgere il vostro arrivo sia verso terra per eventuali arrivi di altra gente. Io continuai il pompino al primo e scappellai il cazzo al secondo facendoli una lenta sega. Il terzo si piazzò davanti alle cosce spalancate di Claudia aspettando il suo turno. Gli indicai la fica di Claudia facendogli cenno di leccargliela. Eseguì la mia indicazione non molto convinto ma continuò con più grinta non appena sentì i primi gemiti di Claudia dovuti alle sue leccate. “Dai, fammi sentire il tuo cazzo” dissi a quello che tenevo con la mano destra continuando il pompino al primo. Si inginocchiò veloce dietro le mie spalle e sentii le mani di Claudia che lo indirizzavano nella mia passera. Mi penetrò con un colpo violento facendomi male nonostante avessi la fica come un lago ed il suo cazzo non fosse tanto grosso. “Piano” gli gridai “ci dobbiamo divertire tutti”. La mia voce autoritaria calmò di colpo la sua spavalderia. In fondo era un ragazzino. Cominciò a pompare lentamente mentre Claudia mi succhiava il clitoride. Io continuavo il pompino al primo e dopo un po’ Claudia venne con un orgasmo violento provocato dalle leccate del terzo ragazzo. Subito dopo lui si mise in posizione, le alzò le gambe e la penetrò lentamente. Il suo cazzo nei confronti di quello di Giacomo era decisamente piccolo ma forse la situazione scabrosa e la penetrazione che aveva sotto gli occhi la fecero gemere iniziando una serie di orgasmi spasmodici; tant’era che smise di leccarmi stringendomi forte le cosce. Dopo un po’ riprese il controllo e cominciò a godersi la scopata più serenamente. Intanto il ragazzo alle mie spalle andava come un treno e capendo che stava per venire gli dissi di venirmi dentro. Questo mio incitamento funse da catalizzatore; tenendomi forte per i fianchi mi inondò la fica di sperma. Il capo, che continuava a godersi il pompino gli disse di andare a dare il cambio all’altro e questo eseguì senza fiatare. Quello che io avevo in bocca e quello che scopava Claudia avevano sicuramente più esperienza perché continuavano tranquilli senza venire. Intanto Claudia continuò a leccarmi la fica ingoiando lo sperma che ne usciva. Appena arrivato il mingherlino si mise in piedi accanto a me, con il cazzo a tiro, aspettando il suo turno per il pompino. Glielo presi subito in bocca e dopo averglielo insalivato per bene gli dissi di mettermelo indietro. Il ragazzino certamente non capì perché me lo infilò nella fica già grondante di sperma. “Non lì” gli dissi girandomi sorridente “quella è già sistemata. Mettimelo in culo”. Sentii un pizzicotto nella coscia da parte di Claudia la quale però collaborò all’azione indirizzando quella lunga carota nel mio buchino. Entrò, naturalmente, con facilità ed il ragazzino cominciò a pompare disordinatamente come un forsennato venendo dopo pochi minuti. Forse era la prima volta che scopava oppure metterlo in culo ad una signora lo arrapava moltissimo. Si staccò lentamente lasciandomi il desiderio di un’inculata come si deve. All’inizio avevo intenzione di ingoiare tutto lo sperma di quel cazzone che avevo in bocca ma vista la situazione dissi al ragazzo: “Dai, finisci tu quello che il tuo amico ha lasciato a metà”. E quello, con un sorriso malizioso, si staccò dalla mia bocca e mi si piazzò alle spalle. Spennellò la cappella sulla mia fica ancora grondante di sperma e poi la posizionò sullo sfintere cominciando a spingere piano. Non c’erano dubbi; aveva molta esperienza per la sua età. Entrava piano e con difficoltà, viste le dimensioni. Ma non aveva fretta di penetrarmi. Lasciò che mi abituassi un po’ alla sensazione e poi continuò a spingere. Io cercavo di aprirmi al massimo per accoglierlo e di colpo me lo sentì arrivare in fondo. Un grido mi si soffocò in gola e mi sentii piena e molto troia. “Vacci piano ragazzino” gli dissi “sei grosso e mi stai spaccando il culo. Comincia a muoverti lentamente. Siii… così”. Claudia, come mi disse poi, era rimasta sbalordita dall’elasticità del mio buchino che accoglieva tranquillamente quel randello che anche se non era come quello di suo marito era pur sempre di notevoli dimensioni. Il ragazzo non aveva fretta di venire. Andò avanti così lentamente per oltre un quarto d’ora e Claudia era lì sotto a vedere in primo piano quell’inculata lenta. Io ansimavo forte non tanto per il dolore ma per il piacere di sentirmi puttana, pompinara e rotta in culo. Il ragazzo che scopava Claudia volle provarci pure lui ed alzandole le gambe puntò il suo cazzo sul suo buchino scuro. Io mi abbassai e cominciai a leccarle il clitoride aprendole con entrambe le mani le natiche per facilitare il compito del ragazzo. “Brutta troia” le dissi “meno male che sapevi che la dovevo sverginare io. Non solo non sono riuscito a sverginare il tuo culo ormai super sfondato, non mi hai lasciato neanche quello di Claudia”. “Guarda carino che il culo di Claudia era vergine quanto il mio. Mah… forse un po’ meno visto che Giacomo ancora non l’ha sodomizzata. Tutto sommato capisco la sua paura perché il cazzo di suo marito è proprio una grossa bestia. Ma vuoi sentire il seguito o no?” “Sì certo” le dissi io con il cazzo che mi faceva male dall’erezione. Allora, io avevo già intuito che il buchino di Claudia qualche visita l’aveva già ricevuta, continuò il suo racconto mia moglie, e quella era la prova se la mia intuizione fosse giusta. Con suo marito poteva fingersi verginella ma con me, dopo quello che stava succedendo, non l’avrebbe fatto. Il ragazzo cominciò a spingere e lei lo accolse con qualche difficoltà gemendo forte. Il cazzo del ragazzo era più corto e sottile del tuo e Claudia soffriva nel riceverlo. Probabilmente il suo culetto non l’aveva adoperato molto oppure il cazzo che l’aveva sverginata era molto più piccolo di quello del ragazzo. Comunque dopo un paio di affondi, il ragazzo non è riuscito a trattenersi e le venne dentro riempiendole le budella di sperma. Il palo che avevo piantato io nel culo, invece, continuò per un altro poco, poi aumentò il ritmo e prendendomi forte per i fianchi me lo ficcò fino in fondo venendo come un dannato. Mi sentii come se mi avessero aperto un rubinetto nel culo. Ma quanto sperma aveva!! Per un attimo pensai che mi stesse pisciando dentro! Quando finì gli dissi di restare fermo ed aspettare che gli si ammosciasse dentro il mio culo. Volevo prima riprendere il controllo dello sfintere per tenermi dentro tutta quella quantità di sperma alla quale volevo aggiungere il tuo amore mio, disse mia moglie sorridendomi e prendendomi il cazzo tra le mani. Questa perversione poi, non me l’aspettavo. Comunque mi stava facendo scoppiare il cazzo per cui indirizzai il materassino verso una rientranza degli scogli allo scopo di rendere reale il suo desiderio. Nel frattempo lei continuò il suo racconto: Il ragazzo obbedì mentre Claudia si sfilò sotto di me per andare a tuffarsi tutta nuda in mare. Ha un culo niente male sai? Il ragazzo che la stava scopando raggiunse gli altri due sugli scogli e io mi buttai supina su questo materassino tirandomi indietro il ragazzo ancora piantato nel mio culo. Eravamo attaccati come i cani e glielo dissi coinvolgendolo in una risata liberatoria che contribuì ad ammosciare ulteriormente il suo cazzo in modo che si staccasse senza che perdessi una goccia del liquido che avevo nelle budella. Il ragazzo mi ringraziò dandomi una pacca sul sedere e stava per tornarsene dai suoi amici. Io gli chiesi il suo numero di cellulare, che lui mi ha dato volentieri, e gli dissi che sarebbe prudente che se ne andassero prima del vostro ritorno. Eseguirono senza fiatare.Nel frattempo arrivammo nella rientranza degli scogli e dopo aver sistemato il materassino su uno scoglio a pelo dell’acqua la feci distendere, le alzai le gambe e le scostai il tanga. Aveva il buchino arrossato ma asciutto. Aveva imparato a comandare bene i muscoli dello sfintere. Imbrattai il mio cazzo di saliva e glielo puntai sul culo. Entrai con facilità e appena cominciai a muovermi il suo culo cominciò a produrre rumori umidi come quelli che faceva la sua fica quando era super bagnata e quando aumentai il ritmo cominciò a perdere liquidi. Il mio cazzo usciva sporco da quel culo sfondato e questo non faceva che aumentare la mia eccitazione. Continuai così per una decina di minuti e non mi sono fermato neanche al passaggio di una barca di pescatori che iniziarono a gridare e a fischiare vedendo la scena. Le venni dentro il culo aggiungendo il mio sperma a quello degli altri e mi staccai di colpo per vedere gli effetti delle inculate. Il buco rimase oscenamente aperto ed un fiume di melassa marroncina si riversò sul materassino. Glielo rimisi dentro giocandoci per un po’ a entrarlo e uscirlo da quel buco che ormai sembrava una galleria. Certamente non potevo più provare il piacere del suo buchino stretto com’era all’inizio delle nostre inculate ma vedere il suo culo così sfondato mi arrapava di più. Ci tuffammo in acqua per lavarci e tornammo dai nostri amici nella caletta. Li vedemmo da lontano che scopavano alla grande. Claudia era messa a quattro zampe sul materassino e Giacomo dietro di lei che stantuffava. Aspettammo che finissero e poi ci avvicinammo ridendo. Scoppiarono pure loro in una risata liberatoria e ci dissero che avevano capito che noi stavamo facendo la stessa cosa quando hanno sentito i fischi e le grida dei pescatori. Non si erano coperti vedendoci per cui ci spogliammo di quel poco che avevamo pure noi e ci tuffammo tutti per l’ultimo bagno prima del ritorno. “Ma guarda un po’ che proboscidi girano da queste parti” disse mia moglie ridendo. “Per non parlare delle cozze” risposi io senza staccare gli occhi dalla fica depilata e grondante di sperma di Claudia. Si erano fatte ormai le cinque e dovevamo preparare quel piatto di spaghetti con i ricci a casa nostra dove io, e anche Giacomo credo, ci aspettavamo l’agognata conclusione della serata. Giacomo ancora era all’oscuro di quello che avevano combinato le nostre consorti ma il fatto che sua moglie era rimasta nuda in mia presenza gli faceva sperare ad una bella conclusione.
Aggiungi ai Preferiti