La scopata con Simone mi aveva lasciato senza fiato. Erano mesi, anni che non godevo in quella maniera. O forse non avevo proprio mai goduto così..La sera, a letto con mio marito, fantasticavo sul rapporto sessuale con mio fratello e mi toccavo.Di giorno invece ero triste e svogliata perché temevo che non avrei più ripetuto un’esperienza simile. Infondo Simone aveva la sua vita, la sua ragazza, e certi attributi che avrebbero contribuito a convincere la sua lei a “collaborare”.Al bar con Mary, la mia migliore amica, trovai il coraggio di confidarmi di quella scappatella, ovviamente omettendo il fatto che l’uomo con cui ero stata a letto era mio fratello minore. “Mary non riesco a pensare ad altro ti pare possibile una cosa del genere??”“Certo Deb, un po’ ti invidio è una cosa così eccitante!” Mi rispose Mary“Eccitante ma irripetibile” conclusi sconsolata.“Ma per quale ragione irripetibile?” Si meravigliò lei.“Perché lui ha la sua vita, è più giovane e non penserà a me. E non è giusto che sia io a rovinargli la vita con questo rapporto che rimarrebbe per sempre fuorilegge.“Ma pensi che a lui sia piaciuto come a te?” Mi domandò la mia amica.“Credo si sì, anzi ne sono quasi certa. Mi guardava con certi occhi pieni di voglia… In quel momento credo che entrambi non abbiamo realizzato che sarebbe tutto finito inaspettatamente come era cominciato.”“Deb, mi stai ponendo esempi di ostacoli inesistenti. Se entrambi vi piacete e provate quest’irrefrenabile eccitazione sessuale, per quale motivo non dovete continuare a vedervi?” Non le risposi e tentai di non illudermi su eventuali sviluppi. Mary, non tollerò il mio silenzio e continuò con maggiore foga: “Devi solamente sedurlo come la prima volta. Sicuramente anche lui avrà voglia di te, ma tu fagliela desiderare e basta ed alla fine vedrai se non cederà. Gli uomini adorano le provocazioni” concluse maliziosamente.“Sei sicura di quello che dici?” le domandai dubbiosa e Mary accennò sì col capo, felice della mia resa improvvisa. La sera andai a casa e cercai di non pensare al discorso del pomeriggio, limitandomi come sempre a sognare Simone, nudo, su di me, provocante, sensuale, eccitante.. Immediatamente il mio corpo reagì e le mie mutandine si bagnarono con i miei umori. Suonò il telefono.“Pronto?” Risposi svogliata.“Pronto Deb?” Era mia madre.“Sì, ciao mamma come stai?”“Bene cara, senti volevo chiederti un piacere”“Dimmi pure” “Sai, non so se ne sei al corrente ma stiamo facendo dei lavori a casa, ed è tutto sottosopra. Mi chiedevo se potevi ospitare lì da te tuo fratello per qualche giorno”“Simone?” Non potevo crederci.“Sì certo, chi altri? Però se hai dei problemi non importa, ce la caveremo ugualmente da soli”Non sapevo assolutamente cosa dire. Per me quella proposta era come una doccia fredda.“Ma Simone che dice in proposito?” Mi informai.“Niente tesoro, che vuoi che dica? Non gli dispiace per niente, anzi credo fosse abbastanza contento, dice che ultimamente avete trascurato il vostro rapporto di fratelli e che sarà un’occasione per recuperarlo.”Dopo il mio assenso e altri convenevoli posai tristemente la cornetta.Simone voleva recuperare il nostro rapporto fraterno.. Con tutta probabilità riteneva che il nostro fosse stato un errore. Altro che ripetere l’esperienza come suggeriva Mary! Il giorno dopo sentii suonare la porta e con il giusto presentimento mi trovai di fronte Simone, capelli scompigliati e sguardo dolce e selvaggio contemporaneamente.Feci l’indifferente. “Ciao mi aveva detto la mamma che saresti venuto anche se non ti aspettavo oggi.” Cielo, quanto era bello!“Ciao Deb, come stai?” “Bene grazie e tu?” Mi rispose che stava bene anche lui.Avevo una tremenda voglia di infilargli la lingua in bocca e sentire nuovamente il suo sapore, di strappargli quei vestiti di dosso e baciargli ogni centimetro di pelle. Mi trattenei e mentre sistemava le sue cose, gli preparai la camera.Vidi che mi osservava e mi bagnai nuovamente. Stavo cambiando le lenzuola ed indugiai nel chinarmi, permettendogli di visionare le mie mutandine bianche, infilate in mezzo alle natiche.Dopo qualche secondo mi voltai e vidi la sua eccitazione.“Ecco fatto” gli dissi “la camera è pronta. Hai bisogno di qualcos’altro?” Pronunciai quelle parole con velata malizia ma lui sembrò non farci caso.Uscii dalla porta movendo leggermente le anche e facendo aderire la gonna leggera alle mie curve.Mi misi ai fornelli per preparare il pranzo. Mio marito non c’era, rimaneva fuori per lavoro ma Simone sicuramente aveva fame. Preparai un sugo piccante e misi a cuocere degli spaghetti.Dopo aver apparecchiato la tavola andai a bussare alla porta di Simone.“Hai fame? A momenti dovrebbe essere pronto il pranzo”“Certo che ho fame, ne ho molta” a queste parole il suo sguardo indugiò nella mia scollatura, e sulle mie gambe, ma non proferì altra parola.Sentii i brividi scorrermi lungo il corpo e lo seguii in sala da pranzo. Il pasto si svolse quasi nel completo silenzio, ma ricco d’occhiate. Io avevo un disperato bisogno fisico di lui, e non capivo quali altri stratagemmi avrei dovuto utilizzare per sedurlo. Mangiavo i miei spaghetti succhiandoli lentamente e leccando sulle mie labbra gli schizzi di sugo. Simone sembrava come ipnotizzato da questo mio gesto. Quando i piatti furono vuoti cominciai a sparecchiare e poi a lavare la cucina. Rimanevo costantemente voltata, dandogli le spalle. Il vapore dell’acqua calda mi faceva sudare, il mio corpo era bollente. Così tolsi il maglioncino che avevo e rimasi con un top nero, aderente. La mia catenina con pendente terminava proprio nell’incavo dei seni. “Simone, scusami ma non è che potresti slacciarmi la catenina? M’infastidisce mentre sbrigo le faccende”. Era solamente una scusa ovvio, ma lui stette al gioco e si avvicinò a me. Sentivo il suo corpo dietro il mio e le sue mani che giocavano con l’allacciatura del gioiello.Ancora non lo aveva slacciato, ma il suo ventre era schiacciato quasi su di me e sentivo il suo pene duro che premeva sul mio culo.Nessuno di noi due osava muoversi, e l’acqua continuava a scorrere nel lavandino.Presi il coraggio a due mani e mi voltai. Le nostre labbra erano vicinissime, sarebbe bastato così poco ad unirle.Inumidii le mie con la lingua e sospirando feci gonfiare i miei seni davanti ai suoi occhi.“Mi stai provocando?” Mi chiese infine Simone.“Sì” risposi con semplicità. “Non c’è bisogno allora di fare la commedia Deb, basta dirmelo. È ormai da troppo che desidero infilartelo dentro ancora.”Le sue parole mi eccitarono maggiormente. Simone mi prese in braccio e mi distese sul letto.Lo guardai dritto negli occhi avendo, come per miracolo, la forza di sussurrargli: “Davvero?”Lui cominciò a spogliarmi e mi rispose: “Ora te lo dimostro se non ci credi”Ci baciammo, prima in modo dolce, con lunghe leccate alle nostre lingue vogliose, e poi i nostri baci divennero sempre più passionali e provocanti. Le sue mani continuavano ad accarezzare ogni angolo del mio corpo voglioso, soffermandosi sulla morbida curva dei miei seni, toccandomi le gambe e le cosce. Poi smise di toccarmi ma non di baciarmi. Non potevo più fare a meno delle sue labbra, e credo che anche per lui fosse lo stesso perché, mentre si spogliava a sua volta, le nostre lingue continuarono a giocare. Ad un certo punto lo rividi nudo e rabbrividii. Era ancora più perfetto ed eccitante di quanto ricordassi. Eravamo avvinghiati sul letto e continuavamo a palparci come due liceali alla prima esperienza. Il suo cazzo era durissimo e premeva contro le mie mutandine bagnate. Spalancai le gambe ma Simone mi disse di aspettare: “È ancora troppo presto per godere sorellina…” Gemetti e cominciai a toccarlo sentendolo mugolare dal piacere. Mi tratteni. Mi muovevo come una gattina che fa le fusa.. Sapevo che era un atteggiamento che lo eccitava molto. Mi sdraiai nuda ed “indifesa” sul letto e mio fratello cominciò a leccarmi i capezzoli. I suoi denti giocherellavano con la punta facendomi quasi urlare dal piacere. La visione d’insieme era davvero eccitante ma a me non bastava. Schiacciai la sua testa con forza verso il mio seno e lui aumentò la pressione della lingua e continuò a succhiarle con forza. Piano piano, avvicinandomi al suo orecchio, gli sussurrai: “Infilami il tuo cazzo tra le tette… Ti prego…” La proposta stessa fece gonfiare ulteriormente il suo sesso e lo posò tra l’incavo dei miei seni. Io glielo schiacciai in mezzo e cominciai a muoverlo ma non mi bastava. Così avvicinai la mia bocca a quel meraviglioso spettacolo e cominciai a leccarlo. Sentivo le sue palle che sbattevano contro le mie tette e riuscivo a tenere la sua cappella tra le labbra. Desideravo ardentemente che mi sborrasse in bocca, sentire il suo sperma caldo che m’invadeva e quindi, lo stuzzicavo con la lingua nei punti giusti, prendendolo in bocca dopo poderose leccate. Simone sembrava quasi come impazzito e si strusciava tra le mie tette sempre sul punto di godere. “Sborrami in bocca fratellino.. per piacere” gli dissi con voce roca e, subito dopo, feci scorrere la bocca sulla sua cappella. Sentii il suo cazzo ingrossarsi, tremare e subito dopo Simone scaricò la sua sborra nella mia gola accompagnando il gesto con un urlo di piacere. Io ero bagnatissima ma pronta ad aspettare che Simone si riprendesse da quell’orgasmo. Mi recai in cucina per bere un bicchiere d’acqua ma sentii mio fratello che mi afferrava dai fianchi e mi voltava quasi prepotentemente. Mi baciò ed io risposi al bacio con tutta me stessa, cercando di eccitarlo maggiormente. Mi sollevò per le natiche e mi fece sedere sul tavolo della cucina senza staccare la sua lingua dalla mia. Poi il lungo bacio s’interruppe e Simone mi permise di sdraiarmi, mi allargò le gambe e indugiò a guardarmi un attimo. “Non sai quanto ho sognato la tua figa sorellina” disse solamente e, abbassandosi, mi leccò le cosce in ogni punto, eccitandomi a dismisura. Non sentivo la durezza del tavolo sotto di me, ogni mio pensiero era cancellato dalle sensazioni che Simone mi procurava. Ad un tratto, le sue dita aprirono le labbra della mia figa e la punta della sua lingua s’insinuò all’intero di essa. Quasi urlai. Ma Simone, che evidentemente non voleva farmi godere subito, procedette al suo giochino erotico con esasperata lentezza. Sentivo la sua lingua strisciare piano dentro di me, accarezzarmi leggermente il clitoride e stavo per impazzire. “Oh amore mio, Simone, continua, la tua lingua ruvida mi fa impazzire, leccamela forte, fammi godere” Lo implorai.Mio fratello capì che era arrivato il momento e velocizzò il movimento della lingua passandola in ogni angolo della mia vagina, esplorandola tutta, sfregando il mio clitoride gonfio con una velocità ed una pressione sempre maggiore, entrando in me e tornando a giocare col clitoride. “Sì fratellino, continua così, lì..” Spalancai le gambe fino all’inverosimile e aprii ancora di più le labbra della figa con una mano. Spingevo la sua testa all’interno con l’altra. Mi sentivo una troia, nel gustarmi quelle leccate incestuose, quel godimento mai provato. Mio fratello mordicchiò il mio clitoride e poi lo succhiò e cominciò a regalarmi il mio più lungo orgasmo leccandomi la punta del clitoride. Continuò a leccarmi fino a orgasmo terminato e succhiò tutti i miei umori. Io ero scossa, ma (incredibile ma vero) ancora terribilmente eccitata. Alzai la schiena e sedetti sul tavolo, avvinghiandolo con le gambe e premendo i miei seni contro il suo petto. “Facciamo l’amore Simone” gli dissi. Certo non aveva bisogno d’incoraggiamenti poiché il suo cazzo era già perfettamente in tiro. Lo presi in mano e, allargando le gambe me lo puntai dentro la figa. Mio fratello me lo mise dentro lentamente, facendomi gustare l’attimo. Mi prese per le natiche e si muoveva in me, aumentando le spinte, con forza. Il vortice del piacere stava per riprendermi ed io mi appoggiai con le mani dietro di me e cominciai a gemere. “Come sei arrapante sorellina, sto per godere dentro questa tua meravigliosa ed indimenticabile figa”Con i muscoli della vagina, mi stringevo per farlo godere maggiormente e mi preparai all’orgasmo ormai vicino. “Siii amore, chiavami ancora, sfonda la tua sorellina, riempile la figa di sborra!” Urlavo con tutta me stessa, eccitata e porca. “Scopami, sbattimi, fammi godere!” Eccitato continuò ad entrare ed uscire da m, fino a sborrarmi nell’utero. Sentendo la sborra che mi pervadeva urlai “godoooo” e mi lasciai andare all’orgasmo.Dopo qualche minuto ci riprendemmo entrambi. Ci guardammo negli occhi felici e Simone mi baciò “Sei stata una bellissima scoperta sorellina”.
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