Lo sport fin dall’infanzia è stata una delle mie passioni fondamentali, ho praticato in maniera agonistica diverse discipline sportive, conseguendo risultati complessivamente buoni, poi una volta smesso l’attività sono stato dirigente di alcune società ed anche componente regionale di varie federazioni. La più grande soddisfazione da dirigente di società l’ ho avuta qualche anno fa, quando un pugile del mio sodalizio, Roberto, andò a vincere sul ring di Montecatini il titolo italiano juniores di pugilato. Il padre volle festeggiare l’avvenimento invitando i parenti, gli amici e i componenti della società in un ristorante di grido della costiera romagnola, era una freddo venerdì del mese di gennaio, da pochissimi giorni ero tornato dalla Germania. Prima di andare al ristorante mi recai a casa di Roberto per l’aperitivo, rividi nella circostanza Mara, sua sorella, una splendida ragazza di 22 anni, la stessa mi fece conoscere sua zia Gianna, una donna in carriera, estremamente fine ed elegante, di circa 50 anni, in carne, con una bellezza tipica mediterranea, rimasi colpito ed affascinato e sentii che dovevo fare qualcosa. Dopo averci presentato, Mara ci lasciò, rimasi con Gianna qualche minuto in attesa di recarci al ristorante, parlammo della mia vacanza oltralpe, le raccontai della Germania, delle pista da sci, dei paesaggi straordinari della Baviera, con le foreste, i laghi e i fiumi che la caratterizzano, del freddo polare di quella stagione. Sentivo che ogni secondo cresceva l’ attrazione nei suoi confronti, Gianna avvertiva il tutto, curioso particolare per una donna a lei piaceva molto ascoltare, anche se era sempre pronta nelle battute, accompagnandole spesso a dei meravigliosi sorrisi, molto affabile, aveva una grande potere di ascendenza. Sicuramente per lei non valeva il detto, due donne fanno un mercato, tre fanno una fiera. Lavorava nel campo dell’abbigliamento, possedeva diverse boutique tra la Romagna e Bologna, era di gran lunga la donna più elegante del lotto ed aveva un portamento che distanziava le altre di diversi chilometri, non era sposata, al lavoro aveva dedicato tutta se stessa. Al ristorante avevano già assegnato i posti, io e Gianna eravamo su due tavoli diversi, durante il banchetto non feci altro che pensare a lei e soprattutto cercai di fissarla intensamente, lei ovviamente se ne accorse e in più circostanze ricambiò con un sorriso di devastante bellezza. Ricordo che dovetti prendere la parola per un discorso di rito, dove magnificai le doti umane e sportive di Roberto, le parole scorrevano facili e toccarono la sensibilità dei presenti, avevo in Gianna una musa ispiratrice di spessore e mi faceva piacere far bella figura nei suoi confronti. Alla fine del pranzo, il caffè lo prendemmo al bar, mi avvicinai a Gianna e gli dissi:”Come sei stata”. “Benissimo” rispose “Tu invece?”. “Senza nulla togliere al pranzo, dove tutto è stato buonissimo, sei stata tu la parte migliore della mia giornata, sicuramente te ne sei accorta, dal modo in cui ti guardavo. ” Spedito come un treno continuai “Sei stupenda ed hai un sorriso meraviglioso, dimmi il numero di quante persone hai mandato al centro di igiene mentale” “Esagerato” rispose scoppiando in una fragorosa risata, evidenziando una volta ancora tutta la sua bellezza. “Sei simpaticissimo” mi disse ricomponendosi. “Anche tu lo sei” risposi “ed adesso che ti ho conosciuta mi piacerebbe molto rivederti anche se solo per un caffè o un aperitivo”. “Farebbe molto piacere anche a me e sicuramente non mancherà occasione” disse Gianna, io risposi “sarebbe un bellissimo regalo, te lo dico dal profondo del cuore. “Ero felicissimo, lontano da occhi indiscreti ci scambiammo i numeri di telefonia mobile. La notte non feci atro che pensare a lei, conoscendomi sapevo che sarebbe andata così, preparai anche un sms che le inviai appena svegliato che recitava così:Ricevetti un suo sms nel primo pomeriggio, innanzitutto mi ringraziava per le belle parole, poi mi disse che più tardi si sarebbe recata a Bologna e se non avevo nulla da fare potevamo andare insieme. Letto il messaggio la chiamai” “Mi fa molto piacere risentire la tua voce, sono molto lieto di accompagnarti e di stare insieme a te” fissammo il luogo e l’ora per la partenza verso Bologna. Nell’attesa sempre per far colpo su di lei, volli regalarle un libro che tenevo a casa, il romanzo di uno scrittore portoghese José Saramago, feci una confezione regalo, che gli consegnai appena salito sulla sua autovettura, rimase colpita ed entusiasta da quell’omaggio, era quasi commossa che mi abbracciò forte, dandomi un bacio sulla guancia. “Il minimo che potessi fare per te, Gianna sei qualcosa che supera l’inimmaginabile” Partimmo con la sua autovettura, mano nella mano. Imboccammo l’autostrada, mi chiese del mio lavoro, cosa facevo, quali erano i miei interessi, una conversazione gradevole fatta di ammiccamenti e sorrisi, in poco più di mezz’ora arrivammo a Bologna, ma anziché imboccare la tangenziale ed uscire, Gianna proseguì, direzione Ferrara – Padova, gli dissi “Gianna dove andiamo, percorrendo questa strada ci allontaniamo da Bologna” lei rispose “Mi sono ricordata che devo arrivare a Ferrara, non è che ti dispiace?” “Figurati, sto benissimo insieme a te, ti seguirei fino in Siberia” risposi io. “Magari la prossima volta”. Aggiunse lei. Passarono pochissimi minuti e ci fermammo in un autogrill in una parte abbastanza decentrata. “Sei stanco?” mi chiese Gianna. “No assolutamente solo che ho tantissima voglia di baciarti, tesoro”. Gianna sorrise. Mi avvicinai alla sua bocca, la strinsi a me e gli infilai la lingua nella sua bocca, non ce la facevo più, lei non oppose nessuna resistenza. Ero invasato ed al colmo dell’eccitazione, giocai con la sua lingua per più tempo, slinguazzai il collo e la nuca, le orecchie, il naso, scesi sotto, posi le sue mani sui suoi fianchi, gli slacciai il reggiseno e così iniziai a mordere ed a ciucciare i suoi turgidi capezzoli, lei gradiva enormemente e si lasciava andare a gemiti di piacere. “Continua così, mi piace tantissimo, mi fai impazzire”. Mi disse con un filo di voce estremamente sensuale. Continuai a baciarla e con la mia mano destra riuscii, non senza fatica ad entrare nella sua gonna ed ad introdursi nelle sue mutandine, nella fattispecie completamente bagnate insieme ad i suoi folti peli del pube. Titillai accuratamente il clitoride per più tempo, poi prima con un dito poi con due la penetrai nella fica. Passarono pochi secondi e Gianna ebbe uno splendido orgasmo, non mi fermai e continuai per il suo piacere, ricordo che mi diede un morso ad un braccio, arrecandomi dolore. Avevo la mano impregnata del suo favoloso umore la leccai accuratamente, lei in preda a grande eccitazione, mi baciò avidamente con notevole passione, sembrava una quindicenne alle prese col primo amore. “Hai un umore meraviglioso che mi inebria e mi manda in estasi, non vorrei sprecarne nemmeno una goccia”. Dissi io. Mi strinse forte e mi disse”Ti ho preparato una sorpresa ma non farmi domande, sono sicura che ti piacerà” “Sono sicuro anch’io” dissi e non aggiunsi altro. Ci baciammo ancora e riprendemmo l’autostrada, mano nella mano, la visibilità se non eccelsa era discreta, superammo Ferrara, Rovigo, Padova, poi al casello di Venezia uscì dall’autostrada, cominciavo a decifrare qualcosa di ciò che Gianna voleva fare. Superammo il ponte della Libertà ed entrammo nel parcheggio di piazzale Roma. Lasciammo l’auto e ci dirigemmo con il traghetto verso Piazza San Marco. Un pasto frugale, non avevamo fame nessuno dei due, una passeggiata nella piazza e nelle calli limitrofe, poi ci ritrovammo di fronte ad uno degli alberghi più esclusivi di Venezia. Gianna mi disse”Ti va di passare la notte insieme in questo hotel?” Le risposi”Hai prenotato qui? E’ meraviglioso. Con te avrei passato la notte anche sotto il più squallido ponte. Sei splendida, mi fai impazzire Gianna”. La baciai con foga e passione, incurante dei passanti e dei vent’anni di differenza che ci separavano, in hotel ci venne assegnata una camera vista mare, come richiesto da Gianna. Una volta in camera, la sollevai di peso e la portai sul letto baciandola con impeto, ci stringemmo forte poi iniziammo a spogliarci ad un certo punto mi disse “Vorrei fare una doccia” le risposi “Aspetta voglio stare abbracciato a te e non voglio lasciarti nemmeno per un secondo, scusami”. Sorrise di gusto, poche altre volte era stata desiderata così.
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